Su Francesco Mastrogiovanni
dal sito Filiarmonici: INTOLLERANTE AI CARABINIERI
Abbiamo deciso di occuparci di questa storia.
Non é una scelta corrente per Filiarmonici, che non usa pubblicare testi propri e tanto meno condurre inchieste. Non l’ha mai fatto e, allo stato, non é prevedibile che lo faccia in futuro. Precisiamo questo per non doverci ritrovare domani, tirati per la giacchetta per non aver seguito questa o quell’altra delle mille ingiustizie che l’Italia (e perché solo l’Italia poi?) sforna con prevedibile regolarità. Questa nostra é un’eccezione, e probabilmente tale rimarrà.
Perché, dunque, ci siamo orientati a tralignare da una condotta consolidata in parecchi anni? Non perché le vittima fosse un anarchico: semmai coltiviamo la speranza che questo elemento ci consenta di arrivare con minori difficoltà a scoprire quanto ci preme. Ma perché ci sono almeno due aspetti che questa vicenda può portare all’attenzione di molti, di quei molti che intuiscono che degli strumenti di controllo dei comportamenti é il caso di diffidare, ma che non hanno mai avuto il tempo e l’occasione per indagarne un po’ più a fondo i processi, le finalità, gli strumenti.

Foto di Valentina Perniciaro _le testuggini di Genova 2001_
Il primo é il TSO, il Trattamento Sanitario Obbligatorio. Come tutto ciò che deriva da un obbligo, é immediato comprendere che si tratta di uno strumento esposto per natura agli abusi. Alcuni tra noi pensano addirittura che un obbligo socialmente imposto sia di per sé un abuso. Tuttavia, un po’ tutti, specie i moltissimi che non hanno esperienza personale e diretta di casi simili, sono portati a ritenere che, in fin dei conti, il TSO colpisca ossessi e furiosi, temporaneamente o stabilmente pericolosi. Che si tratti di una violenza, magari eccessivamente brutale, ma in qualche modo non del tutto evitabile.
Poiché noi (anche perché alcuni di noi operano in maniera approfondita per denunciare questo strumento) sappiamo che non é così, ecco una buona occasione per mettere in evidenza la realtà. Il TSO è un abuso in sé, non é uno strumento medico, ma di controllo e repressione sociale, che mira alla psichiatrizzazione totalitaria dei comportamenti. E che, in quanto tale, si presta poi ad ulteriori abusi, facendo rientare nella propria casistica anche molti che, in base ai protocolli, oggi come oggi non vi rientrerebbero. La nostra ipotesi é che la vicenda di cui ci occupiamo sia di questo tipo. Ma, in ogni caso, l’esito tragico ci dimostra quanto il TSO, lungi dal difendere da una pericolosità ipotetica e tutta da dimostrare, costituisca un pericolo, frequentemente un pericolo mortale. Di TSO si muore abbastanza spesso, e si ha la vita rovinata il più delle volte. Questo, se il TSO è stato deciso secondo tutti i crismi della legge. Ma, e qui veniamo alla seconda questione, noi dalle cronache abbiamo tratto l’impressione che forse, o magari probabilmente, questo particolare TSO abbia corrisposto a una volontà persecutoria specifica, ad opera di qualcuno che aveva il potere di attivare la procedura, e che covava un odio di antica data nei confronti di Francesco Mastrogiovanni. Tutti i dati confermano che lui si sentiva perseguitato e sussiste l’ipotesi che sia questo suo terrore ad avergli resa fatale la contenzione (che non fa bene a nessuno, ma che in genere non uccide in soli quattro giorni). Ora, considerando che da ragazzo era stato arrestato per essersi difeso da un’aggressione omicida, che una seconda volta era stato arrestato per aver protestato “per una multa”, può darsi che gli si fosse formata quella che le persone superficiali e i mentitori professionali chiamano “mania di persecuzione”.
Ma, e l’ultima vicenda lo conferma anche ai più scettici, lui era effettivamente perseguitato. Tanto più che le ragioni dell’ultimo TSO appaiono totalmente nebulose, e verosimilmente false. Quindi, appare ragionevole l’ipotesi che fosse in atto, forse da molto tempo, una precisa macchinazione nei suoi confronti ad opera delle autorità. I motivi esatti, i protagonisti precisi, vorremmo scoprirli e indicarli al giudizio di ciascuno. Tanto più che ci appare urgente portare alla luce un aspetto dell’Italia poco noto a chi vive nelle grandi città, all’ombra dell’anonimato che ci regalano le moltitudini: nella provincia, nei piccoli paesi, esiste sovente una sproporzione fra soggetti da controllare e controllori. Questo innesca molte volte una capillarità ossessiva dell’osservazione dello stato. In pratica un’intera stazione dei carabinieri, o un intero ufficio Digos si occupa stabilmente di un unico minimo gruppetto di tipi strani o addirittura di un unico individuo con la “fobia per i carabinieri”. Questa é una vessazione in sé, anche quando non conduce né a TSO né a procedimenti penali. Ma di solito vi conduce. Sono cose che non si sanno. O cui non si pensa. Noi vogliamo che si sappiano, e vogliamo che tutti ci riflettano e possano giudicare se si sentano sicuri grazie a ciò che si fa in nome della sicurezza. E della sicurezza di chi si stia parlando: perché Francesco Mastrogiovanni stava in vacanza e dopo quattro giorni era morto, perché le forze dell’ordine erano andate a prenderlo. Questa é l’unica cosa indiscutibile da cui partiamo. A questo fine intendiamo raccogliere, pubblicare e diffondere tutti gli elementi che emergeranno. Invitando ciascuno a ricavarne le opportune riflessioni. Già che ci siamo, ne avanziamo subito una: gli stessi carabinieri che avevano fatto il blitz contro Mastrogiovanni che passeggiava in ciabatte da mare, adesso portano avvisi di garanzia a medici e infermieri. Lo stesso stato che ha determinato il danno, ora pretende di giudicarlo e di distribuire assoluzioni e forse anche condanne. Nei riguardi tutti, salvo che di sé stesso e delle sue leggi. Ecco, nella ricerca che vorremmo avviare, lo stato non dovrà essere al di sopra delle parti, ma essere chiamato precisamente in giudizio. Già ora infatti, con i soli dati di cui disponiamo, é evidente che Mastrogiovanni é morto a causa dello stato. E che quindi, come sempre d’altro canto, non é dallo stato che possiamo attenderci verità e giustizia.
POI, DI SANDRO PADULA, pubblicato su L’Altro, questo articolo molto bello…
Giustizia: Francesco Mastrogiovanni; basta anarchici “suicidi”
di Sandro Padula, L’Altro, 18 agosto 2009
1972. Su via Velia a Salerno, in un pomeriggio di luglio, muore accoltellato il giovane militante del Msi Carlo Falvella. In carcere finisce l’anarchico Giovanni Marini e ci resta svariati anni. Qui, e lo diciamo con rispetto verso i parenti della vittima, non è importante ricostruire la dinamica del fatto. A quel tempo il clima politico era pieno di odio e bastava poco perché nascessero delle risse o delle forme di violenza sanguinaria fra giovani di opposte idee politiche. Qui si vuole ricordare un’altra cosa. Da quel giorno cambia anche la vita dell’anarchico salernitano Francesco Mastrogiovanni.
Lui vive con dolore quella tragedia la cui eco, proprio come succede in ogni piccolo centro urbano nel quale tutti si conoscono, è moltiplicata all’ennesima potenza e la cui radice storica affonda nelle secolari guerre fra i poveri conosciute dal sud d’Italia. Come se non bastasse, è schedato dai carabinieri perché, proprio come Giovanni Marini, ha idee anarchiche.
1999. Francesco viene arrestato per oltraggio a pubblico ufficiale. Trascorre diversi mesi in carcere. Alla fine si scopre che è innocente e riceve un risarcimento per ingiusta detenzione.
2009. Il 31 luglio Francesco viene ricoverato all’ospedale San Luca in seguito ad una crisi di nervi e conseguente certificato di trattamento sanitario obbligatorio. Muore dopo quattro giorni di degenza. L’autopsia attesta che Francesco è morto per un edema polmonare provocato da un’insufficienza ventricolare sinistra. Inoltre si scopre che il suo corpo presenta profonde lesioni a polsi e caviglie.
Lacci e lacciuoli di ferro o di plastica? Questo sospettano in procura. La pratica della contenzione è ammessa per legge solo in stato di necessità e soltanto poche ore, fino alla terapia chimica. Invece, secondo la procura di Vallo della Lucania, le lesioni dimostrerebbero l’allettamento forzato e prolungato del paziente. Non si sa ancora se Francesco sia morto dopo quattro giorni interi di letto di contenzione. In ogni caso è morto in un letto di contenzione e il matto, statene certi, non era lui.
Venerdì 31 luglio le forze dell’ordine, con un dispiegamento da guerra di terra e mare, circondano il bungalow dove Francesco è ospite. La notte precedente, secondo la versione ufficiale, “avrebbe tamponato quattro autovetture”.
Non ci sono le prove. L’automobile di Francesco è normalmente parcheggiata sotto la sua abitazione di Castelnuovo Cilento e non mostra segni di alcun danno. Francesco, sempre per nulla o poco fiducioso nelle istituzioni dello Stato, scappa verso il lido. Prende l’ultimo caffè e fuma l’ultima sigaretta. Viene acciuffato e spedito nell’ospedale psichiatrico San Luca, il posto in cui non avrebbe mai voluto finire perché temeva di morirci dentro. “Hanno ucciso un uomo in letto di contenzione”, dice il pm nel suo atto d’accusa.
Che dire a tale riguardo? Conoscendo il carattere torturante delle carceri in quanto tali, non possiamo auspicare il carcere a nessuno. Sappiamo solo che l’ospedale San Luca dovrebbe essere posto sotto inchiesta amministrativa da parte della Regione Campania e invece quest’ultima finge che nulla sia successo. Sappiamo inoltre che a piangere la morte di Francesco, Franco per gli amici, sono stati i partecipanti al funerale svoltosi il 13 agosto, i suoi alunni della scuola elementare e l’intera popolazione, nessuno escluso, di Castelnuovo Cilento.
In un paese come l’Italia, in questo strano impero del bene, non dovremmo meravigliarci se gli attuali indagati per la morte di Francesco fossero assolti dall’accusa di omicidio colposo.
Nessuno però ci venga a dire che Franco, amico della vita, dei suoi giovani studenti, dei suoi concittadini e di tutti i libertari del mondo, si sarebbe suicidato. È da secoli che si racconta la favoletta secondo cui gli anarchici amerebbero suicidarsi. Adesso basta.
Ristretti Orizzonti, 18 agosto 2009
Comunicato dell’Associazione Italiana Psichiatri – AipsiMed – sulla morte del prof. Franco Mastrogiovanni, nel Spdc di Vallo della Lucania. Vorrei aggiungere ai tanti pervenuti in questi giorni anche un commento altro, il mio, condito di qualche riflessione riguardante la tragica e disperata morte del maestro, insegnante, Franco Mastrogiovanni, avvenuta all’interno del Servizio di Diagnosi e Cura Psichiatrico di Vallo della Lucania (Sa).
Dei drammatici eventi tutti coloro che sono addentro alle cose dell’assistenza psichiatrica, anche perché puntualmente aggiornati da AipsiMed, sono oramai al corrente, ragion per cui non vi tornerò. Ma certamente è bene fare anche un po’ l’avvocato del diavolo in questo che pare già esser connotato come un processo scontatamente sommario ai sette dirigenti medici.
Stavolta, contrariamente all’iconografia ufficiale, questo Diavolo vuol essere anche un buon diavolo, provando a essere persino equilibrato in un dibattito processuale che appare senza un contenzioso dibattimentale di tipo etico e culturale. Ma il Diavolo oggi parlerà da un angolo visuale un po’ spostato, magari defilato, provando tuttavia ad allargare maggiormente orizzonti pur di andare a rintracciare cause anche remote che possono stare dietro e aver persino causato la morte di Mastrogiovanni.

Foto di Valentina Perniciaro _senza casa al Campidoglio, circondati dai servi di Stato_
I colleghi quando si laurearono in medicina e chirurgia pensavano che “da grandi” avrebbero fatto i medici. I colleghi dopo la specializzazione in psichiatria hanno affinato la loro preparazione anche intima, effettuando complessi e complicati percorsi formativi pensando che da grandi avrebbero fatto gli psichiatri. Nulla di tutto questo. Sono stati sì assunti dall’azienda sanitaria locale, ma arruolati con i compiti di psico-polizia, quella funzione che dai manicomi in poi identifica ancora oggi la tipologia dell’intervento psichiatrico in specie per le psicosi maggiori.
Di questo sono al corrente anche i tutori dell’ordine che ben volentieri si fanno affiancare dagli psichiatri territoriali nella “cattura” delle persone che appaiono di pubblico scandalo e demandano solo agli psichiatri dei reparti psichiatrici la custodia di quelle stesse persone e prima ancora che sia stata effettuata una diagnosi precisa sulle loro vere condizioni clinico-psicopatologiche.
Non solo, ma quegli stessi psichiatri devono anche far passare nel più breve tempo possibile lo stato psichico che potrebbe aver sotteso condotte antisociali. E con che? Con gli psicofarmaci in primis, con il controllo costante da parte di loro stessi e degli infermieri collaboratori e, estrema ratio, con la contenzione.
Insomma gli psichiatri vanno in guerra all’attacco e non in difesa, combattendo una battaglia che mai avrebbero voluto condividere e, soprattutto, vanno in campo con armi giocattolo finendo per tradire ogni giuramento di Ippocrate. Ma si può?
Uno psichiatra è oggi messo nelle condizioni di non potere attendere la trasformazione, anche assai favorevole, di uno stato psichico, ma dev’essere un leguleio conoscitore di quanti minuti bastano per tenere contenuta una persona. Deve servire, obbedire e combattere senza disporre neppure di un test sull’alcolemia di cui è portatore la persona a loro “affidata”, ma deve subito sedare con i gravissimi effetti in termini di interazione\potenziamento dell’alchimia alcool\psicofarmaci. Non può subito effettuare un elettrocardiogramma alla persona che gli portano, visto che per la trafelatezza e la concitazione dell’intervento, che la persona sia affetta da ipertrofia del ventricolo sinistro (come in Mastrogiovanni) al mandante del ricovero pare essere l’ultimo dei suoi problemi.
Si dirà: ma per un medico questo è essenziale! È vero. Ma quanti collaborano a che la persona agitata se ne stia buona buona su un lettino a praticare tutte le indispensabili analisi emato-cliniche e gli accertamenti diagnostici strumentali? Bisogna trovarcisi in quelle bolge dantesche chiamate pronti soccorso all’interno dei quali afferisce tutta un’umanità dolente (non solo nel corpo) ed uno sparuto di medici annichiliti dall’angoscia relativa all’improbo compito tenta di rendersi utile nella sofferenza senza finire sotto inchiesta.
Non ci si vuole dilungare troppo e, si sa, l’unica soluzione per i medici, per gli psichiatri, consiste nell’attenersi rigidamente a ciò che attiene all’intervento sanitario delegando ad altre figure ed istituzioni il controllo del male sociale.
Pare che Mastrogiovanni prima di entrare in Spdc abbia urlato che se finiva in psichiatria sarebbe morto. Non sarebbe stato meglio per lui, oltre che per la sua storia anche politica, una permanenza breve e solo per accertamenti in una struttura solo investigativa e non sanitaria e rimandare ad altri momenti l’acquisizione psicodiagnostica delle cause delle sue angosce di sempre, magari con la costante presenza di uno psichiatra chiamato in consulenza e solo per proteggerlo e non per fargli da Caronte o da suo persecutore più o meno occulto?
La risposta solo è rintracciabile negli intestini d’una legge di assistenza psichiatrica che non s’è mai voluta interrogare sul suo mandato e sulla sua vera funzione. Che Dio ci perdoni. Tutti.
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..è solo da ieri che in maniera molto casuale, ho trovato questa notizia, leggendo un blog che parlava di un’altro argomento atroce, il feminicidio di Juarez!!
Son rimasta dapprima solo incuriosita, poi via via che leggevo l’articolo, non essendo costruito come cronaca dei fatti ma più come pensieri e citazioni…ho capito l’assurda storia, di questo omone di due metri…un maestro semplice, ma complicato per la società! Non rientrava nei parametri, nelle frontiere di giudizio comune delle autorità…
Non capisco tanto accanimento..parole come sensibilità, verificare i fatti…accudire o quanto meno prestare le giuste cure… e non abbandonare, non rispettare le norme e le regole verso una persona che per loro in quel momento ritenevano “pericoloso”..lasciarlo solo…senza applicare l’etica professionale… l’umanità, che dovrebbe distinguere ciascun reparto di ospedale…una dignità al paziente…per qualsiasi cosa!!
Non voglio commentare la vita di Francesco…è la sua..ne ha già passate tante, lo hanno segnato…era un curriculum, che lui si portava dietro…ma avrebbe preferito non averlo…penso un’uomo acceso da una sua ideologia, come altri, con un suo carattere…affetti, lavoro..che cerca di sopravvivere in questo stato di merda…!..bisogna andare a fondo…non dimenticare…è già vergognoso che nessuno tv, stampa..ne abbia parlato…una morte misteriosa e crudele…far giustizia se così si può dire…usando le stesse vie corrotte che hanno usato loro,(forze dell’ordine, avvocati, medici) ma per far del bene e cercando la strada obbiettiva e onesta.
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04/09/09 – SE SI MUORE DI TSO SI MUORE DI SALUTE MENTALEPer l’anarchico Francesco Mastrogiovanni il TSO è stato doppio. È morto, come da cronaca, mentre la Salute Mentale stava praticando su di lui un Trattamento Sanitario Obbligatorio, previsto, come tutta l’altra legislazione italiana, propriamente all’interno dei Diritti Umani.
http://www.incompatibile.altervista.org/index.php/trattamento-sanitario-obbligatorio.html
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LA SCHIFOSA LESBICA NAZISTA DEPRAVATA MARINA BERLUSCONI NON BATTE MICHELLE BARACK E LA REGINA D’INGHILTERRA, BATTE I CORRIDOI DI MAFI..NINVEST IN CERCA DI ZOCCOLE OMOSESSUALI CHE GLIELA LECCHINO. OCCHIO A FARLO: VI AMMALATE!! LO SO’ IO CHE….
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Un interessantissimo scambio di battute di ieri, tra me, pornostar Simona Premoli Meja, ex amante lesbicissima di Marina Berlusconi, now on Facebook too ( biondina con coscette di fuori) e una prostituta usata per varie orgie dal nazista assassino porco pedofilo impotente, sciacqua danari mafiosi, Silvio Berlusconi, come cosi’, anche dalla lesbica perversissima fascia porca Marina Berlusconi: ossia la famosa ex prostituta e spia cocainomane andante con uomini e donne, Deborah Perazzoli, anche lei on Facebook, now too///
Ex spia e prostituta per i Berluscones: Deborah Perazzoli, ora pure su Facebook says:
August 27th, 2009 at 8:30 am
Anche io, come la pornostar Simona Premoli Mejia, ex amante lesbica di Marina Berlusconi e la puttana che la da’ ai vecchi, Barbara Guerra di Mariano Comense, son stata una spia e una prostituta per i Berluscones. Anche io l’ho data a destra ( specialmente) e a sinistra ( molto ma molto meno) come tutte le note zoccole Noemi Letizia ( figlia dello schifoso massone camorrista assassino Elio Letizia), Manuela Arcuri, Carolina Marconi e le due piu’ orgiastiche di tutte noi, la super tr.ia Maria Grazia Crupi di Milano ( insegnante “sesso anale”, a scuola, di giorno, e errante per vari club prive, di notte) e la super mignottona appena citata, Barbara Guerra di Mariano Comense ( specializzata a battere coi vecchiardi come Berlusconi). Mi pagavano sia in cash, che in cocaina. Poi un giorno mi han chiesto L’INCHIEDIBILE PER QUALSIASI DONNA AL MONDO ( ovviamente, per bene, e non come la latrina cha la da’ a cani e porci Barbara Guerra di Mariano Comense)!!! Andare a letto con Sandro Bondi. A qualsiasi cosa vi e’ un limite, mi son ribellata e ora son senza lavoro. A letto con Sandro Bondi? Come andare con un rotolo di carta igienica, con una ciabatta floscia e puzzolente. MI avete fatto fuori per questo? A si, a si? E ora vi sputtano di bruttissimo, a iniziare da quel fallito porco effetivamente ex mega segaiolo, al momento, super ricc.ione di Giuliano Ferrara, noto per far fott.re quella mezza pazza vacca sempre depressa di Anselma Dell’Olio con gigolo’ mezzi arabi, e che e’ dietro a tutti sti porcili, lui come la sua Cia di tipo fascistissima che lo muoveva e ancor muove ( anche se per muovere il donnone incu.ato da cani e maiali Giuliano Ferrara, penso che sarebbe meglio che lo facessero infermieri di qualche manicomio, o, al limite, davvero, al limite, degli addetti a funerali). Sono senza lavoro, ora, perche’ non l’ho data a quell’altro impotente mollicone corrotto verminoso di Sandro Bondi. Vi faro’ pagare carissimo tuttooooooo
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My answer back
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Pornostar Simona Premoli Mejia, non on Facebook too says:
September 10th, 2009 at 2:36 pm
Grazie, mia bella prostituta sempre pronta a darla a tutti Berluscones Deborah Perazzoli ( a tutti tranne che a Sandro Bondi, well done!!), ma non sniffare mai piu’ cocaina, pls, scrivimi su facebook che ci vediamo, e ti assicuro che ti faccio godere e avere cosi’ tanti orgasmi, che altro che miliardi di tonnellate di schifezza bianca, che puo’ andare bene solo ai cessi Berlusconicchi tipo Paolo Berlusconi, noto come ” deficiente cervello marcio” o tipo Flavio Briatore noto come ” il riciclatore bianco di Camorra e Sacra Corona Unita” ect ect. Visto? Siamo in tante a essere state mezze violentate dalla lesbicona nazista Marina Berlusconi. Anche a me, una volta, insieme a quella zoccolona puttana lesbica satanista magnamagna di Daniela Santanche’, mi denudo’ e…..Che schifo, la pussy della sciacquona di danaro mafioso e fascio, Marina Berlusconi, puzzava cosi’ tanto che dovetti fare tre lavande gastriche. Mi diede per il ” servizietto” 800 euro, e 300 li dovetti girare a qual massone ladro corrotto e assassino di Don Luigi Verze’ del San Raffaele, se ci penso, grrrrr. Uno scoop: il porco corrottissimo omosessuale “segreto” viscidissimo Michele Calzolari di Centrosim, sa’ tutto di moltissimi omicidi ordinati da Silvio Berlusconi. Magistrati di Milano e Palermo, Silvio Berlusconi ha fatto uccidere centinaia di persone, migliaia di persone, vi verro’ a trovare e ve ne parlero’. Me lo disse Marina “lesbicona perversa nazista” Berlusconi, stessa. Nomi? Raul Gardini, Lorenzo Necci, Adamo Bove, Virgilio De Giovanni ( omicidio quasi effettuato), Michele Landi, Gabriele Cagliari, e per ultimo, il grandissimo uomo Francesco Mastrogiovanni, ucciso in Ospedale a Salerno, solo perche’ giustissimamente odiante Berlusconi. Nella ex Maf..orza Italia, il mafioso porcone pervertito Gianfranco Micciche’, tra una sniffata, orgia, riciclaggio di danaro mafioso e l’altro, me lo disse varie volte ” come facevano Adolf Hilter e Augusto Pinochet, ossia I nostri principali idoli, all’inizio della loro carriera, anche noi, porteremo gli anti Berlusconiani in cliniche psichiatriche, via tso, e li, li ammazzeremo”. La nuova Auschwitz italiana, si chiamera’ tso. Gli antiBerlusconiani migliori, tutti legati ai letti e uccisi. Un giorno mi direte grazie per avervi fatto sapere in anticipo il futuro. Occhio Italia, sei su una strada di morte, mafia, camorra, ndrangheta, neonazismo e pedofilia. Su una omicida strada Berlusconiana. SILVIO BERLUSCONI E’ CANCRO ASSASSINO, IDIOTA DEFICIENTE PAPPONE CORROTTO PIERFERDINANDO CASINI, LA SANTA ALLEANZA CONTRO UN TUMORE MORTALE DEL GENERE E’ DOVUTA, CA..O! OTTIMO DARIO FRANCESCHINI, FAI SCANNARE POLITICAMENTE, PIERLUIGI BERSANI, UN PORCO CORROTTO CHE CI FA SCHIFO. E’ PIU’ MOSCIO DI WALTER VELTRONI QUANDO RONFA, OCCHIO AI BERLUSCONES, SI FINGERANNO DEL PD E VOTERANNO IN MASSA PER IL PREZZOLATO MASSONE MAGNAMAGNA PIERLUIGI BERSANI, SAPENDO CHE CON LUI A CAPO DEL PD, VINCEREBBERO PER SECOLI E MILLENNI.
E ATTENZIONE ANCHE A QUESTO ALTRO SCOOP: IL VIZIOSO PEDOFILO MASSONE SEGA.OLO COMPLOTTARDO EDOARDO LOMBARDI DI BANCA ESPERIA, E’ IL BANCHIERE NUMERO UNO DEI NARCOS COLOMBIANI DI DESTRA. QUI DOVE VIVO, A CHARLESTON, WV, USA, IN TANTI LAVORANO ALLA CIA, INCLUSO IL MIO CORNUTONE MEJIA E HANNO PROVE CHE IL MAFIA MONEY LAUNDRIER NAZIFASCIST EDOARDO LOMBARDI DI BANCA ESPERIA, RICICLA FIUMI DI DANARO ASSASSINO A NARCOS COLOMBIANI DI ESTREMISSIMA DX ( FASCISTISSIMI COME FASCISTA PAZZO E’ NOTORIAMENTE ANCHE IL PUTRIDO ALBERTO NAGEL DI MEDIOBANCA, OSSIA UNO STECCATISSIMO BANCHIERE NEONAZISTA CHE STA PROTEGGENDO PIU’ CHE CHIUNQUE ALTRO STI PUZZONI REGIMI DI SILVIO BERLUSCONI; INCREDIBILMENTE, LA LAVATRICE DI DANARO KILLER BANCA ESPERIA, E’ INFATTI, ANCHE DI MEDIOBANCA; I MALAVITOSI CRIMINALISSIMI DORIS E BERLUSCONI, VIA DA MEDIOBANCA, SUBITOOOOOOOOOO).
//// Prestissimo rispondero’ punto su punto, alle solite balle vomitevolissime presenti sull’ultima raglio/intervista di Marina “lesbiconazi” Berlusconi, sul Corriere, punto per punto. Ferruccio De Bortoli, ti sei venduto, vergogna, una volta mi piacevi, ma adesso mi fai proprio similschifo, ti fai corrompere ideologicamente, e ben probabilmente, non solo, dal perverso schifoso satanista corrotto porco cesso Salotto Angiolillo, che ti costringe a leccare I Berlusconi, che schifo, aaaargh che schifo. E non perdetevi il mio prossimo super hot movie ” Marina Berlusconi, lesbicona depravata assume solo ~giovinezza~ che gliela abbia prima ben leccata”. Vi canto il chorus della colonna sonora, title of the track “ Giovinezza, oops, anzi, giovinetta”. “ Giovinettaaaaaaa, giovinettaaaaa, a Marinaaaaaa, lecca quaaaaaaaa; Giovinettaaaaaaa, giovinettaaaaaaaa a Marinaaaaaaaaaa poni il dito quaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa”
Pornostar Simona Premoli Mejia, ex amante lesbicissima della neonazista Marina Berlusconi ( mega riciclatrice di danaro mafioso too); now on Facebook Charleston WV;
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L’ultima, buona, notizia…Caso Mastrogiovanni, sospeso dirigente
di psichiatria della Asl di Salerno
Michele Di Genio è indagato con altri sei medici per la morte del maestro elementare nel reparto di psichiatria
http://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_10/mastrogiovanni-sospeso-direttore-asl-salerno_380136b2-b5b1-11de-8656-00144f02aabc.shtml
Il giallo del maestro «anarchico» morto durante il ricovero coatto (19 agosto 2009)
SALERNO – È stato sospeso dall’incarico il direttore del Dipartimento di Psichiatria della ex Asl Salerno 3, Michele Di Genio. La decisione è stata presa da una commissione d’indagine della stessa Asl di Salerno nominata per indagare sulla morte di Francesco Mastrogiovanni, maestro di scuola elementare di 58 anni deceduto il 4 agosto nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Vallo della Lucania. Di Genio, che resta al suo posto di primario del reparto di psichiatria del nosocomio vallese, è indagato dalla Procura di Vallo della Lucania con altri sei medici del reparto dell’ospedale.
LINEE GUIDA – Al centro dell’indagine le cause della morte dell’insegnante, che potrebbe essere deceduto dopo essere rimasto immobilizzato a letto, legato mani e piedi, per quattro giorni. «Tra le motivazioni della sospensione da parte della commissione – ha spiegato Di Genio – vi sarebbe la non vigilanza sull’operato dei medici del reparto e l’assenza di linee guida precise all’interno del Dipartimento. Voglio far presente che le linee guida sono state inviate da me al dottor De Leo, presidente della Commissione d’indagine e direttore del Dipartimento di salute mentale della ex Asl Salerno 2, dunque mio pari grado. A quanto mi risulta, nella relazione della commissione non vi è traccia di esse, nonostante siano state regolarmente formalizzate nel 2006 con apposita delibera».
«MAI CONVOCATO» – «Non sono mai stato presente in reparto nei giorni in cui si sono verificati i fatti – ha proseguito Di Genio – ma, a parte ciò, in questi mesi non ho avuto la possibilità di chiarire le mie controdeduzioni, poiché non sono mai stato convocato dalla commissione». «Le aberrazioni e le stravaganti decisioni della commissione d’indagine verranno impugnate nelle sedi idonee – ha aggiunto Antonio Fasolino, legale di Di Genio -. Certo è quantomeno bizzarro che esse giungano prima di qualunque pronunciamento da parte dell’autorità giudiziaria, che tra l’altro non ha preso alcun provvedimento nei confronti del mio assistito».
10 ottobre 2009
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ahahahahah! questo commento è fantastica!
il penalista che si fa pubblicità sui blog è meraviglioso!
😀
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