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Sugli arresti in Italia contro la comunità kurda!


COMUNICATO STAMPA DELLA CONFEDERAZIONE COBAS

E’ dalle elezioni del marzo 2009 in Turchia – quando il DTP/partito “ filokurdo” ha ottenuto l’8% dei voti nazionali e 22 deputati(13 donne); il 75% dei voti nel Kurdistan – che le massime istituzioni militari e il Governo Erdogan , hanno accentuato la repressione nei confronti del popolo kurdo.
Lo scioglimento del DPT deciso dalla Corte Suprema controllata dai militari, la decadenza dei deputati Kurdi, oltre 500 arresti di dirigenti e attivisti del DTP, la distruzione di numerosi villaggi e ancora migliaia di profughi, oltre 1500 bambini-ragazzi arrestati/condannati a enormi pene, ne sono le conseguenze.
Ora il disegno repressivo Turco – si rivolge contro le Comunità Kurde in esilio in Europa, nonostante la “ road map”di Ocalan ( da oltre 10 anni nel lager di Imrali) e del PKK , proponenti la “ soluzione democratica” , ovvero una Turchia con una costituzione democratica (non più sottoposta ai diktat delle gerarchie militari) in cui convivano e si rispettino le “ minoranze Kurde, Aluite,Armene,…(oltre 50 milioni)”.
Da ieri in tutta Italia è scattato un blitz, con arresti e perquisizioni di centinaia di kurdi – di espulsioni in Turchia per coloro senza permesso di soggiorno( nonostante il “ divieto internazionale” verso gli stati che torturano e/o applicano la pena di morte) – per una ipotesi di reato assurda , quella “ di aver organizzato campi di addestramento per futuri guerriglieri inquadrati nel PKK”.
Essendo a conoscendo della situazione delle comunità kurde in Italia appare inverosimile questa accusa: la guerriglia in Kurdistan ha tutto il territorio che gli occorre , non ha minimamente bisogno di “ basi in Europa”.
Questa “ retata” , ci appare più dettata dalla ragion di stato, a cui si piegano il governo e gli inquirenti nostrani , proni agli affari con la Turchia e dimentichi dell’assoluta mancanza del rispetto dei diritti umani-civili-politici di un paese che attende di entrare in Europa e che ha collezionato ancora nel 2009 centinaia di sentenze colpevoli da parte della Corte Europea di Giustizia.

Il comunicato delle Comunità Kurde in Italia che segue, testimonia l’impegno al “ progetto democratico” in Turchia, sconfessando i blitz e i teoremi politico-giudiziari italiani.
Alle Comunità Kurde perseguitate e demonizzate va la solidarietà e l’incoraggiamento della Confederazione Cobas , l’impegno di contribuire a far cadere questa montatura per far prevalere senza tentennamenti la “ strategia democratica”.
Alla vigilia del 1° marzo , giornata di mobilitazione nazionale a sostegno dei diritti degli immigrati e degli asilanti, nelle iniziative già programmate rivendichiamo oltremodo la liberazione degli arrestati e il blocco delle espulsioni.

Roma 27 marzo 2010 Confederazione Cobas

COMUNICATO STAMPA delle comunità kurde in Italia

La Turchia ha avviato una campagna di criminalizzazione della popolazione kurda in Europa e di tutte le sue espressione associative che promuovono eventi e manifestazioni di carattere sociale e culturale.
Riteniamo che l´operazione di polizia di questa mattina, che ha portato al fermo di diverse persone, rientri in quest´ottica e che l´unico obbiettivo che si tenta di perseguire attraverso ciò, non sia altro che attaccare con forza il diritto del popolo kurdo di auto-organizzarsi e di rendere ancora più difficile la vita di una popolazione che è stata obbligata con la forza a lasciare il proprio paese.
Riteniamo che questo atteggiamento, parallelo a quello che ha portato in Turchia all´arresto di oltre 1500 tra sindaci, amministratori locali, rappresentanti politici, sindacali e della società civile kurda, sia un ostacolo serio allo sviluppo di una dialettica democratica e dia forza esclusivamente al partito della guerra che, in Turchia, vede la vera minaccia alla sua esistenza nella pace e nel dialogo.
Dalle prime informazioni trapelate dalla stampa viene affermato che, in Italia, non sarebbero state trovate armi ed allora sembra divenire anche un crimine il solo incontrarsi per discutere di cultura, politica o delle condizioni socio economiche del popolo kurdo in Europa ed in Kurdistan.

La comunità kurda, che in Italia persegue esclusivamente un disegno di promozione sociale e proprio miglioramento economico, non ha nessun interesse, tantomeno nessuna intenzione, di creare delle minacce per la Turchia e si batte per la convivenza civile e pacifica delle due popolazioni e perché possa essere raggiunta una soluzione equa e democratica della questione kurda in Turchia.
Siamo comunque fiduciosi nel lavoro della magistratura italiana e speriamo che questa situazione possa essere presto risolta in maniera positiva senza discriminare ulteriormente il popolo kurdo.
Tale operazione, inoltre, rende assai più difficile l´attività solidaristica di tutte quelle organizzazioni non governative ed associazioni che si battono per la pace in Turchia ed in tutto il Medio oriente.
Chiediamo alla società civile italiana ed alla opinione pubblica di agire per far si che i diritti fondamentali del popolo kurdo vengano rispettati. Il popolo kurdo è costretto a vivere in esilio a causa di una guerra, scatenata dalla Turchia contro la popolazione civile kurda e che, con la scusa della lotta al terrorismo ha portato, sino ad oggi, alla distruzione di oltre 4500 villaggi ed all´esodo di circa 5 milioni di profughi.
Speriamo che, almeno l´Europa, possa garantire il diritto del popolo kurdo all´esistenza e ad un futuro di libertà.

Le comunità kurde in Italia

 

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