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Alle mamme, tutte. E ad Alda Merini, inevitabilmente


Oggi un’altra giornata da buttare: di quelle in cui il posto di lavoro, quello che dovrebbe permetterti un po’ di serenità, ha trasmesso solo abusi, prepotenze, umiliazioni…giornate in cui t’è quasi più simpatico il padrone dei sindacati, giornate di trattenute impazzite e aliquote alle stelle, senza ragione. Ma tanto, che je frega a loro!

Il piccolo fiume davanti al grande mare...

E allora un attimo di stacco,
e allora l’inchiostro usiamolo per altro oggi: nè informazione, nè controinformazione.
Ma un po’ di calore, uno scambio tra donne, tra madri…
Righe che dedico non a mio figlio ma a me…righe che dedico non ai figli di Palestina, Siria e quant’altro, ma alle loro mamme.
Alle mamme di Bosra, che ora invece di insegnare come si essicca il grano sul basalto, devono insegnare ai propri figli a strisciare sotto le finestre, per evitare cecchini…alle mamme d’Egitto, che pensavano di avercela fatta, di aver contribuito spalla a spalla ai loro figli, a liberare il loro futuro almeno dalla tirannia..
A me, che l’anno scorso proprio oggi venivo dilaniata, disgregata, uccisa dall’incontro improvviso con un cariotipo impazzito.

Ai nostri figli quindi,
quelli belli come il sole, quelli che ci insegnano sempre a sorridere,
ma anche quelli su cui non smetteremo mai di piangere, quelli volati via nello strazio, o quelli mai conosciuti
E allora, donne, sorelle, mamme…facciamoci forza tra noi, stringiamo questi pugni: insegnamo ai nostri figli a non esser schiavi, almeno quello dobbiamo riuscire a farlo.
Insegnamogli il sorriso, impariamolo da loro, “riempiamo di frutti maturi l’aria dei tempi nuovi”.
Vi lascio con Alda Merini, la sua madonna e il suo cristo bello…che m’han lasciato un solco profondissimo…
ma pieno di voglia di riso e di pianto.

EPPURE DORMIVA, TUTTA LA SUA VITA, TUTTA LA SUA ADOLESCENZA FU UN’ATTESA SPASMODICA
PRIMA CHE VENISSE AD ABITARLA IL FIGLIO UNIGENITO.
E QUAND’EBBE GENERATO IL FIGLIO IMPARO’ GRADATAMENTE A MORIRE,
COME IL SEME CHE SI SECCA.
E ASPETTAVA COME TUTTE LE MADRI DI NON PIANGERE E DI NON SORRIDERE PIU’,
SAPENDO CHE QUEL PIANTO E QUEL RISO SPETTAVANO SOLTANTO
ALL’INFANZIA E ALLA GIOVINEZZA DI CRISTO.

 

  1. 22 dicembre 2011 alle 16:45

    …perché, necessariamente, i figli sono lo specchio nel quale per tanto tempo si è evitato di specchiarsi. Ti costringono aspogliarti e a dargli tutto ciò che hai, così com’è.

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  2. linda
    22 dicembre 2011 alle 23:04

    Grazie Baruda ★

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  3. D. Q.
    23 dicembre 2011 alle 01:23

    Un forte abbraccio…

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  4. arkeon
    23 dicembre 2011 alle 07:28

    Grazie Baruda e un augurio di buone feste nonostante tutto da parte mia e di mia moglie

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  5. 24 dicembre 2011 alle 23:56

    Bella mia, un abbraccio forte a te e al piccolo fiume. Tvb

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  6. Marco Pacifici
    28 dicembre 2011 alle 21:53

    Grazie(…) ai gentili trattamenti elettrici delle guardie come tanti Compagni non ho mai potuto avere figli geneticamente “miei”:ma tutti i nostri cuccioli sono miei figli. Guai ,guai grossi a chi li tocca. SENZA NESSUN RIMPIANTO SENZA ALCUN RIMORSO.

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  7. chia
    8 gennaio 2013 alle 11:07

    Tenera come una mamma, forte come un diamante. sì baruda!

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  1. 23 dicembre 2015 alle 00:39

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