Bahrain: ora hanno anche Nabeel Rajab
E’ arrivato il turno di Nabeel Rajab, l’uomo a capo del Centro per i diritti umani in Bahrain.
E’ arrivato il suo turno, dopo il pestaggio di qualche mese fa, dopo tutto quello che qualunque attivista di quel paese subisce da sempre.
Era andato a Beirut per partecipare ad un convegno sui diritti umani, e ad esporre -come suo solito- le condizioni del piccolo paese arabo da troppi dimenticato.
Un rientro previsto per il 5 maggio, a Manama, proprio per potersi recare oggi perché era stato invitato a comparire in tribunale oggi, come racconta Hussain Yousif, coordinatore del Mena Bahrain Press Association ad Al-jazeera.
All’aereoporto lo attendevano due ufficiali e due uomini in borghese, che dopo avergli chiesto conferma della sua identità gli hanno comunicato il suo arresto e alla richiesta di una motivazione la sola risposta ricevuta è stato un “non lo sappiamo”.
Lo sappiamo noi invece, visto che nemmeno tre giorni fa altre organizzazioni che si occupano di diritti umani sono state chiuse dal democraticissimo monarcha sunnita,
lo sa chiunque ha nel cuore la sorte di Abulhadi al-Khawaja, a capo dello stesso centro di Nabeel Rajab, che per la sua attività in difesa della libertà e dei diritti umani, s’è conquistato un ergastolo, la tortura, ed ora vive in condizioni che nessuno conosce più, nel terzo mese di sciopero della fame.
Ora hanno nelle mani anche Nabeel, per la cui libertà dovremmo lottare tutti.
FREE NABEEL RAJAB
FREE Al_KHAWAJ
FREE BAHRAIN
Categorie:Bahrain, Primavere arabe
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“Sogno di libertà” di Marcos Ana
Se un giorno tornerò alla vita
la mia casa non avrà chiavi:
sempre aperta, come il mare,
il sole e l’aria.
Che entrino la notte e il giorno,
la pioggia azzurra, la sera,
il pane rosso dell’aurora;
la luna, mia dolce amante.
Che l’amicizia non trattenga
il passo sulla soglia,
né la rondine il volo,
né l’amore le labbra. Nessuno.
La mia casa e il mio cuore
mai chiusi: che passino
gli uccelli, gli amici,
e il sole e l’aria.
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