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I buoni propositi…


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Buon anno

  1. gianni
    1 gennaio 2013 alle 09:24

    Chi sa se in India esistono corsi di Kendo (arte marziale che utilizza il bastone) e di Karate?Potremmo suggerirlo alle donne indiane! Lo sapete che esistono anche “bastoni animati”?Bastoni animati che all’interno possono avere un nerbo d’acciaio od una spada od anche un colpo solo di pallottola! un tempo,in Italia, si trovavano dai rigattieri, ma può darsi che siano stati fatti requisire da quel bastardo di Fanfani quando fece approvare una legge che alle manifestazioni non si potava andare con il casco e con i bastoni; comunque noi ci andavamo con i manici di piccone con una bandierina rossa in cima! Questi sono i nostri buoni propositi per il 2013 in India ma validi in tutto il mondo vista l’aria che tira! Auguri a tutti i compagni di “buona volontà” Gianni Landi

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  2. icittadiniprimaditutto
    1 gennaio 2013 alle 11:07

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

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  3. anna
    1 gennaio 2013 alle 18:10

    Jab ahl-e-safa-Mardud-e-haram,
    Masnad pe bithaiye jayenge
    Quando gli eretici e gli oltraggiati,
    Siederanno in alto
    Sab taaj uchhale jayenge
    Sab takht giraye jayenge
    Tutte le corone verranno strappate via
    Tutti i troni saranno rovesciati
    (Hum dekhenge –Saremo testimoni di Faiz Ahmed Faiz)

    (…) L’insurrezione nelle campagne indiane, in particolare nel cuore tribale del paese, lancia una sfida radicale non solo allo stato indiano ma anche ai movimenti di resistenza. Mette in dubbio l’idea comunemente accettata di cosa siano il progresso, lo sviluppo e in pratica la civiltà stessa. Mette in dubbio l’etica, oltre che l’efficacia di diverse strategia di resistenze (…).
    (…) Nei villaggi anche i bambini sanno che la polizia lavora per le “aziende” e che l’operazione Caccia Verde non è una guerra contro i maoisiti. È una guerra contro i poveri.
    Quello che sta succedendo non è affatto di poco conto. Assistiamo alla democrazia che si rivolta contro se stessa e cerca di divorare le proprie membra. Assistiamo increduli a quelle membra che rifiutano di farsi divorare.
    Possiamo aspettarci che un’alternativa a quella che appare la morte certa del pianeta scaturisca dall’immaginazione che per prima ha dato origine a questa crisi? Sembra improbabile.
    (…) L’alternativa, se c’è né una, emergerà dai luoghi e dalle persone che hanno resistito all’impulso egemonico di capitalismo e imperialismo invece che farsene cooptare.
    Qui in India, anche in mezzo a tutta questa violenza ed avidità, c’è ancora una speranza immensa. Se qualcuno può farcela siamo noi. Abbiamo ancora una popolazione non del tutto colonizzata dal sogno consumista (…). Cosa più importante di tutte, l’India ha ancora una popolazione di quasi cento milioni di adivasi. Sono loro che conservano i segreti di una vita sostenibile. Se scompaiono, quei segreti li poteranno con sé (…).
    Se c’è qualche speranza per il mondo, non risiede nelle stanze delle conferenze sul cambiamento climatico o nelle città piene di grattacieli. Si trova in basso, rasoterra, abbracciata alle persone che danno battaglia ogni giorno per proteggere le loro foreste, le montagne e fiumi perché sanno che le foreste, le montagne e i fiumi proteggono loro.
    Il primo passo per immaginare da capo un mondo che ha preso una direzione sbagliatissima sarebbe fermare l’annientamento di chi immagina cose diverse, con un’immaginazione che sta al di fuori del capitalismo e del comunismo (…).

    Arundhaty Roy – In marcia con i ribelli

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