Archivio
Rivolta al C.I.E. di Gradisca
Mentre il paese intero si raccoglie nel lutto per i sei soldati morti in Afghanistan, mentre la Croce Rossa piange sulla vernice versata sulla facciata della sede di Roma, scoppia una rivolta nel Cie di Gradisca di Isonzo, provincia di Gorizia. Non sappiamo come sia cominciata, per ora le notizie sono frammentarie e confuse. Quel che è certo è che in una sezione è stato appiccato un incendio, e che la polizia sta picchiando forte chiunque gli capiti sotto tiro. Al momento, si contano almeno 15 feriti tra i reclusi, portati in infermeria sanguinanti.
Ascolta una breve conversazione con un recluso: http://www.autistici.org/macerie/?p=19743
Aggiornamento. Piano piano stiamo riuscendo a ricostruire la dinamica di questa rivolta.

In foto la sede della Croce di Rossa di Roma, attaccata da lanciatori di palloncini ed escrementi questa mattina. La Croce Rossa è complice nella gestione dei Centri di identificazione ed Espulsione
Tutto comincia questa notte, quando in 35 tentano la fuga dal Cie. Purtroppo il tentativo è sventato dalla polizia, che comincia a picchiare brutalmente i fuggiaschi. A questo punto gli altri reclusi, anche chi non aveva partecipato all’evasione fallita, iniziano a protestare e salgono sui tetti, rimanendoci fino alle 6 di questa mattina. Pare che siano anche giunti sul posto dei giornalisti, che forse hanno preferito mantenere il riserbo sulla vicenda (sono sempre giorni di lutto, questi…). All’alba, dietro la promessa della polizia di non fare rappresaglie, i reclusi scendono dai tetti, e la situazione ritorna tranquilla. Fino alle 13, quando scatta una perquisizione. I poliziotti si lasciano andare ad offese pesanti, strappando in due un Corano, e pare che durante il loro passaggio siano spariti anche dei soldi e dei cellulari. Di lì a poco, scoppia la rivolta.
Al momento, e sono le cinque di pomeriggio, la rivolta è ancora in corso. Il numero di feriti è salito a una ventina. La polizia continua a picchiare e tirare lacrimogeni nelle celle. Dall’altro lato, i reclusi tentano di spaccare i lucchetti per arrivare ai poliziotti, “tanto qui siamo morti lo stesso”.
Ascolta una conversazione con un altro recluso http://www.autistici.org/macerie/?p=19743
Un altro aggiornamento. Pare che ora, verso le sette di sera, la situazione sia tornata relativamente tranquilla. Certo bisognerà presto capire la situazione dei feriti, alcuni dei quali sembrano davvero in gravi condizioni.
macerie @ Settembre 21, 2009
PER LE IMMAGINI: UN VIDEO GIRATO DENTRO QUALCHE GIORNO DOPO, PER VEDERE ” I RESTI” DELLA RIVOLTA
Lettera dal lager di Ponte Galeria…
«Quando sono entrato qui mi hanno detto che dovevo stare tranquillo, che qui ero libero… Ho visto la Croce Rossa e mi sono detto: “meno male, almeno non vedo la polizia intorno”. Invece mi sono sbagliato tanto, mi sono sbagliato tanto a pensare così…
La Croce Rossa mi ha dato un paio di ciabatte, un paio di lenzuola di carta di quelle che si usano sui treni, quelle usa e getta. Mi ha aperto un cancello e… lunghe sbarre, lunghe sbarre alte quattro metri. Tutto a sbarre. Avete presente gli zoo, come sono divisi gli animali? Una gabbia sono negri, una gabbia sono arabi, una gabbia sono del Bangladesh, una gabbia sono indiani, una gabbia sono europei… Da lontano ho visto i militari, e come girano intorno coi mezzi che usano lì in Afghanistan – armati! Subito mi sono reso conto che mi hanno detto una bugia, che non ero libero io: una persona chiusa in una gabbia 16 per 20 non può essere libera, non può essere libera!
Qui non c’è la vita, non si può vivere così: ci danno il vitto solo per tenerci in vita. Sapete come ci sentiamo, sapete come ci sentiamo noi? Persone sequestrate! Una cosa è sentirla – vedete, mi viene la pelle d’oca – e un’altra cosa è trovarsi solo cinque minuti in una gabbia… e no, due mesi, tre mesi, quattro mesi, cinque mesi, sei mesi… E intorno a noi girono militari che sono tornati dall’Afghanistan. Vigili urbani, Polizia, Finanza, Carabinieri, Polizia stradale, militari… tutte le divise abbiamo qua. E in più abbiamo la Croce Rossa: per me il nome della Croce Rossa è infangato, infamato!, perché sotto le divise della Croce Rossa si nascondono gli ex militari. E questo lo posso confermare davanti a tutti, anche davanti al Presidente della Repubblica.
Qui non è come fosse Guantanamo: è Guantanamo. È Guantanamo. È Guantanamo del signor Berlusconi, del signor Bossi, del signor Maroni, del signor Fini, del signor Casini e del signor Calderoli. Noi vogliamo che nostra voce si senta da qua a tutto il mondo come si è sentita per Guantanamo.Trasmettetela e ve ne saremo molto grati: le nostre sofferenze qua non si possono descrivere. Non si possono descrivere, non si possono descrivere…» Ponte Galeria, Roma, 30 agosto 2009
La teoria e la pratica della “detenzione amministrativa” in undici minuti di intervista: QUI
(Sono giornate agitate, queste, a Ponte Galeria. Aumenta la sofferenza ed aumenta la voglia di urlare. Un recluso oggi si è sentito male ed è stato portato via, un altro ha inghiottito due pile e non l’hanno portato in ospedale perché avevano paura che scappasse. Tra l’urlo e la lotta, forse, ancora qualche giorno.)
macerie @ Agosto 31, 2009
Resisti Abruzzo, RESISTI!

Rientro dall’Abruzzo, ormai terra familiare, solamente ieri sera e poche ore dopo…il terremoto.
Terra di dirupi, di grotte e panorami che cambiano ogni metro, terra di lupi e orsi (stavolta lo posso dire forte), di montagna aspra e colline dolci.
Terra di gente genuina, dal dialetto stretto , simpatico e contagioso; gente generosa, silenziosa e piena di voglia di cantare, ridere e mangiare.
Una terra che sa accogliere e farti tornare indietro nel tempo, come se per bere dovessi risalire dal Calacroce con la conca in testa e l’acqua della fonte, come se la Morgia fosse sempre stata nel mio orizzonte.
Un Abruzzo in ginocchio ad una manciata di ore da quando m’ha salutato, da quando ho riempito di baci quella mamma montagna che ogni giorno svela un ruscello, un fiore, un animale, un lato sconosciuto.
Ogni luce dona alla dolce Majella un colore nuovo, un profilo più dolce del precedente.
Terra di pascolo e mulattiere, di scoppolette e formaggi di pecora, terra genuina che non sembra l’Italia di oggi.
Aspro e dolce Abruzzo, RESISTI.
E DOVRETE RACCONTARCI DI CHI SONO LE RESPONSABILITA’ DI TUTTO QUESTO, CI DOVRETE DIRE COME E’ POSSIBILE CHE CADANO SBRICIOLATI OSPEDALI E PREFETTURE E NON CASE ANTICHE, O ABUSI DI PERIFERIA.
CI DOVRETE DIRE COME COSTRUITE IN UN TERRITORIO ALTAMENTE SISMICO, CI DOVRETE DIRE PERCHE’ SIAMO L’UNICO PAESE AL MONDO DOVE IL CEMENTO ARMATO SI SBRICIOLA COME IL CARTONE.
UN PENSIERO VA A TUTTI GLI SFOLLATI, A TUTTI COLORO CHE LOTTANO PER USCIRE VIVI DALLE MACERIE.
UN PENSIERO PARTICOLARE A TUTTI I DETENUTI DELLA REGIONE ABRUZZO, RICCA ANCHE DI CARCERI DI MASSIMA SICUREZZA, DI CUI NESSUNO CI FA SAPERE NULLA: PERCHE’ TERREMOTO E CARCERE SONO DUE COSE CHE PENSATE INSIEME DOVREBBERO FAR VENIRE VOGLIA A TUTTI, A TUTTI, DI ANDARE LI’ E BUTTAR GIU’ QUELLE MURA, QUEI BLINDATI, QUELLE SBARRE.

































Commenti recenti