Gigi Fallico: il comunicato dei suoi coimputati
Ci troviamo oggi a celebrare l’ennesima udienza di questo processo, senza uno degli imputati.
Lunedì mattina, il nostro compagno Gigi è stato trovato morto in cella.
Da giorni lamentava tutti i sintomi di un infarto: violenti dolori al petto e pressione arteriosa alle stelle.
Nonostante le segnalazioni e le richieste di cure è stato abbandonato letteralmente al suo destino.
Una tachipirina, un diuretico e poi di nuovo in cella da solo.
I primi riscontri dell’autopsia confermano che Gigi da ormai qualche giorno aveva un infarto in corso.
La notte in cui è morto il cuore gli si è letteralmente spaccato in due.
Questo processo ha già emesso la sua prima sentenza. E purtroppo è una sentenza che non prevede appelli.
Gigi non è morto per cause naturali, nè per una fatalità.
Gigi è stato ucciso.
Fosse stato libero, anche indagato ma libero, non sarebbe morto.
Invece, Gigi ha avuto l’imprudenza di ammalarsi in carcere.
Un luogo incivile, medievale, un luogo dove ogni conquista dell’umanità smette di esistere.
Un luogo popolato da decine di migliaia di proletari, dalla classe pezzente, dai “dannati della terra”, semplicemente dai poveri.
Ogni anno sono centinaia le persone che muoiono in carcere per le violenze subite.
Centinaia di omicidi che sappiamo resteranno impuniti per la giustizia di questo stato.
Non potrebbe d’altronde essere altrimenti: lo stato non processa se stesso.
Ma noi sappiamo che esiste una giustizia che va oltre la aule di tribunale e che trova
la sua forza nell’eguaglianza sociale, nel progresso umano, nel superamento del capitalismo che ogni giorno mostra il suo volto
sui posti di lavoro, nel bombardamento di civili, nelle stragi dei migranti in fuga.
A questa giustizia guardava Gigi.
Era un comunista.
E noi sappiamo ciò che si perde quando muore un comunista.
Manolo Morlacchi e Costantino Virgilio
I FUNERALI DI LUIGI SARANNO SABATO MATTINA ALLE 9.30 NELLA CHIESA ADIACENTE ALLA SUA BOTTEGA, IN VIA SANDRO SANDRI, A CASAL BRUCIATO.
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maledetti, maledetti… non sono nemmeno bestie quelli che l’hanno rimandato in cella con la pilloletta… le bestie hanno a cuore la specie cui appartengono…
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Da comunista è morto tra i proletari condividendone la sorte ed il destino ed essendo per loro come comunista l’unica speranza possibile di miglioramento. Quello che non gli riconosce la Corte che lo stava processando è fin troppo evidente in quello che è successo. E’ stato ucciso dal carcere imperialista con la stessa ottusa ferocia che ha reso all’Italia un triste record: quello del più alto numero di morti in carcere d’Europa ed il massimo sovraffollamento in condizioni bestiali-il più ributtante e degradante trattamento di esseri umani che farebbe insorgere -giustamente- qualsiasi animalista. Al tempo qualcuno dovrà dare pure conto. Per adesso registriamo e salutiamo onorandolo.
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sarebbe bastato un furuncolo sul culo di tanzi per dichiarare la sua incompatibilità con il carcere; ma chi è compatibile con il carcere? nessuno tra tutti i detenuti in attesa di giudizio, piccoli spacciatori, extracomunitari. I grandi criminali stanno in alberghi di lusso
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giusto !
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