Il nostro bandito è volato via: CIAO EZIO BARBIERI!
Il bandito dell’isola, che dall’Isola di Milano ha poi scelto l’isola siciliana per vivere gli ultimi (tanti) suoi anni, dopo i gloriosi nella ligera (malavita milanese).
Quando ci accolse per un’intervista sul carcere di Santo Stefano e sulla sua permanenza lì, lo fece con un vecchio fucile, per sorridere con noi: era un giocherellone notevole Ezio, malgrado avesse già pi di 90 anni. Era nato nel 1922.
Sembrava non vedesse l’ora di raccontare ancora una volta la sua storia: aveva poca voglia di parlare di carcere e bastonate, torture legacci e letti di contenzione.
Ezio voleva parlare di rapine e pistole, di donne bellissime e complici, di fughe e sparatorie, di ferite e rinascite. Di evasioni e ancora evasioni, di carceri in rivolta: oh se li hai fatti uscir pazzi, caro Ezio!
Di rapine sì, ma anche di ridistribuzione alla gente: così aveva iniziato la sua incredibile carriera di rapinatore buono Ezio Barbieri.
Tante volte io e Melania ci siamo ripromesse di lavorare bene quell’intervista, di darle il giusto valore e risalto, di farla fruire a tutti.
Intanto vi consiglio un libro che leggerete tutto d’un fiato, scritto da Nicola Erba, grazie al quale ho avuto la possibilità di conoscere e incontrare Ezio. “Il bandito dell’isola” tenterà di raccontarvi una vita che non è facile mettere su carta, non è facile raccontare. Vite che non esistono più, di secoli altri e di cuori grandi, di coraggio e spavalderia.
Di una follia rara che ti ha permesso di sfiorare i 100 anni malgrado le decine di colpi di pistola ben visibili sul tuo corpo magro, che ci mostravi tronfio.
Buon viaggio bandito del nostro cuor,
la terra per te sarà una botta di adrenalina.
Sulle pagine di questo blog tanto materiale sul carcere, l’ergastolo e le battaglie per la sua abolizione.
Qualche link sull’ergastolo e su Santo Stefano:
– Adotta il logo contro l’ergastolo!!
– L’ergastolo e le farfalle
– Un fiore ai 47 corpi
– Aboliamo l’ergastolo
– Gli stati modificati della/nella reclusione
– Il cantore della prigionia
– Piccoli passi nel carcere di Santo Stefano, contro l’ergastolo
– La lettera scarlatta e la libertà condizionale
– Perpetuitè
– Il 41 bis: se questo è un uomo
Di ritorno da un viaggio che non vuol finire… contro l’ergastolo e la società penale, per la libertà!
Era molto tempo che questo blog non rimaneva fermo per così tanto.
Forse in tutti questi anni non era mai successo, ma fa bene: soprattutto quando la pausa è “causata” da un viaggio non lungo temporalmente ma infinitamente ricco di incontri, ancora tutti da metabolizzare e interiorizzare.
Anche quest’anno il carcere di Santo Stefano: e come ogni volta il viaggio è stato diverso,
diversa l’accoglienza degli isolani, diverso il rapporto con il panoptico e il cimitero dove invece di stare le solite due ore siam stati una giornata intera visitando luoghi rimasti al buio per più di un decennio anche allo stesso custode.
Ogni volta quei due scogli in mezzo al mare, uno di catene e l’altro di confino, c’hanno donato delle emozioni forti, tessendo rapporti e progetti che sembrano aver già radici profondissime.
Difficile trovar le parole per descrivere il nostro viaggio, continuamente in costruzione, sempre e dico sempre vissuto con gli occhi emozionati e il sangue nelle vene che pulsa con prepotenza: devo ancora aspettare un po’ per riuscirvi a raccontare …
il viaggio, il lungo viaggio intrapreso due anni fa tra i chiavistelli di quell’ergastulum è stato molto più lungo…
l’obiettivo era scavare ancora nella storia di quel carcere, anche nello sguardo di chi c’ha vissuto.
E così fino a Barcellona Pozzo di Gotto, luogo di lager e terrazza struggente sull’arcipelago delle Eolie: ci aspettava ( e sembrava più emozionato di noi) un vecchio banditone meraviglioso, dalla storia fitta e incredibile,
che da “l’Isola” di Milano, dalle razzie ai gerarchi, dalla goliardìa contro gli sbirri e i fascisti, e le grandi rapine (con successiva
redistribuzione di parte del bottino tra i poveri del quartiere), è finito ad essere l’uomo più temuto nelle carceri italiane dell’immediato dopo guerra.
Quello della “pasqua rossa” di San Vittore e poi delle celle d’isolamento di Santo Stefano, dei mesi di letto di contenzione di Porto Longone…e poi della Sicilia, dove le sue altre mille vite hanno preso inizio.
Un incontro stupefacente, quasi bambino: i 91 anni di Ezio Barbieri, malgrado le lastre che svelano decine e decine di pallini, malgrado le tante torture subite e l’internamento coatto sono 91 anni allegri e giocosi, ricchi di memoria, lucidi.
La sua accoglienza non la dimenticherò mai… quei bigliettini messi a costruirci un percorso perfetto dal vicolo di campagna fino alla porta del suo salone con scritto “Benvenuta Valentina e compagni” hanno aperto le porte ad un incontro fortissimo,
e ci hanno fatto capire ancora di più come Santo Stefano possa essere un ponte per ricostruire una memoria perduta,
e per essere simbolicamente il luogo perfetto per una battaglia contro l’ergastolo e l’istituzione carcere.
E quindi grazie,
grazie a Salvatore che oltre alle chiavi di quel carcere, di quelle storie e di quei mari ci sta donando molto altro,
grazie a Ezio, che a 91 anni potrebbe aprire una scuola dell’esser bambino alla faccia di tutti i suoi carcerieri,
grazie a Liberidallergastolo, che è esperienza sempre più emozionante e costruttiva,
grazie a Melania, al suo modo di muoversi leggera nelle celle come tra le sue stelle,
aho, grazie pure allo zappatore!
A presto per i racconti di tutto ciò …
Per vedere la versione integrale del lavoro dello scorso anno fatto dai compagni del Folletto : QUI
Link sull’ergastolo e su Santo Stefano:
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