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In Cina a colazione mangiano il padrone…
Cavolo…l’Asia è in fermento. O meglio la sua classe operaia, super sfruttata e in corsa verso una crescita economica mostruosa.
Dopo le notizie degli operai in sciopero/occupazione in Corea del Sud, ormai sotto costante minaccia di più di 6000 celerini fuori i cancelli,
ci arriva la notizia dalla Cina di un linciaggio avvenuto per mano di centinaia di operai che hanno bastonato a morte, non permettendo i soccorsi, un uomo molto importante per il capitalismo cinese.
Per ora incollo la notizia così come è apparsa sul Corriere della Sera, in attesa di aggiornamenti
PECHINO (CINA) — Migliaia di operai urlanti hanno inseguito il direttore generale di una società dell’acciaio e lo hanno massacrato a colpi di pietre e bastoni. È successo a Tonghua, nella provincia di Jilin, nel Nordest della Cina. La vittima, Chen Guojun, un quarantenne dirigente della Jianlong Steel Holding Company, azienda statale dell’acciaio, si è presentato a Tonghua, dove è attiva una società locale che opera anch’essa nel campo dell’acciaio, la Tonghua Iron and Steel group.
Il compito di Guojun era quello di operare una fusione tra la sua azienda e la Tonghua Iron and Steel group. In pratica la compagnia Jianlong avrebbe assorbito l’acciaieria di Tonghua. Gli operai si oppongono alla fusione dei due gruppi perché avrebbe come conseguenza il licenziamento di migliaia di persone. Sembra che dei 30 mila operai di Tonghua, circa 10 mila avrebbero perso il lavoro. Di qui la reazione furibonda. Quando Guojun è arrivato da Pechino ha trovato migliaia di uomini minacciosi che hanno circondato la sua auto. Il dirigente è riuscito a sgusciare fuori dalla vettura e ha cercato scampo lungo le scale dell’edificio in cui si trovano gli uffici aziendali. Non è andato lontano. Torme di operai inferociti lo hanno inseguito colpendolo alla testa con randelli e scagliandogli addosso mattoni e pietre. Nel frattempo migliaia di lavoratori facevano muro per impedire alla polizia di intervenire. Gli agenti che hanno cercato di forzare il blocco sono stati aggrediti e si sono visti incendiare tre auto.
Gli operai non si sono mossi nemmeno quando la sirena di un’ambulanza, chiamata per soccorrere il dirigente, cercava di convincerli a lasciare un varco libero. Chen Guojun, secondo il Centro informazione per i diritti umani di Hong Kong, è stato lasciato morire sulle scale. Come ha confermato un ufficiale della polizia al giornale South China Morning Post . «È vero. L’aggressione c’è stata. La gente ha impedito all’ambulanza e ai medici di portare soccorso». All’origine della rivolta pare che ci fosse anche il risentimento nei confronti del manager Guojun per i suoi alti guadagni. L’anno scorso ha incassato 3 milioni di yuan, una cifra enorme per la Cina, che corrisponde a poco più di 300 mila euro. Secondo una tv locale, dopo la violenta reazione degli operai, il governo ha deciso di «accantonare in via permanente » la fusione delle due aziende. E questo ha riportato la calma. La fusione tra aziende dell’acciaio risponde a un progetto che l’amministrazione di Hu Jintao ha varato da tempo. La Cina è il più grande produttore al mondo di acciaio, ed è anche il maggior consumatore di questo metallo. La politica di Hu Jintao, molto statalista, mira a creare, attraverso fusioni aziendali, dei colossi in grado di sfidare qualunque holding sul piano mondiale. Decine di aziende sono state accorpate e oggi nel campo dell’acciaio operano tredici grandi gruppi cinesi. Ma il piano di fusione si scontra con la reazione degli operai timorosi di perdere il lavoro. A parte l’episodio di Tonghua, si sono già verificate rivolte anche in altre località.
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