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Posts Tagged ‘Fascisti del Terzo Millennio’

La sviolinata del Ministero dell’Interno a Casa Pound

30 gennaio 2016 1 commento

Ma guarda tu, se un blog che tace da tempo con tanti “purtroppo” che lo rendono ormai muto deve riaprir bocca per parlar di fascisti.
Di fascisti, quelli di cui nella vita ho sempre provato a non occuparmi a meno che non era un problema contingente e da risolvere rapidamente: come quando ti viene la diarrea, ecco.
I fascisti, dicevamo: ma mica quelli brutti e cattivi, neri e violenti che potete immaginare, sia mai.
Parliamo di una querela per diffamazione, presentata da Gianluca Iannone contro Paolo Persichetti: una querela vecchia come il cucco per un articolo uscito su un quotidiano ormai scomparso da tempo l’8 maggio del 2010 (che trovate a questo link: Più case, meno Pound)Il povero Iannone si è offeso tantissimo, perchè addirittura il Persichetti si sarebbe azzardato di metter per iscritto che “lo sfoggio di retorica giovanilista e vitalista con un target studentesco ben preciso, l’estetismo autocontemplativo, il «siamo belli come il sole», «17 anni tutta la vita», «giovinezza al potere» che rinviano ad una sorta di impoliticità ormonale, di onanismo ideologico, di acne militante e le canzoni di Rino Gaetano, non cancellano la lunga lista di aggressioni, iniziative contro i disabili, xenofobia e brindisi alla Shoa.”
Il tutto è un po’ surreale e potete trovare più informazioni sul blog di Paolo Persichetti, dove verranno pubblicati anche i vari aggiornamenti che questa storia avrà.
Ma niente di tutto ciò è realmente capace di suscitare il minimo interesse.

La cosa più interessante, soprattutto alla luce delle aggressioni di queste precedenti ore a Napoli avvenute a suon di sprangate e martellate (con splendidi vessilli della Decima Mas) è invece un documento (protocollo N.224/SIG. DIV 2/Sez.2/4333) della Direzione centrale della Polizia di prevenzione datato 11 aprile 2015, con sigla in calce del prefetto Mario Papa, allegato dal legale di CasaPound Italia in una causa civile che vede coinvolta l’organizzione dei “fascisti del terzo millennio”, sulla base di una ordinanza emessa dal giudice.
Scoprirete a vostra insaputa che Casa Pound è in realtà quel che desideravate per i vostri figli, un gruppo di fanciulli dediti alla solidarietà e la tutela delle fasce deboli, giovincelli capaci di riportare alla luce “gli aspetti innovativi e di promozione sociale del ventennio”, attenti al sovraffollamento carcerario e inseriti nelle rappresentanze studentesche.

Due fitte  ed empatiche pagine del Ministero dell’interno, con tanti di timbrini e protocolli, che lascia basiti: non manca il riferimento alle occupazioni di immobili in disuso effettuate da “Mutuo Sociale”, peccato che lo stesso ministero che tenta di accusare di organizzazione sovversiva ed estorsione i movimenti che da anni lottano per il diritto all’abitare a fianco dei senza casa e delle fasce precarie della società, le descrive come dei metodi per “la segnalazione dello stato di degrado di strutture pubbliche per sollecitarne la riqualificazione”.

Veramente dei ragazzi stupendi, da desiderare nei quartieri e nelle piazzette.
Parola del Ministero dell’Interno!

Le armi usate a Napoli durante l’aggressione del 29/01/2016, dei bravissimi ragazzi di Casa Pound Napoli davanti al Liceo Vittorini

 

 

Strage razzista a Firenze: un’intervista alla vedova di Modou

16 dicembre 2011 1 commento

Vi giro con piacere e dolore queste righe, scritte da Khadidiatou Sonko, sul quotidiano senegalese Walf Grand Place, due giorni fa.
Poche righe che ci danno la possibilità di capire, anche solo vagamente cosa sono le vite di queste persone, che arrivano qui in modi assurdi (quando arrivano) per poi vivere nell’esclusione sociale, sottoposti alle nostre leggi sui migranti che li rendono rei, colpevoli di muoversi.
Camminano con una condanna sulla testa, in attesa di un decreto d’espulsione, senza documenti che gli permettono di tornare a casa…per far l’amore con la propria compagna, per conoscere i propri figli o salutare i propri genitori morti.
E poi, finire ammazzati da un fascista di merda

“Son 13 anni che non ho più visto mio marito”

Il dramma di Firenze dove un militante di estrema destra ha aperto il fuoco su degli emigrati senegalesi ha seppellito tutti i sogni di Kene Mbengue, vedova di Modou Samb. Questo emigrato, ucciso l’altro ieri, non avrà mai più l’opportunità di rivedere sua figlia nata dopo la sua partenza per l’avventura e che oggi ha 13 anni.
Quando suo marito la lasciò nel 1999 per andare a provare l’avventura in Europa, Kene Mbengue era incinta di 3 mesi. è dopo la partenza di suo marito Modou Samb che ha dato alla luce una figlia che oggi ha 13 anni. Solo che Kene non ha più visto suo marito. E sua figlia non avrà mai l’opportunità di assaporare il piacere di sedersi sulle gambe del suo papà. Modou Samb è stato ucciso l’altro ieri da un razzista folle che ha aperto il fuoco su degli emigrati senegalesi a Firenze in Italia. Modou Samb é infatti uno dei Senegalesi ucciso da un certo Gianluca Casseri che si è, tra l’altro, dato la morte. Kene Mbengue e la sua famiglia, che aspettavano con impazienza il ritorno di Modou, vivono nel dolore da martedì.

Nato a Mont-Rolland, località situata a 17 km al nord di Thies, Modou Samb era un sostegno per la famiglia. La sua morte è una pesante perdita per la sua famiglia, ma anche per i suoi amici. Raggiunta al telefono grazie a un fratellastro del suo defunto marito, la vedova di Modou Samb, ancora in lacrime, racconta come ha saputo della triste notizia. Kene Mbengue: “è uno dei suoi amici che mi ha chiamato per dirmelo. all’inizio, credevo che fosse per dirmi che mio marito non aveva spedito dei soldi”. Ma, Kene, che aspettava un invio di denaro apprende la più triste delle notizie. “Ma, a mia sorpresa, mi ha detto che mio marito era morto”, piangendo alla cornetta. Secondo la vedova, erano almeno 13 anni che non vedeva suo marito. “L’ultima volta che l’ho visto è stato nel 1999. Ci eravamo appena sposati. Dopo soltanto tre mesi di vita coniugale, è partito in Italia. Non è mai tornato”, confida Kene Mbengue, con una pena che si sente forte nella voce. Ha  una sola figlia con suo marito. Ora ha 13 anni. Nonostante il dolore, Kene testimonia: “Mio marito era un buon sposo che si occupava bene della sua famiglia e che ci chiamava sempre. E ci spediva regolarmente dei soldi”.
Amico d’infanzia di Modou Samb, Moussa Faye, poliziotto a Malick Sy, continua nello stesso senso. “Modou Samb era un buon amico. L’ho visto l’anno scorso durante le mie ferie. Ero partito in Italia. Si preoccupava constantemente della sua famiglia, voleva il meglio per loro. è una perdita enorme per noi”.

I fascisti hanno un nome, i senegalesi no. PAESE DI MERDA!

13 dicembre 2011 18 commenti

A questo punto sarò io a non fare il suo.
Pensavo di non scrivere nulla su questa cosa perché lo schifo che provo è veramente troppo,
invece a qualche ora dalla strage di Firenze, la cosa che mi sconcerta è che ancora una volta confermiamo una cosa.
I neri non hanno un nome.
Non lo hanno mai, nemmeno nel momento in cui vengono giustiziati a colpi di pistola senza alcuna ragione, da un fascista patentato che ora tenteranno di far passare per pazzo: lui un nome ce l’ha.
Loro tre, morti a terra, continuano ad essere “senegalesi” a volte addirittura “vu cumprà”.

Che schifo!
Fate più schifo dei fascisti, di chi l’ha sostenuti dal primo giorno (eh Alema’?!), di chi li legittima come interlocutori,
fate ancora più schifo voi della carta stampata, perchè appoggiate e foraggiate questo fascismo, che ogni tanto “esagera”, quindi diventa “pazzo”, “scheggia impazzita”, perché siete collusi in tutto.
Ora spero solo che non rimanga nulla di CasaPound e delle sue sedi lustrate coi soldi delle amministrazioni comunali.
E mi dispiace che quell’essere, di cui mi fa schifo pronunciare il nome, si sia sparato.

PERO’ VOGLIO, PRETENDO, I NOMI DI TUTTI GLI ALTRI. VELOCEMENTE.

Cmq a Firenze in questo momento la Polizia di Stato è impegnatissima: non a perquisire le sedi di CasaPound, ma a caricare i migranti in corteo!
Il prefetto , Paolo Padoin, chiama in causa i centri sociali. “Già altre volte i centri sociali hanno cercato di fomentare le proteste della parte debole della popolazione in difficoltà per qualche motivo. (…) Dobbiamo cercare di limitare i “danni collaterali” perchè i centri sociali si stanno già agitando” .

Lo sdegno diventa rabbia: “gli Altri” fa un anno!

14 Maggio 2010 1 commento

comunicato
13.05.2010 – Via Gregoriana 5 (Roma)

LO SMASCHERAMENTO CONTINUA

Finalmente oggi è il compleanno degli “Altri”, e gli antifascisti e le antifasciste di Roma hanno deciso di festeggiare con loro. Volevamo fargli
una sorpresa, ma loro ci hanno regalato qualcosa di più grande. Volevamo chiedere a Sansonetti e ai suoi epigoni cosa ci fosse da festeggiare, dopo un anno di trasformismo e di comunanza e complicità con i fascisti del Terzo millennio. Carichi di sdegno siamo andati a rovinare la festa di chi voleva garantita la marcetta del Blocco studentesco lo scorso 7 maggio, di chi li vede volentieri come ospiti.
Volevamo fargli un regalo, insomma. Ma la redazione degli “Altri” ci ha fatto un dono “Migliore”: erano presenti ai festeggiamenti, infatti, la neo-governatrice del Lazio Renata Polverini, ospite d’Onore del settimanale, che appena ci ha visti ha scelto, come è tradizione dalle sue parti, la via della fuga, e la deputata del Partito democratico Paola
Concia, già nota per la sua visita a Casa Pound, che si è lasciata andare ad un “Bella ciao” poco credibile e ad atteggiamenti provocatori tipici di chi non sa cosa dire.
Lo sdegno è diventato rabbia. Vi abbiamo smascherati. Abbiamo visto i vostri sorrisi tramutarsi in vergogna. Il re è nudo. Volevate ridere e festeggiare. Ma il vostro brindisi è stato amaro. Sarà la nostra risata che vi seppellirà. E chi brinda coi fascisti se strozza!

Antifascisti e antifasciste di Roma

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