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Ariel Sharon: pensatela come una morte lunga 8 anni, dolorosissima.


Devo ammettere che ti ho pensato spesso in questi mesi.
Ho imparato cos’è il coma, ho conosciuto lo stato vegetativo, ho imparato nei dettagli come è fatto un cervello, cosa avviene quando un “insulto” di qualunque genere distrugge una parte, per emorragie, anossia o bla bla bla.
Ti ho pensato spesso, tanto che guarda riesco a darti del tu:
ti ho pensato davanti alle tracheostomie, che dai non dirmi che in questi otto anni non te l’hanno fatta.
E pensa che buco enoooooorme, per far respirare te.
Ti ho pensato quando ho scoperto cos’è e come funziona una gastrostomia: ho sorriso pensando a quanto grosso sarà stato il tuo buco, il sondino da cui passa l’alimentazione frullata.
Ti ho pensato quando ho scoperto il decubito, che sulle persone estramemente obese ha capacità letali: il decubito mangia lentamente, brucia lentamente, rosicchia pelle, poi carne, poi prosegue.

Ecco, davanti a tutti questi orrori che ho imparato ad osservare, combattere, pulire e aspirare
ho pensato spesso alla tua persona: a te che sei fatto di melma come pochi altri esseri nella storia umana.
Ho pensato che non sono riusciti a farti a pezzi, che avresti meritato di morire a brandelli,
di essere trascinato con una corda attaccata ai cavalli per tutta la terra di Palestina come un morto troiano, così che la stessa terra avrebbe mangiato la tua carne metro dopo metro.
Siamo stati in tanti, per decenni, ad immaginare la tua morte:
io per molte notti l’ho pensata davanti ai tuoi cecchini, in un maledetto coprifuoco da te deciso e proseguito poi fino al massacro di Jenin.
Era il 2002… io e te (nemico tra i nemici) ci siamo sfiorati: tu hai ordinato di spararci addosso,
perchè non hai mai saputo far altro.
Niente: nessun palestinese ti ha tolto la vita.
Nessun combattente per la libertà è riuscito ad ucciderti, a farti del male.

Ma ti è andata peggio:
ti immagino in quel letto di ospedale dove sei stato otto anni fino ad oggi, che finalmente ti sei spento.
Ti è andata peggio perché quando nei primi giorni dicevo “non lo augurerei nemmeno al mio nemico!” dentro di me, dentro dentro dentro me, sapevo che il nemico, quello vero, quello che possiamo chiamare IL NEMICO in realtà stava così, stava peggio di così.
La terra per te sarà melma e vermi,
la terra peserà del peso di tutti coloro che tu hai fatto soffrire e sono incalcolabili,
la terra ti ha iniziato a ricoprire 8 anni fa… e per 8 anni il tuo cuore ha battuto sotto la terra pesante e putrida che tutti noi abbiamo lanciato su di te.

CIAO ARIEL SHARON,
solidarietà ai vermi che proveranno a mangiarti.
Stasera apro una bottiglia che attende da 8 anni.

  1. abdel
    12 gennaio 2014 alle 10:44

    il tuo spessore umano è pari alla polvere che calpesti. l’odio che vomiti non è sicuramente pari a quello che hai ancora dentro e che ti divora lentamente ed inesorabilmente. non sarai mai capace di amare e resterai nella più nera solitudine

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  2. 12 gennaio 2014 alle 10:58

    ora pro nobis

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  3. giovanni moretti
    12 gennaio 2014 alle 16:38

    Abdel, Sharon non aveva uno spessore umano e forse non lo hanno avuto quei medici che lo hanno tenuto in vita artificialmente per otto anni come una pianta.

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  4. Fiamma Schiavi
    13 gennaio 2014 alle 10:14

    Ho brindato,kefiah al collo, con un ottimo ROSSO. Tutta la mia solidarietà ai poveri vermi

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  5. adr
    14 gennaio 2014 alle 11:01

    a baru’, t’hanno detto che non sei capace di amare!! vaglielo a racconta’ a tutte le pareti che hanno blindato i tuoi amori più grandi e non t’hanno mai fermata, vedi che se sgretolano dar ridere pure loro..

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  6. 14 gennaio 2014 alle 11:06

    Lasciali chiacchiera’ ❤

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  7. tenia
    14 gennaio 2014 alle 22:02

    Ci sará un giorno in cui i vermi mangeranno anche te e non Ci sará nessuno a brindare perché non conti un cazzo

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  8. 14 gennaio 2014 alle 22:56

    Mejo !

    Ammazza come rosicate per un macellaio oh!

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  9. giovanni moretti
    18 gennaio 2014 alle 12:48

    Quando si tocca Israele e i sionisti le tenie cominciano a soffrire.

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  1. 12 gennaio 2014 alle 17:01

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