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Un comunicato che racconta di una donna che muore in caserma, a Trieste. Ancora una volta


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[foto di Valentina Perniciaro, senza via d’uscita]
Lunedì 16 aprile a Opicina, paese nel comune di Trieste, una giovane donna Ucraina è morta nella cella di sicurezza del commissariato.
Un’altra storia di morte a Trieste dopo quella di Riccardo Rasman di qualche anno fa ucciso a sangue freddo in casa sua dalla polizia. Poliziotti che identificati sono stati condannati a sei mesi con la condizionale e mai sospesi dal lavoro.
A Trieste per strada e per i bar più volte si è sentito parlare di pestaggi e violenze perpretate dalla polizia e dai carabinieri nei riguardi di ragazzi ubriachi o persone indifese e isolate, alcuni ragazzi anche sistematicamente.
Questa storia, come tante fa acqua da tutte le parti, a noi non interessa ora raccontare il fatto in se perchè ci addollora tanto il silenzio inquietante che questa città per l’ennesima volta dimostra difronte alla violenza delle carceri e della polizia.

Pagheranno ogni violenza!
Morte allo Stato e tutti i suoi servi in divisa.

Anarchici Triestini

  1. icittadiniprimaditutto
    22 aprile 2012 alle 18:27

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

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  2. 26 febbraio 2013 alle 13:37

    Casi di razzismo perchè ci sono sempre dietro degli interessi scoperti poco tempo fa nascosti al tavolare , Riccardo si era esposto interessandosi in prima persona per risolvere il problema parlando con chi aveva il potere , aveva capito allora andava eliminato . La minaccia di morte scritto da una interessata avvocato che ha gestito la cosa ne è una prova scivendo anche le date delle cause per usurpare il terreno ai rasman , una persecuzione per anni che ora dovrà avere essere chiarita anche se hanno archiviato per paura che venga a galla il complotto sul piano regolatore.

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