Ad un ragazzo, ucciso a 15 anni dall’omofobia.
A 15 anni non puoi prendere una sciarpa, legarla al tuo collo e appenderti.
Non puoi, cazzo, preferire la morte ad un futuro, un qualsiasi futuro.
E invece lui ha deciso che non ce la poteva fare,
che non poteva più sopportare le umiliazioni costanti che il suo corpo, la sua testa, i suoi desideri subivano costantemente,
senza alcuna possibilità di difesa.
Perchè non si hanno molte armi quando già sei circondato da una normalità che non accetti e non senti tua,
perché non è possibile pensare di poter combattere da soli l’esclusione totale.
Magari perché ti vesti di rosa, vuoi lo smalto alle unghie,
sei semplicemente omosessuale, e il mondo intorno a te invece è bello maschio,
turgido e macho...
e capace di creare pagine Facebook dedicate a te, a te che ti piace il rosa, a te “che sei un frocio”.
E penso che colpevoli di questa morte agghiacciante, che mi lascia annichilita,
siano i genitori TUTTI dei suoi compagni di classe.
Mio figlio non ha ancora 3 anni, eppure quello su cui fatico tantissimo, da quando il linguaggio è finalmente un mondo che lui può provare a destreggiare,
è proprio lo smontare gli aggettivi, le parole, i giudizi.
E allora quando facciamo la lotta, niente “cicciona” (anche perchè so’ mezza tisica), niente “brutta”…niente di tutto ciò.
Perchè, gli dico, i ciccioni son belli, son simpatici, sono amici cari cari e dolci come gli altri.
Perché cicciona e brutta fra un po’ saranno “frocio” “puttana” “lesbica”.
Io DEVO smontare tutto ciò dentro mio figlio, mio figlio che cresce e studia in una sottoproletaria periferia romana,
fatta di un lessico molto pesante, ma anche di migranti, di transessuali, di “diversi” di ogni genere.
I colpevoli della morte di Davide (non è il suo vero nome), che potrebbe essere figlio di ognuna e ognuno di noi, sono quelle mamme e quei papà che hanno reso i loro maschietti virili machi (non escludo certo le femmine, che avranno messo il loro carico da 90 così come i loro compagni di scuola cum penis) , che non hanno mai lavorato sul linguaggio e gli atteggiamenti escludenti e coatti, che magari hanno cresciuto i loro bambini con parole tipo “guarda quello pare frocio”, “hai visto che checca impazzita?”.
Ecco, la checca impazzita s’è impiccata che aveva 15 anni.
E mi chiedo come possano stare quelle mamme e quei papà che avranno riso a tavola quando i loro goliardici figli raccontavano a casa che “sai che oggi quel frocio de Davide portava lo smalto?”.
Io voglio che tutto ciò venga distrutto.
Distrutto, sì.
Voglio che mio figlio possa decidere che maschio diventare,
voglio che mio figlio impari che ogni suo desiderio sessuale è lecito, se non lede nessuno,
voglio che mio figlio vada a giocare a calcio coi super maschi di scuola,
e magari vada ad imparare come si abbinano i colori dall’effemminato, dal “femminiello”,
voglio che sappia che un bambino su 4000 nasce intersessuale e quindi tra le gambe e dentro il DNA ha un patchwork di sessi che si determineranno strada facendo.
Voglio poter raccontare a mio figlio che una volta in questo paese gretto e schifoso c’erano 15enni che si dovevano impiccare con una sciarpa, perchè troppo veri, troppo belli, troppo strani per essere accettati dalla normale mediocrità escludente.
Ciao piccolo uomo bello,
la terra sarà lieve, come non lo è stata la tua adolescenza.
Mi piacerebbe stringerti forte,
mi piacerebbe sapere che combatti ancora per essere quel che vuoi.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
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Reblogged this on Tramedipensieri and commented:
Non penso di dover aggiungere altro.
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la penso esattamente come te, ma che vuoi farci ? spesso i genitori sono più ignoranti dei figli, ed invece di insegnare l’ amore , il rispetto e l’ accettazione del prossimo anche se diverso da noi , insegnano l’ odio e la discriminazione… forse se sperimentassero la sofferenza di perdere un figlio a loro volta, solo in quel caso, forse potrebbero capire il vuoto e la disperazione dei genitori del fragile davide.
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Mah… povera anima, riposa in pace!
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assolutamente d’accordissimo con te! Mi hai fatto venire i brividi…
Purtroppo tanta gente ancora non capisce che si tratta di persone normalissime come qualunque altro in questo mondo! In questo caso parliamo di omosessualità….ma tanti adolescenti vengono ingiustamente esclusi dai loro coetanei per “peccati” mai commessi..
La cosa che mi rattrista è che siamo nel 2012 e ancora succedono queste cose!
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Che post pieno di sentimenti e…amore. L’amore di una madre verso un figlio. Un sentimento che trascinde e trascende tutto.
Si, son d’accordo con il tuo pensiero. E, anzi, voglio andare ancora più giù, in profondità, voglio essere ancora più schietto e realista…la gioventù odierna fa schifo. Ok, il marcio c’è sempre. In ogni era, in ogni età, in ogni generazione. Ma quella di oggi fa schifo. Me ne accorgo sull’autobus. Me ne accorgo nei Social Network. Me ne accorgo per strada.
E si, si e si. La colpa è dei genitori.
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Il commento più bello che ho letto oggi..se tutte le madri ragionassero come te di sicuro questo sarebbe un Mondo migliore!
Tuo figlio è molto fortunato! 🙂
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Viviamo in una società falsata, costruita sui falsi, vuoti miti. Stili da seguire e mode da inseguire senza obiezione. Una società dove l’educazione, la famiglia e la scuola, pilastri fondanti Sono crollati implodendo su se stessi. Ed oggi dobbiamo assistere inermi a questi episodi ingiustificabili e deplorevoli. E non ci sono scuse, nessuno ne può uscire con la coscienza a posto.
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Le parole come pietre. Grazie per queste profonde riflessioni che esprimono esattamente il mio modo di sentire, ma che non avrei saputo mettere per iscritto in un modo migliore del tuo.
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Ma tu, brillante Baruda, che cazzo ne sai dei motivi che lo hanno spinto al suicidio (scusando il francesismo)? Perché te li ha detti Repubblica che magari lo ha visto vestito da donna su Fb e ha montato tutto? Con una foto con una scritta di 15 giorni fa sul muro fatta ad Ischia – 266 chilometri da Roma – che dice “non votate il frocio”? Questa è una delle pagine più nere del giornalismo italiano e tutti ci state abbocando perché avete l’indignazione facile. Poveri studenti della scuola, additati come assassini da un branco di piranha come voi che si muovo sotto la pancia degli squali dell’informazione.
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Cara Stefania,
Chi cazzo, uso i tuoi stessi toni, ha detto che quella foto è del Cavour?
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Repubblica non so cosa sia.
Tu invece? Hai letto la Concia che in un’ora di incontro con gli studenti ha decretato che la pagina fb sul “ragazzo vestito di rosa” l’aveva costruita anche lui.
Ma vaffanculo va
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totalmente d’accordo con stefania.
Prima di scrivere post lacrimevoli devi informarti.
rileggi quello che hai scritto:
“E penso che colpevoli di questa morte agghiacciante, che mi lascia annichilita,
siano i genitori TUTTI dei suoi compagni di classe.”
MA COSA CAZZO NE SAI DI CHI E’ LA COLPA?
stefania scrive:
“Poveri studenti della scuola, additati come assassini da un branco di piranha come voi che si muovo sotto la pancia degli squali dell’informazione.”
non poteva esprimersi meglio.
questo tuo articolo, magari mosso da una sincera commozione per la morte di un giovane, è fuorviante e offensivo nei confronti degli amici del povero ragazzo, che tu definisci “COLPEVOLI”, sulla base di un articolo di giornale, senza saperne niente.
rileggi ciò che hai scritto e cancellalo, sennò sputati in faccia.
è facile dare giudizi, riempirsi la bocca di paroloni commoventi.
più difficile è capire la realtà delle cose.
a 14-15 anni si è crudeli, si fanno cose di cui non si capisce la gravità.
tu hai molto più di 15 anni ma i tuoi ragionamenti sono imbarazzanti.
ripeto, capisco la tua commozione, ma non puoi decidere ci condividerla infamando gente che neanche conosci.
ti consiglio di cancellare questo post, o almeno aggiornalo con le lettere dei compagni di classe del povero ragazzo.
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Non cancello nulla, perché non lo faccio mai. Non è un blog che ama il restauro a posteriori, ma lascia le cose così come vengono scritte. Quindi questo post rimarrà così com’è, punto.
Ha una data e un’ora di pubblicazione se vuoi sfogare le tue frustrazioni da vigile urbano.
Decido io quel che aggiungo, tolgo o metto: questo post è stato pubblicato alle 10 di mattina a caldo e non accusa nessuno specificatamente, non i ragazzi ma l’educazione di una generazione intera e i loro genitori. Da mamma, discutevo sulle parole e il peso che se ne da durante tutta la crescita, da sorella di un ragazzo di 19 anni forse posso commentare sui linguaggi, gli atteggiamenti, i vomitevoli machismi.
La lettera decide che non era gay e non mi piace, perché a 15 anni forse doveva scoprila ancora lui la sua vera identità sessualefiguriamoci i suoi amici, perché quella pagina fb esiste e fa schifo e certo lui non ne era part, perché probabilmente era un futuro trans e non un gay, ma magari non sai nemmeno che son due cose diverse.
Non hai un tono ben accetto su questo blog, arrivederci.
Visto che sei tanto rabbioso con chi scrive menzogne, vai a Repubblica, non su un piccolo blog, altrimenti appari un pochino ridicolo, ma giusto un po’
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sarà un piccolo blog, ma questo tuo post ha avuto più di DUEMILA condivisioni su facebook!
duemila persone hanno letto un articolo in cui la colpa della morte di un ragazzino viene addossata ai genitori dei suoi compagni di classe.
riscrivo quello che tu hai affermato in maniera perentoria:
“penso che colpevoli di questa morte agghiacciante, che mi lascia annichilita,
siano i genitori TUTTI dei suoi compagni di classe.”
tu accusi specificamente i genitori dei suoi compagni di classe!!! Tutti i genitori dei suoi compagni di classe, anzi TUTTI, scritto maiuscolo.
beata te che hai la verità in tasca.
ti ripeto, se io fossi uno dei genitori dei suoi compagni e leggessi una sconosciuta che mi accusa “di essere il colpevole della morte agghiacciante” di un quindicienne, beh, ti verrei a cercare.
che poi questa accusa si riverberi in più di duemila profili facebook (altro che piccolo blog…) è davvero sconfortante.
mi dispiace per il tono irruento, ma renditi conto che le tue sono parole un po’ troppo dure, rivolte a gente che non conosci.
se condanniamo chi giudica gli altri in maniera frettolosa, evitiamo di farlo noi stessi.
mi scuso per l’irruenza.
arrivederci
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Vivi un mondo piccolo piccolo se ti sembra tante 2000 persone.
I miei post con nomi e cognomi dei torturatori sono stati letti da più persone eppure loro dormono ancora sonni tranquilli, nessuno è andato a cercarli.
Penso potrò dormire tranquilla anche io comunque. Non scuso chi mi scrive “sputati in faccia”,
Son fatta così
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va bene, vivo in un mondo piccolo
(2000 sono le condivisioni, presumibilmente l’hanno letto molte più persone).
ok, la colpa è dei genitori dei suoi compagni di classe. “TUTTI” i genitori sono colpevoli. come dici tu.
io condivido buona parte del tuo scritto ma credo che, trattando un argomento così delicato, sarebbero da evitare le generalizzazioni. Tutto qui.
Mi sembra assurdo sparare sentenze su un argomento così duro e così recente.
Dall’altro lato, mi sento ridicolo anche io a risponderti su questo argomento, visto che tutto ciò che so proviene da parziali ricostruzioni giornalistiche.
Io non ho la verità in tasca, e mai mi permettterei di accusare di un crimine così orribile gente che non conosco.
so che è esiste l’omofobia, ma non so chi è il responsabile della morte tragica di questo ragazzo.
evidentemente tu lo sai con certezza.
addio
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Dopo i nazifascisti e i padroni, la categoria che più schifo sono i giudici, figurati come hai capito male tutto…
Addio
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Reblogged this on Sui sentieri dell'anima… di Pattyrose and commented:
Non servono commenti…
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cari stefania e ilfiume, al di là del caso specifico di questo ragazzo, è innegabile che, se non lui, centinaia di giovani fanno la sua stessa fine per i motivi espressi da baruda.
Cito ilfiume “a 14-15 anni si è crudeli, si fanno cose di cui non si capisce la gravità.”… e di chi sarebbe la colpa? Chi l’ha detto che la crudeltà debba essere una peculiarità dell’adolescenza? E chi è che ha il dovere di aiutare i giovani a comprendere la gravità delle loro azioni? L’educazione e la formazione è un diritto, ma soprattutto un DOVERE, dei genitori. Credo invece che sia molto, ma molto più conveniente chiudere gli occhi di fronte alla realtà piuttosto che rimboccarsi le maniche e cercare di cambiarla. Credo che sia più conveniente trovare spiegazioni ALTRE agli eventi atroci di cui questo paese, annoverato tra i più sviluppati del mondo, si macchia quotidianamente. Un paese fatto da due sole categorie di persone: chi nasconde la testa sotto la sabbia e chi usa la violenza come unico mezzo di comunicazione.
Non posso non pensare a quanto scriveva il sempiterno De Andrè “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”… e sono coinvolti nei suicidi legati alla disciminazione di qualsiasi tipo tutti quei genitori che non educano i propri figli all’uguaglianza, alla fratellanza, alla solidarietà e alla giustizia.
Quindi, non sarà questo il caso di Davide, ma di Davide ce ne sono a migliaia nel mondo.
Una parola per baruda: non ti conosco ed è il primo post che leggo, ma tanto basta per darmi il senso della grandezza umana che ti porti nel cuore. Hai tutta la mia stima, per quel che può valere.
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Sono disgustato dall’ipocrisia e la rassegnazione dei commenti appena letti (della serie che -certo esiste un colpevole, ma finchè non abbiamo prove certe non possiamo permetterci certe accuse-). Un ragionamento del genere è una mano aperta alla morale benpensante che ormai campeggia nella nostra società da secoli (sarà forse ora di cambiare qualcosa? A partire da noi stessi ovviamente…). Tra l’altro è la tipica retorica burocratica-politica (sì proprio quella delle lacrime di coccodrillo e delle belle parole di vicinanza espresse almeno una volta l’anno, quando succede qualcosa di vergognoso -vedi lacrimogeni dal ministero, vedi terremoti vari-).
Ci sarà un colpevole delle discriminazioni, di quelle più infamanti e di quelle più scherzose e demenziali, ma senza alcuna ombra di dubbio la colpa è collettiva: vogliamo pensare a tutti i suoi compagni che avranno pensato -Ma sì, scherzeranno- o -Non è niente, ci pensa da solo a farsi rispettare-. L’indifferenza forse in questi casi fa più vittime della discriminazione. Colpevoli sono tutti i genitori che non hanno educato i loro figli alla solidarietà piuttosto che lasciarli marcire al virus della rassegnazione (certamente non si salvano dalle accuse i genitori degli omofobi, eh!).
Per farvi capire questo concetto di colpevolezza collettiva riguardo il fatto trattato, basterebbe una citazione di Pasolini: “Io so, ma non ho le prove”.
Colgo l’occasione per fare i miei più vivi complimenti alla magnifica blogger, al suo stupendo blog e alla sua spettacolare capacità critica.
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ma quando finirà tutto questo ? ho una figlia ed un figlio come si dice : normali giuro che li avrei preferiti “diversi” per insegnar loro a vivere in un mondo di ……………………… mettete voi gli aggetivi
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Brava Valentina nel tuo impegno educativo con il figlio,anche se il nostro comportamento molto spesso dipende dalla sensibilità degli individui e da una certa Cultura ereditata dal fascismo ; i ragazzi e le ragazze vivono in famiglia poche ore al giorno, oggi meno di ieri, quindi è eccessivo prendersi dei meriti o dei demeriti. Il suicidio di chiunque, ed in particolare di un ragazzo di quindici anni, deve farci riflettere tutti quanti perchè non può esserci una causa unica, dobbiamo cercare di capire, a partire da noi stessi, quali possono essere state le cause concomitanti a far rifiutare a questo ragazzo tutto l’esistente: società, cultura, mezzi d’informazione, conportamenti singoli e collettivi. Gianni Landi
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Leggi contro l’omofobia, contro la violenza sulle donne, per il diritto di vivere senza discriminazioni servono ORA SUBITO
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