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Gli assassini di Aldro in servizio da gennaio 2014: è vero ministro Cancellieri?

I loro volti
Io sono contro la galera, contro la galera sempre e comunque.
La considero un’istituzione (nata poi da non così molto tempo) da abbattere, non da rivedere o migliorare.
Mai ho proferito parola su questo sito, sulla scarcerazione praticamente immediata di Monica Segatto, l’unica donna tra i poliziotti condannati per l’omicidio di Federico Aldrovandi,
che doveva scontare il residuo pena di sei mesi in cella ed ha usufruito quasi immediatamente dello “svuota carceri” per finire agli arresti domiciliari.
Non mi interessa, il carcere -ripeto- è per me una delle più grandi aberrazioni della nostra società: avrei preferito vederli otto ore al giorno a pulire merda.
Però quei 4 assassini non possono tornare a fare il loro lavoro,
Quei 4 balordi assassini a freddo di un ragazzo, non possono indossare nuovamente quella divisa.
E allora guardo alle parole della ministro Severino, che ne ha usate di durissime verso i colleghi sbirri che hanno portato pubblica solidarietà ai colleghi assassini,
e mi chiedo come sia possibile che, da giugno 2013, appena finita la pena, passeranno sei mesi,
SOLO SEI FOTTUTI MESI, prima che possano ritornare ad esercitare il loro “mestiere”.
Rientreranno in servizio a gennaio 2014: la Commissione disciplinare del Dipartimento di Sicurezza avremmo stabilito sei mesi di sospensione dal momento del fine pena.
Poi torneranno in servizio.
Quattro assassini.
Siamo un paese in cui l’omicidio non si stabilisce a partire dal morto, ma dalla mano dell’omicida: se è in divisa è “eccesso colposo”, se è un proletario è un lurido assassino, se è un migrante…lasciamo sta.
Ma la Cancellieri, ministro dell’Interno, cosa dice?
Fossero stati condannati a soli sei mesi di più, quindi a cinque anni, avrebbero avuto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici come qualunque cittadino italiano.
Gliela regaliamo quest’interdizione signora Ministro o devono tornare in servizio?
LEGGI:
– A Patrizia Moretti, madre e guerriera
– Applausi del Sap, camper del Cosip: la polizia si rivendica Aldro
A Patrizia Moretti, madre e guerriera
Chissà se una volta madri il dolore e l’empatia prendono colori e intensità diversi davanti a certe notizie, a certe sofferenze.
Non sono riuscita a capirlo, nemmeno da madre.
In questi giorni, lontana dalla rete (quella “mia”), ho osservato a lungo lo sguardo di Patrizia Moretti, guerriera, madre di Federico Aldrovandi … barbaramente massacrato da 4 uomini in divisa,
quattro poliziotti, quattro assassini di Stato, ormai 8 lontani anni fa.
Sono stati condannati per omicidio, la sentenza che li condanna, LE sentenze che li condannano, parlano una lingua chiara, durissima, malgrado insabbiamenti e quant’altro.
8 anni, certo non servono a nulla per smussare il dolore della perdita del proprio figlio adolescente,
8 anni non cancellano quelle intercettazioni, quell’omicidio avvenuto con una metodologia che più di una volta non sono riuscita a descrivere, tanto il rischio che il vomito soffochi il respiro.
Federico, il nostro piccolo Aldro, è morto di una morte atroce e sadica,
voluta da 4 sbirri ai quali non va giù che siano chiamati assassini,

Aldro, cucciolo
che ci sia scritto OMICIDIO sulle carte che li hanno costretti ad assagiare il carcere,
anche se per un piccolo residuo pena.
Quel che riesce, ed ha dell’incredibile questo!, addirittura a superare in orrore tutta questa storia è il presente, quello che avviene ad 8 anni da quell’assassinio.
E’ la continua persecuzione che la famiglia di Aldro, e soprattutto sua madre, sono costretti a vivere da più di un mese, da quando questo merdoso sindacato di polizia (Cosip), ha deciso di portare solidarietà attiva ai 4 colleghi condannati, con striscioni e pulmino, in giro per Ferrara.
(LEGGI : Applausi del Sap, camper del Cosip: la polizia si rivendica Aldro)
Così attiva da presentarsi anche sotto il municipio della città, sotto le finestre dove lavora Patrizia, che è stata poi costretta a scendere e a mostrare, per l’ennesima volta, la foto del corpo martoriato di suo figlio. Fotografia che il segretario di questo sindacato ha anche apostrofato per “taroccata”, quando è agli atti processuali.
Di un processo concluso, concluso con 4 assassini.
Franco Maccari, segretario del Cosip al quale auguro una pioggia di carcinomi maligni, afferma:
“La signora Moretti mamma di Federico e tutti dipendenti comunali, hanno abbandonato il loro lavoro per manifestare con una foto falsa. Hanno fatto una manifestazione senza autorizzazione, è un reato penale molto grave e qualcuno dovrà provvedere. Un gruppetto di maledetti bastardelli ha condizionato la nostra protesta”.
Il ministro Severino ha usato parole dure, è vero, davanti a questa schifosa provocazione,
ma non basta di certo.
Quelle divise vanno stracciate, quei distintivi fatti a pezzi: di tutti coloro che hanno portato solidarietà a quei 4 balordi, di tutti coloro che son andati sotto le finestre di sua madre,
di tutti coloro che si son permessi di insultarla,
e di insultare ancora Federico.
Che non vi dimenticate,
non è solo figlio di tutte noi madri di Italia,
ma è soprattutto sangue di tutti i compagni e le compagne.
E il sangue prima o poi si vendica, o comunque non lo si scorda mai.
Mai, statene certi
MALEDETTI ASSASSINI
Il ringraziamento più grande va ad Anonymous, che ha buttato giù i loro siti,
a questo link potete leggere il comunicato.
Applausi del Sap, camper solidali del Cosip: ecco come la polizia si rivendica Aldrovandi
E non venitemi a parlare di mele marce eh! Che nemmeno si riesce a commentarla questa notizia,
tanto è lo schifo che provo per voi,
maledetti assassini di Stato.
(ANSA) – BOLOGNA, 26 FEB – E’ uscito dall’aula del tribunale
di Sorveglianza di Bologna, che deve decidere se disporre il
carcere, tra gli applausi dei colleghi: c’erano una trentina di
appartenenti al Sap (sindacato autonomo di polizia) ad
accompagnare e manifestare vicinanza a Enzo Pontani, ultimo dei
quattro agenti condannati per l’omicidio di Federico Aldrovandi
a dover ancora discutere la propria posizione. Gli altri tre,
Monica Segatto, Luca Pollastri e Paolo Forlani sono in carcere
dopo l’ordinanza del tribunale del 29 gennaio.
Anzi, il Cosip, sindacato indipendente di polizia ha fatto proprio il Camper della solidarietà in difesa dei 4 boia di Aldro. DIcono che dal 2 marzo gireranno per Ferrara (provincia compresa) con il loro bel camper per dimostrare la vicinanza alle “vittime di una campagna d’odio attuata da alcuni contro le forze dell’ordine”.
Il resto delle dichiarazioni nemmeno riesco a riportarle, che è già abbastanza così
Poliziotti assassini a freddo, si permettono di querelare la mamma del ragazzo ucciso!
Melma, liquame puzzolente, merda secca, un “nuddu mischiato a niente”,
degli assassini, uomini e donne toturatori, bastardi. Assassini a sangue freddo di uno scricciolo di pochi kg e ancora meno anni.
Hanno querelato la mamma di Aldro,
quei 4 merdosi assassini, quei 4 che hanno ucciso a calci e pugni,
quei 4 che hanno ucciso montando sopra e soffocando un ragazzetto ammanettato e colpevole di nulla,
quei 4 vili assassini in divisa, quelle 4 MERDE assassine si sono permesse di denunciare Patrizia.
PATRIZIA SIAMO CON TE!
I 4 assassini, che indossano la divisa da tutori dell’ordine di questo Stato merdoso, si chiamano ENZO PONTANI, MONICA SEGATTO, LUCA POLLASTRI e PAOLO FORLANI.
L’ultimo si è astenuto dal firmare la querela.
Spero sappiano, questi 4, che nessuno ha mai dimenticato i loro nomi e che MAI avverrà.
QUI LE PAROLE DEL PADRE DI ALDRO, dal suo blog:
Questa mattina sono andato a prendere in posta un atto giudiziario…..indirizzato a Patrizia, mia moglie, la mamma di Federico, la madre di mio figlio ucciso il 25 settembre 2005 da 4 individui in divisa, come da sentenza del 6 luglio 2009. Credevo a una violazione magari al codice della strada, è facile sbagliare in questi tempi così caotici e frenetici per tutti.
Quel documento è invece una fissazione di udienza per il 18 giugno 2010 presso il Tribunale di Mantova dove Patrizia con altre due persone (due responsabili di testate giornalistice quali la Nuova Ferrara e l’ANSA) sono state citate a comparire per rispondere di non so quale reato o reati in quanto sul documento non vengono citati. Presumo io per frasi o parole ritenute diffamatorie o calunniose, chissà, visto che fra i citati ci sono due giornalisti.
Io di pazienza ne ho avuta tanta, forse troppa, ma quello che mi fa più male è il fatto che il Pubblico Ministero aveva richiesto l’archiviazione per questo fatto specifico, ma Pontani Enzo, Segatto Monica e Pollastri Luca (manca Forlani Paolo) coloro che sono stati ritenuti responsabili della morte di Federico, hanno pensato bene di non accettarla e di avvalersi del rito dell’opposizione. Il particolare che vorrei evidenziare è la data della richiesta di opposizione, 15 marzo 2010, e cioè alla luce di due sentenze chiare e ed inequivocabili, rispettivamente del 6 luglio 2009 e 5 marzo 2010
Qui
http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/federico_aldrovandi/2009/10/05/motivazioni-della-sentenza/
e qui
http://federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/federico_aldrovandi/2010/04/
Federico è morto di morte violenta senza alcun motivo e se non avesse incontrato Pontani Enzo, Pollastri Luca, Forlani Paolo e Segatto Monica sarebbe ancora vivo e non lo dico io lo dice lo Stato attraverso i suoi organismi preposti (Procura e Tribunale).
Avrei sperato e lo spero ancora, nonostante queste assurdità di violenze che continuano a soffocare e a bastonare Noi e chi ci è vicino, che questo orrore, questa arroganza, questo disequilibrio, questa cattiveria, presto abbiano una fine. Vorrei riuscire finalmente a sussurrare in pace, davanti a quel marmo che mi divide da quel corpo o da quello che resta di uno dei beni miei più preziosi, parole d’amore, quelle che con Federico ci siamo dette e scambiate, anche con gli sguardi, durante 18 anni fantastici e magnifici che nessuno potrà mai infangare e uccidere.
Come dovrei definirla sig. Pontani Enzo per quello che ha fatto quella mattina a mio figlio, per non incorrere in una querela?
Come dovrei definirla sig. Pollastri Luca per quello che ha fatto quella mattina a mio figlio, per non incorrere in una querela?
Come dovrei definirla sig.ra Segatto Monica per quello che ha fatto quella mattina a mio figlio, per non incorrere in una querela?
Come dovrei definirla sig. Forlani Paolo per quello che ha fatto quella mattina a mio figlio, per non incorrere in una querela?
Nessun problema, ci ha già pensato un Giudice al di sopra delle parti a descrivere perfettamente chi siete e non abbiamo bisogno insieme a chi ci è vicino (30 querelati), per il momento, di dire altro.
Purtroppo, per il momento, sono costretto a pagarvi anche lo stipendio e di conseguenza le vostre querele di fronte alla morte, ma non sarà all’infinito, anche se cautelativamente vi avrei visto a casa dal lavoro alla luce di orrori ed errori emersi palesemente.
Fino in fondo e oltre.
Lino
P.S. cliccando sotto, questo l’articolo per cui Patrizia è stata querelata ai sensi dell’art. 495 c.p. per diffamazione per quello da lei affermato nelle ultime due righe http://ricerca.gelocal.it/lanuovaferrara/archivio/lanuovaferrara/2008/07/05/UC4PO_UC404.html
Orbene, io Lino Aldrovandi mi chiedo cosa devo pensare e che terminologie utilizzare nei confronti di questi 4 individui, quando un Giudice in uno dei suoi innumerovoli illuminanti passaggi nella sentenza del 6 luglio 2009, arriva ad affermare che “l’aspetto che colpisce nella deposizione del dr. Marino (condannato anche questo signore, della polizia di indagine…, il 5 marzo 2010), nella parte in cui riporta in modo pedissequo e quasi pedante il decorso degli avvenimenti nel racconto dei suoi uomini, è come lo stesso non abbia rivolto agli stessi nessuna domanda, non abbia rilevato contraddizioni, incongruenze, omissioni, assurdità che invece si colgono a piene mani nel racconto degli agenti”. Qui un altro passaggio del Giudice tanto per intenderci nel concetto della morte violenta (cap. 4) “MORTE VIOLENTA ascrivibile a più forte ragione all’azione violenta, improvvida ed illegale degli agenti, lasciandosi peraltro aperti dubbi e ipotesi su una diversa, inquietante, realtà fattuale”
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