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ma si!! un po’ di cibo: LA PICCHIAPO’!
Questo blog ha anche una categoria che porta il nome di ricette… eppure son mesi e mesi che non si riesce mai a parlare di cucina.
Si parla di carceri e migranti (anche sotto questo punto di vista in questi giorni parleremo di ricette), di Medioriente, di storie quasi sempre infami di questo nostro paese e non si riesce mai a trovare un po’ di tempo per parlare di cibo.
E allora voglio riprendere questa discussione orgasmica e millenaria da quello che più di ogni altra cosa, per me, è CASA!
Perchè se mi dovessero fare a freddo la domanda”quale pasto ti fa tornare bambina, felice e appagata?” bhè, non ci potrebbe essere altra risposta che: LA PICCHIAPO’!
Ogni volta che m’è capitato mi son trovata facce stranite davanti! CHE?
EH! La Picchiapò, la ricetta della mia mamma, dei miei nonni, della mia città rimossa perchè soppiantata da quello che ho davanti tutto il giorno, che le assomiglia poco.
Allora…le ricette si fanno per bene quindi:
INGREDIENTI per 3 persone (dosi massicce, ma se avanza è più buona!):
per il brodo:
@ 1 patata, 1 cipolla, 2 carote, chiodi di garofano, olio, sale
@ 1 kg di carne tra bollito e muscolo
poi:
@ 4 cipolle grandi
@ qualche pomodoro
@ olio, sale, pepe, mentuccia
Mettete su una pila per il brodo, dove immergerete la carne e tutto quello che ci siamo detti prima per farlo cuocere a fuoco basso circa tre ore.
Nel frattempo, e di tempo ce n’è sempre tanto quando parliamo di piatti che hanno come base di partenza il bollito, potete tagliare le cipolle e un po’ di pomodorini (io tolgo la buccia, ma volendo si può sorvolare).
Le cipolle si fanno soffriggere in un tegame molto capiente, aiutandosi con un po’ di brodo, per creare un letto morbido dove inizieremo a far cuocere i pomodori. Mai essere parsimoniosi con la cipolla, è lei a vellutare il piatto di quel retrogusto dolce ed unico, è lei a creare la crema che ci farà venir l’acquolina in bocca: io adoro abbondarne. Quando il tutto sarà tinto di un bel rosso e le cipolle completamente cotte possiamo iniziare a sfilacciare il bollito facendolo cuocere una ventina di minuti con cipolla e pomodoro e qualche odore.
Un po’ di brodo per lasciare sempre che il tutto non si asciughi mai completamente.
Il sapore di questo piatto è unico, nella sua semplicità.
Per me è un pezzo di cuore, un sapore che mi fa venir la pelle d’oca, che mi fa tornar tra le braccia di chi non c’è più.
Un piatto di Roma, quella mia.
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