Coloni israeliani assaltano e danno alle fiamme una scuola
Una di quelle notizie che non sai nemmeno come riportare, tanta è la rabbia. Sempre i “coloni”, maledettissimi coloni, che da decenni tentano di portare avanti il loro piano di terrore, un terrore che porti alla fuga, alla rassegnazione, alla fine del popolo palestinese. Oggi l’attenzione è focalizzata su un villaggio del distretto di Nablus, as-Sawiya. La notizia è riferita all’agenzia stampa Maan dallo stesso preside della scuola colpita: un gruppo di coloni israeliani ha fatto irruzione nella scuola femminile. La porta principale e quella del magazzino avevano la serratura rotta e tutto il contenuto all’interno era stato dato alle fiamme: molti mobili contenenti materiale didattico e tutta l’attrezzatura sportiva sono andati perduti. “Siamo stati fortunati, se non è andata a fuoco tutta la struttura è perchè il deposito d’acqua principale è proprio adiacente al magazzino e ha bloccato l’avanzata delle fiamme” dice Maysoon Sawalha, preside dell’istituto che è stato completamente cosparso di scritte xenofobe contro la popolazione araba, e con la firma “saluti dalle colline”. “Non è la prima volta che la nostra scuola viene attaccata; l’ultima di queste è avvenuta meno di un anno fa quando i coloni hanno assaltato le aule con lacrimogeni e spari.
Alcuni portavoce degli insediamenti vicini, intervistati da Maan, hanno risposto alle accuse dicendo che non c’erano prove per accusare i coloni e che se la tensione è alta nella zona è per la presenza di molti attivisti internazionali venuti ad aiutare i palestinesi per la raccolta delle olive. Nel frattempo un’associazione israeliana per i diritti umani fa sapere che il 90% delle denunce depositate contro i coloni per assalti contro persone e proprietà in Cisgiordania rimangono impunite. Lo scorso mercoledi, giorno dell’inizio della raccolta delle olive, sono stati incendiati molti ettari di terreni agricoli e due settimane fa una moschea è stata incendiata in un villaggio vicino a Betlemme.
Maledetti assassini, peggio dei nazisti… la riporto subito da me, pure questa…
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la Palestina è la nostra terra promessa, quella promessaci da Dio nelle sacre scritture. Ezret Israel! la grande Israele , perciò non facciamo nulla di male ea prenderci quello che ci è stato assegnato . fuori i Palestinesi
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“la tensione è alta nella zona per la presenza di molti attivisti internazionali venuti ad aiutare i palestinesi per la raccolta delle olive”?
che provocatori, li fanno credere responsabili di azioni che invece sono del tutto pacifiche;
sono seriamente preoccupata per i miei due amici partiti con “VivaPalestina” – ma anche per tutti gli altri, ovviamente: certe spedizioni, però, sono indispensabili per attirare l’attenzione mondiale (potendo spostarsi… altrimenti facendolo da qui!)
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ma tu…come fai a chiamarti David, essere palesemente ebreo visto che parli di sacre scritture e avere come nickname sulla posta elettronica ADOLFO!
questo dice tutto di te, di quelli come te, di chi sventola il nome della Torah.
Che siete peggio, molto peggio di chi si chiamava veramente Adolfo…perchè l’Olocausto che portate avanti orgogliosamente va avanti dal 1947.
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taci Baruda , il nome Adolfo è un nick name e non è Adolf il tuo amico d ricordi.
Io sento il sacro dovere di adempiere alla volontà di Dio ro-conquistando la Terra Promessa . tu chiamami pure Adolf , io vado avanti per la mia strada .david
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veramente ti ci sei chiamato tu. se vuoi ti chiamo con il tuo IP come matricola.
allora signor 151.49.234.180 dall’abruzzo, taci dillo a qualcun’altro, merda sionista.
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oh oh | il communistello barricadiero si è incazzato .
Vermiciattoli al servizio della volontà di arabizzare il mondo. ma noi facciamo i fatti voi vomitate pure teorie e gargarismi semi-intellettuali . Shalom !
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puoi parlare al femminile
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Baruda
quello che cambia è communistella .
in genere quelle che appartengono alla tua area sono le stesse che sperano di incontrare un Garibaldi o un Che Guevara che le porti lontano dall’inanità dei vecchi quartieri o meglio tra le case occupate .
Accontentati di farti coprire dal primo che passa senza porre troppi filtri e vedrai che la visione del mondo cambierà . Todà per la tua simpatia
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per David alias Adolfo:
usi la scusa della religione per giustificare un genocidio?
dev’essere proprio un bel dio, il tuo… vergognati!
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ma senti qui che schifo…qui hai superato te stesso mio caro david adolfo…
ma che hai scritto?
io il mio guevara ce l’ho, non ti preoccupare per chi mi copre o monta o per chi cresce i miei figli con me,
pensa a te e al tuo mondo di pulizia etnica.
facce er favore
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Perchè pubblicare i commenti di maschilisti fascisti? Hanno tanti spazi per vomitare le loro idiozie….
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lo so hai ragione.
sai, all’inizio il suo primo commento mi aveva talmente sconcertato, tra adolfi e torah, che secondo me andava pubblicato.
poi il tutto è rapidamente degenerato, come è facile con questi personaggi…
dici che censuro?
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ma sì….non è censura è legittima difesa!!!!!
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[CINEMA.DOC] IL DOCUMENTARIO IN SALA
I FESTIVAL – CIRCUITO STAGIONALE DEL DOCUMENTARIO DI CREAZIONE
18 ottobre/16 dicembre 2010 Roma
In prima visione a Roma i film documentari italiani premiati alle ultime edizioni dei Festival di Venezia, Torino, Roma, Firenze, Salina e dal Doc/it Professional Award.
In sala a Roma il docufilm premiato da [CINEMA.DOC] al Festival dei Popoli di Firenze :
THIS IS MY LAND… HEBRON di Giulia Amati e Stephen Natanson
Italia, 2010, 72’
Produttore blinkblinkprod
http://www.thisismylandhebron.com/
“There is no place under the occupation
that I hate more than Hebron… It is really the place of evil”
Nel 1968, dopo la Guerra dei Sei Giorni e la schiacciante vittora militare di Israele, un gruppo di 30 coloni israeliani decise di trasfersi nella città di Hebron per riprendere possesso di questa che considerano una parte importante della Terra Promessa. Nei Territori Occupati solo ad Hebron una colonia israeliana occupa il cuore di una città palestinese. 600 coloni vivono protetti da 2000 soldati nel centro storico di una città di 160.000 palestinesi. A Hebron il conflitto ha preso la forma di una guerra tra vicini di casa dove l’obbiettivo è conquistare ogni giorno un metro in più di città, tenere il nemico sotto controllo o semplicemente resistere. Sputi, calci, aggressioni, insulti fanno parte della vita quotidiana. Le donne, i bambini e l’esercito partecipano agli scontri giorno dopo giorno.
Martedì 30 novembre, ore 22.00 CINEMA FARNESE PERSOL, Campo de’ Fiori 56
Lunedì 6 dicembre, ore 22.00 CINEMA NUOVO SACHER, largo Ascianghi 1
Al termine della proiezione incontro con gli autori.
Ingresso unico 5 euro.
Per informazioni più dettagliate sulle programmazioni visita il sito http://www.cinemadoc.org
Anche su facebook: Cinema.DOC
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