Archivio
Libano: si assaltano le banche
Per le strade del Libano, tutte, la pandemia non sembra essere il problema principale.
Dall’ottobre dello scorso anno, per più di 100 giorni, il Libano è stato infiammato da una protesta spontanea, trasversale, assolutamente liberata dai meccanismi confessionali che sempre hanno diviso le strade del paese. I soli a scendere contro questo movimento stupendo e anche ricco di tantissime componenti femminili, sono stati gli sciiti di Hezbollah ed Amal, che più volte hanno attaccato le piazze incendiando tutto quello che trovavano, armata manu
Una lotta contro una crisi economica devastante, denominata dalla stampa internazionale la Tax Intifada, che ha fatto cadere in pochi giorni l’inutile governo Hariri e che ora si ritrova in una situazione stagnante e pericolosa,
insostenibile ormai visto l’arrivo della pandemia, e con lei delle misure di contenimento sociale che inevitabilmente piegano definitivamente la sopravvivenza della popolazione subalterna.
E così, nessuno si è lasciato fermare, e con i volti coperti dalle mascherine, oltre che dalle kephie, si è iniziato ad alzare il livello dello scontro per le piazze di Beirut, Tripoli, Saida: dal tappeto di bandiere libanesi sventolate, dalla battaglia con i divani a bloccare la ring road si è passati a tante, tante molotov, e all’attacco diretto alle banche.
La confusione è grande sotto il cielo,
i cuori di chi lotta battono forte.
Per capire le rivendicazioni dei ragazzi e delle ragazze in piazza : QUI
Pietre sull’Unifil
Tre soldati italiani e undici francesi sono rimasti lievemente contusi dopo essere stati presi di mira in una sassaiola nel villaggio di Beir Salasel, nel sud del Libano. Lo ha riferito all’Agi il portavoce militare della missione Unifil, il tenente colonnello Diego Fulco. L’episodio e’ avvenuto “durante le attivita’ di investigazione congiunta dell’Unifil e delle Forze armate libanesi in seguito all’esplosione di un deposito d’armi avvenuta martedi’ scorso”, ha spiegato Fulco. “Un centinaio di persone ha tentato di ostacolare l’attivita’ con il lancio di pietre”, ha aggiunto. A quel punto, “Unifil e Laf (le forze armate libanesi) hanno aumentato il personale sul terreno per evitare che la situazione degenerasse”. Mentre i soldati stavano lasciando la zona, “alcune persone hanno bloccato uno dei blindati” e i militari “sono stati costretti a sparare alcuni colpi in aria” per potersi ritirare.
Questa l’agenzia…facile capire come ormai a distanza di anni le direttive della missione Unifil siano un po’ cambiate, e che le loro normali “attività di investigazione” vadano a ricercare con sempre più insistenza di destabilizzare la presenza Hezbollah.
Ancor più facile, a questo punto, capire la sassaiola, visto il territorio in cui è avvenuta.
Commenti recenti