Solo una fotografia …
Il cielo è plumbeo anche quando il sole splende, anzi più splende più volano, più volano più la pioggia esplode insieme a tutto il resto.
Questa foto parla di braccia e mani sbucciate a scavar cemento fuso,
Questa foto parla di occhi che affogano nel terrore guardando al cielo come al nemico più grande.
Questa foto racconta la Siria di questi mesi più di tante parole,
Spalanca le porte ad un dolore sordo, che scava implacabile le giornate di chi su quel suolo ha avuto solo che da imparare.
Imparare tanto.
Io son lì con voi, non c’è bomba che non squarci il mio petto.
Leggi:
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Ode al dolore
Le bombe in casa nostra
Categorie:Siria
Tag:aleppo, Assad, bombe, civili, distruzione, distruzione del territorio, FSA, macerie, medioriente, morte, partito Baath, rivoluzione, Siria, Syria
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Valentina Perniciaro
Sta nel sogno realizzato,
sta nel mitra lucidato.
Nella gioia e nella rabbia,
nel distruggere la gabbia
Nella morte della scuola, nel rifiuto del lavoro
Nella fabbrica deserta, nella casa senza porta
Sta nell’immaginazione, nella musica sull’erba,
sta nella provocazione, nel lavoro della talpa,
nella storia del futuro , nel presente senza storia,
nei momenti di ubriachezza, negli istanti di memoria.
Sta nel nero della pelle, nella festa collettiva,
sta nel prendersi la merce,
sta nel prendersi la mano, nel tirare i sampietrini,
nell’incendio di Milano,
nelle spranghe sui fascisti nelle pietre sui gipponi
Sta nei sogni dei teppisti
e nei giochi dei bambini,
nel conoscersi del corpo,
nell’orgasmo della mente,
nella voglia piu’ totale,
nel discorso trasparente.
Ma chi ha detto che non c’e’.
Sta nel fondo dei tuoi occhi
Sulla punta delle labbra
Ma chi ha detto che non c’e’.
Sta nel mitra lucidato
Nella fine dello Stato
C’e’, si c’e’
Ma chi ha detto che non c’e’.
le stragi umanitarie e l’olocausto che stanno subendo i greci, i siriani, ancor prima i libici, gli egiziani, i palestinesi, le violenze di ogni genere, le repressioni, il razzismo, le imposizioni tedesche sul pareggio di bilancio, la spinta nell’incentivare in maniera sempre più spregiudicata il precariato, la nuova povertà di massa a favore dei soliti noti ancora non sazi capitalisti; possiamo affermare con certezza che questo è solo l’inizio di un futuro, che non ci dovrà e potrà trovare assolutamente impreparati.
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Ma perchè??????
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Cosa?
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Sarebbe interessante una inchiesta attualizzata sulle armi, o componenti di queste, prodotte anche in Italia ed esportate nei vari paesi. E’ l’unico settore produttivo non in crisi a livello mondiale, l’unico settore che non ha operai a cassa integrazione, insieme a quello di generi di lusso esportati verso la Cina, l’India, la Russia. Possibile che non ci siano compagni in grado di sabotare queste fabbriche di morte o di lusso sfrenato? E’ inutile scandalizzarsi e raccontarcele tra noi, senza sollecitare interventi concreti a costo di sentire le lagnanze di quei “bravi” operai che devono pur vivere mangiando pane avvelenato. Non importa essere pro o contro la lotta armata per sollecitare certi interventi-denuncia! Ricordo che negli anni fine 1970, alla Benelli di Calenzano (Firenze) ogni pochino restavano schiacciati sotto una pressa degli operai. Alcuni compagni fecero un attentato notturno incruento, ma di avvertimento, minacciando di far saltare la Direzione della fabbrica con i dirigenti dentro. I sindacati e la sinistra gridarono alla provocazione…ma la pressa la cambiarono e gli operai non rimasero più schiacciati sotto quella pressa maledetta. La storia nostra ci insegna che non serve gambizzare od uccidere! spesso è più utile un sano sabotaggio. Meditate gente, meditate, se avete sangue nelle vene. Sbagliando bisogna imparare a sbagliare meno. Io la penso così. Non sono adatto per continuare a lagnarmi, a piagnucolare! mi viene a noia. Gianni
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