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La TUA libertà. A Paolo Persichetti

2 aprile 2014 4 commenti

Aula Bunker di Rebibbia

Aula Bunker di Rebibbia

La prima immagine che ho di te sono le tue mani, poggiate all’incrocio delle sbarre.
Ora sei Libero.
Sei libero pensa! Proprio ora, che fra un po’ son trent’anni da quella mattina del tuo primo arresto, proprio ora che non sappiamo cosa farcene perché molto più grande è la battaglia che oscura il nostro cielo. Sei libero e non sai, né tantomeno sappiamo, cosa voglia dire, libero e nemmeno quattro passi un po’ brilli ci siamo potuti fare.
Sa un po’ di beffa, ma così è… mica siam gente che si arrende!
Più volte in questi giorni, volendo so anche il numero preciso, che mica ho smesso di contarli – ancora- i giorni,
ho pensato ai tuoi riccioli neri, che ora son quasi bianchi.
Avevi 25 anni e un casco di ricci neri quando ti son saltati addosso mentre aprivi quel cancello,
avevano 25 anni i tuoi capelli ribelli, i tuoi polsi stretti nelle manette, i tuoi occhi sempre bagnati e caldi,
aveva 25 anni il tuo corpo che io ho conosciuto molto dopo, sempre prigioniero.
Da quel momento la libertà non l’hai mai avuta anche se hai fatto di tutto per strappargliela via:
il carcere, le traduzioni, i processi, le privazioni e poi la fuga. Il tuo esilio non è mai stato ‘libertà’, malgrado tutto quel che sei riuscito a costruire.
La fuga per te è stata un gran lavorìo di mattoncini messi e ruspe che buttavano giù,
mattoni, conquiste e di nuovo galera.
E di nuovo, ancora, senza sosta , con i pochi compagni sempre stretti accanto, con i letti che -per molti anni- non facevano in tempo ad assaporare il tuo odore che già era un nuovo luogo, un nuovo anfratto, un nuovo tentativo di costruire la vita,
malgrado loro.
Mattoni, rivincite e ancora, di nuovo, manette: il rapimento, l’arrivo in Italia, il buco nero di Viterbo, la difesa solitaria da accuse nuove e ridicole.
Prima di arrivare alla tua cella di Rebibbia, dove i nostri sguardi si sono incrociati la prima volta, ce n’è voluto di tempo e dolore. E isolamento.

Ma quelli non li voglio più contare di anni,

Libero!!

Libero!!

gli anni murato al Mammagialla, intrappolato tra le grinfie di un magistrato che ti negava i permessi per i libri che scrivevi e aveva anche il coraggio di metterlo nero su bianco.. tanto non è andata meglio nemmeno dopo, con i magistrati.
Saresti potuto uscire già da un po’, ma anche la buona condotta hanno provato a negarti fino all’ultimo e solo la bravura e la testardaggine di Francesco Romeo ti ha permesso di avere la scarcerazione, appena poche settimane prima del fine pena.
Niente, mai un solo sospiro ti è stato concesso, hanno sempre provato invano a piegarti, hai sempre preferito pagarla fino all’ultimo istante piuttosto che dargliela vinta, nessuna “lettera scarlatta” per ottenere la condizionale è stata scritta da te..

La prima immagine che ho di te son le tue mani, grandissime e belle, poggiate all’incrocio delle sbarre della tua cella: poi è tutto un enorme caos di sorrisi, di stupore, di meraviglia e di lotte. Abbiamo combattuto dal primo istante per conquistare pezzi di questa libertà ed ora che è arrivata tutta intera, scritta su un foglio, timbrata e vidimata, ora non sappiamo cosa farcene. Ora abbiamo imparato insieme che c’è qualcosa di ancora più enorme della libertà, che cresce combattendo grazie all’ossigeno che la tua bocca gli ha donato, innamorata e disperata in una maledetta mattina di inizio autunno.
La tua libertà ora vola nei reparti degli ospedali pediatrici, la tua libertà ha il nome di una stella, due occhi dolcissimi e una capacità di sorprendere tutti, si poggia sulle onde della saturazione,
la tua libertà è la forza che mi hai dato quando il blackout era totale, quando la morte ci ballava intorno beffeggiandoci.
L’abbiamo vinta, abbiamo vinto anche lei insieme… e prima o poi impareremo a dirla nuovamente, lettera dopo lettera: Libertà.
“Ci sei, e ci sono” ci scrivevamo tra le sbarre. Eccoci.
Io ho vissuto con te solo gli ultimi anni di questa tua lunga vita prigioniera, ma voglio ringraziare Francesco, avvocato dalla voce sottile, dal cuore enorme e puntiglioso,
voglio ringraziare il calore di quella banda piena di anni, acciacchi, sbarre e buon vino che oltre ad averti/ci coccolato mi hanno insegnato tante di quelle cose della vita che non ho mai nemmeno iniziato a ringraziarli,
voglio ringraziare i tanti, non certo tantissimi, che abbiamo incontrato insieme in questi anni, compagni di quelli che bruciano l’aria che li circonda e il cuore di chi li ama.
E volevo ringraziare Oreste, che finalmente ha il suo Paolo in libertà,
che finalmente ti ha stretto libero in un abbraccio che ancora mi mette i brividi. Ce l’abbiamo fatta TonTon, dolce nonno dei miei cuccioli;
il tuo (tu lo chiami “il nostro”) Paolo è pronto per una bella passeggiata sotto braccio a te, a confabular tra le strade parigine.

Buona libertà a te mio grande amore, braccia calde, papà meraviglioso …
ai tuoi riccioli ribelli, quelli sì mai stati prigionieri a cui spero un giorno di poter donare il mondo intero.

qualche link sulle vicende giudiziarie di Paolo Persichetti:
Sanzioni e sbarre, ancora…
Una tranquilla giornata di semilibertà
– La domandina: quando il carcere ti educa a chiedere di poter chiedere
– Dovrò spiegare il carcere a mio figlio
– Il carcere e il suo pervadere i corpi
-Paolo Granzotto, il funzionario del carcere e la moralità
Sans toi ni loi
altro
Il suo blog: INSORGENZE

Dall’ A.S. di Rebibbia Femminile

26 novembre 2008 Lascia un commento

IL CARCERE NON PUO’ ESSERE LA DISCARICA ABUSIVA DI ESSERI UMANI “INDESIDERATI”

In questi ultimi tempi è solo un susseguirsi di politiche e leggi che rendono il ricorso al carcere come il “rimedio miracolo” per togliere di mezzo dalla società i problemi sociali ai quali non si riesce a dare una risposta. Per ogni problema la risposta è: carcere.logo_scarc
La politica che sembra sempre riscuotere il maggior consenso, soprattutto elettorale, è quella del “buttare la chiave”! (Questa è la traduzione letterale da fare quando dicono “certezza della pena”). Questo quando la Costituzione, in diversi suoi articoli, sancisce invece che la pena (notare bene, scrive “pena” e non “reclusione” visto che la pena può avere varie forme!) deve avere uno scopo rieducativo e non può andare contro il senso di umanità. Noi che abbiamo la sventura di esserci finite in carcere, sia in qualità di condannate che di detenute in attesa di giudizio, ci rendiamo conto ogni giorno di quanto e quante volte quei principi vengono violati.

Noi tutte della sez. A.S. di Rebibbia vogliamo allargare la protesta del 1 dicembre 2008 CONTRO TUTTE QUELLE VIOLAZIONI. Intendiamo partecipare all’iniziativa con un giorno di protesta pacifica con sciopero del sopravvitto, del lavoro, “battitura” ecc… da riprendere il mese di marzo aderendo alla calendarizzazione dei promotori della campagna contro l’ergastolo.

PER L’ABOLIZIONE DELL’ERGASTOLO, il “fine pena mai” che è la violazione evidente del principio della possibilità della “rieducazione”. Senza farsi ingannare dal falso argomento per cui, in Italia, dopo 26 anni è possibile ottenere la libertà condizionale. Innanzitutto questa non è mai concessa automaticamente ed è di fatto esclusa preventivamente, come gli altri “benefici”, per coloro che sono sottoposti all’articolo 4bis nella sua forma più restrittiva.
CONTRO IL 41bis, forma detentiva disumana che si può paragonare a un vero e proprio strumento di tortura.
CONTRO IL DISEGNO DI LEGGE BERSELLI che vorrebbe modificare la Riforma Penitenziaria del 1975 e il Codice di Procedura Penale in materia di permessi premio e di misure alternative alla detenzione, per altro già lasciata alla discrezionalità dei giudici e poco e male applicata. Lo scopo è quello di rendere la detenzione ancora piu oppressiva, facendo credere, erroneamente, che un carcere ancora più afflittivo serva a dissuadere dal commettere e reiterare i reati. Il disegno di legge punta a ridurre i benefici nel suoscarcecomplesso, incluso i giorni di liberazione anticipata e a togliere la possibilità di andare in semilibertà a tutti gli ergastolani, così come oggi succede per quelli sottoposti alla misura ultrapunitiva del 41bis.  La possibilità di ottenere permessi verrebbe ulteriormente allontanata, così come quella di usufruire di altri benefici. Per altro già la legge cosidetta Cirielli ha, di fatto, escluso da questa possibilità tutti i recidivi.
Tutto questo, per altro, quando l’isolamento affettivo viene applicato duramente per tutta la detenzione, in modo particolare tra familiari detenuti, per i quali il diritto al colloquio, previsto dalla O.P. non viene quasi mai rispettato.
CONTRO LA PRESENZA DI BAMBINI IN CARCERE. C’è qualche forma detentiva più disumana di rinchiudere in un carcere con le loro madri –per quanto si possa tentare di “abbellirlo- dei bimbi in età da 0 a 3 anni? In seguito, quando vengono obbligatoriamente separati dalla madre,

Foto di Valerio Bispuri _carcere femminile sudamericano_

Foto di Valerio Bispuri http://valeriobispuri.com

 acquistando la “libertà” vengono ad aggiungersi a tutti gli altri bambini che separati dai loro genitori vedono, per lungo tempo, ridotti il vitale rapporto affettivo familiare a qualche visita mensile di 1 ora in squallidi parlatori.
La Costituzione dice che bisogna rispettare il senso di umanità: che colpa hanno i bambini delle azioni eventualmente commesse dai loro genitori?
Infine i bimbi a cui è capitato di essere figli di persone in regime 41bis, solo un’ora mensile, attraverso un vetro divisorio, visto che compiendo 12 anni si perde il “diritto” ai 10 minuti mensili concessi senza vetro!

CHI DEVE RISPETTARE LE LEGGI E IN PRIMO LUOGO LA COSTITUZIONE?

           Le detenute della sez. A.S. di Rebibbia

 

 

E’ USCITA SCARCERANDA PROPRIO OGGI, L’AGENDA CONTRO IL CARCERE. E IL LIBRO!!!logo_scarc

…PASSATE IN VIA DEI VOLSCI 56, A RADIO ONDA ROSSA.

PER OGNI COPIA VENDUTA NE VERRA’ SPEDITA UNA IN CARCERE GRATUITAMENTE 

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