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Tell al Zaater, agosto 1976: 3000 morti palestinesi per mano siriana


3000 cadaveri…un migliaio in più di quelli di Sabra e Chatila: il paese è lo stesso, il Libano, ed anche il sangue è lo stesso,
sangue palestinese, sangue di profughi palestinesi.
La mano non è la stessa però: mentre a Sabra e Chatila i quasi duemila morti vengono fatti sotto ordine israeliano ( a gestire l’operazione c’è Ariel Sharon) e per mano cristiano maronita,
la strage di Tell al-Zaater, la collina del timo libanese, è mossa da mano siriana ( i servi tagliagole maroniti ci son sempre eh!),
visto che era proprio il generale Hafez Al-Assad, al potere dal 1970, che non poteva assistere silenzioso alla possibilità di un governo arabo-palestinese nella sua sfera influenza: il Libano.
Il massacro porta la data di oggi, 12 agosto,
ma già dal 1 giugno diecimila soldati siriani, con l’aiuto di milizie cristiane e dei reparti di Al-Saiqa (organizzazione palestinese di formazione baathista), mettono sotto assedio il campo profughi, con dentro più di 50.000 abitanti.
Un assedio privo di pertugi, dove nemmeno l’acqua e il pane riuscivano a passare,
un assedio di 52 giorni che vide anche molti palestinesi morire di fame e sete.
Fino al 12 agosto, data in cui si entrò nel campo e tremila persone morirono in meno di 24 ore.

Un massacro rimosso,
rimosso dalla memoria araba, che si ostina a mettere sotto il tappeto il sangue palestinese versato per mano araba,
rimosso dalla memoria di chi, asservito alla geopolitica, trova amici ed alleanze nel baathismo come se la storia non c’avesse insegnato nulla,
rimosso dalla memoria di chi si occupa di Palestina ma solo in senso anti-israeliano,
dimenticando questo massacro come i tanti che dal Settembre Nero del 1970 hanno mietuto migliaia e migliaia di vittime palestinesi per mano e scelta dei governi arabi.
I morti della collina del timo continuano ad essere morti di serie B,
anche tra di noi.
Un “noi” che grazie ai deliri geopolitici diventa sempre più pronto a schierarsi con i massacri del figlio di Assad, le milizie armate sciite del Partito di Dio Hezbollah e quelle iraniane, come se potessero essere la controparte alle milizie jihadiste sunnite di Nusra e delle altre componenti qaediste che hanno scippato la rivolta dalle strade siriane trasformandola in guerra civile religiosa.
Stiamo proprio messi male,
povera Palestina, disperata Siria.

a QUESTO LINK, la “ballata di Tell al Zaater” che ho dedicato ad Arrigoni quando fu ucciso


  1. Fiamma Schiavi
    12 agosto 2013 alle 11:26

    Me lo ricordo bene.Era la vigilia del mio ventesimo compleanno.E come allora ricordo.Grazie per questo post

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  2. giovanni moretti
    12 agosto 2013 alle 21:29

    Il problema della geopolitica è che tutte le primavere arabe sono state scippate dagli Stati Uniti e dai suoi sodali occidentali , in primis Israele, che tuttora continuano ad armare sciami di fanatici salafiti, oltranzisti sunniti, seguaci di Al qaeda ( creazione Cia) e tagliagole mercenari. Così, in questa temperie Assad, risulta essere il male minore. Non voglio vedere la Siria, finire fatta a pezzi come la Libia, l’Iraq, la Jugoslavia, paesi che ebbero grandi contraddizioni, ma i cui popoli stavano meglio prima dell’arrivo della “democrazia”.

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  3. 13 agosto 2013 alle 10:21

    Non conosco il significato di “male minore” quando si tratta di un regime quarantennale che oltretutto ho conosciuto bene. La Siria la vedremo martoriata e spaccata .. Cosa che mi fa soffrire come niente altro nella vita, ma doveva provarci e continuerà a farlo per qualche decennio mostruoso probabilmente.
    D’altronde, ora sta a loro, una volta cacciato Assad, cacciare anche chi specula sulle loro vite, territori e libertà

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  4. 19 agosto 2013 alle 10:36

    Penso che la Siria ha tante sfumature diverse dalle altre “dittature” cadute. Se ci si chiede, perchè pompare ste energie internazionali per la “Liberazione” della Siria mentre di emergenze dittatoriali in tanti paesi arabi non ne vuole parlare nessuno (stessi paesi che finanziano i ribelli) e perchè questa necessità di togliere al costo di distruggere un intero paese? Intanto non sono primavere ma bersagligeo- politici sulla scacchiera La storia contemporanea del Levante, prendendo in questione sia il conflitto arabo-israeliano che la guerra civile libanese (dove per mezzo secolo si è internazionalizzata per esigenze siriane da una parte e israeliana , di conseguenza dall’altra) ci insegna che per ora c’è un “asse del male” che debba essere battuto. Il nodo è un regime che ancora non ha firmato una pace condizionata con israele, e che protegge dal 75 gli intellettuali e i leader palestinesi, che ancora regge sulla produzione locale ( cotone, alimentazonie, gas..) e che non ha debito pubblico..etc. La gente consapevole di ciò ed è tanta giù preferisce appunto “il male minore” che poi dopo che sarà finita questa guerra diventerà innocuo ad opera di persone sagge che rappresenteranno il popolo e non il regime, ed ovviamente non il lungobarbuto tagliateste sazzio di denaro e petrolio, ma privo di dignità. Tall el zaatar ci insegna la vera revoluzione, e che i regimi cadono ma le idee non muoiono. Ora condivido la tua sofferenza per il popolo in siriano che in gran parte spera che finisca questo terrore.

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  5. giovanni moretti
    24 agosto 2013 alle 22:42

    Concordo con l’analisi di Cadmoos, soprattutto ora che si paventa l’intervento dei bastardi americani e i loro corifei anglofrancesi, antichi colonialisti( eh, sono la comunità internazionale, perbacco!). Il casus belli sarebbe il presunto utilizzo di armi chimiche da parte dell’esercito di Assad. Le immagini mostrate non mi convincono e sembrano essere l’ ennesima spazzatura mediatica. Soprattutto non è pensabile che Assad, che sarà pure un despota, ma non stupido, debba compiere una clamorosa autorete di quel genere, quando sul campo sta vincendo. Me li ricordo i bombardamenti “umanitari” sulla Jugoslavia per proteggere i narcotrafficanti dell’UCK. Al popolo siriano va risparmiato quello che è successo altrove.

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  6. 1 febbraio 2014 alle 12:02
  7. 2 febbraio 2014 alle 17:08

    vi propongo di sentire LA CANZONE ROSSA PER TAL EL ZAATAR con Demetrio Stratos, un artista fantastico, morto troppo presto, compagno degli anni ’70, gli anni migliori della mia vita. Ho auto la fortuna a conoscerlo a Firenze, dove ha datto un concerto in piazza Santo Spirito, mi sembra nel 1976. Tanti baci dalla grecia.

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