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sempre dall’Ellade
Sono tutti molto stanchi…dopo 13 giorni di battaglia giorno e notte, quello che si nota da lontano è l’infinita stanchezza di un’intera generazione che sa di non potersi fermare.

Foto di Valentina Perniciaro _lacrime e macerie_
Una generazione che almeno non voleva la provocazione di quell’albero di nuovo acceso, di quelle casse che sparano a tutto volume OH HAPPY DAYS, mentre accanto si lavora per rimettere i vetri delle banche, delle gioiellerie, mentre le ruspe portano via brandelli di automobili bruciate, distrutte, ridotte in un nulla.
Le facoltà non sanno se riusciranno a portare avanti le occupazioni ancora per molto: l’organizzatissima facoltà di economia ha deciso di chiudere l’occupazione domenica sera, perchè assolutamente privi di altre forze.
E poi anche perchè le feste sono ormai arrivate, molti dovranno lasciare la città per tornare nei propri paesi.
Atene è una città che incamera praticamente tutta la Grecia…qui si studia, qui si lavora, qui ormai si combatte la battaglia contro questo stato corrotto, sfruttatore e soprattutto armato.
I reparti speciali anti sommossa (M.A.T.) fanno paura, non tanto per il numero perchè i drappelli non sono così numerosi, ma per il modo in cui si muovono e agiscono.
Camminano tutti in fila indiana per poi scattare all’improvviso con quello strano fucile spara gas…non caricano mai…sparano lacrimogeni e si divertono a spuntare dal nulla, per prendersi qualcuno.
Ieri hanno arrestato anche un militare in licenza… sono brutti e estremamente giovani, la loro età impressiona non poco.
Tra poco concentramento al Syntagma..un concerto riunirà il movimento, le varie facoltà occupate e le strutture che in questi giorni si sono riunite.
Si spera che quell’albero di natale non continui ad illuminare quella piazza..
ci si aggiorna in nottata.
Merry CRISIS and a happy new FEAR

Foto di Valentina Perniciaro _muri di Atene_
L’aria brucia, pesa, entra nelle vene e le fa pulsare in modo strano.
Droghe chimiche gratuite…ironizzano così le donzelle greche che mi hanno accolto fino a questo momento…
Atene si presenta assurda agli occhi di chi atterra, pur consapevole che troverà una città in rivolta.
Ma cavolo, la rivolta, chi l’aveva mai vista così radicata, trasversale, spontanea e allo stesso tempo organizzata.
Una città che pullula di facoltà occupate, di scuole occupate, di sedi dei sindacati occupate..
una città che sembra non aver voluto perdere un pezzetto di strada, una città che si è voluta riprendere non dico tutto, ma almeno la dignità di alzare la testa e andare avanti giorni e giorni..
Andare avanti giorni e giorni con gli occhi che bruciano, con le mani che prendono e lanciano, con le assemblee che si susseguono e le strade che sono sempre piene…sempre piene di una generazione e non solo.

Foto di Valentina Perniciaro _Exarchia, Atene: dove è stato ucciso Alexis_
Non solo, infatti…perchè quando arrivi ai concentramenti sembra di vedere solo loro…i “giovani”, i miei coetanei precari, sfruttati, senza speranze, senza nulla da perdere…ma basta iniziare ad assistere all’avvicinamento degli opliti dai caschi bianchi e dalle divise verdi che , il panorama cambia. Immediatamente.
Perchè se la polizia provoca qui sono TUTTI a rispondere, tutti ad insultarli, tutti a sputare verso di loro e difendere ogni centimetro di strada. La strada si, perchè è proprio da quella che si dovrebbe ripartire..la strada da riempire, da far straripare, la strada da bruciare per poi ricostruirla in piena autonomia.
Una strada che schifa la fasulla democrazia che poi arma le mani di qualche divisa assassina, la strada che vuole avere futuro, speranza, collettività, la strada che qui è un muro di fuoco, un mucchio di macerie.
Macerie che a vederle ti si apre il cuore. Ti trema il sangue mentre scorre.
Dobbiamo ringraziare questo paese, questi giovani rabbiosi rivoltosi, dobbiamo ringraziarli e nemmeno poco, perchè ci stanno dimostrando ( a noi, ciechi compagni europei) che il vento della rivolta può ancora sfiorarci.
Può ancora cambiare le nostre vite…può ancora darci la forza di non aver paura delle loro pistole, delle loro armi, dei loro irrespirabili nuvoloni di sostanze chimiche. La forza di combattere, di crederci, di lottare contro chi ci vuole precari, isolati, emarginati e anche morti.

Foto di Valentina Perniciaro _manifestazione di migranti a Syntagma, Atene_
Morti si, perchè ci ammazzano per le strade, ci fanno morire sui posti di lavoro o per le loro guerre,
perchè abbiamo un Mediterraneo che non è altro che un liquido cimitero di migranti.
Da questo paese dobbiamo imparare molto in questi giorni: imparare a crederci, imparare dagli immigrati, che nella nostra società sono gli unici che ancora CREDONO di poter cambiare la loro condizione…altrimenti non proverebbero a solcarlo quel nostro mare assassino.
Impariamo, impariamo ad alzare la testa, ad essere uniti, a sovvertire tutto ciò che ci opprime, ci sfrutta, ci uccide o ci incarcera.
ATENE RESISTE, ATENE E’ IL SIMBOLO CHE ANCORA SI PUO’… CHE BASTA VOLERLO!
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