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Israele e la guerra mediatica

26 febbraio 2009 Lascia un commento

I Bloggers si arruolano per la guerra mediatica
Sono all’incirca un migliaio gli ebrei, sia residenti in Israele sia residenti all’estero e di lingua straniera, che hanno aderito come volontari alla chiamata dell’Esercito dei Bloggers creato dal Ministero per l’Integrazione e dal Ministero degli Esteri israeliani con l’obiettivo di inondare la rete di blogs che diffondano opinioni filo-Israele.censura-1
Arye Sharuz-Shalicar, trentunenne i cui genitori emigrarono dall’Iran in Germania, è un vero e proprio genio delle pubbliche relazioni. Parla il persiano, il tedesco, il francese e lo spagnolo e se la cava piuttosto bene anche con il russo, il turco, l’arabo e l’italiano.
Sharuz-Shalicar è uno dei soldati in prima linea nel nuovo esercito di bloggers che il Ministero per l’Integrazione, in collaborazione con il Dipartimento di Pubbliche Relazioni del Ministero degli Esteri, ha deciso di istituire subito dopo la conclusione dell’Operazione Piombo Fuso nella Striscia di Gaza.
Il Ministero per l’Integrazione sta reclutando volontari sia tra gli ebrei recentemente immigrati in Israele sia tra quelli che vivono all’estero, che abbiano la possibilità di accedere ad un computer e che parlino almeno una lingua straniera; a questi volontari viene richiesto di dare un contributo per migliorare le relazioni pubbliche di Israele su Internet. Questa campagna è stata ufficialmente lanciata la scorsa settimana.
Nel mirino di questo particolare esercito ci saranno i blogs considerati problematici, commenti e repliche, social networks e sondaggi d’opinione online, i video su Youtube e molto altro.
Il ministro si è detto davvero meravigliato di fronte all’enorme adesione suscitata da questa iniziativa. Più di mille candidati hanno inviato una richiesta di partecipazione, 350 di loro parlano russo, 250 inglese, 150 spagnolo, 100 francese e 50 tedesco.censuraMa non sono solo queste le lingue padroneggiate dai volontari, che conoscono anche: portoghese, svedese, olandese, italiano, rumeno, ungherese, polacco, greco, bulgaro e danese. Ed hanno offerto il loro aiuto anche ebrei con padronanza del persiano, del turco e dell’arabo. Il ministro ha perfino ricevuto una candidatura da un volontario con conoscenze di cinese.
Il 60% dei candidati è rappresentato da ebrei residenti in Israele, alcuni da molto tempo, altri trasferitisi solo di recente. Nel restante 40% troviamo ebrei che vivono nella Diaspora, israeliani che vivono all’estero e perfino non ebrei che sostengono Israele e che desiderano darsi da fare.
Il Ministero per l’Integrazione ha condiviso tutti i dettagli delle candidature con il Ministero degli Esteri, che ha inviato loro via mail tutte le istruzioni necessarie, compresi alcuni video che potrebbero essere d’aiuto per questa attività.
Il Ministero per l’Integrazione avrà, perciò, la responsabilità del reclutamento, mentre il Ministero degli Esteri quella della gestione dei volontari online. Ogni volta che il Ministero identificherà segnali di tendenze anti-israeliane in un blog in lingua straniera, in un sito di informazione o in qualunque altro tipo di sito web, lo segnalerà immediatamente ai volontari in modo che possano inondarlo di opinioni filo israeliane.
Il Direttore Generale del Ministero per l’Integrazione Erez Halfon ha commentato, “Questa è una straordinaria opportunità per i nuovi ebrei immigrati in Israele, che hanno sempre rappresentato un nucleo sionista molto forte, per sentirsi davvero parte attiva nel dare un contributo al miglioramento dell’immagine di Israele nel mondo. Gli ebrei immigrati di lingua straniera rappresentano una vera e propria risorsa ed è importante che la si utilizzi al meglio. Dal nostro punto di vista è stato come se un’emergenza avesse fatto sentire il suo richiamo e devo dire che sono davvero eccitato di fronte ad una risposta di simili proporzioni”.
Noam Katz, direttore del Dipartimento di Pubbliche Relazioni del Ministero degli Esteri, ha detto, “Stiamo ora riflettendo su come poter utilizzare questi volontari, non solo durante situazioni di conflitto, ma anche in periodi di tregua e regolarità.”
 
DA: YnetNews.com

Grande Peres!

26 febbraio 2009 1 commento

Per la prima volta mi trovo in sintonia con un esponente politico israeliano.
Per la prima volta mi sento di sostenere in toto le sue dichiarazioni.
Per la prima volta spero si avverino le parole di un israeliano. Ci auguriamo che l’invito venga accettato.

“Se non te la senti di vivere nel tuo paese, il mio è un invito. Sei benvenuto in Israele. L’unica cosa che devi sconfiggere è la paura, perché ho visto morire tante persone che vivevano con la paura e sopravvivere altre che non temevano di vivere in condizioni estremamente difficili” ha dichiarato Shimon Peres in un incontro con Roberto Saviano, autore di Gomorra. Poi ha ovviamente proseguito delirando e dichiarando “Anche noi abbiamo la nostra camorra, caro Saviano. Si chiama Hamas. Non ha un obbiettivo razionale. E’ brutale. Ammazza anche le sue donne e i suoi bambini. E’ la nostra mafia incivile. Due settimane fa è morto Huntington, lo scrittore che teorizzava lo scontro di civiltà. Io non sono mai stato d’accordo, ne ho parlato anche con Benedetto XVI: questo è uno scontro, ma fra civiltà e inciviltà. La religione è solo un pretesto per ammazzare, non il contrario. E allora serve essere coraggiosi. E combattere queste mafie”

Vai Saviano, accetta l’invito, tanto hai sempre appoggiato la politica israeliana.

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