A Valerio Verbano. Alla sua mamma.
Cancelletto…pochi passi e poi quel portone che non avevo mai varcato.
Faticosissimo farlo, malgrado il piacere immenso di portare il mio piccolo cucciolo a conoscere Carla.
Ogni passo immaginavo quei tre, i silenziatori, i passamontagna ancora da calare, il nervosismo che gli avrà fatto tremare le gambe … e poi penso a loro che escono, che nascondono i passamontagna, che ripercorrono quel tratto dal portone e il cancello che Valerio è ancora vivo, per qualche secondo ancora, tra le braccia dei suoi genitori.
Non ho suonato alla porta, non ne sarei stata capace … la mano che l’ha fatto c’è abituata, anche se credo non ci si possa abituare a mettere mano su quel campanello…penso che i polpastrelli ne soffrano, ne sentano inevitabilmente il peso incredibile.
Tutti questi pensieri m’hanno riempito la testa e il cuore prima di varcare la porta.
Il mio bimbo dormiva profondamente, lui non ha sentito quell’invasione di brividi che hanno riempito il corpo della sua mamma nel metter piede nell’ingresso … lui, davanti al manifesto con la Volante Rossa, davanti a quei folti capelli mossi in quella grande foto davanti a noi, non avrà provato nulla di nuovo.
Io … bhè niente di definibile “nuovo” perchè i lineamenti di Valerio son quelli di un fratello, quelli di un viso che è sempre stato a casa, uno di quelli con cui hai chiacchierato tante volte, con cui ti sei immaginato di cordonarti in piazza, gomito a gomito in una stretta forte e orgogliosa.
Ma è stato un’overdose di sensazioni che non so descrivere molto bene … tutte quelle foto, quei manifesti, i disegni e le poesie… poi quegli occhi belli, in una cornice di capelli grigi, in un piccolo corpo di una forza sovrumana. Valerio è ovunque in quella casa, attaccato ad ogni muro, abbracciato allo sguardo di sua madre.
E’ stato un pomeriggio emozionante per me …
tante volte in questi anni avevo abbracciato quella piccola grande donna: la prima volta non avevo ancora compiuto 14 anni e non la dimenticherò mai.
Ma ieri è stato un Chinotto neri e una pastarella con calma, un po’ di chiacchiere e di sorrisi tra pochi intimi.
Ieri è stato diverso stringere Carla, nella sua casa, nella casa dove Valerio è stato ammazzato, nella stanza dove Valerio è stato ammazzato,
stretta agli occhi di chi se l’è visto morire davanti.
E quindi, visto che la nostra splendida ottantenne è ormai donna di rete e di blog, di profili facebook e di dibattiti on-line, volevo scriverlo anche qui oltre che sui miei fogli stropicciati o in un Moleskine che si accumula agli altri su uno scaffale.
Volevo scriverlo qui, in modo che anche tu, Carla, puoi vedere quanto bene fai con la tua lucidità e il tuo sorriso, con la tua forza indescrivibile, che lascia stupiti, meravigliati e innamorati.
Grazie di questo pomeriggio che il mio bimbo non porterà nella memoria ma che gli racconterò …
grazie, perchè da ieri ti sento più vicina ancora, malgrado tu lo sia sempre stata.
Ed ora quella strada si starà riempiendo di compagne e compagni, ora le bandiere rosse invaderanno Via Monte Bianco e le strade vicino.
Dopo 30 anni.
Per ricordare un ragazzo ammazzato in casa sua, un giovane uomo, un rivoluzionario.
ORE 16, CONCENTRAMENTO IN VIA MONTE BIANCO. CORTEO FINO A PIAZZA SEMPIONE, CON CONCERTO A SEGUIRE.
LUNEDI 22 FEBBRAIO 2010, SEMPRE ALLE 16, L’APPUNTAMENTO E’ ANCORA UNA VOLTA DAVANTI A QUELLA LAPIDE, IN VIA MONTE BIANCO. LUNEDI’ SARANNO 30 ANNI E CI SAREMO, A PORTARE UN FIORE ROSSO AD UN RIVOLUZIONARIO UCCISO,
A PORTARE UN FIORE ROSSO E UN ABBRACCIO ALLA SUA SPLENDIDA MAMMA.
“Prima di morire vorrei che l’assassino suonasse ancora alla mia porta. Vorrei che, prima ancora di dirmi buongiorno, mi dicesse: “Io sono l’uomo che ha ucciso suo figlio”. Lo farei entrare e gli parlerei. Prima di morire vorrei capire. Adesso ho quasi 86 anni e vorrei conoscere tutto di quell’esecuzione.
[…]
Quasi ogni notte sogno di essere in strada con Valerio, in un viale alberato: mezzogiorno, estate, una giornata caldissima.
C’è una fontanella e lui s’avvicina. Alcune volte è più altro della fontanella, altre più basso. Ma sempre, per arrivare all’acqua si sporge e poco dopo si scioglie, Valerio, diventa liquido e scompare giù, nella bocca della fontanella.
Quando mi sveglio, ogni mattina da trent’anni, voglio solo una cosa: scendere nella bocca della fontanella.”
parole tratte da “Sia folgorante la fine” di Carla Verbano con Alessandro Capponi, Rizzoli 2010
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Se oggi Valerio fosse vivo sarebbe un mio coetaneo. Trenta anni fa stavamo dalla stessa parte, quello che gli è successo poteva succedere a me. In tutti questi anni, con tutto quello che le è capitato, Carla è stata forse la sola persona che ha sempre, caparbiamente, cercato la verità sull’omicidio del figlio. E’ stata quella che più di ogni altro ha contribuito a far si che Valerio divenisse patrimonio di una città, e che il suo ricordo e la sua breve vita divenisse memoria anche delle nuove generazioni. Quest’anno, per la prima volta, non ho partecipato al corteo. Ci è andata invece, per il secondo o terzo anno, mia figlia sedicenne, con i suoi compagni, a rinnovare quel ricordo e quell’esempio. Mi dicono che al corteo e al concerto c’erano centinaia di giovanissimi. Penso che sia la maniera migliore di ricordare Valerio.
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Ho appena letto della scomparsa di Carla Rina Verbano. La contattai tempo quando la invitai tra gli amici di Facebook. Avrei voluto incontrarla ma era molto malata, doveva operarsi. Davvero una tristissima notizia… 😦
Ciao, Carla. ♥
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