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Presidio sotto al C.I.E. di Ponte Galeria
Foto di Valentina Perniciaro _Il Coordinamento di Lotta per la casa in presidio sotto al Campidoglio_
Il 28, 29 e 30 maggio prossimi si riuniranno qui a Roma i ministri degli interni e della giustizia degli 8 principali stati capitalisti. Discuteranno e decideranno delle vite di milioni di persone, ed in particolar modo di chi in occidente è ben accett* solo se e fin quando serve ad ingrossare l’esercito degli sfruttati.
E’ la popolazione migrante a pagare il prezzo piu’ alto della crisi, subendo infami ricatti lavorativi, clandestinita’ obbligata e il razzismo costruito dalle istituzioni attraverso il terrorismo dei media e leggi infami. La detenzione nei lager chiamati C.I.E., la deportazione nei paesi di origine, il respingimento di massa e la reclusione nei campi di concentramento in Libia come in Marocco, sono la risposta che l’Europa di Schengen ha scelto di voler dare alla questione della migrazione.
Nell’odierno clima di propaganda xenofoba si inserisce l’aggressione squadrista di venerdi’ scorso a Villa Gordiani ai danni di membri della comunita’ bengalese, un’intimidazione razzista legittimata dall’ostilita’ e l’ostruzionismo attraverso cui le istituzioni locali (Comune e Municipio VI) hanno posto ripetuti ostacoli burocratici ai festeggiamenti del capodanno Bangla non garantendo la liberta’ di espressione di migliaia di cittadini di Roma e innescando una spirale di odio per il diverso. Negli ultimi due mesi solo nel centro di Ponte Galeria hanno perso la vita un uomo (Salah Souidani) e una donna (Nabruka Mimuni), entrambi vittime della brutalita’ della Polizia di Stato e della complice indifferenza della Croce Rossa Italiana. Sono questi due apparati militari a dividersi la responsabilita’ della gestione di questo lager della democrazia, in qualita’ di esecutori materiali delle politiche di discriminazione e sterminio applicate all’interno e all’esterno di esso. In entrambe le occasioni i prigionieri e le prigioniere del C.I.E. hanno dato inizio ad uno sciopero della fame e dieci giorni dopo la morte di Nabruka riescono ad evadere due persone delle tre che ci avevano provato, mentre all’interno la polizia si accanisce su un recluso a caso, pestandolo a sangue.
•Per venerdi’ 29, durante i giorni del G8 su sicurezza e immigrazione, lanciamo un appello cittadino a partecipare ad un presidio solidale sotto al C.I.E. di Ponte Galeria, con amplificazione e microfono aperto agli interventi di chiunque voglia comunicare con i/le reclus*.
Facciamo sentire a chi e’ prigionier* dietro quelle sbarre la solidarieta’ di tutt* coloro che non sono piu’ dispost* a tollerare l’esistenza di questi lager, ne’ le torture e gli omicidi di stato che si vorrebbero occultare al loro interno.
L’appuntamento è dalle 17 nel parcheggio della fermata “Fiera di Roma” del trenino per fiumicino aeroporto (via gaetano rolli lorenzini angolo via cesare chiodi)
SOLIDARIETA’ CON I/LE MIGRANTI IN LOTTA
CHIUDERE I C.I.E. SUBITO
NESSUNA GALERA, NESSUNA FRONTIERA
CONTRO IL G8
SIAMO TUTTE/I CLANDESTINE/I
Compagne e Compagni antirazziste/i
Ucciso un compagno ad Atene
Hanno assassinato un compagno cretese a colpi di pistola nel quartiere simbolo della rivolta dello scorso dicembre ad Atene, Eksarkia.
Il ragazzo, 28enne, è stato ucciso oggi a mezzogiorno a pochi passi dal Politecnico : fermato all’angolo di una strada da una moto da Enduro con sopra due persone che indossavano maschere sotto i caschi integrali e freddato con 4 colpi di pistola. Una volta a terra è stato colpito da altri due colpi a bruciapelo, poi i due killer si sono dileguati in moto.
Moto che è stata ritrovata poco dopo, abbandonata non troppo lontano.
Il ragazzo ucciso faceva parte del movimento, era un un operaio elettricista, un compagno che era stato arrestato durante gli scontri dei mesi scorsi.
Proveremo a capirci qualcosa tra un po’…
MALEDETTI ASSASSINI
DOLOFONI!
Ballata per una prigioniera
Era pericoloso
lasciarle mani franche
senza ferri avvitati intorno ai polsi
quando rivide spazio,alberi,strade,
al cimitero dove
portavano suo padre.
Dieci anni già scontati,
ma contarli non serve,
l’ergastolo non scade ,
più vivi più ci resti.
Era pericoloso
permetterle gli abbracci,
e da regolamento
è escluso ogni contatto.
Era pericoloso
il lutto dei parenti,
di fronte al padre morto
potevano tentare
chissà di liberare
la figlia irrigidita,
solo per pareggiare
la morte con la vita.
Spettacolo mancato
la guerriera in singhiozzi,
ma chi è legato ai polsi
non può sciogliere gli occhi.
Per affacciarsi,lacrime e sorrisi,
debbono avere un pò di intimità
perchè sono selvatici,non sanno
nascere in cattività.
<<Non si è più stati insieme,vero,babbo?
Prima la lotta,gli anni clandestini,
neppure una telefonata per Natale,
poi il carcere speciale, la tua faccia
rivista dietro il vetro divisorio,
intimidita prima, poi spavalda
e con una scrollata delle spalle
dicevi: ”muri, vetri, sbarre, guardie,
non bastano a staccarci,
io sto dalla tua parte
anche senza toccarti,
anzi, guarda che faccio,
metto le mani in tasca”
Porta pazienza babbo, anche stavolta
non posso accarezzarti
tra i miei guardiani e i ferri.
Però grazie: di avermi fatto uscire
stamattina,di un gruzzolo di ore
di pena da scontare all’aria aperta>>.
Ora la puoi incontrare
la sera quando torna
a via Bartolo Longo,
prigione di Rebibbia
domicilio dei vinti
di una guerra finita,
residenza perpetua
degli sconfitti a vita.
Attravesa la strada,non si gira,
compagna Luna,antica prigioniera
che s’arrende alle sbarre della sera.
Erri De Luca, Ballata per una prigioniera
DEDICATO A TUTTI QUELLI CHE LA SERA, E POI DI NUOVO OGNI MATTINA, ANIMANO IL GRIGIO DI VIA BARTOLO LONGO, FACENDO USCIRE I PROPRI SORRISI AL SOLE DAL BLU DI QUELLA PORTA MALEDETTA.
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