Archivio
Una donna incinta? Un colpo, due morti!! Tsahal si fa le magliette nuove
L’obiettivo al centro del mirino sembra aver cambiato aspetto o, per meglio dire, divisa. L’esercito più preparato e equipaggiato del pianeta, Tsahal, Esercito di difesa dello Stato ebraico di Israele, è al centro di aspre polemiche dopo la pubblicazione di alcuni reportage che hanno gelato l’opinione pubblica internazionale e anche alcune poltrone dei comandi militari israeliani. Di pari passo alle prime denunce al Tribunale internazionale dei diritti umani contro l’IDF riguardanti, tutte, il recente attacco ai danni della popolazione della Striscia di Gaza (l’Operazione “Piombo Fuso: 1342 morti di cui 904 civili accertati in tre settimane di bombardamenti e incursioni) coraggiosi giornalisti di Hareetz stanno martellando quotidianamente i loro lettori -cartacei e telematici- di servizi sulle aberr-azioni degli eroi in divisa di quella che si vanta d’essere la sola democrazia del Medioriente. Probabilmente i vertici militari stanno affannosamente cercando di capire chi tra i loro soldati abbia rilasciato tutte quelle dichiariazioni sul comportamento e sulle regole di ingaggio di quelle recenti settimane di massacri, ma nessuno è voluto uscire dall’anonimato e, dalla quantità di materiale che inizia a circolare, sarà difficile far abbassare il polverone che si sta alzando.
Oltre alle tante dichiarazioni dei soldati, ai racconti di come venivano uccise intere famiglie, dell’incredibile permissività delle regole di ingaggio, la notizia che ha fatto più scalpore, rimbalzando sulle testate e sui blog del mondo intero, è quella di un’enorme fornitura di magliette arrivata a diversi battaglioni e brigate dell’esercito per celebrare la conclusione di alcuni corsi d’addestramento. Magliette che hanno fatto la fortuna, in poche settimana, dell’azienda tessile Adiv, di Tel-Aviv, specializzata nel rifornire i vari corpi dell’esercito di berretti, t-shirt e pantaloni.
Un’ordinazione “non ufficiale”, a quel che scriveva Uri Blau pochi giorni fa sulle pagine del suo quotidiano, effettuata attraverso un processo collettivo interno ai reparti, con la supervisione di alcuni sotto-ufficiali; tanto che, appena le immagini delle t-shirts hanno iniziato ad apparire in rete, l’esercito è accorso a fare dichiarazioni ufficiali di condanna che potessero placare un’eventuale bufera. “Non sono conformi ai valori delle forze di difesa israeliane e sono semplicemente prive di qualunque gust. Questo genere di umorismo è disdicevole e dovrebbe essere condannato”, si legge in un comunicato dell’esercito di ieri. Aggiunge anche che i soldati che verranno trovati ad indossarle, saranno immediatamente puniti con un provvedimento disciplinare.
Una breve descrizione di quello che indossano orgogliosi questi soldati è sufficiente per capire la gravità dell’accaduto.
“Un colpo, due morti”: il disegno è un mirino di un cecchino, che punta su una donna completamente velata, sul suo pancione.
“Usa il preservativo”: questa volta l’immagine è diversa ma l’obiettivo è sempre lo stesso: una mamma ed il suo bambino, che questa volta tiene in braccio, morto.
Un’altra maglietta, richiesta dal battaglione Lavi, ha un fumetto con un bambino palestinese, che nel crescere diventa prima un giovane lanciatore di pietre, poi un miliziano armato; la didascalia dice “Non importa come inizia, siamo noi a decidere quando finisce la partita”.
“Ogni madre araba deve sapere che il destino del proprio figlio è nelle mie mani”: questa, su richiesta della Brigata d’elite Givati.
E purtroppo la lista potrebbe continuare. Già due anni fa era scoppiata una polemica perchè, tra i soldati di uno dei reparti d’elite dell’Israel Defence Force, circolava una t-shirt con disegnato un mirino che puntava un bimbo arabo e la scritta che recitava “Più è piccolo, più è difficile”, e nessuno era stato punito per questo.
Oltre all’uso spietato di fosforo bianco, a quello massiccio dei nuovi armamenti composti dalle micidiali bombe DIME, all’aver colpito rifugi per profughi segnalati dalle Nazione Unite, all’aver impedito che stampa e soccorsi entrassero nell’intera Striscia di Gaza per settimane, oltre ad aver ucciso più di 1300 persone in una Guerra che non ha portato alcun risultato , il popolo palestinese deve subire anche lo scempio di queste magliette e il sorriso di chi le indossa.
Niente poi fa ben sperare dopo le elezioni di febbraio che hanno visto l’asse della politica israeliana spostarsi radicalmente a destra: la coalizione con a capo il leader del Likud, Benyamin Netanyahu appoggiato dai partiti confessionali e da quelli dell’estrema destra radicale, si prepara alla gestione del nuovo governo israeliano.
Tutto ciò è ripugnante.
Non possiamo dire che l’esercito di Israele è peggio dei nazisti? Nessun problema.
Diremo solo che siete spietati assassini, che mirate ai bambini, che spesso i vostri cecchini si divertono solo a mutilarli colpendoli alle ginocchia, che se siete costretti ad usare le pallottole di gomma in situazioni particolari le puntate agli occhi in modo da causare lo stesso effetto. Che demolite casa, che sterminate intere famiglie, che colpite ospedali e scuole, che rubate acqua, terra, risorse e vita ad un intero popolo. E che per di più ne andate fieri. Vi stampate un genocidio sulle magliette e lo indossate con la vostra arroganza da occupanti.
Calpestando una terra rubata e stuprata con i vostri anfibi. ______baruda_______
NON DIMENTICARE MAI
Nemesi
Non dimenticare
Non dimenticare mai
Non devi dimenticare
Alekos Panagulis
Carcere di Boiati, isolamento, marzo 1972
Scritta dopo una bastonatura particolarmente selvaggia durante uno sciopero della fame
Ospiti
- 3.437.061 visitatori
ADOTTA IL LOGO CONTRO L’ERGASTOLO
Pagine
SI PARLA DI…
- ANNI '70 / MEMORIA (330)
- Lotta Armata (215)
- Estradizioni (31)
- Per i compagni uccisi… (84)
- Torture in Italia (45)
- Lotta Armata (215)
- articoli (105)
- ATTUALITA' (660)
- Lavoro e assassinii (125)
- Sul corpo delle donne (130)
- CARCERE (488)
- C.I.E. (112)
- Ergastolo (25)
- Morire in carcere (53)
- letteratura/citazioni (165)
- MIDDLE-EAST (463)
- Migranti e Mar Mediterraneo (215)
- Personale (728)
- BLOG (398)
- Fotografia (298)
- i "reportage" di Baruda (78)
- Pillole neurologiche (21)
- Ricette (8)
- RIVOLTE e RIVOLUZIONI (1.115)
- ACAB (75)
- antifà (81)
- Atene (119)
- Bahrain (19)
- Delta del Niger (4)
- Egitto Libero (92)
- francia (56)
- L'Italia e il movimento (465)
- NoTav (69)
- manifestazione (290)
- Primavere arabe (63)
- resistenza (93)
- Tunisia (11)
- Scuola (2)
- tortura (68)
- Uncategorized (85)
Quello che vi piace di più
- Omaggio a Cesare Pavese -corrispondenze-
- La storia di Maurizio Biscaro, morto per scappare all'arresto nell'83... e di sua madre
- Ergastulum di Santo Stefano: entrando con gli occhi di Luigi Settembrini
- Cercavano Dozier nella vagina di una brigatista
- Torture in Italia: chi sarà questo professor "De Tormentis" ? (Nicola Ciocia, attualmente avvocato del foro di Napoli...è il segreto di Pulcinella)
- A Gianfranco Faina, sangue nostro
- Alla Comune di Parigi, Vladimir Majakovskij
- Uno sfratto rimandato e un'esplosione di solidarietà
- L'arresto di Nicola D'amore: operaio Fiat, brigatista.
- Alda Merini c'ha lasciati
ultimi articoli
- Ognuno ride a modo suo, in libreria dal 17 maggio
- Quando il pornoattivismo incontrò il sorriso di Salvatore Ricciardi
- Da Minneapolis a San Ferdinando: Stato e padroni
- 40 anni fa, il 20 maggio 1980, arrestavano Salvatore Ricciardi
- L’esplosione di Porto Marghera non è un incidente!
- L’arresto di Nicola D’amore: operaio Fiat, brigatista.
- Le file all’alba per andare a lavoro: sfruttamento ai tempi del Covid
- Giorgiana Masi e quel 12 maggio
- Baruda.net bloccato su Fb: mi aiutate a capire perchè?
- Ben 350.000€ l’anno a vita: il salario del capo del Dap.
- Egitto: noto youtuber filma il suo arresto. Lo rivedremo mai?
- L’Egitto delle morti in carcere e delle continue sparizioni
- Ucciso nel carcere di Tora l’artista Shadi Habash, regista del video Balaha
- Il 1°Maggio al Forte Prenestino, nel 2020
- RENDERE L’INDISCIPLINA UN VETTORE DI LEGAME SOCIALE, una storia degli anni ’70
Commenti recenti