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Prospero Gallinari, un anno fa
Prospero ci ha lasciati il 14 gennaio dello scorso anno,

Foto di Valentina Perniciaro : i funerali di Prospero Gallinari, Coviolo 2013
si è accasciato poco dopo esser uscito di casa e se ne è andato, quel rivoluzionario di altri tempi, di altri luoghi, di storie di cui la memoria collettiva sembra scordarsi, se non quando qualche deriva dietrologica o giustizialista li trascina fuori.
Non ci si ricorda della “brigata ospedaliera” che di lui si prese cura, non ci si ricorda di tante cose…
Prospero Gallinari, rivoluzionario, uomo del 900, contadino, uomo più unico che raro,
che come ultimo regalo ci ha donato i suoi funerali, che per ognuno di noi sono stati una grande emozione.
Chiunque ha calpestato quella neve, in quella fredda giornata di un gennaio emiliano, porta dentro di sè un calore raro,
il calore della “generazione più felice e più cara“, che noi abbiamo avuto solo modo di sfiorare,
di aspettar fuori dalle galere, di osservare invecchiare ed ora lentamente morire.
In un oblio che fa tanta rabbia.
Prospero ci ha fatti stare tutti insieme quel giorno, ha permesso un funerale non solo suo, ma anche di tutti gli altri, di tutti quelli che non hanno potuto ricevere lo stesso saluto, di quelli caduti sull’asfalto o lasciatisi morire penzoloni in una cella.
Quel giorno, tra i nostri canti stonati, li abbiamo urlati tutti i nomi di quelli che non avevamo mai potuto seppellire così, tutti insieme, cantando piangendo e ridendo: quel giorno abbiamo seppellito Mara e Walter, quel giorno Annamaria, come Riccardo o Ennio, come tanti e tanti altri sono stati seppelliti nel calore dei loro compagni, della loro storia.
Altri nomi sono stati urlati poi… i nomi degli assenti;
di tutti coloro che ancora scontano quegli anni sulla propria pelle e non possono spostarsi.
I detenuti come gli esuli, quel giorno eravamo tutti insieme.
Chi si è fatto fino all’ultimo giorno di carcere, chi ha rosicchiato libertà usufruendo della clemenza di Stato: quel giorno per un po’ si è stati tutti insieme, e la neve s’è sciolta d’emozione.
E allora grazie, che mi hai regalato un pezzettino di voi, anche a me, che vengo da un mondo altro.
Che fa pure un po’ schifo.
Un funerale che ha dato fastidio, almeno alla Procura di Bologna, forse a corto di lavoro interessante: ben 4 son le persone indagate per “istigazione a delinquere in concorso” per aver partecipato al funerale.
Un funerale, scambiato per terrorismo … pensa che risata ti sarai fatto.
CIAO GALLO!
Voglio lasciarvi con una carrellata di link, con i racconti di quei giorni, con del materiale su Prospero Gallinari…
tutte cose che ogni tanto fa bene rileggere…
Link
– A Prospero Gallinari volato via troppo presto
– Ciao Prospero
– Fine di UNA storia, LA storia continua
– Chi era Prospero Gallinari
– Mai alcuna confessione di innocenza, Prospero
– In memoria di Prospero Gallinari di Oreste Scalzone
– Su Prospero Gallinari di Salvatore Ricciardi
– Prospero Gallinari, un uomo del 900
– Gallinari è morto in esecuzione pena. Dopo 33 anni non aveva ancora ottenuto la libertà condizionale
– Gli avvoltoi s’avventano sulla memoria di Prospero Gallinari
– Prospero Gallinari quando la brigata ospedalieri lo accudì al san Giovanni
– “Eravamo le Brigate rosse”, l’ultima intervista di Prospero Gallinari
– Gallinari e Caselli, il confronto tra cattivi maestri e bravi bidelli
– Prospero Gallinari chiede la liberazione condizionale e lo Stato si nasconde dietro le parti civili
– Scalzone: Gallinari come Prospero di Shakespeare, “la vita è fatta della stessa sostanza dei sogni”
– “Volevo dirgli grazie per avermi fatto capire la storia di quegli anni”. Una testimonianza sui funerali di Prospero Gallinari
– Perché sono andato ai funerali di Prospero Gallianari by Stecca
– Al funerale di Gallinari la generazione più felice e più cara
Sonja Suder e la libertà, FINALMENTE!
Una bella notizia dopo settimane di gelo.
Assaporo un po’ di libertà, ormai lontana sconosciuta, attraverso le foto del tuo volto finalmente libero.
Sono felice Sonja,

Splendida! Sonja Suder, 12 novembre 2013
Grazie a quelle immagini viste quasi per caso; nella mia nuova vita fuori dal mondo, dove lo schermo del computer è mutato in altro tipo di monitor,
dove il wi-fi è stato sostituito da milioni di cavi e tubi e fili e cavi, che circondano corpi per legarli a monitor, macchine, aghi (corpi piccolissimi)…
grazie a quelle tue rughe impegnate in un sorriso ho vissuto qualche istante di felicità intensa.
SEI LIBERA!
Posso pensare che a breve sentirò il tuo abbraccio, fortissimo e vibrante che tanto mi aveva colpito.
Mi hai parlato subito come una sorella, hai pianto tra le mie braccia chiedendomi di portare la carrellata di emozioni che mi passavi al di là del confine, sulle labbra di un uomo che aveva finito il suo esilio tra le sbarre, nuovamente.
E’ toccato a te poco dopo, in un arresto surreale che ci ha lasciati tutti basiti, non solo per la follia giudiziaria ma anche per la tua età (ora sono 81), e quella di Christian.

Tra i tuoi compagni…
Sei libera cavolo, la montatura si è sbriciolata, la libertà è di nuovo infilata tra le pieghe del tuo viso.
Qui, anche se la felicità non sappiamo più da che lettere è composta, sentiamo il brivido di chi sa che tra un po’ ci si riabbraccia tutti.
Alla faccia dei confini, delle galere, dei tribunali …
Qui un po’ di link sulla storia:
Due estradizioni annunciate
Erri De Luca su Sonja e Christian
Una loro intervista
Estradati Sonja e Christian
Oreste Scalzone commenta l’estradizione
Mobilitazione internazionale per Sonja Suder: LA VOGLIAMO LIBERA!
Ho seguito la loro vicenda dal primo istante,
e non solo perché ho lo sguardo e il sorriso di questi due compagni ancora nel cuore,
non solo perché ricordo il vino bevuto assieme attorno ad un tavolo di rifugiati che lottava per bloccare la loro imminente estradizione. Una battaglia andata male, perché poche settimane dopo son stati catturati,

Manifesto ad Amburgo: “_Oggi come allora – mille ragioni per la rivolta! Solidarietà a Sonja e Christian. Dal 1978 Sonja e Christian erano ricercati dallo stato tedesco, con l’accusa di aver preso parte ad attentati contro energia nucleare, bomba atomica e gentrificazione e di far parte delle Cellule Rivoluzionarie (RZ). Entrambi hanno scelto la fuga e una vita in esilio sotto falsa identità e deciso di non scendere a compromessi e cooperazione con lo stato e i suoi aiutanti. _”
malgrado gli 80 anni di Sonja (ora sono 81) e le non buone condizioni di salute di Christian, che infatti ha avuto un arresto cardiaco poco dopo il suo arresto.
Scopro solo ora, provbabilmente con infinito ritardo (come tutto in questi giorni) di questa mobilitazione internazionale per loro, e soprattutto per la liberazione IMMEDIATA di Sonja.
Qui un po’ di link sulla lorio storia:
Due estradizioni annunciate
Erri De Luca su Sonja e Christian
Una loro intervista
Estradati Sonja e Christian
Oreste Scalzone commenta l’estradizione
14 Settembre 2013 – Mobilitiamoci ovunque per protestare contro la legittimazione della tortura nel processo a Sonja Suder e per la sua liberazione.
Il 14 Settembre 2011, Sonja ed il suo amico Christian sono stati estradati dalla Francia e consegnati agli sbirri tedeschi per poi essere incarcerati. Christian è stato liberato, ma Sonja resta ancora dentro.
Hanno lasciato la Germania nel 1978 quando, dopo una dura repressione contro i movimenti rivoluzionari, ogni persona coinvolta nelle proteste radicali doveva temere di essere il bersaglio della vendetta di stato.Per due anni, Sonja è rimasta in custodia nella prigione di alta sicurezza di Francoforte-Preungesheim; per un anno è stata sotto processo in base a due testimonianze: una di un pentito e l’altra fornita sotto tortura nel 1978 da un uomo sospettato di far parte delle Cellule Rivoluzionarie (RZ). Se il pentito (infame) Hans-Joachim Klein ha testimoniato senza vergogna nel tribunale di Francoforte dando l’ennesima versione piena di contraddizioni (che comunque il giudice crede di accettare), Hermann F., al contrario, ha sempre contestato il contenuto della sua testimonianza: ciò che ha detto fu solo il risultato di quattro mesi di torture al di fuori di ogni procedura legale.
Dopo un gravissimo incidente venne interrogato poco dopo l’amputazione delle gambe e l’essere rimasto totalmente cieco. Dolore, trauma, droghe, isolamento, confusione, disorientamento lo hanno costretto a riempire 1300 pagine di dichiarazioni forzate. Detenuto illegalmente in una stazione di polizia senza contattare un avvocato, senza aiuto, in oltre cieco e gravemente invalido, ciò che ha subito può essere definito solo tortura.
Il 13 Agosto 2013, il tribunale di Francoforte ha iniziato la lettura di queste testimonianze date da Hermann nel 1978. La lettura continuerà nelle prossime udienze. L’ottantenne Sonja, dopo più di 35 anni dai fatti che le vengono contestati, potrebbe essere condannata in base a delle dichiarazioni il cui uso significa legittimare legalmente la tortura
poliziesca.Sonja è stata accusata dalla polizia e dalla giustizia tedesca fin dalla fine degli anni 70. Sospettata di aver fatto parte delle Cellule Rivoluzionarie, il suo processo riguarda tre attacchi che hanno causato solo limitati danni materiali nel 1977 e 1978: Contro M.A.N. che contribuiva all’armamento atomico per il Sud Africa (durante l’apartheid), contro KSB che costruiva impianti per le centrali nucleari; contro il castello Heidelberg per protestare contro la gentrificazione; è inoltre sospettata di aver preso parte all’organizzazione logistica dell’attacco al OPEC a Vienna nel 1975.
Oggi, tenendola sotto processo e prigioniera, la minaccia di farla morire in carcere, lo stato federale non mira solo a Sonja. Lo stato vuole vendicarsi di una storia rivoluzionaria e far capire alla gente che non si protesta impunemente.
La condanna di Sonja sarà la condanna alla ribellione: rifiutandosi di collaborare e parlare lei continua ad accusare lo stato e il suo carnevale giuridico. La prigionia di Sonja sarà uno spauracchio usato per spaventare tutti quelli che lottano oggi. Non è una donna ottantenne il bersaglio della vendetta, lo sono tutti quelli che, come lei, non vogliono sottomettersi.Sonja deve tornare libera! Per una mobilitazione internazionale il 14 Settembre 2013!
Exile is…
Aggressione al centro Ararat di Roma
Il giorno 26 novembre, tra le 22.30 e le 23.00, una trentina di uomini armati di bastoni di ferro a volto scoperto ha tentato di fare irruzione nel centro Ararat di Testaccio a Roma, entrando nel cortile antistante al centro, rompendo tavoli, sedie e vetri e costringendo i rifugiati politici kurdi lì ospitati a chiudersi dentro la sede.
Gli aggressori hanno ripetutamente minacciato i kurdi intimandogli di non uscire più da Ararat e di non farsi vedere per il vicino quartiere di Testaccio, che ospita numerosi locali notturni.
Solo il sangue freddo mostrato da alcuni dei rifugiati presenti ha impedito il precipitare degli avvenimenti.
L’episodio sembrerebbe una “spedizione punitiva” organizzata dal giro dei buttafuori di alcuni tra questi locali, infastiditi dalla presenza di alcuni rifugiati nelle vicinanze.
I carabinieri, accorsi sul posto dopo che queste persone si erano dileguate, hanno potuto accertare i danni e accompagnato i testimoni nei locali notturni della zona. Non è possibile tollerare o minimizzare questo atto gravissimo che ha avuto come obiettivo dei rifugiati, visti evidentemente come persone deboli che si può impunemente colpire. Chiediamo alle istituzioni e alla società civile di vigilare per evitare che episodi come quello di ieri sera abbiano a ripetersi con conseguenze non prevedibili.
Comunicato stampa della Rete Kurdistan Roma
Per info: 3498327322 – retekurdistanroma@gmail.com – ass.senzaconfine@gmail.com
Magari un po’ meno di fiducia nelle istituzioni e nella “società civile” sarebbe utile, ma vabbhé, poca polemica in questi casi.
Amburgo: solidarietà per Sonja Suder e Christian Gauger

AMBURGO _Oggi come allora - mille ragioni per la rivolta! Solidarietà a Sonja e Christian. Dal 1978 Sonja e Christian erano ricercati dallo stato tedesco, con l'accusa di aver preso parte ad attentati contro energia nucleare, bomba atomica e gentrificazione e di far parte delle Cellule Rivoluzionarie (RZ). Entrambi hanno scelto la fuga e una vita in esilio sotto falsa identità e deciso di non scendere a compromessi e cooperazione con lo stato e i suoi aiutanti. _
Christian fortunatamente è stato scarcerato pochi giorni fa, viste le sue condizioni di salute, completamente incompatibili con il carcere.
Sonja malgrado l’età avanzata è di una forza incredibile, vive la sua carcerazione con serenità, scrivendo che l’aveva sempre immaginato che prima o poi l’avrebbero presi, quindi è preparata e sollevata che Christian sia lontano dal carcere.
Informationen:
verdammtlangquer.org/
abc-berlin.net
freilassung.de
Qui un po’ di link sulla lorio storia:
Due estradizioni annunciate
Erri De Luca su Sonja e Christian
Una loro intervista
Estradati Sonja e Christian
Oreste Scalzone commenta l’estradizione
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