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Se veramente quella gente difendesse la famiglia…
La famiglia non è sotto attacco eppure qualcuno (pochi) ha deciso di scendere in piazza in suo sostegno, “a sua difesa”. Una manifestazione dai toni aggressivi ed escludenti, nascosti dietro immagini amorevoli e smielate di unità familiare, di moralità e sacra unione.
Queste famiglie sono militanti, scelgono di scendere in piazza, di ostentare un “guardate chi siamo e quanto siamo belli e giusti”, hanno energie da vendere in un’era più che apatica.
Qualche centinaio di km più a sud, pochissimi, e in qualche isoletta di un nostro paese limitrofo, muoiono affogate centinaia di famiglie.
Famiglie eh!?! Proprio quelle che piacciono a loro.
La maggiorparte dei morti affogati (morti affogati, una cosa inenarrabile nella nostra epoca di tecnologie avanzate e finger food) sono proprio il ritratto della famiglia che dovrebbe piacere tanto all’armata del Ku Klux Klan scesa ieri al Circo Massimo.
Un papà, una mamma e tanti tanti figli: famiglie eterosessuali, unite dal sacro vincolo matrimoniale, famiglie che chiedono aiuto proprio a noi,
e mentre lo chiedono annaspano nell’acqua gelida fino a morire.
Sopravvivono a volte, ma hanno visto i propri figli deglutiti dalla bocca dell’Europa, gluc, mandati giù in un sol boccone, dissolti nel blu.
Se veramente quella gente difendesse la famiglia, non potrebbe sopravvivere inerme davanti all’affogamento della famiglia.
Se veramente quella gente difendesse la famiglia (cosa cazzo sarà poi mai sta famiglia) insegnerebbe ai propri figli a difenderla, salvando vite in mare.
Organizzando una vera solidarietà “in difesa della famiglia”.
Se veramente quella gente difendesse la famiglia, tante donne e tanti uomini arriverebbero qui con i figli in braccio, su un corridoio umanitario dignitoso e percorribile.
Ci vorrebbe così poco…
Il festival di Sanremo abbraccia i morti di Lampedusa: ce lo potevano risparmiare
Stiamo parlando dell’ennesima strage che ha inghiottito nel mare blu qualche centinaio di persone.
Il tutto a poche ore dall’inizio dell’ennesimo Festival della canzone italiana di Sanremo: festival che è approdato nel nuovo millennio e nel mondo dei social network con una pagina twitter che probabilmente ha lo stesso ufficio stampa che gestisce l’Expo (quello che due giorni fa ha attribuito il David di Michelangelo a Donatello, come se niente fosse).
Quindi senza ulteriori inutili, sprecate, parole
ecco a voi il tweet che commenta 300 cadaveri ancora non galleggianti di persone senza colpa se non quella di provare a vivere.
Magari liberi. Magari schiavi. Ma vivi.

mi fate schifo.
Due gommoni alla deriva, in mezzo ad un mare di vergogna
Due gommoni vuoti in mezzo al mare.
Due gommoni vuoti in balia delle onde, in pieno inverno.
Due gommoni senza vita, quando invece la vita sopra ci si era accalcata per trovare posto e respiro durante la traversata.
Traversata impossibile, traversata che l’Europa ha deciso di trasformare in una morte quasi certa.
Un’altra strage in mare, un’altra strage di vite che non interessano a nessuno ma che son vite,
son occhi e sorrisi, son fotografie nelle tasche, indirizzi scritti sulla pelle, son soldi nelle mutande, son figli attaccati ai capezzoli, son bambini che han lasciato a terra sorelle o madri,
son persone sì, persone con in tasca il futuro e davanti una morte annunciata, decisa a tavolino, già bella che scritta.
Una morte che non interessa a nessuno, di cui nessuno parlerà, su cui qualcuno speculerà.
Che qualcuno dovrebbe vendicare.
I racconti parlano di un gommone con 200 persone a bordo.
Il gommone galleggia vuoto.
In mezzo al mare, in mezzo ad un mare di vergogna e di complici.
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Quando si assassina col freddo e col gelo
Mentre tutti postate fotografie di come la neve imbianca il vostro quartiere, si muore di freddo.
Si muore di freddo bambini, si muore di freddo donne, si muore di freddo in gravidanza,
in un battello galleggiante in mezzo al nulla.
In mezzo ad un universo di acqua in cui si confida al punto di chiamarlo futuro.
I morti di oggi, assiderati durante una traversata, dopo ore di difficoltà di navigazione a largo di Lampedusa sono stati deliberatamente assassinati dalle scelte europee sui profughi e i richiedenti asilo che salpano dal nord Africa per arrivare in Europa, in questo grande vergognoso lager che è l’Europa.
I 29 morti di oggi non son morti di freddo, ma assassinati dalla scelta di sospendere anche Mare Nostrum,
che almeno le vite le salvava, anche se poi le immetteva in meccanismi repressivi e di privazione di libertà di movimento.
Si muore di freddo, nemmeno affogati, ma di freddo.
Bastava nulla per salvare quelle vite: nulla. Solamente 7 dei 29 son stati trovati morti a bordo quando i soccorsi sono arrivati: gli altri son morti mentre arrivavano verso terra.
Bastava nulla per salvare quelle vite.
Nulla.
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Quando Israele volò fino a Londra per sparare ad un vignettista…
E’ il quotidiano israeliano Haaretz a comunicarci che domani in piazza, a Parigi, alla mastodontica manifestazione “per la libertà di espressione e la democrazia” sarà presente anche Benyamin Netanyahu.
Sotto il drappo nero e la scritta “Je suis Charlie” abbiamo visto scorrere, in queste giornate, tra le più terrificanti immagini di questi tempi e sicuramente domani, sull’asfalto parigino, assisteremo alla sagra della mostruosità.
Charlie Hebdo era irriverenza e blasfemia, lotta con qualunque arma all’oscurantismo: i caduti di quel giorno son gente nostra, son compagni, sono anarchici, sono blasfemi cazzari che hanno sempre odiato quel che questa gente è. Una rivista nata sull’antimilitarismo, sull’abbattimento del bigottismo e dell’oscurantismo, sulla presa per il culo di qualunque tipo di religione (che ci piaccia o no): chi riempirà le strade domani sarà proprio il nemico di quelle matite spezzate.
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