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Keyword: ‘mario miliucci’

“Mario Miliucci libero”: presidio in tribunale domani

23 gennaio 2011 2 commenti

«Miliucci libero», lunedì processo per i fatti del 14 dicembre
Ore 9.30 presidio in tribunale
Liberazione 23 gennaio 2011
Riapre lunedì il processo contro Mario Miliucci, unico del gruppo di manifestanti arrestati alla fine della manifestazione del 14 dicembre scorso ad essere sottoposto ad una misura di custodia cautelare, nella fattispecie gli arresti domiciliari, insieme al minorenne S.M., il ragazzo immortalato in diversi momenti degli scontri che hanno segnato la giornata di lotta (e che i soliti cretini malati di dietrologia avevano iscritto a forza nella categoria degli infiltrati).
La prima udienza, che lo vedeva alla sbarra insieme agli altri coimputati arrestati nella stessa retata successiva agli scontri, si è era tenuta il 23 dicembre. Nel frattempo il tribunale del riesame ha annullato le restrizioni che durante l’udienza di convalida erano state disposte nei confronti di quattro di loro. I giudici hanno ravvisato nei verbali d’arresto una eccessiva indeterminatezza delle condotte delittuose contestate. I magistrati hanno sottolineato la «generica individuazione» degli imputati nonché la presenza di numerose incongruenze nella ricostruzione dei fatti proposta dalle forze di polizia. Una situazione analoga a quella di Miliucci, nei confronti del quale si rivolgono accuse dai contorni confusi e malcerti.
I verbali d’arresto descrivono attimi di forte concitazione dovuti agli scontri molto duri avvenuti a ridosso di piazza di Spagna, e che hanno visto anche la distruzione di alcuni mezzi delle forze di polizia, senza mai fornire precise indicazioni sui responsabili effettivi degli scontri.
Arrestato casualmente in una fase di deflusso alle 15.45, come recita il verbale, a Miliucci viene attribuita (nonostante venga descritto con il volto travisato e dunque irriconoscibile) la partecipazione «unitamente alla fazione più violenta dei manifestanti» ad «un fitto lancio di sampietrini» e quindi «all’assalto dei mezzi», senza che quest’ultima circostanza verificatasi quando era già in manette, e maliziosamente lasciata scivolare nel rapporto, sia confortata da ulteriori e più consolidati dettagli.
Una volta arrestato, dopo aver subito un pesante pestaggio, il giovane si è visto accollare l’improbabile possesso di tre enormi massi trasportabili soltanto con una cariola. Insomma per volontà di qualcuno, e forse per quel nome carico di storia, Mario rischia di diventare il capro espiatorio del 14 dicembre. Per questo lunedì mattina, a partire dalle 9.30, il supporto legale del movimento dopo un’assemblea cittadina tenutasi il 15 gennaio al Volturno occupato ha indetto un presidio cittadino davanti a piazzale Clodio.

 

24 GENNAIO 2011: REVOCATI GLI ARRESTI DOMICILIARI. MARIO é LIBERO CON L’OBBLIGO DI FIRME QUOTIDIANO _ leggi_

Mario Miliucci rimane agli arresti: processo rinviato al 24 gennaio

23 dicembre 2010 Lascia un commento

Mario Miliucci rimane agli arresti, il processo è rinviato al 24 gennaio

Nel primo pomeriggio di oggi si è conclusa l’udienza per 13 dei 43 compagni/e rastrellati il 14 dicembre , tutte/i erano a piede libero  tranne Mario Miliucci agli arresti domiciliari.
Il processo è stato rinviato al 24 gennaio per dare la possibilità alla difesa di acquisire ulteriori prove testimoniali , videoregistrazioni e fotografie; al contempo i giudici hanno respinto la libertà provvisoria a Mario , motivando capziosamente la permanenza in Italia – indicando in particolare la giornata di ieri a Palermo e Milano – di un “ clima di tensione sociale”, onde per cui Mario rimane agli arresti intanto  fino al 24 gennaio.
I giudici hanno anche deciso di respingere la “costituzione di parte civile “ del Comune di Roma , in quanto a Mario non è addossata alcuna “ lesione dell’arredo urbano”.
Ai numerosi compagni/e  presenti – studenti, lavoratori, amici degli imputati – ( un folto presidio stazionava all’ingresso del Tribunale)l’atteggiamento dei giudici non è apparso ne sereno, ne imparziale , costoro sono sembrati partecipi e schierati con il clima fazioso e colpevolista voluto dal governo da subito e all’indomani del 14 dicembre.
All’oggi – dopo una settimana di prove documentali e testimoniali ripetutamente apparse in TV , sui quotidiani e periodici – è ormai noto alla cittadinanza che gli arrestati sono stati rastrellati a caso , con il titolo abusivo e generico del reato di “ resistenza in concorso”.
Per il resto , è fallito anche il tentativo di dividere i manifestanti in “ buoni e cattivi” sia per la compattezza del movimento , sia per la consapevolezza di larga parte della società di riconoscere alla protesta e alla condizione diffusa della precarietà motivazioni valide e concrete, che vanno ascoltate e avviate a soluzione, piuttosto che ignorate e/o represse.
L’accanimento giudiziario non ha ragion d’essere, men che mai l’assunzione sussidiata della politica : il trasformarsi in arbitri del conflitto non compete alla magistratura , tantomeno far pendere l’ago della bilancia dalla parte dei forcaioli, trasformando in capri espiatori gli arrestati del movimento solo per soddisfare i propositi di vendetta di una classe politica inadempiente e corrotte.
Tenere ulteriormente agli arresti  Mario è un abuso, una iniqua punizione, una pena affligente ancor prima della sentenza : è l’amara con stazione di quanto dispotismo alberghi ancora nelle istituzioni, sopratutto tra coloro che dimentichi del dettato costituzionale e della dichiarazione dei diritti dell’uomo, abusano del codice penale per perseguitare il conflitto e i suoi protagonisti

Ovunque,comunque , Tutti Liberi !

Vincenzo Miliucci,che ricambia con affetto le migliaia di comunicazioni ricevute per Mario e che augura un buon 2011 , a voi tutte/i e alle presenti generazioni di compagne/i perché avviino il percorso comune per affrontare l’urgenza dell’alternativa di società.

 

Revocata la detenzione domiciliare per Mario!

24 gennaio 2011 1 commento

La seconda sezione penale collegiale del tribunale di Roma ha revocato, nel corso della udienza che si è tenuta ieri, gli arresti domiciliari a Mario Miliucci, uniformandosi a quanto aveva deciso il tribunale del riesame per gli altri coimputati. L’ultimo degli arrestati per gli scontri del 14 dicembre a Roma, avvenuti nei pressi di piazza Navona durante la manifestazione contro il progetto di controriforma dell’università promosso dalla ministra Gelmini, si è visto sostituire la detenzione cautelare con una misura di sicurezza, l’obbligo di firma presso il commissariato di zona. Nel corso dell’udienza sono stati ascoltati alcuni testi presentati dalla difesa mentre il maggiore testimone dell’accusa, un ispettore di polizia, non si è presentato, documentando un prolungamento dell’infermità a seguito delle contusioni subite durante gli scontri. La prossima udienza è stata fissata per il 17 marzo. In stato di custodia cautelare domiciliare resta ancora il minorenne S.M.
Questa la pagina per ascoltare la corrispondenza effettuata da Radio Onda Rossa questa mattina con i compagni in presidio fuori dal tribunale

Comunicato di Vincenzo Miliucci, il “volscevico”!

19 dicembre 2010 13 commenti

Giù la maschera , fascisti in doppiopetto !

Negli anni ’70, nella pienezza dei movimenti di partecipazione democratica per la trasformazione egualitaria della società, i fascisti La Russa e Gasparri erano dalla parte della strategia della tensione che auspicava un regime autoritario a suon di bombe , stragi e complotti.
La mia generazione ha speso la propria gioventù per salvare l’Italia dal golpismo e stragismo : le contrade e le città italiane sono piene di lapidi che ricordano il sacrificio di centinaia di nostri coetanei , i “ nuovi partigiani”.

FOTO DI VALENTINA PERNICIARO: Vincenzo e il totem contro le morti sul lavoro _25 aprile 2008_

Così come ha combattuto nei luoghi di lavoro e nel paese per conquistare la dignità del lavoro e un parziale stato sociale , negato da potenti corporazioni e dal padronato.
E allo stesso tempo per scrollarci di dosso il soverchiante fardello di istituzioni,ordinamenti e uomini del ventennio fascista.
Nel mentre che i fascisti La Russa e Gasparri erano parte di quel MSI sedizioso e squadrista al servizio della borghesia e che tanti lutti ha procurato tra i lavoratori, gli studenti, gli antifascisti.
L’indulgenza togliattiana e democratica Costituzione hanno permesso a questi scherani di autoalimentarsi e di fare ulteriori malefatte, ma il disprezzante giudizio storico su di loro – sul loro focoso reiterare l’appartenenza fascista – è un sentimento comune degli italiani : è scritto nelle migliaia di epigrafi che ricordano l’olocausto partigiano e le vittime delle decine di stragi impunite.
Solo il troiaio berlusconiano – la perdita di senso e valori della democrazia costituzionale repubblicana – permette a costoro di occupare posti altezzosi e di sputare quotidiane-bavose-provocatorie sentenze.
La storia non è finita ! Non moriremo Berlusconiani !!
Non è detto che costoro non tornino nei luoghi di origine, le fogne !
I Gasparri,Alemanno,Storace, si portano ancora appresso l’incubo dei calci in culo presi ripetutamente negli anni ’70 dagli antifascisti autonomi di “ via dei Volsci”. Il Presidente della Corte Costituzionale dell’epoca, Giuseppe Branca , ebbe modo di ringraziare pubblicamente gli autonomi, per l’operazione di nettezza urbana esercitata a Roma nei confronti del rigurgito dei rifiuti fascisti.

Sono orgoglioso di mio figlio Mario : equilibrato,serio,responsabile, già uomo europeo e lungimirante, nonostante il fosco avvenire che si prospetta per la sua generazione.
Mario è stato educato alla tolleranza e la rispetto soprattutto dei più deboli, alla solidarietà e alla partecipazione sociale. Il 14/12 era a manifestare , consapevole di quali e quante sfide sono addossate alla “ generazione precaria “ .

E’ stato rastrellato a caso insieme ad altre decine di giovani, a cui è stato fatto assaggiare il sadismo di celle di sicurezza gelide e sudice,il cui unico giaciglio era il pavimento lercio, lasciati senza cibo. fatti oggetto di scherno , vessazioni psicologiche e minacce “ genovesi”, di ritornelli inneggianti il nazifascismo . Il ministro Maroni se non vuole diventare l’emulo di Kossiga, prima di scagliare gli strali contro il movimento , si guardi in casa propria ! Veda e sanzioni il comportamento illegale dei corpi di polizia. Bonifichi ed espella le numerose “ mele marce” , che a Napoli e Genova nel 2001 torturarono e ferirono nelle caserme e nelle piazze , che uccisero Aldrovandi e altri ancora, che ogni anno aggiornano la statistica dei danni procurati a migliaia di giovani,diversi e immigrati. Provveda innanzi tutto alla rieducazione e alla formazione costituzionale dei “ servitori dell’ordine” , che tuttora vedono nel manifestante , nel cittadino, un essere inferiore, su cui si può infierire,vituperare,produrre prove false , “ sicuri dell’impunità”. Su Mario Miliucci pende un disegno persecutorio,quello di utilizzarlo come capro espiatorio e monito nei confronti della rivolta della “ generazione precaria” alla spudoratezza della classe politica dominante.
In quanto manifestante è reo di “ resistenza alle nefandezze del governo” , un reato a cui si sentono accomunati almeno 40 milioni di italiani !

Mario porta un cognome specchiato, integerrimo e rispettato ( anche dagli avversari e financo dai funzionari di polizia) : luoghi comuni, banalità, meschinerie e falsità possono servire solo ad influenzare coscienze tiepide e magistrati asserviti.
Mario va liberato e prosciolto, la “ generazione precaria” è un bene prezioso per la democrazia e per garantire un avvenire a questo paese.

Il “ volscevico “ Vincenzo Miliucci

MARIO LIBERO!
TUTTI E TUTTE LIBERI!

APPUNTAMENTO GIOVEDI 23 A PIAZZALE CLODIO, PER IL PROCESSO A MARIO MILIUCCI

Gli scontri del 14 dicembre? Condannata UNA PERSONA!

1 febbraio 2013 1 commento

Paga solo uno.
Paga per tutti.
Una piazza in rivolta per ore, una massa incredibile di persone che si difendono e attaccano i cordoni e i blindati della polizia con l’intenzione di arrivare comunque, malgrado i divieti, davanti al parlamente.
Ve li ricordate gli scontri a piazza del Popolo?
Vi ricordate le foto di quella piazza enorme ed immensa stracolma di persone che non solo non scappavano, ma avanzavano forti e spontanemante unite? Giornata fotograficamente non da poco, finita sui giornali del mondo intero, che ha reso proeccupate le nostre istituzioni per lungo tempo.
Bene, tutto ciò ha portato ad UNA CONDANNA.
UNA.
Di tutta la loro intelligence, di tutti i loro soldatini con caschi e in borghese, di tutto quel milionario apparato repressivo che muovono nelle strade e nei tribunali, UNA CONDANNA.
Ed è proprio Mario.
Il capro espiatorio di una giornata di rivolta di piazza è uno, Mario Miliucci, condannato due anni e sei mesi,
al quale va un abbraccio fortissimo e tutta la solidarietà possibile
altri link di questo blog su questa storia: QUI

Dal carcere di Rebibbia, per Radio Onda Rossa

30 dicembre 2010 1 commento

REBIBBIA, 29 Dicembre 2010

Cari compagni/e di Radio Onda Rossa,
vi scriviamo dal “tepore” natalizio delle nostre celle. Rendendo grazie all’amministrazione penitenziaria ed a tutti quei benpensanti cristiani, anche questo Natale ci è stato fatto dono del loro alberello e dell’immancabile presepe, ricordandoci che la “grazia” del buon Dio e la gloria della nascita di Cristo coinvolge tutti, persino noi carcerati.
Ovviamente solo se da buoni cristiani ci si incammina sulla via del “PENTIMENTO” e della “redenzione”. Il messaggio “sotto-traccia” è sempre quello: cercare di convincerci della bontà dell’Istituzione, la millenaria trinità: LAVORO-FAMIGLIA-CONSUMO/ISMO, i quali, ragionandoci bene sono proprio le “necessità” che, per poter colmare, ci hanno indirizzato verso la strada dell’illegalità (il capitalismo ossessivo necessita di una dose sempre maggiore di fondi al fine di rimpinzare il cosiddetto benessere familiare, di sempre nuove ed inutili “necessità”). Ci troviamo ad osservare quel presepe e quell’albero scintillanti di luci, simulacri di un benessere di plastica, ma voltandoci verso la cruda realtà delle cose, quotidianamente ci vengono negati perfino i diritti fondamentali dell’uomo e dato che “alla sorte non manca ironia” sono proprio quelle luci che scintillano nella grotta del presepe ad essere invece negate a noi detenuti, insieme “ovviamente” ai rudimenti dell’igiene, l’acqua calda e lo spazio vitale (siamo in SEI in un buco di cella… tipo mucche da macello, no?); senza poi tener conto di privazioni ben più gravi: l’assistenza medica, psicologica e culturale insufficienti, ma che dovrebbero essere, almeno sulla carta, basilari al fine del reinserimento sociale così tanto decantato dalle leggi “svuota-carceri”, utili esclusivamente all’imbonimento dell’opinione pubblica…

OVVIAMENTE LA REALTA’ E’ BEN DIVERSA!!!

Da qui non si esce e fin troppo spesso si muore e, se si è così fortunati da giungere fino al fine pena illesi, ci sono poche o nulle possibilità di migliorare il nostro futuro, se non quella di incontrarci nuovamente ospiti dei tanti “Hotel Millesbarre” che il nostro “Belpaese” ci offre… in fondo la maggior parte di noi è considerata feccia, e per molti va bene così: QUALCUNO IN GALERA DEVE PURE ANDARCI per conservare la pia illusione che nessuno rubi più!…
Ci viene spontaneo far sapere che anche noi siamo a fianco di tutti/e gli studenti ed i lavoratori (o aspiranti tali!) che si stanno battendo per un futuro migliore e che vengono anch’essi criminalizzati in ogni modo. “Se non fossimo rinchiusi saremmo TUTTI AL VOSTRO FIANCO!”.

SOLIDARIETA’ A COLORO CHE NONOSTANTE TUTTO NON SMETTONO DI SOGNARE, LOTTARE E CREDERE IN UN FUTURO MIGLIORE… “CON OGNI MEZZO NECESSARIO”
SOLIDARIETA’ CON TUTTI/E I DENUNCIATI DEL 14 DICEMBRE
SOLIDARIETA’ PER MARIO MILIUCCI
LIBERTA’ PER TUTTI/E I PRIGIONIERI FUORI E DENTRO I CARCERI!

PS: MANNATECE SCARCERANDA!

Seguono firme

“… Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane. Ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame!” Fabrizio De Andrè

Che si sia d’accordo o meno, che si abbia o meno il “coraggio” e la forza di presentarlo, vi prego di far conoscere questo modulo e l’indirizzo al quale inviarlo. Serve per veder riconosciuti i propri diritti di essere umano e per denunciare le sempre peggiori situazioni abitative/igieniche/sanitarie ecc., ed ultimo, ma non per importanza, per avere anche qualche somma di denaro come rimborso… potrebbe aiutare qualcuno, no?

Saluti

Al difensore civico delle persone private della libertà
c/o Antigone
Via Principe Eugenio, 31 – 00185 – Roma

Il sottoscritto ___________________________ nato a ______________________ il _________ attualmente detenuto presso la Casa di reclusione di _______________ intende presentare ricorso alla CEDU per il risarcimento della detenzione disumana espiata in riferimento al sovraffollamento (e/o mancanza di servizi sanitari/riscaldamento/ rispetto dei diritti fondamentali, ecc.) nelle celle.

Vorrei ricevere l’atto di Procura per la nomina del legale che Voi mettete a disposizione allo scopo di seguire la pratica alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

COGNOME-NOME-INDIRIZZO

Ringrazio per l’attenzione

FIRMA

E DOMANI, COME OGNI ANNO, APPUNTAMENTO AL CARCERE DI REBIBBIA con RADIO ONDA ROSSA.
PERCHE’ DI CARCERE NON SI MUOIA, MA NEMMENO SI VIVA

Un manifesto per l’amnistia sociale. NoTav, NoMuos, sindacati di base e centri sociali: aderisci anche tu!

22 luglio 2013 5 commenti

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Foto di Valentina Perniciaro _Libertà per tutt@, Genova 2002_

Negli ultimi mesi, fra alcune realtà sociali, politiche e di movimento, ma anche singoli attivisti e avvocati, è nato un dibattito sulla necessità di lanciare una campagna politica sull’amnistia sociale e per l’abrogazione di quell’insieme di norme che connotano l’intero ordinamento giuridico italiano e costituiscono un vero e proprio arsenale repressivo e autoritario dispiegato contro i movimenti più avanzati della società. Da tempo l’Osservatorio sulla repressione ha iniziato a effettuare un censimento sulle denunce penali contro militanti politici e attivisti di lotte sociali. Ora abbiamo la necessità, per costruire la campagna, di un quadro quanto più possibile completo, che porterà alla creazione di un database consultabile on-line. Ad oggi sono state censite 17 mila denunce.
Il nuovo clima di effervescenza sociale degli ultimi anni, che non ha coinvolto solo i tradizionali settori dell’attivismo politico più radicale ma anche ampie realtà popolari, ha portato a una pesante rappresaglia repressiva, come già era accaduto nei precedenti cicli di lotte. Migliaia di persone che si trovavano a combattere con la mancanza di case, la disoccupazione, l’assenza di adeguate strutture sanitarie, la decadenza della scuola, il peggioramento delle condizioni di lavoro, il saccheggio e la devastazione di interi territori in nome del profitto, sono state sottoposte a procedimenti penali o colpite da misure di polizia. Così come sono stati condannati e denunciati militanti politici che hanno partecipato alle mobilitazioni di Napoli e Genova 2001 e alle manifestazioni del 14 dicembre 2010 e del 15 ottobre 2011 a Roma.ù
Il conflitto sociale viene ridotto a mera questione di ordine pubblico. Cittadini e militanti che lottano contro le discariche, le basi militari, le grandi opere di ferro e di cemento, come terremotati, pastori, disoccupati, studenti, lavoratori, sindacalisti, occupanti di case, si trovano a fare i conti con pestaggi, denunce e schedature di massa. Un “dispositivo” di governo che è stato portato all’estremo con l’occupazione militare della Val di Susa. Una delle conseguenze di questa gestione dell’ordine pubblico, applicato non solo alle lotte sociali ma anche ai comportamenti devianti, è il sovraffollamento delle carceri, additate anche dalla comunità internazionale come luoghi di afflizione dove i detenuti vivono privi delle più elementari garanzie civili e umane. Ad esse si affiancano i CIE, dove sono recluse persone private della libertà e di ogni diritto solo perché senza lavoro o permesso di permanenza in quanto migranti, e gli OPG, gli ospedali di reclusione psichiatrica più volte destinati alla chiusura, che rimangono a baluardo della volontà istituzionale di esclusione totale e emarginazione dei soggetti sociali più deboli.
Sempre più spesso dunque i magistrati dalle aule dei tribunali italiani motivano le loro accuse sulla base della pericolosità sociale dell’individuo che protesta: un diverso, un disadattato, un ribelle, a cui di volta in volta si applicano misure giuridiche straordinarie. Accentuando la funzione repressivo-preventiva (fogli di via, domicilio coatto, DASPO), oppure sospendendo alcuni principi di garanzia (leggi di emergenza), fino a prevederne l’annichilimento attraverso la negazione di diritti inderogabili. È ciò che alcuni giuristi denunciano come spostamento, sul piano del diritto penale, da un sistema giuridico basato sui diritti della persona a un sistema fondato prevalentemente sulla ragion di Stato. Una situazione che nella attuale crisi di legittimazione del sistema politico e di logoramento degli istituti di democrazia rappresentativa rischia di aggravarsi drasticamente.
Non è quindi un caso che dal 2001 a oggi, con l’avanzare della crisi economica e l’aumento delle lotte, si contano 11 sentenze definitive per i reati di devastazione e saccheggio, compresa quella per i fatti di Genova 2001, a cui vanno aggiunte 7 persone condannate in primo grado a 6 anni di reclusione per i fatti accaduti il 15 ottobre 2011 a Roma, mentre per la stessa manifestazione altre 18 sono ora imputate ed è in corso il processo.
Le lotte sociali hanno sempre marciato su un crinale sottile che anticipa legalità future urtando quelle presenti. Le organizzazioni della classe operaia, i movimenti sociali e i gruppi rivoluzionari hanno storicamente fatto ricorso alle campagne per l’amnistia per tutelare le proprie battaglie, salvaguardare i propri militanti, le proprie componenti sociali. Oggi sollevare il problema politico della legittimità delle lotte, anche nelle loro forme di resistenza, condurre una battaglia per la difesa e l’allargamento degli spazi di agibilità politica, può contribuire a sviluppare la solidarietà fra le varie lotte, a costruire la garanzia che possano riprodursi in futuro. Le amnistie sono un corollario del diritto di resistenza. Lanciare una campagna per l’amnistia sociale vuole dire salvaguardare l’azione collettiva e rilanciare una teoria della trasformazione, dove il conflitto, l’azione dal basso, anche nelle sue forme di rottura, di opposizione più dura, riveste una valenza positiva quale forza motrice del cambiamento.
Nel pensiero giuridico le amnistie hanno rappresentato un mezzo per affrontare gli attriti e sanare le fratture tra costituzione legale e costituzione materiale, tra la fissità e il ritardo della prima e l’instabilità e il movimento della seconda. Sono servite a ridurre la discordanza di tempi tra conservazione istituzionale e inevitabile trasformazione della società incidendo sulle politiche penali e rappresentando momenti decisivi nel processo d’aggiornamento del diritto. È stato così per oltre un secolo, ma in Italia le ultime amnistie politiche risalgono al 1968 e al 1970.
Aprire un percorso di lotta e una vertenza per l’amnistia sociale – che copra reati, denunce e condanne utilizzati per reprimere lotte sociali, manifestazioni, battaglie sui territori, scontri di piazza – e per un indulto che incida anche su altre tipologie di reato, associativi per esempio, può contribuire a mettere in discussione la legittimità dell’arsenale emergenziale e fungere da vettore per un percorso verso una amnistia generale slegata da quegli atteggiamenti compassionevoli e paternalisti che muovono le campagne delegate agli specialisti dell’assistenzialismo carcerario, all’associazionismo di settore, agli imprenditori della politica. Riportando l’attenzione dei movimenti verso l’esercizio di una critica radicale della società penale che preveda anche l’abolizione dell’ergastolo e della tortura dell’art. 41 bis.
Chiediamo a tutti e tutte i singoli, le realtà sociali e politiche l’adesione a questo manifesto, per iniziare un percorso comune per l’avvio della campagna per l’amnistia sociale.

A coloro che hanno a disposizione dati per il censimento chiediamo di compilare
la scheda che può anche essere scaricata dal sito www.osservatoriorepressione.org
Schede e adesioni vanno inviate a: osservatorio.repressione@hotmail.it oppure amnistiasociale@gmail.com

Giugno 2013

Puoi scaricare la scheda qui

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Per qualche notizia in più sulle amnistie clicca qui

Qui sotto le condivisioni pervenute fino al 20 luglio 2013

Adesioni collettive
ACAD, Associazione contro abusi in divisa onlus, Acoustic Impact, gruppo musicale, ASP (Associazione Solidarietà Proletaria), Assalti Frontali, gruppo musicale, ATTAC Italia, Azione antifascista Teramo, Banda Bassotti, gruppo musicale, BandaJorona, gruppo musicale, Baracca Sound, gruppo musicale, Blocchi Precari Metropolitani, Roma,Centro sociale 28 maggio, Rovato (BS), Coordinamento regionale dei Comitati NoMuos, Comitato Amici e Familiari Davide Rosci, Comitato di Quartiere Torbellamonaca, Roma, Comitato Piazza Carlo Giuliani-Genova, Communia, Spazio di mutuo soccorso, Roma, Confederazione COBAS, Confederazione COBAS Pisa, Confederazione COBAS Terni, Consiglio Metropolitano di Roma, CPOA Rialzo, Cosenza, CSA Depistaggio, Benevento, CSA Germinal Cimarelli, Terni, CSOA Angelina Cartella, Reggio Calabria, Ginko (Villa Ada Posse) & Shanty Band, gruppo musicale, ISM-Italia, Ital Noiz Dub System, gruppo musicale, L@p Asilo 31-Laboratorio per l’Autorganizzazione Popolare Asilo 31, Benevento, LOA Acrobax, Lavoratori Autorganizzati Ministero dell’Economia e delle Finanze, Legal Team Italia, Madri per Roma città aperta, Movimento No Tav, Occupazioni Precari Studenti OPS area Castelli romani, Osservatorio sulla repressione, Radici nel cemento, gruppo musicale, Radio Maroon, gruppo musicale, RAT-Rete Antifascista Ternana, Redgoldgreen, gruppo musicale, Rete Bresciana Antifascista, Rete 28 aprile Fiom-opposizione Cgil, Spazio Popolare Occupato S. Ermete, Pisa, Terradunione, gruppo musicale, Tribù Acustica, gruppo musicale, Unione Sindacale di Base, USB Umbria coordinamento Regionale, Wu Ming – scrittori, 99 Posse, gruppo musicale

Adesioni individuali
Alessandro Dal Lago, Alessandra Magrini (AttriceContro), Roma, Alfredo Tradardi, coordinatore ISM-Italia, Alfonso Perrotta, Roma, Andrea Bitonto, Anna Balderi, Ladispoli, Antonino Campenni, ricercatore Università della Calabria, Antonio Musella, giornalista, Napoli, Assia Petricelli, Beppe Corioni, Bianca «la Jorona» Giovannini, musicista, Carlo Bachschmidt, consulente tecnico processi G8, Carlo Pellegrino, medico chirurgo, Caterina Calia, avvocato, Roma, Cesare Antetomaso, giuristi democratici, Checchino Antonini, giornalista di Liberazione, Claudia Urzi, insegnante, Claudio Dionesalvi, insegnante, Cosimo Maio, Benevento, Cristiano Armati, scrittore, Daniele Catalano, Daniela Frascati, scrittrice, Davide Rosci, detenuto per i fatti del 15 ottobre 2011, Dario Rossi, avvocato, Genova, Daniele Sepe, musicista, Davide Steccanella, avvocato, Milano, Donatella Quattrone, blogger, Don Vitaliano Della Sala, parroco, Elena Giuliani, sorella di Carlo Giuliani, Emanuela Donat Cattin, Milano, Emidia Papi, Usb, Enrico Contenti, ISM-Italia, Ermanno Gallo, scrittore, cittadino, Erri De Luca, scrittore, Fabio Giovannini, scrittore e autore televisivo, Federico Mariani, Roma, Federico Micali, Francesca Panarese, Benevento, Francesco Barilli, coordinatore reti-invisibili.net, Francesco Caruso, ricercatore Università della Calabria, Francesco Romeo, avvocato, Roma, Franco Coppoli, Cobas Terni, Franca Gareffa, Dipartimento sociologia Università della Calabria, Franco Piperno, docente di Fisica, Università della Calabria, Fulvia Alberti, regista, Gabriella Grasso, Milano, Gigi Malabarba, Gilberto Pagani, avvocato, presidente Legal Team Italia, Giovanni Russo Spena, responsabile giustizia Prc, Giulio Bass, musicista, Giulia Inverardi, scrittrice, Giulio Laurenti, scrittore, Giuseppina Massaiu, avvocato,  Roma, Guido Lutrario, Usb Roma, Gualtiero Alunni, portavoce Comitato No Corridoio Roma-Latina, Haidi Gaggio Giuliani, Comitato Piazza Carlo Giuliani, Italo Di Sabato, Osservatorio sulla repressione, Laura Donati, Lello Voce, poeta, Lorenzo Guadagnucci, giornalista, Comitato Verità e Giustizia per Genova, Luciano  Muhlbauer, Ludovica Formoso, praticante avvocato, Roma, Luigi Fucchi, coordinamento regionale USB Umbria, Manlio Calafrocampano, musicista, Marco Arturi, Rete 20 aprile, Torino, Marco Bersani, Attac Italia, Marco Clementi, storico, Marco Rovelli, scrittore e musicista, Marco Spezia, Tecnico della sicurezza su lavoro, Sarzana (SP), Mario Battisti, Roma, Mario Pontillo, responsabile carceri Prc, Massimo Carlotto, scrittore, Mc Shark, Terradunione, musicista, Michele Baronio, attore, Michele Capuano, regista-scrittore, Michele Vollaro, storico e giornalista, Miriam Marino, scrittrice, Rete ECO, AMLRP, Nicoletta Crocella, responsabile edizioni Stelle Cadenti, Nunzio D’Erme, Paolo Caputo, ricercatore Università della Calabria, Paolo Di Vetta, Blocchi Precari Metropolitani, Paolo Persichetti, insorgenze.wordpress.com, Paolo “Pesce” Nanna, comico periferico, Paola Staccioli, Osservatorio sulla repressione, Pino Cacucci, scrittore, Rasta Blanco, musicista, Renato Rizzo, segreteria romana Unione Inquilini, Roberto Ferrucci, scrittore, Roberto Vassallo, Direttivo CGIL Milano, RSU FIOM Almaviva Milano, Rodolfo Graziani, poeta, Salvatore Palidda, Università di Genova, Sergio Bellavita, portavoce nazionale Rete 28 aprile Fiom, Sergio Bianchi, casa editrice DeriveApprodi, Serge Gaggiotti (Rossomalpelo), cantautore, Sergio Riccardi, Silvia Baraldini, Simonetta Crisci, avvocato Roma, Stefano Poloni, Milano, Tamara Bartolini, attrice, Tatiana Montella, avvocato, Tiziano Loreti, Bologna, Vincenzo Brandi, ingegnere, ISM-Italia, Valentina Perniciaro, blogger baruda.net, Valerio Evangelisti, scrittore, Bologna, Valerio Mastandrea, attore, Valerio Monteventi, Bologna, Vincenzo Miliucci, Cobas, Vittorio Agnoletto, Wsw Wufer, musicista

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