«Il nostro impegno proseguirà con la richiesta al presidente Sarkozy di ritirare il decreto applicando la clausola umanitaria prevista nella convenzione europea sulle estradizioni», ha poi concluso. Ora la piccola Emma, la seconda figlia della Petrella nata in Francia, potrà rivedere la madre. Forse non subito viste le condizioni di salute dell’esiliata italiana arrivata a pesare 39 kg. «L’ho trovata estremamente indebolita, si direbbe che sia invecchiata di 20 anni. Mi ha guardato negli occhi e mia ha detto: “lo sai che sarà dura, ma avranno soltanto il mio cadavere. Non porteranno via nient’altro”», ha raccontato Hamed ad una radio parigina, il compagno che aveva finalmente potuto rendergli visita per la prima volta dopo tre mesi.
La decisione era nell’aria da alcuni giorni, dopo il cordoglio suscitato dalla scomparsa di uno degli avvocati di Marina Petrella, Jean-Jacques De Félice, figura storica del foro di Parigi sempre in prima fila nella difesa dei sans papiers e dei senza tetto, membro del comitato di difesa dell’Fln ai tempi della guerra d’Algeria. A smuovere le acque è stata anche la ferma presa di posizione del professore Frédéric Rouillon, titolare della cattedra di psichiatria presso l’università René-Descartes che in passato aveva denunciato la presenza di gravi errori nelle scelte terapeutiche impiegate sulla fuoriuscita. Sulle pagine del quotidiano Libération del primo agosto, il responsabile del servizio dove la Petrella è in cura, aveva spiegato che il ricovero d’urgenza della paziente era avvenuto disattendendo quanto previsto dalla legge e domandone, per questo, una rapida scarcerazione affinché potesse essere sottoposta ad un trattamento terapeutico efficace. Non c’è stata, quindi, nessuna particolare sorpresa quando nella serata di lunedì 4 agosto le agenzie hanno diramato la notizia che il giorno successivo sarebbe stata discussa la rimessa in libertà, su richiesta stessa della procura generale che annunciava anche il suo orientamento favorevole alla scarcerazione.
Se è vero che questa decisione non influisce minimamente sulla proseguio della procedura d’estradizione, il Consiglio di Stato deve infatti ancora pronunciarsi sul ricorso sospensivo depositato dall’avvocato Irène Terrel, tuttavia segnala un evidente cambio di rotta del potere politico francese.
Un cambio di strategia che si era già palesato con le dichiarazioni rese dal presidente della repubblica francese a conclusione del vertice del G8 in Giappone e con l’invio di una lettera al primo ministro Berlusconi, nella quale si chiedeva al governo italiano di farsi latore di una domanda di grazia presso il Quirinale. Gli argomenti esposti da Sarkozy sono andati col tempo affinandosi dopo la confusione iniziale. Soprattutto l’ospite dell’Eliseo ha insistito ripetutamente sull’insensatezza di sanzioni penali, per giunta infinite, che restano ancora pendenti a distanza di decenni dai fatti incriminati.
Che Sarkozy sia in qualche modo tornato sui suoi passi, lo dimostra anche la politica globale messa in campo negli ultimi tempi sull’intera materia dei residui penali dei conflitti politico-sociali che hanno segnato la fine del Novecento.
È di questi giorni, infatti, la concessione della liberazione condizionale a Nathalie Ménigon, membro di Action directe in semilibertà da un anno, arrestata nel 1987 e condannata a diversi ergastoli. Dopo Joëlle Aubrun, liberata a seguito delle sue gravi condizioni di salute e deceduta nel frattempo, e Jean-Marc Rouillan, messo in semilibertà da alcuni mesi, Sarkozy ha deciso la chiusura degli «anni di piombo» francesi. Tutti i militanti legati alla stagione della lotta armata svoltasi in Francia tra la fine degli anni 70 e gli anni 80 sono stati concentrati nell’istituto penitenziario di Fresnes, nella periferia sud di Parigi, dove è presente il Centro d’osservazione nazionale incaricato di valutare la pericolosità sociale dei detenuti prima che questi vengano ammessi al regime di prova della semilibertà e successivamente in libertà condizionale. Sono altre le emergenze che preoccupano il presidente francese. Le nuove politiche securitarie si indirizzano ormai contro i migranti, i residui penali del Novecento rappresentano solo una zavorra anche per la visibilità sociale dei vecchi militanti incarcerati, sostenuti da una parte della società civile che ne chiede da tempo la scarcerazione. Solo in Italia il passato divora il futuro e si nutre di vendette senza fine. Come è accaduto per Rita Algranati estradata nel 2004 per scontare l’ ergastolo.
PAOLO PERSICHETTI, LIBERAZIONE 6 Agosto 2008 |
Non mi piace la politica, non mi piace il giornalismo politico, non mi piacciono coloro che in nome dell’ideologia politica difendono degli assassini … che sono scappati all’estero per sfuggire alle loro responsabilità; prima uccidono, poi scappano vigliaccamente e si appellano alle stesse leggi di un sistema che volevano demolire. Vigliacchi ed assassini due volte.
E voi, giornalisti di sinistra, centro e destra, servitori dei vostri capipartito, VERGOGNATEVI.
DIFENSORI DI ASSASSINI.
VERGONATEVI.
SIETE PEGGIO DI BERLUSCONI CHE PER SCAPPARE ALLE SUE RESPONSABILITA’ SI CREA LE LEGGI AD HOC.
e come fate a dire “solo in Italia il passato divora il futuro e si nutre di vendette senza fine”!!!! Petrella , Battisti e C. sono stati condannati, ed in Italia non hanno mai fatto un solo giorno di carcere.
IPOCRITI. se siete coerenti, dovreste chiedere la liberazione dei brigatisti “neri”!!!!!!
DAI, PERDONIAMO TUTTI QUESTI ASSASSINI!
VERGOGNA SENZA FINE AD UNA STAMPA SERVA DELLE IDEOLOGIE. E PER FORTUNA VI CHIAMATE LIBERAZIONE!
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troppe cose ci sarebbero da rispondere…
un trattato volendo, per spiegare chiaramente le falsità inutilmente urlate in questo post.
ma io non perdo piu tempo dietro a tutto ciò.
lo pubblico solo per dovere di chiarezza, per una battaglia contro la censura.
Le stronzate vanno lette, almeno la storia diventa piu chiara.
Chi non sa dovrebbe tacere.
Prima si dovrebbe studiare il codice penale, poi le leggi speciali di cossiga, le aggravanti di terrorismo.
Poi fosse per me sarebbero tutti liberi….ma sfido chiunque a trovare quelli che questo qui definisce “brigatisti neri” (?) in qualche albergo di stato.
Troverete solo quella larva di Concutelli, vittima dei suoi stessi camerati e della sua onestà mentale (e non sai quanto mi costa scrivere ciò).
Basta cosi.
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