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Ancora su De Tormentis: una lettera all’ordine degli avvocati di Napoli


Quello che mi stupisce è la poca attenzione su questa cosa.
Non sembra interessare più di tanto che si sia torturato “manuale alla mano”, che c’erano squadre addestrate solo per quello che visitavano le caserma dove serviva il loro lavoro: non importa l’idea che ora il nome di De Tormentis c’è, che c’è anche un interrogazione parlamentare, che tra poco magari sapremo qualcosa in più di quel pezzo di storia mai terminato.

Il Professor De Tormentis, a destra delle Renault: all'epoca 44enne. Pochi giorni dopo questo scatto si accaniva sul corpo di Triaca

Mai terminato si: perché chi è stato torturato e quella tortura l’ha sopportata, chi è stato brutalizzato e torturato E’ ANCORA IN CARCERE!
Ma ripeto, sembra interessare a pochi, in realtà: è un po’ un tabù, anche per la sinistra militante.
Anzi, c’è chi ti dice “Ah bhè allora perché non parliamo di Genova e della Diaz?”…risposte un po’ sterili, come se una cosa escludesse un’altra…
poi ripeto..
per me far la battaglia su De Tormentis, riuscire a capire chi come dove quando gli dava gli ordini, vuol dire cercar di tirar fuori Cesare Di Lenardo e chi come lui non ha ancora visto la luce, dopo trent’anni, dopo gli abusi subiti, dopo i decenni di abbandono di cui siamo tutti responsabili.

Intanto vi allego la lettera dell’avvocato Davide Steccanella, che ha inviato all’ordine di Napoli, al cui foro è iscritto il signor De Tormentis, ormai braccato.

Spett.Le

Consiglio
Ordine degli Avvocati di Napoli

Centro Direzionale
Piazza Coperta
80143 Napoli

Milano, 12 dicembre 2011

Richiesta chiarimenti:

Sono un collega iscritto all’albo degli avvocati di Milano dal 14.01.1991 (n. tessera 2008003999) ed ho recentemente appreso con notevole “sconcerto” (e come me credo molti altri lettori) quanto riportato su un recentissimo libro di Nicola Rao edito dalla nota Sperling&Kupfer dal titolo “Colpo al cuore” (peraltro giunto alla seconda ristampa !!!), argomento ripreso da un articolo comparso sulla edizione di domenica 11 dicembre del quotidiano nazionale “Liberazione”.
Nel libro in oggetto viene riportata una lunga intervista ad un “tale” che qualificandosi attualmente come avvocato del foro di Napoli racconta nel dettaglio (e in certo senso “vantandosene”…) di avere a suo tempo perpetrato reiterate torture di vario genere ai danni di numerosi arrestati (o fermati) quando, prima di diventare avvocato, prestava servizio come poliziotto per l’ UCIGOS alle dirette dipendenze del Ministero.
Si tratta di racconti a dir poco raccapriccianti di fatti di inaudita violenza in pur stile “argentino” perpetrati da un gruppetto di pochi agenti “scelti” al suo comando su uomini e donne al fine di farli parlare, il tutto in un assoluto spregio di una qualsivoglia forma di legalità al rispetto della quale quella funzione pubblica a quel tempo ricoperta avrebbe dovuto essere preposta.

Quella particolare “metodologia”, così minuziosamente descritta nelle pagine del libro citato, sarebbe stata “sperimentata” una prima volta nel 1978 e quindi, per ammissione dell’intervistato, “sospesa” per un po’ di tempo per evitare una sua “emersione”, e infine nuovamente e questa volta più massicciamente ripresa nei primi mesi del 1982, peraltro i nominativi dei “torturati” sono ampiamente noti avendo a suo tempo molti di loro sporto vana denuncia, allegando certificati medici, fotografie e quant’altro.
Le generalità del soggetto in questione non vengono fornite giacchè nel libro di Rao lo stesso viene sempre chiamato con lo pseudonimo, testuale, di: Professor De Tormentis, e la squadra di “agenti scelti” al suo comando, sempre testuale: “il gruppo dell’ave maria”.
Non credo sia difficile per Codesto Ordine individuare il nominativo del “collega” in questione (peraltro facilmente identificabile sulla base di alcuni elementi temporali) né mi interessa più che tanto attivarmi in tal senso, quello che mi preme viceversa sapere è se Codesto Ordine sia stato o meno informato della cosa, e se si quali iniziative intenda intraprendere, giacchè quanto sopra esposto mi pare francamente ben poco compatibile con i principi ispiratori della nostra nobile professione.
Come Codesto Ordine comprenderà non è certo particolarmente “edificante” per chi esercita questo mestiere ormai da qualche annetto apprendere che un “collega” si vanta pubblicamente di avere torturato, quando era un poliziotto, dei cittadini arrestati prima di affidarli al Magistrato competente.

Cordiali saluti

Avv. Davide Steccanella

  1. Graziella
    19 dicembre 2011 alle 15:45

    Seguo con interesse la sporca vicenta e ti prego di tenerci informati attraverso il tuo blog e su FB degli sviluppi della situazioni. C’è un grande rimosso collettivo su quella stagione ahimè. Ti abbraccio Graziella

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  2. D. Q.
    20 dicembre 2011 alle 01:08

    Vi capisco: stupisce anche me il poco interesse per questa vicenda…

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