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15 ottobre: ecco la prima condanna


Che vergogna.
Sembra che abbiano deciso di far pagare tutto a lui.
Tutto il marasma mediatico insopportabile creatosi subito dopo gli scontri del 15 ottobre inizia a mietere vittime.
Ieri sera c’arriva la splendida notizia della scarcerazione di Leonardo Vecchiolla, trasferito poco prima nel carcere di Rebibbia per competenza territoriale. Scarcerato senza alcuna restrizione: libero.
Oggi invece la batosta.
Giovanni Caputi, l’unico che era ancora in stato di detenzione, dentro Regina Coeli, proprio perché senza alcuna dimora, è stato condannato questa mattina dal Tribunale di Roma a tre anni e 4 mesi di condanna per resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale con il rito abbreviato.
Ma la procura ci fa già sapere che forse non gli basta e che ora che ha ottenuto la trasmissione degli atti dal tribunale, vuole indagare anche per il reato di devastazione.
Tra gli arrestati del 15 ottobre, Giovanni è quello con la condizione più particolare: originario di Bari era in Spagna da divero tempo, non ha ottenuto la scarcerazione come gli altri perché privo di domicilio o di qualcuno che potesse ospitarlo, qui in Italia.
Così è rimasto in carcere ed oggi s’è preso la prima condanna per gli scontri del 15 ottobre scorso, in piazza San Giovanni: vogliono anche il risarcimento danni, sia il Comune di Roma che l’Ama, la società che gestisce lo smaltimento dei rifiuti e procederanno in sede civile dopo essersi costituiti parte civile.

Hanno trovato il capro espiatorio: il più debole paga per tutti.
Sarà contenta la redazione di Repubblica e tutti coloro che invocavano la polizia o impacchettavano fanciulli.
Noi ricordiamoci che il 5 dicembre ci sarà l’udienza per Robert, Stefano ed Ilaria:
NON LASCIAMOLI SOLI!

e scriviamo a Giovanni,
nel carcere di Regina Coeli, Via della Lungara 29, 00165 Roma

  1. 17 novembre 2011 alle 17:20

    😦

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  2. 17 novembre 2011 alle 18:21

    3 anni e 4 con “sconto” del rito abbreviato (sconto secco ex lege dovuto cioè alla scelta del rito processuale diverso, e non certo frutto di valutazione discrezionale benigna del Giudicante) significa una applicata condanna a 5 anni per un reato che prevede una pena da 6 mesi a 5 anni quindi il massimo dei massimi ! Segnalo che neppure Calisto Tanzi ha avuto una condanna a 10 anni per bancarotta fraudolenta, reato che prevede una pena da 3 a 10 anni….

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  3. 17 novembre 2011 alle 18:58

    grazie Davide…

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  4. Marco Pacifici
    17 novembre 2011 alle 20:43

    Non so se puo servire ma senza se e senza ma do domicilio residenza o quel che serve a casa mia(delle banche ma sti cazzi) a Giovanni Caputi:gli avvocati si possono mettere in contatto con me da subito:in campagna dove vivo gli spazi son grandi,sara’ gioia avere uno dei tantissimi miei cuccioli sotto il nostro tetto.

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  5. luca pelli
    17 novembre 2011 alle 21:16

    Hanno già reintrodotto le leggi speciali !!!!!

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  6. amalia
    17 novembre 2011 alle 21:58

    che fare?….ho paura di danneggiarlo scrivendogli…pensa un pò…adesso sono una vecchia signora ed è tutto a posto ma..non si sa mai… lia

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  7. 18 novembre 2011 alle 00:42

    scrivi scrivi…

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  8. stefano mazzocchin
    18 novembre 2011 alle 09:30

    come scrive Davide prima di me,3anni e mezzo….sono allibito.certi giudici non hanno vergogna.un abbraccio a Giovanni.anche se non lo conosco,chi calca quei pavimenti lo sento un pò fratello. Stefano

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  9. Giovanna
    18 novembre 2011 alle 18:55

    I pirati della strada se la cavano con condanne minori (se arrivano al processo), vogliono un capro espiatorio sul quale scaricare tutto quello che è successo il 15 ottobre; spero che qualche avvocato in gamba riesca a tirarlo fuori al più presto

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