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Siria: si dimette l’inutile governo
Questa mattina il presidente Assad aveva fatto sapere di probabili dimissioni in giornata del governo e alla fine così è stato. Naji al-Utri, inutile premier siriano dal 2003, ha annunciato oggi le sue dimissioni, immediatamente accettate dal presidente.

Foto di Valentina Perniciaro _La foto del presidente Bashar al-Assad sul vetro dei taxi...qui, durante l'attacco israeliano al Libano del 2006, s'era aggiunta la bandiera Hezbollah_
Questo cambio di governo è una delle tappe tra le riforme velocemente annunciate da Bashar al-Assad allo scoppio delle rivolte anche nel suo paese, con solamente qualche settimana di ritardo rispetto ai paesi arabi del Nord-Africa. Un presidente cha ha guardato terrorizzato la fine di Ben Ali e Mubarak e che ha cercato in tutti i modi di tenere bassa la tensione…fino a Daraa, cara città drusa dell’Hauran.
Dopo Dara’a l’atteggiamento del figlio di Hafez al-Assad, il “leone siriano”, è stato ovviamente duplice: da una parte la repressione immediata e feroce, dall’altra un tentativo di calmare le acque con una carrellata di riforme annunciate, tra cui lo scioglimento dell’attuale governo in carica.
Un governo che definire fantoccio è quasi un eufemismo: il potere siriano è tutto nelle mani del presidente, della sua famiglia (insieme ad un altro paio di altre famiglie alawite), del partito Baath e dei tanti corpi di sicurezza (difficile capirci qualcosa tra le mille divise che si aggirano in quel paese). PUNTO. Questo è il governo siriano, da quarantanni.
Fa un po’ ridere quindi questo pomposo annuncio, perché tutta la popolazione siriana è consapevole di quanto sia inutile Naji al-Otari e tutto il suo staff, o quello che potrà succedere a loro.
Nel frattempo la Siria si spacca nelle sue strade con numeri molto più impressionanti rispetto agli altri paesi, che son riusciti a far fuggire i loro aguzzini. Oggi la manifestazione di sostegno alla nazione e al presidente sta letteralmente facendo esplodere le strade di Damasco, rimaste sempre abbastanza silenziose sul fronte della protesta. Sa’a Sabeh Bahrat, enorme piazza della capitale è irraggiungibile da tutte le enormi strade d’accesso perchè piene di manifestanti che sventolano orgogliosi manifesti con il volto del presidente, che sempre e ovunque hanno invaso quel meraviglioso paese. Le città dove sono scoppiati gli scontri più forti sono calme in queste ultime ore, anche se a Dara’a gli ultimi spari delle forze di sicurezza sono solo di ieri a pranzo… Lattakia vive in uno strano silenzio, mentre l’esercito ancora è dispiegato…
e domani Bashar parlerà di nuovo alla nazione sulla tv di stato…
con il cuore lì…
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