Egitto: gli scagnozzi di regime attaccano la piazza della Liberazione
S’era capito in mattinata che la situazione in piazza Tahrir oggi non sarebbe stata la stessa della grande marcia e nemmeno quella dei giorni precedenti.
Dalla tarda mattinata l’esercito è stato più che chiaro: ora ve ne dovete tornare tutti a casa. Ci sarà la transizione, ma ora tornate a casa: l’Egitto deve tornare alla normalità. Ora basta. Si parlava da ieri di una manifestazione pro Mubarak indetta per oggi, non distante da Piazza Tahrir; sinceramente avevo dato poca importanza a questa notizia e anche ai primi lanci mattutini in cui si diceva che i manifestanti pro-presidente si avvicinavano nervosi verso la piazza opposta.
Invece è tutto il giorno che vanno avanti gli scontri, i manifestanti in difesa del regime appaiono molto ben organizzati, impedendo pure l’accesso delle ambulanze nella piazza. C’è tutta la Baltagheyya di Mubarak in questi movimenti.
La piazza gli urla che son tutti apparati di Stato, che c’è la baltagheyya al completo.! Sono arrivati armati di spranghe e coltelli, sono arrivati a cavallo e in cammello, caricando la piazza a bastonate e pare anche con armi automatiche. Anche le molotov sono tante: alcune hanno centrato anche il Museo egizio che si trova proprio in un lato della piazza, mentre brucia completamente l’ex sede del ministero degli Esteri, storico edificio della città.
L’ultimo bilancio parla di 3 morti e 1500 persone ferite in piazza. I giornalisti occidentali oggi sono stati attaccati da questa nuova comparsa delle strade egiziane, i manifestanti in difesa della dittatura. E’ stato riconosciuto e picchiato Anderson Cooper, inviato di punta Cnn, con la sua troupe; così come un giornalista dell’Ansa.Una troupe canadese è stata salvata dall’esercito poco prima di un vero e proprio linciaggio. La colpa sarebbe quella di raccontare al mondo la rivolta egiziana, di mostrare immagini false e di non “rispettare” quel brav’uomo del loro presidente.
L’esercito per ora osserva, non fa un solo passo.La polizia probabilmente verrà nuovamente dispiegata, ma con la licenza di sparare.
Siamo alla guerra civile o sono solo bande armate di regime?
[Nessuna notizia ancora di Wael Ghonim, blogger egiziano e membro dello staff di Google per il Medioriente. E’ stato una grande fonte di notizie in diretta nei primi giorni della rivolta. E’ dal 27 dicembre che non si hanno sue notizie e cresce il tam tam online in sua solidarietà.
“Un governo che ha paura di Facebook e di Twitter dovrebbe governare una città in Farmville, non un Paese come l’Egitto.”, ha scritto poco prima di un ultimo tweet preoccupato per gli eventi della giornata e poi il silenzio]
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Una lettura veloce:
1) Le squadre sono state mobilitate, ovviamente, con il denaro, ma anche cercando di rubare il discorso “antimperialista” all’opposizione: “Obama ha offeso Mubarak! Mandiamo via gli amici di Obama!” Attenzione a questo discorso, perché il tono supponente con cui Obama ha ingiunto a Mubarak di “fare le riforme” viene facilmente sfruttato come ennesima umiliazione dell’Egitto; e con questo si cerca di presentare lo sgherro degli USA come la vittima degli americani.
2) Tutto l’Egitto, che già trema per la situazione economica, vede botte, massacri di gente in piazza.
3) Per fortuna che c’è l’esercito che si dichiara neutrale, ma invita fermamente a tutti i bambini, da una parte e dall’altra, a smetterla di farsi male e tornarsene a casa.
4) Una volta che sono tutti a casa, poi si può iniziare a Dialogare per le Riforme.
Un’operazione geniale, occorre ammetterlo. Che senza quel supponente intervento di Obama, sarebbe stato molto più difficile. Non intendo che sia stato concordato, non lo so, qualcuno però lo ipotizza.
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Francamente non credo molto nell’efficacia dell’intervento di Obama come machiavellico aggregatore di una corposa e combattiva fazione pro-dittatura. Io vedo nella evoluzione degli eventi che ci arriva – sperando siano notizie più o meno realistiche – il normale tentativo di una dittatura che non vuole perdere il proprio potere, malgrado sia diventata un impiccio per “USRAELE” che vuole stabilità. L’ultimo disperato tentativo per dimostrare di essere ancora affidabile. Le fazioni di contro-rivoltosi sono probabilmente formate da corrotti, poliziotti e lacché vari. La funzione chiave dell’esercito mi sembra chiara nella sua ambiguità: attende che i giochi internazionali siano fatti e nel frattempo vigila che la rivolta non superi un certo limite qualitativo e di tempo, oltre il quale le persone potrebbero credere pericolosamente di aver ripreso in mano il proprio destino e quello del paese… Credo che quando i capi dei militari avranno il via libera (dall’estero) interverranno pesantemente…
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