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Gramsci e la “tessera della libertà”
Antonio Gramsci I diritti del cittadino [La tessera della libertà]
La tessera per il pane non basta – sostieneil «Corriere della Sera» – è necessario introdurre anche la tessera della libertà. E geniale, non è vero? Tanto geniale che ci rendiamo subito solidali con la proposta, rendendola subito concreta.
La tessera potrebbe consistere in una legge che affermasse:
- Un cittadino italiano che venga arrestato, non può per più di dieci giorni essere tenuto all’oscuro sulle cause del suo arresto, ma deve entro dieci giorni essere condotto dinanzi al suo giudice naturale, e riottenere la sua libertà anche se provvisoria.
- L’arresto preventivo èmantenuto solo per gli accusati di colpe gravissime – quando gli indizi della colpevolezza siano tali da fare apparire probabilissima la condanna – e non deve mere prolungato per un termine superiore alla misura minima della condanna.
- Gli agenti, i giudici, i carcerieri, per colpa dei quali un cittadino viene arbitrariamente privato della libertà, sono tenuti a pagare al malcapitato una indennità in solido ciascuno di lire diecimila, da scontarsi in tanti, giorni di prigione in caso di insolvibilità, con iscrizione nella fedina penale, rimozione dall’impiego e perdita dei diritti civili per cinque anni.
La tessera importa una limitazione, ma deve anche importare una garanzia sicura e concreta del minimo di libertà accordato. La tessera non deve essere solo per i cittadini comuni, deve anche essere per i cittadini tutori. E rigorosa, per gli uni, ma specialmente per gli altri. Non deve capitare come per lo zucchero.
La libertà, come il pane, deve essere garantita: la tessera della libertà, come questa da noi invocata, esiste da quasi tre secoli in Inghilterra, paese alleato, che combatte anch’essa la guerra per la libertà e la giustizia. La introduca anche il governo italiano, e sia pure per decreto luogotenenziale. Ma l’Italia del «Corriere della Sera», che ammira l’Inghilterra per i suoi miliardi, intende tessera… italiana; per lo zucchero, senza zucchero; per il pane, senza pane; per la libertà, con Bava-Beccaris e con gli stati d’assedio.
10 settembre 1917
Ciao Abdul!
Abdul William Guibre, 19 anni, italiano, originario del Burkina Faso e residente a Cernusco sul Naviglio.
Ammazzato a sprangate.
L’ennesimo morto che sento mio, che mi rende cieca di rabbia e odio.
L’ennesimo morto che palesa l’atmosfera del nostro paese, del razzismo dilagante e trasversale che bagna di sangue le nostre strade sempre più spesso. Viviamo intrisi di una mentalità squadrista che nemmeno può definirsi fascista…perchè questi due assassini balordi non sono dei militanti, non sono di quelli che escono col coltello in tasca per “puncicare” un immigrato, un comunista, o qualcuno di un’altra squadra.
Peggio ancora, questa gentucola difende il proprio fortino a mano armata, difende la proprietà privata uccidendo senza nemmeno pensarci, questa gente si fa giustizia da sola ammazzando sempre e comunque il più debole. Questa gente pensa che il nemico sia il nero, il migrante, il precario, il libero pensatore che parla e lotta….e non i padroni, gli sfruttatori, il liberismo sfrenato che ci porta ad odiare tutto quello che potrebbe mettere a rischio la propria miseria. Miseria, perchè non è altro che miseria.
Una miseria di stampo fascista ma non solo. Una miseria da bottegai.
Un popolo di bottegai, pronto a sparare su chiunque è diverso, su chiunque non accetta questo fottuto ordine delle cose. Ancora un morto, da piangere TUTTI.
L’ennesima prova di quanto bisogna rimboccarsi le maniche…di quanto urge cambiare le cose, stare in mezzo alla gente, parlare, creare reti di lotta, crescita, dibattito e anche autodifesa.
Dobbiamo difenderci, dobbiamo mettere in conto che lo scontro arriverà e nessuno potrà rimanerne fuori.
Dovrebbero pagarla cara…i bottegai giustizieri, i cittadini che pensano e commentano che tutto ciò è normale… che “se era il tuo di bar cosa avresti fatto?”.
Dovrebbero assaggiarla una sprangata in testa, almeno imparerebbero a star zitti, a non sentirsi superiori a nessuno, fascisti assassini bottegai merdosi.
Ciao Abdul. Il tuo sorriso vivrà in chiunque lotta per un mondo diverso. Non un mondo migliore, ma un mondo completamente “altro”.
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