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Catania: un lungomare di corpi morti, uccisi dalle frontiere d’Europa


10.000 morti in 10 anni: e aumentano di giorno in giorno.
Una guerra combattuta per mare, dove flotte di navi militari incrociano barchini bucherellati stracarichi di persone:
quello è il nemico per la Fortezza Europa in cui viviamo da detenuti e allo stesso tempo da consapevoli carcerieri / guardie di frontiera.

Catania, lungomare La Plaia, questa mattina: 6 morti

Quando muoiono compaiono piccoli trafiletti sulla stampa asservita al filo spinato:
se poi muore una donna incinta o un bimbo, il trafiletto si fa più patetico, ma tanto il titolone della pagina più importante è sempre ridondante di “nuova legge per l’immigrazione clandestina” “giro di vite contro la clandestinità”
“aumenta la detenzione nei CIE per chi è trovato nel territorio senza permesso di soggiorno”
“espellere i clandestini” … questo è.
Questo il lessico e il panorama culturale in cui viviamo e cresciamo i nostri figli,
questi i titoli dei giornali che leggevano i bagnanti questa mattina a Catania,
mentre si recavano a trastullarsi sul Lungomare La Plaia, uno dei punti più affollati della città marina,
prima che si ritrovassero davanti ad una fila di cadaveri.
Sei morti, tutti sotto i trent’anni: giovani sognatori, dal passo lungo verso un altro futuro. Morti a pochi metri dalla riva, cercando di salvarsi.

Cadaveri,
cadaveri che a quanto pare puzzano meno dei nostri,
cadaveri che non hanno diritto a nome, che non sconvolgono, che una volta coperti dal lenzuolo vengono rimossi dalla corteccia celebrale e dalla coscienza. Come se fosse normale, come se fossero che ne so rondini o uccelli migratori:
le cinque anatre di Guccini che ne arriva solo una ma “bisognava volare”.
Peccato che son corpi, persone, uomini e donne e non metafore di qualche cantautore:
ma scusate eh, non vorrei rovinarvi bagni, tuffi e “morto e galla” in questo agosto afoso.

Continuate pure così,
continuate a sguazzare in un Mediterraneo fatto di muri, filo spinato, frontiere assassine e tanti tanti corpi da scansare in acqua.

LEGGI:
Lampedusa: l’ultima strage tra le tante
Il cimitero liquido
Il Mediterraneo ci restituisce i corpi, che lasciamo là
Il mare della morte

  1. gianni landi
    10 agosto 2013 alle 12:28

    Valentina, ti sono nel cuore e nel sangue che ribolle, oggi e più di “ieri”, per la rabbia, il disgusto di fronte alla insensibilità di questi omuncoli e donnaccole che ci circondano da tutti i lati. Che contrappasso duro è quello che dobbiamo affrontare, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto della nostra vita impotente, o quasi. Lo sai, che a proposito di rinnovo del permesso di soggiorno per gli immigrati, questi poveri, questi ultimi della terra devono dimostrare di avere un lavoro, altrimenti campo di concentramento o rimpatrio? Questo certamente lo sai, ma forse non sai che “i vu comprà” devono fare la denuncia dei redditi e quindi pagare un commercialista che deve accludere le ricevute fiscali!! Proprio così!! L’altro giorno ho comprato alcune cose ad un nigeriano e per scherzo gli ho chiesto lo “scontrino”. Non ha battuto ciglia, ha estratto dal saccone un blocchetto con le ricevute fiscali ed il timbro con le sue generalità!!Sono rimasto allibito…ed ancora più quando mi ha detto che talvolta lo ferma una pattuglia dei carabinieri per vedere se è in REGOLA!! L’ho abbracciato con le lacrime agli occhi. Questi sono i nostri amici, compagni e fratelli non di sangue ma di cuore. So che mi capisci e ti abbraccio Gianni Landi

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  2. Fiamma Schiavi
    12 agosto 2013 alle 09:33

    Mi associo al commento di Gianni Landi,che condivido in toto. E vi abbraccio compagni.Grazie anche perché leggendovi mi sento meno sola.

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