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Mare Mostrum
Era il mare nostrum ma non può esserlo più.
Era il mare nostrum ed ora invece è un cimitero deciso a tavolino.
Era il mare nostrum e invece ora si lanciano cadaveri in mare per assenza di celle frigorifere.
Era il mare nostrum ed ora è una distesa di vergogna.
Era il mare nostrum ed è iniziata l’estate e ci tufferemo, nuoteremo, prenderemo una bella tintarella.
Era il mare nostrum ma che ce frega, siamo una società impegnata a difendere gli embrioni che pure se affoga qualcuno…
era il mare nostrum, ed è bastata una consonante a cambiar tutto.
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Lo sciopero che non c’è, la vergogna del sindacato
Quando ammazzano un ragazzo a colpi di fucile i suoi assassini dovrebbero essere chiamati tali.
Quando ammazzano un ragazzo a colpi di fucile dicendo “stava rubando”, chi è abituato alla ricerca della verità dovrebbe metterci poco a capire.
ma c’è una cosa più grave di tutte però, più del sangue a terra di Soumaila (29 anni, maliano), una cosa che lascia basiti, che farà pensare ai giovani ai bambinetti che tutto ciò è normale.
Non c’è niente di normale invece: perché quando ammazzano un sindacalista a colpi di fucile il lavoro si ferma. Quando ammazzano un sindacalista i lavoratori incrociano le braccia e bloccano la produzione e questo nemmeno dovrebbe esser dichiarato, tanto è naturale.
Soumaila era un sindacalista dell’USB, lottava per i diritti dei braccianti nella piana di Gioia Tauro, i servi della gleba della nostra Europa ed è stato ucciso a fucilate.
Oggi il suo sindacato avrebbe dovuto dichiarare uno sciopero generale: oggi TUTTI gli iscritti USB si sarebbero dovuti fermare, incrociare le braccia, urlare la rabbia, bloccare la produzione. Il tranviere, il postino, l’insegnante: oggi tutti avrebbero dovuto urlare il nome di Soumaila.
E invece no.
L’USB ha dichiarato lo sciopero DEI BRACCIANTI.
I servi della gleba oggi si fermeranno. Quando dovrebbero, invece, marciare sulla testa del sindacato, acciaccandola e acciaccandola ancora
Se veramente quella gente difendesse la famiglia…
La famiglia non è sotto attacco eppure qualcuno (pochi) ha deciso di scendere in piazza in suo sostegno, “a sua difesa”. Una manifestazione dai toni aggressivi ed escludenti, nascosti dietro immagini amorevoli e smielate di unità familiare, di moralità e sacra unione.
Queste famiglie sono militanti, scelgono di scendere in piazza, di ostentare un “guardate chi siamo e quanto siamo belli e giusti”, hanno energie da vendere in un’era più che apatica.
Qualche centinaio di km più a sud, pochissimi, e in qualche isoletta di un nostro paese limitrofo, muoiono affogate centinaia di famiglie.
Famiglie eh!?! Proprio quelle che piacciono a loro.
La maggiorparte dei morti affogati (morti affogati, una cosa inenarrabile nella nostra epoca di tecnologie avanzate e finger food) sono proprio il ritratto della famiglia che dovrebbe piacere tanto all’armata del Ku Klux Klan scesa ieri al Circo Massimo.
Un papà, una mamma e tanti tanti figli: famiglie eterosessuali, unite dal sacro vincolo matrimoniale, famiglie che chiedono aiuto proprio a noi,
e mentre lo chiedono annaspano nell’acqua gelida fino a morire.
Sopravvivono a volte, ma hanno visto i propri figli deglutiti dalla bocca dell’Europa, gluc, mandati giù in un sol boccone, dissolti nel blu.
Se veramente quella gente difendesse la famiglia, non potrebbe sopravvivere inerme davanti all’affogamento della famiglia.
Se veramente quella gente difendesse la famiglia (cosa cazzo sarà poi mai sta famiglia) insegnerebbe ai propri figli a difenderla, salvando vite in mare.
Organizzando una vera solidarietà “in difesa della famiglia”.
Se veramente quella gente difendesse la famiglia, tante donne e tanti uomini arriverebbero qui con i figli in braccio, su un corridoio umanitario dignitoso e percorribile.
Ci vorrebbe così poco…
La Fortezza Europa uccide! Un presidio a Roma
LA FORTEZZA EUROPA UCCIDE
BASTA MORTI IN MARE
Tempi di stime, calcoli e cordoglio istituzionale.
Tempi in cui, mentre corrono le ore, altre persone perdono la vita soffocate nel muro d’acqua ultra militarizzato chiamato Mar Mediterrano.
Tempo, il nostro, in cui dire basta.
Con la strage del 3 ottobre 2013 a largo di Lampedusa, l’Italia ha definitivamente imparato a strumentalizzare i propri massacri. A quella tragedia è seguita “Mare Nostrum”, una cosiddetta operazione umanitaria, il cui reale obbiettivo era ricattare le istituzioni europee con la minaccia di un’invasione e continuare a finanziare l’agenzia per il controllo delle frontiere Frontex, nella guerra contro le persone migranti. Oggi indietreggiare le navi da guerra che sorvegliano il Mediterraneo, con l’operazione Triton, significa provocare tante morti: è un calcolo lucido e spietato.
Noi non siamo complici di questi assassini e lo vogliamo gridare forte.
Per farla finita con i massacri e con il business dell’accoglienza.
Per dire no alle guerre esportate in nostro nome.
Contro il regolamento di Dublino e le leggi che legano il permesso di soggiorno delle persone immigrate allo sfruttamento.
Per la chiusura immediata dei centri di detenzione per immigrati.
MERCOLEDI’ 22 APRILE ORE 17
PRESIDIO DAVANTI IL MINISTERO DELL’INTERNO
appuntamento a Piazza Esquilino
Klodian Elezi, morto di Expo.
Solo sul giornle Brescia Today son riuscita a trovare il nome di quest’uomo.
Che poi uomo, quale uomo, aveva 21 anni, un ragazzetto.
Nessuno lo nomina, probabilmente perché albanese.
Però l’11 aprile ha fatto un volo di 5 metri, all’interno del cantiere della Teem, sbattendo la testa e morendo sul colpo, da un ponteggio dove lavorava senza alcuna imbracatura.
Klodian Elezi, questo era il nome di questo giovane ragazzo da anni residente con tutta la famiglia nel bresciano,
che è morto per garantire l’inaugurazione di una una galleria nei pressi del futuro casello di Pessano con Bornago, che va inaugurata per l’Expo, perché sarà la prossima futura tangenziale esterna milanese.
Un morto di Expo, volato giù come una mela senza diritto nemmeno ad avere un nome a quanto pare,
impiegato in un cantiere ora posto sotto sequestro e da cui son subito sbucate molte irregolarità, tra cui in primis l’assenza dell’imbracatura di sicurezza, che avrebbe permesso a Klodian di assaporare questa primavera e tante altre.
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