A Margherita Cagol


Nell’anniversario del suo assassinio, questo blog (che ha una categoria dedicata ai compagni uccisi) parla anche di Margherita Cagol, che scelse Mara come nome di battaglia e militò nelle Brigate Rosse dalla loro formazione al sequestro Gancia e alla conseguente sparatoria della cascina Spiotta del 5 giugno 1975, dove venne uccisa dai carabinieri. Il materiale sulla Cagol è tanto e variegato e la scelta è stata difficile … non ho messo le sue lettere alla famiglia perchè sono facilmente rintracciabili in rete, ed ho quindi usato stralci del ricordo presente nel terzo volume del Progetto Memoria, “Gli Sguardi Ritrovati”, Edizioni Sensibili alle Foglie.

[Leggi anche: Quando portai un fiore alla Spiotta]

MARGHERITA CAGOL
– Nasce a Sardagna di Trento l’ 8 Aprile 1945
– Si diploma in ragioneria nel 1964
– milita nel movimento studentesco di Trento
– si laurea in sociologia presso l’università di Trento nel 1969
– milita nel Comitato Unitario di Base della Pirelli, nel Collettivo Politico Metropolitano e in Sinistra Proletaria.
– dal settembre 1970 milita nelle Brigate Rosse
– nell’estate del 1972 si trasferisce a Torino
– viene uccisa dai carabinieri il 5 giugno 1975, ad Arzello d’Acqui (AL)

Loris Paroli, Testimonianza al Progetto Memoria, Reggio Emilia 1995.
br_marac“[…] Mara era una dirigente comunista, una delle prime donne emancipate dell’epoca moderna e credeva alla donna come uno dei poli della societa’; determinante per l’emancipazione di tutti gli altri. Un giorno manifestando a lei le mie perplessità sulla poca presenza femminile nella nostra organizzazione, anche in relazione alla durezza del vivere clandestini tra soli maschi, mi disse di essere certa che la componente donna nell’arco di pochi anni sarebbe aumentata enormemente. Aveva avuto ragione. Infatti in pochi anni quasi tutte le organizzazioni armate erano dirette da una elevata componente femminile. E questo è uno degli aspetti più profondi della nostra storia, mai messo in luce da colo i quali hanno riversato su centinaia di libri tutti quei tentativi manipolati e disperati nel volerla spiegare.
Mara era una compagna vera e concreta e sapeva costruire relazioni semplicie complesse con tutti i compagni. Con lei non vedevi mai la rottura tra le discussioni politiche e il momento in cui si poteva suonare la chitarra e cantare, scherzare o ridere, o quando si cucinava o si era a tavola. Il tempo era per lei tutto dentro una scelta di vita e con dolcezza sapeva sempre armonizzare i momenti belli con quelli stressanti e angosciosi.
Sul piano personale è la compagna che mi aspetta all’imbocco dell’autostrada di Reggio Emilia, nel lontano ’74, quando faccio la scelta della clandestinità. Ed è lei che fin dal primo momento sa leggermi dentro e capire quanto per me questa scelta fosse anche una scelta sofferta, dato che avevo lasciato gli affetti personali, soprattutto quelli del figlio.
Questa sua comprensione era importante, per me era liberatoria, non mi costringeva, rispetto a certe persone tutte d’un blocco, a essere quello che non ero…
Sul piano politico sono molti i momenti cruciali dove Mara è esageratamente attiva, propulsiva e stimolante nei confronti di tutti nei della colonna di Torino. Un particolare importante: quando l’esecutivo decide di far entrare ‘Frate Mitra’ nelle BR, lei si oppone, politicamente condivideva il metodo di farlo entrare trasversalmente; asseriva che lui doveva inserirsi nel mondo di lavoro e solo in seguito a verifiche… avremmo valutato se e come farlo entrare nell’organizzazione. Nessuno la ascoltò. Frate Mitra si rivelò una spia facendo arrestare Curcio e Franceschini.
Ma il momento più rivelante, ricco e nel contempo lacerante è quello dei primi mesi del ’75, quando noi di Torino proponemmo di affrontare il problema dei nostri compagni prigionieri. Periodo ricco perché dopo tanti compagni arrestati avevamo rimesso assieme le forze in grado di riprendere l’iniziativa teorica e pratica della propaganda guerrigliera. Lacerante in quanto la proposta di Torino non era condivisa da molti compagni di altre colonne. Infatti alla proposta  operativa di liberare Curcio da Casale Monferrato, due compagni scelsero di uscire dall’organizzazione. Altri compagni sospettarono Mara di personalismo, in quanto moglie di Renato (ma se vi fosse stato in lei anche una quota di personalismo affettuoso verso il compagno da liberare era una cosa così grave?) il che non era assolutamente vero: noi di Torino stavamo lavorando da tempo anche su altre prigioni dove erano rinchiusi dei nostri compagni. Solo che proponemmo Casale dove le nostre inchieste avevano individuato dei punti vulnerabili più che altrove. mara2
Alla fine di una serie di dibattiti riuscimmo a far passare la proposta e facemmo l’intervento alla prigione. La cosa riuscì: fu una delle più belle azioni guerrigliere delle BR, attorno alla quale il consenso e l’entusiasmo si manifestarono a livello di massa. Il giorno prima di quell’azione io e Mara ci appartammo in macchina in un viottolo per attendere il momento di fare un sopralluogo al passaggio a livello… E, in attesa che calassero le sbarre, ricordo quel tempo durato circa un’ora di totale mutismo tra me e lei, mentre ascoltavamo Bob Dylan. […] Di certo avevamo la consapevolezza del fatto che all’indomani dovevamo affrontare per la prima volta un attacco ad una struttura militare dello Stato. E benché il nostro intento fosse quello di fare tutto il possibile per evitare sparatorie, non sapevamo se era realizzabile: potevamo lasciarci anche la pelle. La paura è sempre in relazione a ciò che non sei in grado di prevedere, a ciò che non conosci esaurientemente e temi di non saper affrontare i problemi che ti pone.
Mentre parlo di Mara mi accorgo di avere il pensiero fisso alla cascina Spiotta su quel maledetto lenzuolo bianco che sovrasta il suo corpo. Quello è stato unp dei primi sipari calati sulla nostra storia. Ma la cascina Spiotta di Mara non è solo quel finale. Lei in quella nostra vare con diversi ettari di terra era molto attiva e coltivava di tutto, dalle verdure ai frutti e mi parlava spesso di ogni sorta di piante. Simpaticamente, con gesti rassomiglianti ai contadini, l’ho vista irrorare il vigneto su quella dolce rupe delle Langhe, dove il sole si confondeva sul sorriso del suo viso biondo trentino. Lei era una poetessa della vita, nella vita, per la vita; per cui manifestava sempre quella generosità nel suo essere compagna che oltrepassava tutti i limiti, fino a quello di vent’anni fa dove morimmo un po’ tutti sotto quel lenzuolo bianco, ma anche dove rinascemmo un po’ tutti.”

ANONIMO: Trafiletto senza luogo né data in Rosso contro la Repressione 16, Milano 1975
“Margherita Cagol.
Dipinta come un’appendice del marito, da cui “dovrebbe” aver preso l’ideologia rivoluzionaria più per amore che per la sua reale scelta politica, Margherita Cagol, ora assassinata nello scontro di Acqui, è considerata dallo Stato e dalla stampa borghese come una donna totalmente incapace di scelte personali dettate da una presa di coscienza politica.
La stampa borghese, serva dei padroni, porta nei suoi confronti un duplice abominevole attacco: oltre alla denigrazione personale che colpisce la donna in quanto sottospecie umana incapace  di fare scelte rivoluzionarie autonome.
Margherita è morta, assassinata dallo stato della violenza come migliaia di altri ed altre rivoluzionarie, pienamente cosciente della sua HBuNiR8G_Pxgen_r_467xAscelta di lotta fatta per abbattere il sistema capitalistico e per eliminare quindi lo sfruttamento di qualsiasi essere umano su un altro essere umano.
Evidentemente non meraviglia affatto i compagni rivoluzionari l’attacco politico della stampa sia di Stato che riformista sulle forme di organizzazione e di resistenza armata oggi esistenti in Italia, ma piuttosto il fatto che a questo si aggiunge l’attacco alla donna che non può fare queste scelte politiche se non in quanto manipolata da un uomo di cui si è innamorata perdutamente e per frustrazioni amorose in generale. E’ il caso anche della compagna Ulrike Meinhof oggi coinvolta nel processo più scandalosamente antidemocratico e illegale dell’occidente capitalistico.
Ulrike Meinhof avrebbe intrapreso all’interno di un’organizzazione armata a causa di sue precedenti delusioni amorose. E’ la disperazione individuale, l’insoddisfazione all’interno dei rapporti personali che muove la donna a votarsi e a sacrificarsi per la causa rivoluzionaria. Noi sappiamo che sia Margherita sia Ulrike  hanno fatto le loro scelte di classe e d’organizzazione in base a una presa di coscienza precisa e ad una analisi del momento politico, (fase politica, autonomia della classe, ruolo del riformismo, organizzazione) che pur non condividendo, non possiamo che rispettare.
Nel conto che dovranno pagare i padroni e i loro servi, aggiungiamo anche questo modo di trattare la donna.
Pagherete Caro, pagherete tutto”

BRIGATE ROSSE: Volantino di Commemorazione del 6 Giugno 1975:
“Ai compagni dell’organizzazione, alle forze sinceramente rivoluzionarie, a tutti i proletari. È caduta combattendo Margherita Cagol, “Mara”, dirigente comunista e membro del Comitato esecutivo delle Brigate Rosse. mara1
La sua vita e la sua morte sono un esempio che nessun combattente per la libertà potrà dimenticare. Fondatrice della nostra organizzazione, “Mara” ha dato un inestimabile contributo di intelligenza, di abnegazione, di umanità, alla nascita dell’autonomia operaia e della lotta armata per il comunismo. Comandante politico-militare di colonna, “Mara” ha saputo guidare vittoriosamente alcune fra le più importanti operazioni dell’organizzazione. Valga per tutte la liberazione di un nostro compagno dal carcere di Casale Monferrato. Non possiamo permetterci di versare lacrime sui nostri caduti, ma dobbiamo impararne la lezione di lealtà, coerenza, coraggio ed eroismo! È la guerra che decide in ultima analisi della questione del potere: la guerra di classe rivoluzionaria. E questa guerra ha un prezzo: un prezzo alto certamente, ma non così alto da farci preferire la schiavitù del lavoro salariato, la dittatura della borghesia nelle sue varianti fasciste o socialdemocratiche. Non è il voto che decide la conquista del potere; non è con una scheda che si conquista la libertà. Che tutti i sinceri rivoluzionari onorino la memoria di “Mara” meditando l’insegnamento politico che ha saputo dare con la sua scelta, con il suo lavoro, con la sua vita.  Che mille braccia si protendano per raccogliere il suo fucile!
Noi, come ultimo saluto, le diciamo: “Mara”, un fiore è sbocciato, e questo fiore di libertà le Brigate Rosse continueranno a coltivarlo fino alla vittoria! Lotta armata per il comunismo”

Nessuno sarà padrone di questo corpo di laghi e vulcani
di questa mescolanza di razze,
di questa storia di lance;
di questo popolo amante del mais,
delle feste al chiaro di luna;
del popolo dei canti e dei tessuti di tutti i colori.
Nè lei nè io siamo morte senza un progetto, senza lasciare un’eredità.
Siamo tornate alla terra da dove ancora torneremo a vivere.
Popoleremo di frutti carnosi l’aria dei tempi nuovi.
Colibrì Yarince
Colibrì Felipe
danzeranno sulle nostre corolle
ci feconderanno eternamente.
Vivremo nel crepuscolo della gioia
nell’alba di tutti i giardini.
Presto vedremo il giorno colmo di felicità
le imbarcazioni dei conquistatori allontanarsi per sempre.
Saranno nostri l’oro e le piume
il cacao e il mango
l’essenza dei sacuanjoches.
Chi ama non muore mai.

Da La donna abitataGioconda Belli

  1. Walter
    22 settembre 2009 alle 08:48

    Voglio ricordare che alla Spiotta incontrò la morte anche Giovanni d’Alfonso, Appuntato dei Carabinieri.
    Due vite spezzate inutilmente …

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  2. Piep Piper
    13 novembre 2009 alle 18:42

    Vedo con raccapriccio che la demenza ideologica mascherata da poesia libertaria fa ancora proseliti, anche tra chi, essendo nata nel 1982, di quello che sono stati i sanguinosi anni 70′, probabilmente ha solo leggiucchiato in piena era già berlusconiana. Si vergogni, la Cagol era solo una potenziale assassina, allo stesso livello di quelli che diceva di combattere. Noi comunisti veri, coi calli sulle mani, ce ne abbiamo le palle piene di voi, poeti borghesi della libertà col mitra in mano. Chi spara non ha mai ragione, si rilegga (se mai l’ha letto) Socrate, Gandhi, Pasolini e anche Paperino.

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  3. Paolo Persichetti
    15 novembre 2009 alle 12:54

    Commendator Piep Piper,

    Di sicuro gli unici calli che lei conosce sono quelli che crescono tra l’indice e il medio, notoriamente i calli della spia, come quelle che negli anni 70 denunciavano gli operai insubordinati, i quadri di lotta più combattivi, i militanti che nei quartieri portavano avanti le battaglie sociali e che davano fastidio al suo Pci coinvolto nella politica di solidarietà nazionale, nel compromesso storico, nella strategia dell’austerità che chiedeva alla classe operaia di lavorare di più e rinunciare agli aumenti salariali.
    Eravate i maggiordomi della Fiat, gli informatori delle questure, stilavate liste di sospetti che poi portavate a Dalla Chiesa e ai vostri magistrati, come Caselli.
    Voi siete quelli del muro di Berlino, di una concezione del socialismo che pensava di organizzare la società come una caserma. Quel tipo di socialismo che irrideva Brecht quando ricordava il discorso del segretario dei comunisti di Berlino, che davanti ad una piazza di operai in protesta non chiedeva le dimissioni del comitato centrale ma quelle del popolo.
    Lei è della stessa pasta dei Severino Galante, dei Luciano Violante. Uomini dell’ordine statale, legalitari, amate le toghe non le tute blu. Pensate che la società debba essere un tribunale. Nei posti di lavoro e nei quartieri avete preso il posto
    delle Digos e dimenticato persino l’azione sindacale. La lotta di classe non la praticavate più da tempo con la vostra ideologia del patto tra produttori. Da classe operaia dentro lo Stato, siete diventati un pezzo di Stato dentro la classe operaia.

    Grazie ai “sanguinosi anni 70”, come lei li chiama con consumata prosa berlusconiana-girotondina (rovesci della stessa medaglia), abbiamo avuto per un paio di decenni la scuola di massa, il diritto allo studio per tutti, l’accesso alle università senza più criteri di classe (così i figli di operai e dei contadini sono potuti diventare avvocati o medici), il divorzio, l’aborto, il nuovo diritto di famiglia, la chiusura dei manicomi, la riforma carceraria, il diritto all’assistenza sanitaria, il miglioramento e l’estensione delle pensioni, il punto unico di scala mobile, conquiste salariali e normative sul diritto del lavoro, un abbozzo di Stato sociale prima inesistente, e altro ancora. Tutte cose smantellate a partire dagli anni 80, grazie a gente come lei. Per quelli come la Cagol, era ancora troppo poco. Ma senza gente come lei tutto questo non ci sarebbe stato.
    Quello che lei scrive mi fa pensare ad una frase di Socrate: “Più gente conosco, e più apprezzo il mio cane.”
    Forse farebbe bene a seguire anche il consiglio che Gandhi dava quando incontrava tipi come lei: “Dobbiamo fare il miglior uso possibile del tempo libero”, aggiungo, invece di scrivere stronzate a commento dei post altrui che non gradisce.
    Pasolini se lo tenga pure. Lei è di quelli che ama di certo la poesia in cui si sbrodolava per i poliziotti del 68. Criticava la modernità capitalista perché era un nostalgico dell’evo rurale. Ha scritto anche cose giuste, come spesso accade ai più lucidi reazionari.
    Paperino? Certo che adoriamo Paperino. Lei invece è di quelli che si identificano con Topolino, e forse ancora di più con Gastone. Viva il papero proletario che rifiuta il lavoro, che non vuole morire in fabbrica e cerca di strappare qualche dollaro a quel taccagno di suo zio. Nella paperopli degli anni 70, lei invece sarebbe stato uno di quelli arruolati in difesa del suo forziere. Oggi invece è con quelli che concepiscono la politica unicamente come uno scontro tra Rockerduch-Berlusconi e Debenedetti-Paperon de Paperoni.
    Si vede che ha letto per troppo tempo Tex Willer e Zagor. Un po’ di Gruppo Tnt e di Mafalda le avrebbe allargato il cervello.
    È dai fumetti che uno legge da bambino che si vede poi cosa diventerà da grande.

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  4. valeria
    15 novembre 2009 alle 18:59

    Purtroppo di questi Komunisti veri (?) è piena la rete. Commentano (?) sentenziano accusano le persone….sì pure dell’età! Io, che ho gli anni che avrebbe Piero Bruno o Walter Rossi (certamente catalogati pure loro come violenti dai piccisti), mi vergogno molto di questa gente, perchè è anche colpa loro questo schifosissimo presente. Ti ringrazio Baruda di ricordare anche quei compagni che nessuno ha voglia e coraggio di ricordare. Tra quei nomi, visto che molto qui è presente il tema del carcere, spesso mi torna in mente Alberto Buonoconto, storia meno conosciuta.

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  5. Pied Pper
    16 novembre 2009 alle 10:28

    Prima di risponderle, vorrei sapere se lei è per caso quel Paolo Persichetti delle BR che, dopo aver assassinato con altri 4 cavalieri dell’Apocalisse, il generale Giorgieri se ne scappò a gambe levate nell’accogliente Francia della dottrina Mitterand. Rifugium peccatorum dove rimase, bel bello, fino all’estradizione del 2002. Nel caso fosse lo stesso figuro, beh, le cazzate e gli insulti che scrive si commentano da soli.

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  6. Pied Piper
    16 novembre 2009 alle 10:58

    In attesa di una improbabile risposta del Signor Persichetti, vorrei dire alla Sig.na Polvere da Sparo, che scrive “un commento che m’ha particolarmente irritato…commento che per un po’ ho lasciato a marcire”. Sarebbe questo il suo concetto di democrazia e confronto di opinioni ? “Lasciar marcire” tutto ciò che non condividiamo e che ci “irrita”? Per poi fare il beau geste di farmi rispondere – se è la stesso persona – da un ex brigatista ? Pensavo fosse un blog dove avessero diritto di cittadinanza anche le idee di chi non la pensa come voi, ma vedo che mi sono sbagliato. Se così fosse, faccia marcire anche questo post e, come dicono a Roma, sonatevela e cantatevela tra di voi.

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  7. Pied Piper
    16 novembre 2009 alle 11:21

    Vedo che la mia risposta/domanda a Paolo Persichetti (se fosse o meno lo stesso che, insieme ad altri 4 cavalieri dell’Apocalisse armata, aveva assassinato il generale Giorgieri per poi nascondersi sotto l’ombrello della dottrina Mitterand fino al 2002) è stata messa a “marcire” (cestinata). Altro esempio di democrazia! Ma mi raccomando, non si irriti anche per questo…

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  8. 16 novembre 2009 alle 11:46

    Ma tu, ti sei qualificato?
    Chi sei visto che vuoi sapere le identità di tutt@ e parli di democrazia.
    Metti la tua faccia…metti il tuo nome e cognome come abbiamo fatto sia io che Paolo.

    Non sei stato approvato subito perchè sai….anche la Signorina Polvere da Sparo, il lunedì mattina, non passa molto tempo davanti al blog!

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  9. valeria
    16 novembre 2009 alle 15:28

    Il signor Pied Piper probabilmente è molto arrabbiato perchè (come tutto il piccì) imputa la sconfitta della sinistra (della sua sinistra) alla lotta armata. Ed a quel piccì non è bastata la vendetta che lo stato si è preso sulle persone che di quella lotta hanno fatto parte. Mi riferisco a chi è stato giustiziato ed a chi si è fatto il carcere TUTTO per non svendere nè barattare. Strano che in questa società molto democratica dove una coppia di stragisti distribuisce a natale caramelle a piazza navona e nessuno trova niente da ridire, sia invece tanto importante dare degli assassini potenziali….

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  10. versicoli
    5 giugno 2011 alle 12:46

    Mi fa tristezza pensare a tutte queste vite spezzate(sia da una parte che dall’altra). Non c’è alcun tipo di indignazione. Solo tristezza.

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  11. 5 giugno 2011 alle 15:19

    Cara Valentina, avevo capito che sei una tipa pericolosa ma non pensavo così tanto… Adesso che so che sei simpaticante delle Brigate Rosse, ti dico quali sono le mie idee politiche: sono democristiana e i miei modelli sono Aldo Moro, Benigno Zaccagnini e Alcide De Gasperi. Mi sono stancata di Casini è ormai mi definisco democristiana senza partito ma le mie idee sono rimaste tali. Spero che non verrai a rapirmi… Scherzo! Ho voluto fare delle battute per smorzare un pò i toni. Io sono contraria alla violenza e credo che coloro che praticano la cosiddetta “lotta armata” siano i primi traditori del loro ideale. Questo secondo il mio modo di pensare. Ma poichè sono contraria alla violenza mi dispiace anche quando a subirla è qualcuno di cui non accetto le scelte.

    (Una domanda fuori programma: ma poi hai letto quel link che ti ho inviato?)

    Un bacio.

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  12. 5 giugno 2011 alle 16:11

    Cara Donatella…dici cose per sdrammatizzare per cui molta ghente s’è fatta tanta galera gratuitamente! Ma pazienza, non sarà la tua frase a farmi incappare nelle maglie dello Stato, o almeno non solo.
    simpatiZZante per i processi rivoluzionari armati si, non l’ho mai negato.
    Anzi, ho aperto questo blog per parlare proprio di lotta armata, di carceri speciali, di torture subite dallo stato e così via, mi dispiace solo che tu te ne sia accorta solo ora e quindi forse spaventata.
    Hai come miti parte fondante dello stragismo italiano, quindi la violenza piace anche a te, senza saperlo.
    ma è un discorso lungo, che non mi pare il caso di affrontare qui.

    per quanto riguarda il tuo link….che dirti?
    Pensavo fosse uno scherzo, soprattutto perchè me l’avevi presentata come una cosa senza ideologismi, e quando ho aperto ho visto che parlavi delle morti da Ru486.
    Eheheh, diciamo che quel tuo post è carico di ideologia violentissima verso noi donne, carico di menzogne, visto che quel farmaco si usa da 40 anni e forse ha causato 6 morti per un virus di altra specie.

    Non mi va di “sporcare” questa pagina dedicata a Mara con discorsi simili, casomai li facciamo altrove,
    ma direi che non è il caso.
    hai avuto una vita molto facile, questo è chiaro da quel che mi scrivi e spedisci…

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  13. Gianni.
    11 giugno 2011 alle 18:20

    Onore a tutti i compagni caduti.Sono d’accordo con voi nella analisi politica eccetto che per la “deriva”militare da Girotto in poi; anche Giovanni Senzani era un superinfiltrato;affermo questo con cognizione di causa, e potrei darvene testimonianza davanti a lui qualora foste ancora in contatto.Sono a vostra disposizione e vi abbraccio forte.Gianni

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  14. NN
    29 ottobre 2011 alle 21:10

    anche qui come per Moretti: non voleva essere uccisa?Sceglieva un ‘altro mestiere invece di fare la terrorista.
    comunque ilproblema è un’altro:l’apologia del fascismo è reato, ma quella del terrorismo? perchè una persona che, come mi pare sia l’autrice, si definisce “simpatiZZante per i processi rivoluzionari armati”(quindi, simpatizzante del terrorismo e favorevole ad esso) e che mitizza gente come la Cagol (una terrorista), e che Acclude nel blog frasi come ” Sta nel sogno realizzato, sta nel mitra lucidato. nel tirare i sampietrini, nell’incendio di Milano, nelle spranghe sui fascisti”, mi pare stia facendo proprio questo.
    ovvero: i terroristi di destra erano tutti cattivi e assasini, i terroristi di sinistra erano tutti bravi buoni e giusti, non hanno sbagliato, non hanno fatto male ad ammazzare le persone che hanno ammazzato, e sicuramente le loro vittime si son meritate la fine che hanno fatto.
    sarei curiosa di sapere come si comprta una persona che condivide queste idee e questi cmportamenti nel quotidiano: cioè,se lei viene a contatto con una persona che è di destra( o semplicemente che non la pensa come lei…perchè magari, non è di sinistra, o perchè ritiene infami o orrendi anche i terroristi di sinistra, o perchè non ha il mito di Mara Cagol….insomma, le cose possono essere tante) cosa fa?la prende a sprangate?
    perchè anche avere certi ideali, certi principi e difendere certi modi di fare è fascismo…ovvero: se tu non la pensi(in questo caso, se non sei di sinistra) come me meriti la morte…o al limite sei una merda che merita minimo di essere pestato a sangue.
    la lotta rivoluzionaria armata è questo, inutile nasconderlo.
    con questo, spero anche io di non essere rintracciabile…non si sa mai che mi trovi l’autrice del blog sottocasa pronta con la sua spranga bella pronta per pjnirmi dell’imperdonabile colpa di avere un’idea di versa dalla sua!

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  15. 30 ottobre 2011 alle 10:20

    Tiziana sei meravigliosa quando scrivi così…
    dei mille commenti sprezzanti che hai lasciato ovunque sul mio blog approvo solo questo.
    Perchè è il più bello, il tuo vittimismo preventivo mi fa scompisciare dalle risate: devi essere simpatica cara Tiziana nei tuoi monologhi col “terrorismo”.
    Chissà se hai lo stesso disprezzo per chi ha ucciso i quasi 300 morti della legge reale ( dal 75 al 90), se hai lo stesso disprezzo per i torturatori di stato…

    chissà che fai tu nella tuo quotidianità visto che ti chiedi cosa faccio io…

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  16. 31 ottobre 2011 alle 00:40

    Oh, cavolo… Ma io quando ho scritto quelle parole scherzavo, anche se in quel momento Valentina non lo aveva capito e ho dovuto chiarirmi con lei in privato.
    Ma questa sopra pare non scherzi affatto!

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  17. tony
    31 marzo 2012 alle 01:31

    mi sembra ieri quando rivivo in un sogno troppo lucido la tua morte barbara azzaroni prima linea quello che hanno scritto in la storia siamo noi è una menzogna gente pagata dallo stato fascista democristiano per porre la tua morte sotto un velo della morte di un’assassina che perpetrava un agguato ha uno stronzo amministratore di condominio te essere di luce io un ombra al tuo interno che ti consigliava mentre nella stanza ascoltavi i pink floyd di non andare a prendere il caffè al bar come diceva quell’altra ombra entrata dalla sinistra nella stanza ma di farci una mocka a casa le strade erano insicure tutto in quel periodo era insicuro te scendesti le scale attrraversasti la piazzetta entrasti nel bar ti ricordi che l’aria era funebre il padrone vi vede quello stesso padrone del locale che poi venderà il locale scapperà per non essere raggiunto da quella violenta e inutile giustizia proletaria perchè ora sappiamo che la giustizia dell’essere senza forma infinito che ci attraversa tutti e in cui viviamo è la nostra sola fonte di giustizia,lui telefona fa finta di parlare a un fornitore noi vediamo dal vetro passare una macchina bianca una nera poi il flash sul muro della macchina dei caramba poi le immagini del film del sogno lucido diventano velocissime sento solo gli spari e i proiettili che mentre mi perforano mi fanno un male cane te nella tua luce che dici: no no perchè mamma papà,mi sono svegliato di soprassalto quel giorno una parte di me era morta la mia anima gemella era per sempre sparita nei meandri della dimensione fantasma qualcosa feci scappai di casa dopo il tuo funerale a cui non potevo mancare restai nella tua città un’altro pò e ritornai con la sensazione che da quel momento la mia vita non sarebbe stata più la stessa…non dico chi sono lei lo sa lo vista varie volte la barbara azzaroni apparirmi dal nulla nei momenti forse cruciali della mia vita e quando mi spengerò ci sarà lei a darmi la mano e forse rinasceremo come due gemelli fratello e sorella o non rinasceremo mai sempre a rincorrere i nostri quai.

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  18. fabio
    4 giugno 2012 alle 12:12

    “mi vergogno molto di questa gente, perchè è anche colpa loro questo schifosissimo presente”. Ha ragione Valeria. Che giustifichino, i santoni della terza via, che si nascondevano dietro le pistolettate di Kossiga, la deriva in cui ci hanno portato. Sono dei lobotomizzati e basta. E’ questo il frutto della dialettica storica, come la chiamavano in quegli anni? Hanno rubato a man bassa, scambiando la loro posizione personale con i diritti dei cittadini e dei lavoratori. Non ho mai sentito da questi idioti una riga, dico una riga, di autocritica rispetto al pantano in cui ci troviamo. Ci hanno trascinato nelle peggiori sconfitte e oggi sanno solo beatificare come “vittorie del socialismo” anche una squallida parata militare in nome di una Italia che non solo non esiste più ma che fa danni contro i proletari e gli sfruttati. Continuate pure a sparare cazzate sugli anni ’70 se è un modo per nascondere a voi stessi lo squallore e lo schifo in cui avete nascosto la vostra coscienza. Noi andiamo avanti fino alla fine… il sogno non finisce…

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  19. 4 giugno 2012 alle 14:26

    Nell’ultimo libro di Pino Casamassima – Gli irriducibili. Storie di brigatisti mai pentiti -, uscito un paio di mesi fa per i tipi di Laterza, nel capitolo su Renato Curcio, si racconta anche di Mara Cagol, della sua militanza e della sua uccisione. Qui mi si sono chiariti particolari e situazioni che ignoravo.

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  20. resistenza
    5 giugno 2012 alle 08:38

    Onore alla Compagna Mara

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  21. Milton
    10 giugno 2012 alle 16:46

    ma parli della Cagol che organizzò e partecipò al sequestro Sossi? Quella che fece irruzione in carcere per far evadere Curcio? Insomma, quella freddata dopo aver lanciato una bomba a mano in faccia ad un carabiniere? In pratica, la terrorista’

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  22. 12 giugno 2012 alle 17:37

    Eh si!
    Parliamo proprio di lei!

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  23. exditutto
    13 luglio 2012 alle 12:15

    NN :
    anche qui come per Moretti: non voleva essere uccisa?Sceglieva un ‘altro mestiere invece di fare la terrorista.
    comunque ilproblema è un’altro:l’apologia del fascismo è reato, ma quella del terrorismo? perchè una persona che, come mi pare sia l’autrice, si definisce “simpatiZZante per i processi rivoluzionari armati”(quindi, simpatizzante del terrorismo e favorevole ad esso) e che mitizza gente come la Cagol (una terrorista), e che Acclude nel blog frasi come ” Sta nel sogno realizzato, sta nel mitra lucidato. nel tirare i sampietrini, nell’incendio di Milano, nelle spranghe sui fascisti”, mi pare stia facendo proprio questo.
    ovvero: i terroristi di destra erano tutti cattivi e assasini, i terroristi di sinistra erano tutti bravi buoni e giusti, non hanno sbagliato, non hanno fatto male ad ammazzare le persone che hanno ammazzato, e sicuramente le loro vittime si son meritate la fine che hanno fatto.
    sarei curiosa di sapere come si comprta una persona che condivide queste idee e questi cmportamenti nel quotidiano: cioè,se lei viene a contatto con una persona che è di destra( o semplicemente che non la pensa come lei…perchè magari, non è di sinistra, o perchè ritiene infami o orrendi anche i terroristi di sinistra, o perchè non ha il mito di Mara Cagol….insomma, le cose possono essere tante) cosa fa?la prende a sprangate?
    perchè anche avere certi ideali, certi principi e difendere certi modi di fare è fascismo…ovvero: se tu non la pensi(in questo caso, se non sei di sinistra) come me meriti la morte…o al limite sei una merda che merita minimo di essere pestato a sangue.
    la lotta rivoluzionaria armata è questo, inutile nasconderlo.
    con questo, spero anche io di non essere rintracciabile…non si sa mai che mi trovi l’autrice del blog sottocasa pronta con la sua spranga bella pronta per pjnirmi dell’imperdonabile colpa di avere un’idea di versa dalla sua!

    ti rispondo con tanto ritardo perchè solo oggi ho trovato questo sito.
    Il termine terrorista è un termine che non è adatto a definire persone che praticano la guerriglia contro lo stato. Terrorista è chi terrorizza la popolazione, cerca di trarre vantaggio dal terrore. E’ una persona che uccide indiscriminatamente (vedi lo stato con le bombe sui treni, ecc.).
    Mara e tanti come lei non facevano queste cose cercavano di aiutare il proletariato a ribellarsi, volevano impedire che si arrivasse alla macelleria sociale di oggi (quello si è terrorismo). I morti in tutto una cinquantina in dieci anni derivavano dall’innalzamento dello scontro che lo stato aveva imposto al proletariato.
    Le spranghe sui fascisti…. per forza, questi arrivavano davanti alle scuole e pestavano indiscirminatamente chi vedevano e gli sembrava vestito da sinistra. E ti posso giurare su quello che ho di più sacro che mai nessuno dei compagni che ho conosciuto e io stesso avremmo mai colpito fisicamente chi portava idee o pensieri diversi dai nostri.
    I ragazzi ancora oggi portano le magliette di che guevara, ma cosa faceva il che di diverso da mara?

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  24. spartaco
    11 dicembre 2012 alle 19:20

    del signor giovanni d’alfonso appuntato dei carabinieri non mi interessa alcunchè. Ha fatto il lavoro per cui era pagato. come tutti coloro che proteggono l’ordine costituito dai padroni.Un’ordine fatto di leggi per proteggere l’esproprio fatto ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori,fatto ai danni delle persone che non hanno avuto la possibilità,di migliorare la loro condizione di vita per l’avidità di pochi.Il signor giovanni d’alfonso è stato particolarmente sfortunato, è una delle tante morti sul lavoro.

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  25. 5 giugno 2013 alle 08:24

    Quella del terrorismo è una scelta controversa: dirsi per il terrorismo non si può affermare con leggerezza, come non lo si può condannare con leggerezza.
    Personalmente credo che non sarei mai in grado di ammazzare nessuno, ho però sempre ben presente quella sottile linea che separa il terrorismo dalla resistenza, e soprattutto so perfettamente come sia facile strumentalizzare e spostare a piacimento questa linea.
    La coscienza ha il compito di distinguere: dove il terrorista, dove il guerrigliero, ma temo che attualmente il pensiero si sia troppo abituato alla democrazia -o presunta tale- e le sue buone maniere.
    Ricordare per non dimenticare. Qualche coscienza si agiterà.

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  26. teo
    5 giugno 2013 alle 09:25

    certa gente, visto che non è in grado di viversi mezza vita nella realtà, dove ci si puo anche confrontare, quanto meno prima di parlare sarebbe il caso che aprisse almeno un qualsiasi manualetto di sociologia politica (anche degli autori peggiori che in quanto scienziati possono nascondere solo in parte il loro genuflettismo al sistema economico, sociale e ideologico dominante)…imbevuti di ideologia, la piu becera…che gli porta a parlare di terrorismo per una pistola che ha sparato (oltre che per stretta necessita sociale, per alto valore morale) un neanche un centesimo dei colpi che lo stato con i suoi droni e carroarmati ha sparato contro popoli inermi e contro quelle avanguardie della classe sfruttata che cercano tutt’oggi di ribellarsi alla loro schiavitu…in pratica se spara un poliziotto è un’eroe, quando spara un proletario cosciente di esserlo è un terrorista….e chi sarebbe il piu violento dei due?

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  27. carlodakota
    5 giugno 2013 alle 11:04

    Ma questa gente vigliacca e anonima..;troppo sicura di se per essere vera. abbia rispetto per chi credeva in un ideale é per questo ci ha rimesso la vita. La storia purtroppo la scrivono i vincitori…..parlare di terrorismo é assurdo….il terrorismo uccide gli innocenti (Brescia, italicus,bologna etc). Mara Cagol prima della lotta armata , come molti altri compagni, lottava per la casa, per migliorare le condizioni nelle fabbriche o aiutare la gente nei quartieri dormitori…

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  28. gianni t.
    5 giugno 2013 alle 16:51

    grazie Baruda che ci ricordi questi compagni

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  29. giovanni moretti
    5 giugno 2013 alle 18:44

    Solo gli stati usano il terrorismo per diffondere l’insicurezza tra la gente e avallare ulteriori miure repressive in nome della democrazia.
    Mara non era una terrorista e quando le nebbie della storiografia dei vincitori si diraderanno, uscirà la verità su ciò che è stata: una combattente che voleva una società con minori diseguaglianze.
    Non dimentichiamola mai.

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  30. marco
    11 giugno 2013 alle 00:28

    A MARA E A TUTTI I COMBATTENTI CADUTI PER IL COMUNISMO ONORE E ETERNA GLORIA. E A VOI PERBENISTI VUOTI MA INDICATORI DI MORALITA’ FALSA DICO, NON SPORCATE QUESTO BLOG DELLE VOSTRE CAZZATE IMBRATTATE LE PAGINE DELLE VOSTRE BIBBIE. ANAIAK GARA. GORA BARUDA

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  31. 16 gennaio 2014 alle 23:35

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    Sono contro la violenza, contro le armi e contro le guerre. Ma non posso non differenziare chi le armi usa per sopruso, per ingordigia, per prevaricazione, e chi invece le usa per difendere gli oppressi, gli sfruttati, gli emarginati. Detesto l’ipocrisia istituzionalizzata, i ben-pesanti, i moralisti. E tollero poco il fanatismo, da qualunque parte provenga. A volte necessita mettere accordo fra cuore e ragione. E se la seconda mi suggerisce che forse neanche la lotta armata avrebbe mai potuto risolvere certi problemi, il primo mi regala lacrime desolate per una ragazza che ha scelto di “morire” non per mestiere (come in modo spregevole ha detto qualcuno) ma per intima convinzione di provare a farcela per rendere questo mondo migliore.

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  32. giovanni moretti
    18 gennaio 2014 alle 13:18

    Ad Anna Maria Fabiano vorrei dire che è stato il main stream mediatico a fare passare Mara Cagol e le Brigate Rosse come dei fanatici deliranti. In realtà essi sono stati dei rivoluzionari, i quali hanno avuto la sfortuna di non essere seguiti dal popolo italiano , che purtroppo è incline al conservatorismo. Gli esempi nella storia non mancano, da Eleonora Pimentel a Carlo Pisacane. Persino il moderato Mazzini morì in Italia sotto falso nome come un latitante. La storia degli arditi del popolo, che sconfissero a Parma gli squadristi del popolo, è quasi dimenticata. Siamo un paese sventurato.

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  33. giovanni moretti
    18 gennaio 2014 alle 13:19

    Volevo dire gli squadristi di Balbo

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  34. 5 giugno 2015 alle 09:25

    Ciao Mara.Grazie di ogni cosa e grazie a te baruda per averla ricordata.

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  1. 15 novembre 2009 alle 13:23
  2. 5 giugno 2012 alle 07:44
  3. 5 giugno 2013 alle 08:00
  4. 8 giugno 2013 alle 15:54
  5. 1 ottobre 2015 alle 06:05

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