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A Giorgio Frau, ucciso ieri a Roma


Prendo da Contropiano le righe che troverete qui in fondo,
che a scrivere altro in molti non riescono e si può capire perchè.

Foto di Valentina Perniciaro _il ragazzotto del Verano_

Son dolori sordi e lancinanti, adagiati come un pesantissimo lenzuolo su quel corpo, a cui in tantissimi erano legati.
E non ci interessa dei bensanti, di chi blatera sul “criminale” ammazzato a terra…
Ci interessa salutare Giorgio, punto.
Portare un fiore dove è stato ucciso,
stringere forte chi l’ha amato e gli è stato vicino,
asciugare queste lacrime, fare un urlo per una morte che non doveva avvenire…
“No Giorgio, no.
Anche quando riusciamo a malapena a sopravvivere e fatichiamo ad immaginare un futuro…. quando ci sale la rabbia perchè veniamo derisi da ex compagni che ci definiscono fessi perchè non facciamo come loro e non ci mettiamo al servizio di questo o quel vincente politico….anche quando tutto sembra nero e i compagni più cari non sono in grado di aiutarci e per qualcuno prosegue ancora la galera…. noi, noi che siamo testimoni della più importante esperienza comunista nata in Italia nel secondo dopoguerra, non abbiamo il diritto di cedere alla disperazione e buttare via la nostra vita! Non lo abbiamo Giorgio, compagno mio, compagno nostro”
scrive Vittorio, e la penso così.

CIAO GIORGIO, COMPAGNO NOSTRO

Rapina a Roma, scontro a fuoco e muore uno dei rapinatori. E’ Giorgio Frau, ex brigatista, senza lavoro e già arrestato 10 anni fa per una tentata rapina in Umbria.
(qui il link all’articolo)

Zona della basilica di Santa Maria Maggiore, in via Carlo Alberto, all’Esquilino. Un portavalori si ferma davanti alla filiale della Banca Popolare di Sondrio. Scatta il tentativo di rapina. Partono gli spari. Una guardia privata rimane ferita, uno dei rapinatori viene ucciso. E’  Giorgio Frau, 56 anni, ex militante di Lotta Continua a Roma Sud, poi “fiancheggiatore” delle Brigate Rosse, resosi latitante dopo la scoperta di una borsa contenente armi nella sua cantina, durante una perquisizione in sua assenza. Per qualche tempo si era  rifugiato in Francia, avvicinandosi alle Ucc.
Fu arrestato in Spagna all’inizio degli anni ’90, dopo una rapina compiuta insieme alla sua compagna. Erano rimasti soli, avevano cambiato paese e sopravvivevano in quel modo.
Estradato in Italia dopo aver scontato la condanna spagnola, aveva passato alcuni anni in carcere anche in Italia. Scarcerato dopo aver scontato la pena, aveva cercato di rienventarsi una vita prima nelle cooperative sociali e poi come negoziante in proprio. Sommerso dai debiti in questo tentativo, aveva cercato la soluzione della rapina insieme ad alcuni “comuni”. Ma erano stati  arrestati ancora prima di compierla, nel 2003.
Condannato a sette anni, solo per la detenzione delle armi, aveva scontato in carcere anche questa condanna. Una volta scarcerato, ovviamente, si era trovato in una condizione ancora peggiore di prima.
I carabinieri – respingendo l’assalto morboso della stampa, che ha tirato fuori anche falsi coinvolgimenti in altri episodi – hanno riconosciuto che questo ultimo gesto della sua vita non aveva alcun intento “eversivo”, ma motivato unicamente dalle banali necessità della sopravvivenza. A dispetto degli anni, doveva aver pensato che le “competenze” accumulate nella vita precedente potevano essere utilizzate ancora adesso.
Ciao, Giorgio. Che la terra ti sia lieve.

Per chi vuole salutare Giorgio
Venerd’ 8 marzo
ORE 11-12,30 Obitorio Piazzale del Verano
ORE 13-15 Via Masurio Sabino 31

  1. Marinella
    2 marzo 2013 alle 16:37

    Grazie, è tutto quello che ho pensato io e non riuscivo neanche ad esprimerlo. Tanto forte è stato il dolore. Un abbraccio x sempre al nostro compagno Giorgio. Mari

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  2. Marco Pacifici
    2 marzo 2013 alle 20:28

    OGNI STILLA DE SANGUE CHE USCIRA’ DAI NOSTRI CORPI SERVIRA’ A SCRIVERE LA PAROLA L I B E R T A .

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  3. Enrico
    4 marzo 2013 alle 11:59

    Grazie Vale
    Enrico

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  4. 5 marzo 2013 alle 10:47

    Una domanda: ma Claudio Corradetti come si inserisce nel contesto?

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  5. 5 marzo 2013 alle 10:48

    Nel contesto dei sottoproletari del 2012 che fanno le rapine?
    Non mi sembra nemmeno una domanda se conosci il carcere

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  6. dakota
    5 marzo 2013 alle 12:35

    , quando é difficile sopravvivere… quando devi scippare un minimo di dignità.. non c’è fondo.

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  7. 5 marzo 2013 alle 13:09

    Baruda, su quello non ci piove, e a Frau va certamente tutta la mia comprensione politica.
    Cercavo di capire come questi 2 uomini si siano ritrovati a svaligiare dei portavalori insieme. Mera opportunità conseguente (tra le altre possibilità) l’abbandono delle finalità politiche? Sembrerebbe così.
    Ma ricordiamoci comunque che Corradetti è tra i citati in questo articolo http://www.contropiano.org/it/news-politica/item/7737 (Il lavoro sporco dei fascisti del terzo millennio).
    Quindi: è Corradetti ancora un “delinquente” (per la morale borghese) politicizzato, oppure no? E Frau lo era? Ha senso chiamarlo compagno solo perché svaligiatore e per il suo passato?
    La mia non è curiosità puramente etichettatrice, è più una volontà di definire le meccaniche di questo strano e ahinoi e ahiloro tragica vicenda.

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  8. 5 marzo 2013 alle 13:34

    Ti rispondo dopo, con calma.
    Comunque sì, Giorgio era un compagno eccome nè per il suo passato nè per il mestiere, perché lo era

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  9. 5 marzo 2013 alle 15:09

    Mi fido di te Baruda, non conoscendo.
    Allora risulta ancora più interessante capire la posizione di Corradetti. Grazie per la risposta e resto in attesa di ulteriori commenti.

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  1. 5 marzo 2013 alle 18:28
  2. 6 marzo 2013 alle 14:33
  3. 8 marzo 2013 alle 17:18
  4. 8 marzo 2013 alle 17:45
  5. 1 marzo 2015 alle 09:53

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