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Posts Tagged ‘Bruxelles’

Evviva i pompieri! Chapeau!

12 febbraio 2012 7 commenti

Che fate?
Ci innalzate l’età della pensione dai 58 ai 67 anni?
E dici che sulle scale antincendio con la pompa in mano ce la facciamo a 67 anni?
BHO!
Intanto ce la facciamo a sommergervi con l’acqua !
Ora ce la facciamo eccome!
RISPETTO INFINITO PER I POMPIERI DEL BELGIO CHE IERI HANNO ATTACCATO LA POLIZIA PER DIFENDERE I LORO DIRITTI, LE LORO PENSIONI, IL LORO FUTURO!
La crisi se la pagassero da soli: non un passo indietro, stretti stretti, passo passo verso la distruzione del capitalismo!

La polizia belga spazzata via dagli idranti!

Potrei guardarle ore queste immagini! 😉

La temperatura media ieri era di -9° ! Daje!

Un po’ di notizie dalla Striscia di Gaza

22 gennaio 2009 Lascia un commento

19.43 DA MISNA: Associazioni belghe e francesi hanno depositato oggi alla Corte penale internazionale (Cpi/Icc) un rapporto contenente accuse per presunti crimini di guerra commessi dall’esercito israeliano durante i 22 giorni di offensiva a Gaza che, dal 27 dicembre al 18 gennaio, hanno causato oltre 1300 morti, tra cui numerosi civili. “Non ci facciamo molte illusioni” ha detto alla MISNA l’avvocato Georges Henri Beauthier, rappresentante legale dei querelanti (noto per aver portato davanti alla giustizia l’ex-dittatore cileno Augusto Pinochet); il Procuratore generale Luis Moreno Ocampo ha già affermato che la Cpi non può essere competente sui fatti di Gaza dato che Israele non ha firmato il Trattato di Roma istitutivo della Corte. “Tra l’altro, è curioso – ha proseguito l’avvocato – che sia proprio Ocampo a muovere quest’obiezione dato che è stato lui a presentare alla corte il caso di Omar Hassan al Beshir, presidente sudanese, chiedendone il deferimento per crimini di guerra in Darfur, visto che anche il Sudan non ha firmato i trattati di Roma”. Se la documentazione venisse rigettata sulla base di queste motivazioni, aggiunge, verrebbe “da dare credito a coloro che accusano la giustizia internazionale di funzionare in modo schizofrenico, rispondendo a criteri partigiani e faziosi”. Secondo il legale, nel momento in cui la corte dovesse rifiutare di accogliere le richieste presentate da circa 230 organizzazioni si potrebbe pensare di ricorrere all’ausilio del Consiglio di Sicurezza che può ingiungere alla Cpi – secondo lo statuto – di indagare su argomenti e fatti diversi. “Ma vista la presenza di ‘cari amici’ di Israele in seno al Consiglio, anche questa strada non mi pare percorribile” commenta il legale e attivista per i diritti umani, arrivando a ipotizzare “la creazione, di un tribunale speciale sul modello di quelli sorti per la ex-Yugoslavia e il Rwanda. Sulla nascita di questi tribunali decide l’Assemblea Generale, dove nessun membro ha il diritto di veto”. In ultima istanza, Beauthier pensa di presentare una denuncia alla Corte suprema belga, facendo ricorso alla ‘giurisdizione universale’, secondo la quale chiunque può presentare accuse contro persone sospettate di crimini di guerra, contro l’umanità, genocidio e altre gravi violazioni del diritto internazionale. Già oggi, riferiscono fonti di stampa belga e palestinese, Israele avrebbe pensato di annullare il viaggio del ministro degli Esteri Tzipi Livni a Bruxelles sulla base della notizia di una denuncia contro di lei da parte di organizzazioni per i diritti umani, pubblicata dal quotidiano israeliano ‘Haaretz’, poi rivelatasi infondata. Nonostante la strada sia lunga, Beauthier afferma di voler andare avanti “con le armi a mia disposizione – dice – perché sono convinto che esistano i termini, in base al diritto internazionale, di un’incriminazione di Israele per crimini di guerra” 

UNA SERIE DI PICCOLE NOTIZIE SENZA COMMENTO. PERCHE’ NON CE NE SONO. LA STAMPA INTERNAZIONALE NON E’ ANCORA RIUSCITA AD ATTRAVERSARE I VALICHI CHE PORTANO ALLA STRISCIA: LO TSAHAL LO PERMETTERA’ SOLAMENTE DA DOMANI.

TUNNEL: Nella zona di Rafah, al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, i palestinesi sono all’opera per riaprire i tunnel distrutti da Israele. Durante i 23

Elicotteri israeliani

Elicotteri israeliani

giorni di operazione israeliana ‘Piombo Fusò sono state distrutte molte delle gallerie sotterranee utilizzate per il contrabbando di armi, ma anche per far entrare nella Striscia di Gaza alimenti, combustibile, denaro, medicine e perfino animali esotici, e ora i palestinesi si sarebbero rimboccati le maniche per riaprire le loro vie di comunicazione. «C’erano circa duemila tunnel sotterranei prima della guerra e ora sono quasi tutti bloccati. Stiamo cercando di ripristinarli», ha confessato il 20enne Yusef Barbakh all’agenzia di stampa ‘Xinhuà. «L’unica cosa che dobbiamo fare è scavare un nuovo buco per ricollegare le zone sotterranee. Abbiamo iniziato a lavorare il primo giorno del cessate il fuoco e finiremo di costruire un tunnel nell’arco di una settimana», ha aggiunto il giovane. È grazie a queste gallerie sotterranee, dove spesso hanno trovato la morte piccoli contrabbandieri, che la popolazione della Striscia di Gaza è riuscita ad aggirare l’assedio israeliano, imposto dopo che nel giugno 2007 il movimento di resistenza islamico ha assunto il controllo del Territorio. Da allora, lo Stato ebraico ha disposto la chiusura quasi totale dei valichi di frontiera, consentendo l’ingresso solo di limitate quantità di aiuti e di combustibili.

 

AIUTI BOCCATI: Le autorità israeliane impediscono l’introduzione nella Striscia di Gaza di alcuni carichi di materiale medico e derrate alimentari inviati dalla Francia. È quanto riferiscono oggi fonti ufficiali francesi ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL. n1109926104_30305468_6650«Abbiamo inviato aiuti umanitari nella Striscia di Gaza via aeroporto di Tel Aviv e parte di questi sono effettivamente entrati nella Striscia, ma Israele ha posto alcuni ostacoli all’introduzione del resto degli aiuti, tra cui materiale medico, coperte, strumenti per la desalinizzazione dell’acqua e aiuti alimentari», spiegano le fonti, aggiungendo che le autorità israeliane giustificano questo divieto con il fatto che mancano documenti di accompagnamento al materiale. Le fonti sottolineano che l’introduzione di questi aiuti sembra richiedere tempo, ma che la gravità della situazione umanitaria a Gaza implica un bisogno di accelerare l’operazione, ricordando che i ministri degli Esteri dei paesi dell’Ue hanno chiesto ieri alla loro omologa israeliana Tzipi Livni, che si trovava a Bruxelles, di facilitare l’introduzione degli aiuti. «La Livni ha promesso che avrebbe fatto il possibile per facilitare l’arrivo degli aiuti», affermano le fonti, mettendo in evidenza che secondo la Francia questa è al momento «un’assoluta priorità». Allo stesso tempo, le fonti fanno sapere che Israele ha permesso ad alcuni diplomatici occidentali di arrivare a Gaza, ma continua a impedire l’ingresso nella Striscia ai diplomatici francesi. 

EVITATA CLINICA DA CAMPO ISRAELIANA: Una clinica da campo israeliana aperta la scorsa domenica al valico di Erez per offrire immediata assistenza sanitaria ai palestinesi vittime delle recenti operazioni militari israeliane nella striscia di Gaza è di fatto inoperosa per mancanza di pazienti, secondo quanto ha riferito oggi il quotidiano Jerusalem Post. «Ho trascorso ieri tutto il giorno in attesa di pazienti ma non ne èvenuto nemmeno uno» ha detto al giornale uno dei medici, che ha chiesto di restare anonimo. Due, a suo parere, le spiegazioni possibili di questo comportamento: «O le persone hanno paura di noi o di Hamas». «È un peccato – ha continuato – ma non posso biasimarli perchè non vengono da noi. È però frustrante». Il bilancio dell’offensiva israeliana, secondo stime palestinesi, è di oltre 1.300 persone uccise – più di 400 delle quali bambini – e di più di 5.000 ferite. Israele stima che siano stati uccisi diverse centinaia di miliziani di Hamas che invece denuncia la perdita di una cinquantina soltanto. Un portavoce dei servizi di pronto soccorso israeliani (Maghen David Adom), che gestisce la clinica eretta a fini umanitari in cooperazione con i ministeri della sanità e del benessere sociale israeliani, ha detto che solo sette bambini ammalati di cancro si sono avvalsi dei servizi dell’ ambulatorio. Tutti hanno poi fatto ritorno alle loro case. La clinica, che è in grado di curare cinquanta persone, comprende specialisti in diversi rami della medicina, come traumatologia, pediatria, ginecologia, n1600661190_93111_5471chirurgia, ortopedia. I casi più gravi vengono trasferiti in ospedali in Israele. Nel frattempo in Israele si rilevano alcune, per ora isolate, iniziative private di raccolta di aiuti umanitari per la popolazione di Gaza. Una di queste è stata lanciata da una studentessa di Sderot – cittadina che negli scorsi otto anni è stata uno degli obiettivi dei razzi sparati da Gaza – Hadas Balad, di 25 anni. La giovane ha lanciato su internet una campagna di raccolta di generi di prima necessità che ha apparentemente avuto risultati che hanno superato le sue più ottimistiche previsioni, anche grazie alla collaborazione di alcune organizzazioni umanitarie, religiose e di semplici cittadini. «Mi aspettavo di riempire due autocarri – ha detto Badas al quotidiano Haaretz – ma già adesso abbiamo bisogno di almeno una decina»; un deposito a Gerusalemme è stracolmo e un altro a Tel Aviv è sul punto di esserlo. La sua iniziativa, ha detto la giovane, è partita dopo aver udito gli scoppi delle bombe a Gaza e l’urlo delle sirene a Sderot. «Mi sono allora resa conto – ha spiegato – che c’era gente che veniva uccisa, che non aveva niente da mangiare e da bere e ciò mi ha molto addolorato»