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Nasce l’Epicentro Solidale a Fossa

9 aprile 2009 1 commento

COMUNICATO STAMPA
Le realtà e i movimenti di lotta di Roma a sostegno delle popolazioni abruzzesi colpite dal sisma: Epicentro Solidale a Fossa da oggi 8 aprile

Le realtà e i movimenti di lotta di Roma, composti da precari, migranti, studenti, occupanti di case e di spazi sociali, procedono da lunedì nella raccolta indipendente di aiuti – a sostegno delle popolazioni abruzzesi colpite dal sisma. Da oggi mercoledì 8 aprile, è stato stabilito nella località di Fossa (L’Aquila) l’Epicentro Solidale: un punto di convergenza per l’afflusso continuo degli aiuti e la loro distribuzione a Fossa come in tutti centri vicini che ne necessitano. Vogliamo già rendere noto, ringraziando tutti coloro che si sono attivati, che nei punti di raccolta dislocati nella città, già in 2 giorni è stato raccolto e distribuito un enorme quantitativo di beni di prima necessità e che le raccolte andranno avanti sino a venerdì 10 aprile, per riprendere nella prossima settimana con modalità che comunicheremo. Il trasporto dalla capitale e la distribuzione presso le comunità abruzzesi degli aiuti raccolti sarà in carico alle attiviste e agli attivisti che da oggi si turneranno in squadre, con furgoni-navetta che faranno la spola tra Roma e Fossa.
L’Epicentro Solidale nasce e si disloca a Fossa grazie all’iniziativa autonoma e dal basso delle realtà e delle reti di movimento romane che hanno attivato un contatto diretto con realtà locali dell’Aquilano. L’Epicentro Solidale lavorerà in cooperazione con le comunità locali e con le strutture di primo soccorso già stabilite in loco. Sino a quando continueranno le operazioni di ricerca dei dispersi e fino alla fine dello sciame sismico l’Epicentro Solidale continuerà a funzionare come punto di snodo di tutto il materiale raccolto in forma indipendente dal movimento romano in questi giorni. Nella fase successiva invece l’Epicentro Solidale si trasformerà in campo permanente di sostegno alle comunità sfollate quando la fine dello sciame sismico consentirà di stabilire delle strutture volontarie.
Proprio a questo scopo si raccolgono già da ora le disponibilità di volontari per l’attivazione di queste strutture e soprattutto di insegnanti disposti a sostenere una delle esigenze già manifestata dai giovani e dalle famiglie del luogo, quella di poter terminare l’anno scolastico.
Infine informiamo che da oggi è anche disponibile una infoline direttamente presso l’Epicentro Solidale di Fossa, i cui numeri sono: 3473237703 e 3664137433
I compagni e le compagne di Roma

I punti di raccolta sono:
Loa Acrobax, via della vasca navale 6 giovedì e venerdì tutto il giorno
Csoa Forte Prenestino
, via federico delpino giovedì e venerdì dalle 12 in poi
Ex Snia Viscosa, via prenestina giovedì sera a partire dalle 19
Area 51, via bacciarini 12 giovedì e venerdì dalle 15 alle 20
Porto Fluviale, via del porto fluviale 12 giovedì e venerdì dalle 17 alle 21
Regina Elena, via del Castro Laurenziano giovedì e venerdì dalle 17 alle 21
Ex Cinema Volturno, via Volturno 37 giovedì e venerdì dalle 17 alle 21
Per info su Roma 3394611835 e 3295638652

LISTA DI PACIFISTI DA AMMAZZARE!

12 gennaio 2009 26 commenti

Incredibile quello che si trova su questo sito: http://stoptheism.com/
Un sito con una lista di persone da uccidere, di europei, americani e australiani che dedicano la loro vita alla popolazione di Gaza, persone che fanno parte dell’International Solidarity Movement, le sole che in questo periodo ci stanno dando quotidiane informazioni su quello che accade nella Striscia di Gaza. C’è il volto di Vittorio Arrigoni e di chi è con lui.
Su questo sito potete leggere i loro nomi, vedere i loro volti su diverse fotografie affiancate ad un vero e proprio incitamento all’assassinio.
E’ chiaramente scritto che queste persone devono diventare “A TARGET OF IDF FORCES ”

 

Un articolo a riguardo preso da Megachip,  a firma di Pino Cabras:

L’incitazione è esplicita: uccidere un gruppo di persone, con nome e cognome, abitudini e idee, appartenenze politiche e immagini facilmente identificabili. Chiedono la collaborazione di delatori per completare le liste con gli indirizzi. La schedatura è esplicitamente rivolta ai militari, quelli israeliani, se non ci pensano altri killer, per facilitarli nell’eliminazione fisica di “pericolosi” bersagli: i nemici da colpire sono gli attivisti occidentali – infermieri e altri volontari – che lavorano e sono testimoni di quanto succede nei Territori occupati.

palpeaceflag Tutto questo lo potete leggere in un sito web, gestito da un gruppo di estremisti, una sorta di Ku Klux Klan ebraico americano: Stop the ISM. Può essere di interesse far notare che fra i bersagli c’è anche un cittadino italiano, Vittorio Arrigoni, di cui abbiamo letto i toccanti reportage da Gaza.

Il tenutario del sito è Lee Kaplan. È uno dei tanti agitatori fascisteggianti della pancia reazionaria americana, un coagulo che ultimamente ha preso piede sia nell’ambito dei movimenti cristianisti, sia nelle frange del fondamentalismo ebraico, ora uniti in un inedito oltranzismo anti-islamico. In USA la saldatura fra questi ambienti si è rafforzata, tanto che Kaplan talora ascende anche al salotto buono, si fa per dire, dei talk show con la bava alla bocca, su Fox News. Ma si rafforza soprattutto in Terrasanta. I fondamentalisti ebrei controllano gli insediamenti coloniali più estremisti dei territori (come già si leggeva in un libro di Israel Shahak e Norton Mezvinsky, Jewish fundamentalism in Israel, London, Pluto Press, 1999). I fondamentalisti cristiani li appoggiano per accelerare l’avvento dell’Armageddon, la lotta finale fra il Bene e il Male, che proprio da quelle parti dovrà svolgersi.
Forse per portarsi un po’ di lavoro avanti, il signor Kaplan lascia briglia sciolta al sito per sollecitare l’eliminazione di Arrigoni e altri. Non senza profetizzare che il governo italiano non si preoccuperà più di tanto se qualcuno provvederà all’auspicata «rimozione permanente» del nostro connazionale.
Lo ripetiamo: questi auspici criminali non appaiono in un forum semiclandestino, ma in un sito accessibile gestito da un noto personaggio pubblico.
Ora, dal momento che anche le forze armate israeliane non vogliono testimoni nello scempio di Gaza, e il nostro mainstream si è subito docilmente accodato rispettando il divieto, siccome l’unica voce ci giunge da Arrigoni, in tal caso facciamo due più due e fiutiamo un grosso pericolo. Abbiamo visto che lì non si va per il sottile, se già vengono bombardati ospedali, ambulanze, scuole, e se si prende di mira qualunque soccorso.
Mentre la conta dei morti ammazzati a Gaza si avvicina a quota mille, accade una cosa singolare. Il cumulo di cadaveri non si può più nascondere sotto un editoriale di Bernard-Henry Lévy, l’uso di armi orrende – che un domani vedrete proibire – nemmeno. I giornali nostrani cominciano timidamente a parlarne. Ma non in prima pagina e in apertura, come abbiamo fatto già diversi giorni fa su questi schermi, ma a pagina dieci e in taglio basso.

Nascondere non si può. Ma diluire, questo sì. E questo i nostri grandi organi di informazione lo fanno benissimo. In attesa di chissà cosa, un successo politico militare, una chimera, la fine di Hamas. A che prezzo? È in atto la censura più sottile, ma questa sottigliezza non la salva dall’essere accostata alla censura più violenta e più minacciosa, quella che vuole colpire chi vuole salvare il popolo palestinese dalla sua distruzione. 
Tanti intellettuali italiani indicano inorriditi il dito insanguinato del Movimento di Resistenza Islamico (Hamas), ma non vedono la luna desolata degli altri fondamentalismi che egemonizzano sempre di più la classe dirigente israeliana. L’idea che le forze armate israeliane difendano i Lumi contro la barbarie è un ideologismo foriero di tragedie, dal quale è bene liberarsi con un’operazione onesta di ricognizione storica e politica della memoria mediorientale. Il racconto di quel che accade ora è un passo fondamentale, con tutti i testimoni da rispettare.