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L’Egitto e “i parenti di Dio”


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Non solo non ho modo di aggiornare queste mie pagine, ma nemmeno di seguire come voglio la rivolta egiziana e un po’ tutto quello che in quella larga sponda di mediterraneo sta accadendo da giorni e in queste ultimissime ore.
Niente connessione, vivo e forse vivrò ancora una manciata di ore, in un batuffolo di ovatta che mi fa venire ancora più voglia di andare a guardare con i miei occhi, di salpare e attraccare sull’altra riva dello stesso identico mare.
Sentire le urla di quelle piazze, sentire il fischio di quegli spari che assomiglia a tutti gli altri, lui si.
non posso far altro che starci col cuore… e queste righe sono di quanto più bello mi è venuto in mente ora, per l’Egitto e le sue barricate. Per quel desiderio di libertà che sa montare sui carri armati.

Il Cairo, 25 gennaio 2011

Una volta il governatore della città veniva
solo per chiamare la gente alla moschea
il venerdì
e nella sua eccelsa omelia affermava
di appartenere ai prediletti di Dio
ai fedeli di Dio
agli amici di Dio.

Una volta il governatore
di questa città conquistata,
piegata,
triste
veniva solo per dichiarare di essere il rappresentante personale,
il portavoce di Dio.
Mi è forse consentito
chiedere all’Altissimo
se ha concesso loro un’esclusiva
sigillata e firmata
affinché siedano sul collo del nostro popolo
sino all’eternità?
Se ha ordinato a costoro
di distruggere il nostro paese
e di annientarci come grilli
per decreto divino
e di malmenarci
per decreto divino?
Se tu chiedessi a uno di questi governanti
chi gli ha concesso di occuparsi nella vita terrena delle nostre questioni
ti risponderebbe che sei un ignorante
se non sai che lui
é imparentato con Dio.

Il Cairo, plotoni e pane

Voglio gridare:
Oh Dio! Sei tu che hai nominato il ministro del Tesoro?
Allora… perché è scoppiata la povertà?
Perché si è perduta la pazienza?
Perché sono peggiorate le cose?
Il nostro piatto principale è la spazzatura.
Gli uccelli nel nostro paese non trovano più avanzi da mangiare.
Forse l’aumento del prezzo del pane é una questione che riguarda Dio?
E pure l’aumento del ful? Dell’hummus?
Dei sottaceti, del crescione , é una faccenda che riguarda Dio?
Forse l’incremento delle morti e dei sudari è cosa che riguarda Dio?
Allora perché i potenti mangiano caviale mentre noi mangiamo le scarpe?
Allora perché i burocrati bevono whisky mentre noi beviamo fango?
Perché il povero nel nostro paese non distingue la pagnotta di pane dalla mezzaluna?
E perché nel ventre delle madri i figli si suicidano?

Il Cairo e l'Intifada

Vorrei chiedere all’Altissimo
Se ha loro insegnato
a trasformare la nostra pelle in tamburo,
a lavarci il cervello,
a insultare le nostre donne,
a montarci come asini e cavalli.
Desidero chiedere all’Altissimo
Se ha ordinato loro di spezzarci le ossa,
di spezzare le nostre penne,
di uccidere il soggetto e l’oggetto,
di impedire ai fiori di sbocciare nei prati.

Desidero chiedere a Dio
se ha dato loro
un assegno in bianco
per comprare Versailles e il Regno Unito,
Babilonia e i giardini pensili,
e per comprare la stampa mercenaria.
Se ha dato loro un assegno in bianco
Affinché comprassero la corona britannica e i palazzi,
e le donne in gabbia come uccelli
e la verde luna nel cielo di Nishapur.

Infine voglio chiedere
a Dio
Se è diventato loro parente
per davvero.
Se tra gli uccisori del suo popolo
vi sono parenti di Dio.

NIZAR QABBANI
_IL FIAMMIFERO è IN MANO MIA E LE VOSTRE PICCOLE NAZIONI SONO DI CARTA_

 

Il Cairo _"Non ci fermiamo più"

Foto di Valentina Perniciaro -ridatemi mio figlio com'era prima-

  1. ginodicostanzo
    30 gennaio 2011 alle 00:36

    Credo siano ancora in una fase in cui vedono l’esercito come “garante” di istanze di giustizia in contrapposizione alle forze di polizia filogovernative e assassine. Se la mia impressione è giusta direi che siamo ancora lontani dal trasformare la fame in coscienza, la dittatura in qualcosa d’altro… Del resto la lotta sta coraggiosamente continuando, pagando il suo immane prezzo di vite umane… stiamo a vedere e speriamo bene…

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  2. ginodicostanzo
    30 gennaio 2011 alle 00:45

    ah, il testo è bellissimo… forse saccheggerò anche questo…
    😉

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  3. 30 gennaio 2011 alle 11:04

    Che poesia eccezionale. Sai per caso se è mai stata messa in musica (alcune poesie di Qabbani sono diventati canzoni) e dove trovare il testo originale?

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  4. 30 gennaio 2011 alle 21:56

    sai che non lo so?
    Khalife ne ha musicate tante e non solo lui!
    E’ molto famosa, sicuramente da quel venditore di cassette all’angolo tra i bimbi che vendono i fichi d’india sbucciati e il liutaio …
    in quel vicoletto damasceno…
    😉

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  5. carionauta
    31 gennaio 2011 alle 18:16

    leggevo poesie che ……. qui ho letto un verso che invece…… “E perchè nel ventre delle madri i figli si suicidano?”.
    Un verso spesso si dice “bello”, più propriamente questo verso “volge” verso ripensamenti e riflessioni …. .

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  6. fishcanfly
    31 gennaio 2011 alle 19:46

    Mi ha colpito molto il testo, soprattutto ‘perchè i figli nel ventre delle madri si suicidano?’. Ottimo articolo, spero potrai leggere il mio sullo stesso tema!

    http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/01/31/il-pane-della-rivoluzione/

    A rileggerci 🙂

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  1. 1 febbraio 2011 alle 07:52
  2. 1 febbraio 2011 alle 08:08

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