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Egitto: noto youtuber filma il suo arresto. Lo rivedremo mai?

5 Maggio 2020 Lascia un commento

Prosegue costante e quotidiano il lavoro delle squadracce di Al-Sisi, intento a far sparire qualunque voce dissidente, qualunque vita al di fuori degli schemi silenziosi di un regime che vuole costituirsi sul terrore e la tortura.
Raccontavamo solo due giorni fa della morte di Shadi Habash, avvenuta nel carcere di Tora, dove in un’apposita sezione sono detenuti migliaia di “dissidenti”, spesso inconsapevoli di esserlo.
fullsizeoutput_dd70Shadi, e i suoi compagni di prigionia erano in quell’inferno da due anni per la realizzazione di una canzone e un video musicale “Balaha”, che fa ironia su Al-Sisi;
Marwa Arafa, scomparsa dal suo appartamento il 20 aprile è ricomparsa ieri nelle stanze di una procura: cosa che non ci consolerà perché il meccanismo usato è noto.
Udienze a cadenza mensile (per Shadi erano 45 giorni), udienze inutili, dove un giudice a testa bassa riconfermerà -per millemila volte- altri 45 giorni: e così via, in un turbine di udienze e carcere e silenzio e tortura che spesso porta alla morte di questi giovani ragazzi, la miglior gioventù possibile per l’Egitto di ogni epoca.

 

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Il video che invece circola in rete da qualche ora l’ha girato direttamente Mustafa Hady, egiziano anche lui, blogger e youtuber molto noto, nonchè giornalista per alcune testate del paese, che è stato prelevato dalle forze di sicurezza all’interno del suo appartamento ed è riuscito a riprendere gli ultimi secondi della sua vita da uomo libero.
Attivo già dai tempi della rivoluzione di Piazza Tahrir, anche lui uno dei ragazzi del “25 gennaio”, parlava spesso di argomenti non semplici che creavano aspri dibattiti sulle sue pagine, come la libertà sessuale.
Domenica sera, Mustafa riprende ogni cosa, fa sentire le voci che gli chiedono di aprire la porta, la sua tensione che sale, loro che entrano e gli dicono di tacere, di far silenzio e seguirli.
Ancora uno, uno dei tanti che ogni giorni scompaiono, uno dei tanti ammassati come Alaa e migliaia di ragazzi nelle carceri stalla di Tora e del resto del paese: Mustafa era perfettamente consapevole di quel che stava succedendo.
Lo rivedremo mai?

Nel frattempo ieri i familiari in visita ai prigionieri politici nel carcere di Tora hanno tentato di portare medicinali e viveri ai loro congiunti, ma di risposta hanno ottenuto: tornate tra un mese e mezzo.

Ho bisogno di supporto e ho bisogno che ricordiate che io sono ancora in prigione e che il regime si è dimenticato di me. Sto lentamente morendo perché so che sto restando solo di fronte a tutto. So che ho molti amici che mi vogliono bene e hanno paura di scrivermi pensando alla fine che io possa uscire senza il loro aiuto.
Ho bisogno del vostro supporto ora più che mai.
Shadi Habash 26 Ottobre 2019
(morto nel carcere di Tora, maggio 2020)

Prigione-di-Tora-Human-Right

Arrivano 25 condanne ai compagni in Egitto. Maledetti!

24 febbraio 2015 1 commento

Bisogna sperare che venga accettata l’apertura del terzo grado di giudizio.

i volti dei condannati…

Bisogna sperare che la libertà avvolga ancora la vita di questi compagni, che tanto hanno fatto per l’Egitto e per la vittoria della libertà sul silenzio, nelle lotte di Tahrir e in quelle successive che hanno investito il Cairo, come tutta la zona del Delta, come anche il resto del paese.

I condannati di ieri sono 25 (tutte le condanne oscillano tra i 3 e i 15 anni, con il pagamento di 13.000$ a testa), i condannati di ieri sono tutti compagni che hanno sfidato il primo giorno di nuova legge sulle manifestazioni, nel novembre del 2013 e uno di loro, Alaa Abd El Fattah è un blogger ormai di fama mondiale, che dal primo giorno delle rivolte del gennaio 2011 nella grande piazza Tahrir si è esposto a livello internazionale per far conoscere e allargare la grande rivolta popolare che buttò giù Mubarak, per poi essere spazzata via dalle violenze dello Scaf, dal governo Morsi e dall’attuale al-Sisi, che ha confermato la sua vigliaccheria e infamia con le sentenze di ieri. Alaa è stato ripetutamente arrestato in questi anni, sotto ognuno dei leader egiziani che si sono avvicendati dalla caduta di Mubarak.
In primo grado erano stati condannati a 15 anni, ieri almeno 10 di questi ( ma non per tutti) son stati buttati nella spazzatura, ma la condanna è arrivata. Pesante. Un macigno di carcere e isolamento.
Tre condanne rimangono a 15 anni: 15 anni.
Di 25 condannati ben 24 parteciparono attivamente alla manifestazione autorizzata, consapevoli del rischio d’arresto,
consapevoli di poter perdere un occhio (era lo sport preferito dello Scaf quello di centrare bulbi oculari), consapevoli di rischiare la vita e quei brandelli di libertà conquistati.
Uno di loro no.
Uno di loro non era in piazza. Non aveva nemmeno scelto di essere in piazza quel giorno, ma quando ha visto il pestaggio di una donna da parte di agenti in borghese non è potuto rimanere con le mani in mano.

Mohammed Abdel-Rahman Noubi : ecco uno dei 25 processati nello “ShuraTrial”. Lui quel giorno non potè non tentare di salvare una ragazza da un pestaggio effettuato da un poliziotto in borghese. Mohammed nell’assistere ad un pestaggio non riuscì a non intervenire per cercare di salvarla. La sua condanna ammonta a 3 anni di carcere e 13.000 $ di spese.

Lui è il più giovane dei condannati e per i compagni porta il nome di Mohammed Yassin. Il suo nome completo è Mahmoud Mohamed Abdelaziz ed è uno studente. Almeno lo era. Visto che quando è stato arrestato aveva 17 anni, visto il pesante isolamento subito nel carcere di Tora e Athbs. E’ stato dal primo giorno della rivoluzione in piazza, da tutti conosciuto e amato.

Di Alaa abbiamo molto materiale su questo blog e tanto altro ancora si trova in rete.. (LEGGI)
materiale che consiglio di leggere ed approfondire per poter comprendere quanto questi compagni siano nostri compagni,
sangue nostro. Che va tirato fuori da quelle prigioni, che va fatto tornare libero,
Che deve continuare a lottare per abbattere l’oppressione.

TUTTI LIBERI.
SOLIDARIETA’ TOTALE AI CONDANNATI.
Mubarak, Morsi, Sisi: una faccia, una feccia.

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