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il mio Buon Anno…HAPPY NEW FEAR

Foto di Valentina Perniciaro _Happy new fear_
Buon anno a chi non ha la libertà di muovere più di 10 passi dentro ad una cella,
Buon anno a chi non ha niente da perdere e un mondo da voler conquistare,
Buon anno ai migranti, a quelli che non affogano nei mari che son di tutti,
Buon anno ai senza diritti, ai senza futuro, a chi però ha la memoria del proprio passato collettivo
Buon anno a chi rischia tutti i giorni la vita sul posto di lavoro,
Buon anno a chi non ha visto tornare il proprio figlio o amore da una giornata di lavoro,
Buon anno a chi non vuole morire per meno di 50 euro al giorno,
Buon anno a chi ancora crede in qualcosa,
Buon anno agli amanti della libertà, ai sognatori, ai rivoluzionari,
Buon anno a chi non ha i soldi per brindare, a chi è solo, a chi vorrebbe esserlo,
Buon anno a chi non si rassegna, a chi cammina a testa alta,
Buon anno a quelli che non si pentono, non si dissociano, non vendono il proprio passato,
Buon anno a chi fa l’amore con chi vuole, come vuole, quando vuole,
Buon anno a chi decide di far figli non avendo nulla di certo da offrirgli se non l’amore,
Buon anno a chi occupa una casa perchè vuole una casa,
Buon anno a chi occupa una scuola perchè vuole un’altra scuola,
Buon anno a chi incendia una città perchè gli hanno ammazzato un fratello, un compagno, uno di loro
Buon anno a chi non spreca, a chi non contribuisce allo schifo di questo mondo,
Buon anno a chi non dorme da giorni per quel che accade a Gaza,
Buon anno a chi non si arrende, non si rassegna, a chi comunque sorride,
Buon anno a chi si rifiuta di arruolarsi per guerre assassine,
Buon anno a chi non scende a compromessi, a chi non si vende,
Buon anno a chi odia lo Stato e i suoi servi, le guerre e i suoi mercenari,
Buon anno a chi odia la Chiesa, i padroni, lo sfruttamento,
Buon anno a chi odia i fascisti, la galera, i tribunali,
Buon anno ai comunisti, agli anarchici, agli omosessuali, alle lesbiche, ai trans, a tutte le donne picchiate e violentate.
e poi… un buon anno a chi passa di qui da molto lontano, a chi ha superato uno due tre dieci oceani per scappare da se stesso
Buon anno ai vigliacchi, che scappano da quello che hanno costruito senza avere il coraggio nemmeno di distruggerlo,
Buon anno a chi poi spia la vita da lontano, buon anno a chi probabilmente non dorme sonni tranquilli
Buon anno a chi fugge senza che nessuno lo sta inseguendo.
Buon anno a chi ha dimenticato i volti dei propri figli…buona fortuna.
Buon anno ad un bimbo lasciato solo, che ora è uno splendido uomo.
ODIO IL CARCERE… capodanno sotto Rebibbia
DOMANI MATTINA TUTTI E TUTTE QUELLI CHE ODIANO IL CARCERE SI RITROVERANNO SOTTO IL CARCERE DI REBIBBIA.
CONTRO OGNI CARCERE, PER L’ABOLIZIONE DELL’ERGASTOLO.
“…mia figlia ‘Ala ha 3 anni”
TESTIMONIANZA DA GAZA, PRESA DA MISNA:
“A mia figlia ‘Ala, che ha tre anni, dico che c’è una festa e che c’è gente che si diverte facendo scoppiare palloncini colorati”: Tamer al-Bahari, palestinese e operatore di un’organizzazione non governativa attiva a Gaza, non sa più cosa inventarsi per evitare che la figlia di tre anni si ammali di nuovo per la paura; raggiunto dalla MISNA nel corridoio della sua casa, al-Bahari racconta di attacchi di una violenza inaudita e mai conosciuta, di nuovi strumenti di guerra utilizzati dagli israeliani e della piccola ‘Ala che ieri lui stesso ha portato in ospedale perché aveva la febbre altissima. “Non è influenza né raffreddore è paura – aggiunge, mentre la cornetta si trasforma in nitida testimone di nuove esplosioni – i medici dicono che non è l’unico caso e che a causare la febbre sono i boati delle esplosioni, i vetri che vanno in frantumi, i rumori di questa guerra; mi resta avvinghiata tutto il giorno, non posso allontanarmi, la devo abbracciare in continuazione, farle sentire che le sono vicino”. A Gaza non ci sono solo i morti, ci sono anche gli effetti indiretti di ore ininterrotte di incursioni aeree e bombardamenti: “Stanno usando di tutto – continua ancora al-Bahari – ci bombardano dal mare con le navi, ci bombardano dal cielo con elicotteri, aerei e droni, ci lanciano contro i loro carri armati; ci resta solo la speranza che tutto finisca presto”. Come la maggior parte dei palestinesi di Gaza, anche al-Bahari deve fare i conti con l’acqua e l’elettricità che mancano, e con le scorte alimentari che non bastano. “Possiamo restare chiusi in casa per altri due giorni – aggiunge – poi non avremo null’altro da mangiare; stiamo razionando tutto e cerco di tenere carica la batteria del mio telefono cellulare. Per ogni esplosione che sento provenire da nord chiamo il resto della mia famiglia che vive lì per sincerarmi che stiano bene. L’esercito israeliano ci sta inviando anche messaggi di vario tipo; sul mio telefono ne è arrivato uno in cui offrono 20 milioni di dollari per informazioni su Gilad Shalit, il soldato israeliano tenuto in ostaggio a Gaza”. Altre esplosioni; nel corridoio della sua casa la piccola ‘Ala si stringe al padre: “Ma lo sa il mondo cosa sta succedendo qui – si chiede Tamer – lo sanno che dall’alba di oggi non si sono mai fermati? Che non ci sono solo centinaia di morti, ma anche tante piccole ‘Ada, l’angoscia di tanti genitori? Lo sa il mondo che stiamo morendo?”.
E INVECE POCHI MINUTI FA, L’AGENZIA DI STAMPA PALESTINESE MAAN, CI RACCONTA DI DUE SORELLINE DI 4 E 11 ANNI UCCISE A BORDO DI UN CARRETTO TRAINATO DA UN ASINO IN UNA STRADA DI KHAN YOUNIS, CAMPO PROFUGHI A SUD DI GAZA.
NESSUNA AGENZIA ISRAELIANA HA ANCORA PASSATO O COMMENTATO LA NOTIZIA.
IL NUMERO DI MORTI E’ SALITO A 363, CON CIRCA 1700 FERITI: LE NAZIONI UNITE ANCORA HANNO IL CORAGGIO DI PARLARE DI CIRCA UNA 50INA DI CIVILI UCCISI. ASSASSINI.
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