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A Fabrizio Ceruso, 19 anni
FABRIZIO CERUSO, 19 ANNI. UCCISO DALLO STATO IL 5 SETTEMBRE 1974
Soltanto 19 anni per loro non eri nessuno
soltanto 19 anni e per loro non eri che uno
uno come tanti, un cameriere, un garzone d’officina
un operaio, un disoccupato un emigrante
eppure quella mattina 8 settembre
a San Basilio hanno mandato
più di 1000 uomini per ammazzarti
più di 1000 uomini che credevano bastasse spararti
e sono stati invece loro ad avere paura di te
Perchè quella domenica giù a San Basilio
eravamo in tanti a non essere nessuno
in tanti a difenderci le case
a farci la storia con le nostre mani
il proletariato sarà sempre per la rivoluzione
lo è stato Fabrizio Ceruso a 19 anni
se credevate di ammazzarlo avete sbagliato
Fabrizio è l’uomo nuovo che non muore mai
Fabrizio vive in tutti noi
nelle lotte del proletariato
altri giovani nel suo nome si preparano già la fossa
Il primo ministro, il presidente a dirigere le operazioni
per il tuo assassinio
lo stato maggiore riformista mobilitato a condannarti
perchè con gli estremisti non volevi sgombrare
una montagna di calugne per prepare, giustificare
la tua condanna, la tua sicura morte
Tanto per ammazzare un proletario
un comunista di 19 anni
per far pesare la sua morte
sulla lotta giusta lotta
Ma tanto sferragliare di truppe non è servito a niente
il sole rosso è rimasto nei tuoi occhi
la rabbia proletaria già l’ha detto
compagno Fabrizio noi ti vendicheremo
assassini di stato la pagherete e pagherete tutto
Ma tanto sferragliare di truppe non è servito a niente
il fiore rosso è rimasto sul tuo petto
il pianto amaro di tuo padre
il rumore prodotto nella coscienza di tanti
anche l’odio è prezioso
quando il popolo prepara la riscossa
na na nanana na na na nanana…
Roma, 5 settembre 1974. La lotta per il diritto alla casa era molto forte a Roma quando, il 5 settembre, nella borgata di San Basilio, all’estrema periferia est della capitale, la polizia interviene con un ingente schieramento, iniziando a sgomberare le quasi 150 famiglie che da circa un anno occupavano altrettanti appartamenti IACP in via Montecarotto e via Fabriano.
L’incontro fra la decisa opposizione popolare agli sfratti e la volontà dei militanti della sinistra rivoluzionaria di difendere una delle più estese occupazioni in atto nella città, portò a organizzare una dura resistenza, che sfociò in vere e proprie battaglie di strada.
Fin dalle prime ore del mattino di venerdì vengono erette barricate agli ingressi del quartiere con pneumatici, vecchi mobili e oggetti di tutti i tipi. La polizia, accolta da sassi, bottiglie incendiarie, bulloni lanciati con le fionde, spara centinaia di lacrimogeni, ma nel pomeriggio è costretta a sospendere gli sfratti.
Sabato, mentre gli occupanti hanno ripreso tutti gli appartamenti, e una loro delegazione si è recata in pretura e allo IACP, vengono di nuovo tentati gli sgomberi.
Questa volta a resistere ci sono centinaia di manifestanti affluiti da tutta la città, tra i quali numerosi membri di consigli di fabbrica.
La giornata trascorre in un susseguirsi di “tregue”, accordate dalla polizia a Lotta Continua, che gestisce l’occupazione, per dare spazio a quella che si dimostrerà una trattativa-truffa, con l’unico scopo di prendere tempo e fiaccare il forte schieramento proletario. La delegazione rientra a San Basilio con un accordo di sospensione degli sfratti fino al lunedì mattina.
Nonostante ciò, domenica 8 i poliziotti irrompono di nuovo nelle case occupate intimidendo le famiglie e abbandonandosi ad atti di vandalismo. Riprendono gli scontri.
L’assemblea popolare nella piazza centrale della borgata, organizzata per le 18 dal Comitato di Lotta per la casa di San Basilio, viene caricata con lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo. Nella battaglia che segue, mentre un plotone di polizia è costretto a ritirarsi, da un altro vengono sparati numerosi colpi di arma da fuoco.
Fabrizio Ceruso, 19 anni, militante del Comitato Proletario di Tivoli, organismo dell’Autonomia Operaia, è colpito in pieno petto da una pallottola.
Caricato su un taxi, giungerà senza vita in ospedale.
Alla notizia della morte del giovane comunista tutto il quartiere scende in piazza. La rabbia esplode in modo violento. I pali dei lampioni vengono divelti e le strade rimangono al buio.
Questa volta è la polizia ad essere presa di mira da colpi di arma da fuoco sparati in strada e dalle case. Otto poliziotti, tra i quali un capitano, rimangono feriti, alcuni in modo grave. Brevi scontri isolati si accendono fino a tarda notte. l giorno seguente avranno inizio le trattative per le assegnazioni di alloggi alle famiglie d San Basilio e agli occupanti di Casalbruciato e Bagni di Tivoli.
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