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Il New York Times attacca la giustizia italiana

12 giugno 2009 Lascia un commento

 Il New York Times attacca la giustizia italiana, da Reportonline, di Valentina Perniciaro

Amanda Knox, il « volto d’angelo » presunta complice nell’assassinio di Meredith ha preso parola per la prima volta davanti ai giudici della Corte d’assise di Perugia, continuando a dichiararsi innocente : « Tutto ciò che ho detto, me l’ha suggerito la Polizia. Gli agenti mi hanno picchiato, mi chiamavano stupida e bugiarda. Ciò che ho detto, l’ho detto perché messa sotto pressione. Le dichiarazioni sono state prese contro la mia volontà. Ho detto ciò che ha suggerito il pm”.

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Parole pesanti, che avranno peso nel processo e forte eco sulla stampa americana che già da giorni, dopo l’articolo del premio Pulitzer Thimoty Egan sul New York Times on line, scrive dell’innocenza della studentessa e soprattutto sul processo farsa di cui lei sarebbe vittima.
Nel suo articolo Egan non usa mezzi termini contro il sistema giudiziario italiano, la stampa e soprattutto contro l’inchiesta che sta portando avanti dal primo giorno il pm Giuliano Mignini « potente procuratore italiano incriminato per comportamento scorretto che qualunque giuria seria lo avrebbe già ricusato da mesi» e difende con forza l’innocenza dell’imputata, « una studentessa altrettanto vivace della vittima la cui vita e’ stata quasi distrutta dalla collisione fra un giornalismo rapace e una procura sciatta”.
Nel suo blog il giornalista ricostruisce l’intera vicenda giudiziaria, dimostrandosi già sufficientemente scandalizzato dal primo interrogatorio che durò un’intera notte senza la presenza di un avvocato nè di un interprete. Le dichiarazioni di quella notte sono state per mesi la sola prova nelle mani degli inquirenti ed hanno permesso gli arresti di Amanda Knox e del suo fidanzato Raffaele Sollecito, dando in pasto alla stampa italiana quella che Egan descrive come una vera e propria ossessione del pm Mughini : dimostrare che l’assassinio sia avvenuto durante un’orgia con fiumi di cocaina a cui la vittima voleva sottrarsi.
Le prove trovate dopo mesi contro la coppia « appaiono difettose ed incerte », e i due continuano a dichiararsi innocenti., mentre Rudy Guede è stato già condannato a 30 anni per questo delitto.
La stampa italiana, e non solo quindi la procura che si occupa delle indagini, fa una pessima figura tra le righe del NYTimes, per la pubblicazione continua  di numerosi dettagli della vita privata e dei costumi sessuali di Amanda, « una cosa che non sarebbe stata mai fatta con un uomo”.
Difficile controbattere a questa ricostruzione, anche dopo le dichiarazioni di ieri della stessa Amanda, ma soprattutto conoscendo la giustizia italiana e l’onestà di certe indagini. Chi ricorda Karol Racz e Loyos, accusati dello stupro della Caffarella sa come funzionano gli interrogatori della polizia e come la stampa è pronta a sciacallare e ad invocare il boia. Certo è difficile immaginare che quello sia il viso di un’assassina, ma non siamo soliti usare metodi lombrosiani per arrivare ai verdetti, nè però, lo ammettiamo, per questi abbiamo un grande amore, privatori di libertà e chiavistellatori di vite umane.