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La strage di Farmakonisi: 12 migranti uccisi dalla Guardia Costiera

27 gennaio 2014 1 commento

La frontiera europea…

A guardare gli occhi di queste persone le parole vanno via.
Non son mai stata capace di trovarne di adatte per descrivere le loro vite, ma sopratutto la morte di coloro che cercano di toccare il suolo europeo.

Saranno 5 morti quelle dita aperte?

Suolo che non solo non li desidera, che non solo legifera cinicamente, che non solo rinchiude senza colpe,
ma che uccide scientificamente, molto spesso sporcandosi proprio le mani, direttamente.
Come in questo caso, nel “naufragio” di Farmakonisi, isola disabitata a poche miglia dalla Turchia di nemmeno 4 km quadrati;
perchè basta parlare di naufragio, quando raccogliamo dalle acque corpi (quasi sempre corpicini) che non possono chiamarsi in altro modo che assassinati.
Assassinati sì, e in questo caso tutte le testimonianze parlano chiaro contro la Guardia Costiera che ha intercettato la barca a meno di 100 metri dalla costa greca, in una giornata di mare mosso: il loro modo di “salvare” dei migranti (tra cui molti e molti bambini) è stato trainarla a grande velocità, tra onde sempre più arrabbiate che continuavano a riempire la barca d’acqua.
Non son servite le urla, non c’è stato modo di comunicare alla guardia costiera che trainando in quel modo la barca la tragedia non poteva che esser prossima: c’hanno provato in tutti i modi, anche tentando di salire sulla motovedetta, ma la risposta son stati calci.
Calci sì, e chi cadeva in mare rimaneva li in attesa della morte, senza ricevere giubotti di salvataggio nè assistenza, nemmeno quella dei propri familiari, che continuavano ad esser trainati a gran velocità.
Solo alla fine, solo quando 12 persone ormai stavano morendo e i superstiti stavano per affondare con tutta la loro barca, la Guardia Costiera ha tratto in salvo i naufraghi che è riuscita a prendere.
Pochi, troppo pochi: gli altri son morti davanti agli occhi di tutti.

Assassinati, perchè i calci della Guardia Costiera gettavano in mare donne e bambini (c’è anche la testimonianza di chi ha visto una donna buttata a mare e suo figlio lanciato dall’altra parte); assassinati perchè sono 12 i corpi mai tornati a galla e tra questi ci sono 8 bambini,
che cercavano un po’ di pace e ristoro in Europa.
Tutti provenienti dalla Siria e dall’Afghanistan, tutti rifugiati in fuga dalla guerra e dalla tortura: i racconti dei superstiti combaciano, tutti parlano di calci, di persone gettate in mare, di insulti costanti alle donne che urlavano aiuto con i propri figli in braccio,
delle minacce successive ai sopravvissuti che sarebbero dovuti rimaner muti sulle circostanze avvenute.

Non basta più la Fortezza Europa, le leggi che si accavallano una sull’altra sempre peggiori,
a quanto pare tutto ciò non basta: ora li uccidiamo uno ad uno, li prendiamo a calci in bocca,
li insultiamo mentre annaspano cercando ossigeno tra le acque mosse.

E ancora dite che non siamo TUTTI colpevoli di questi morti? Tutti assassini di questi bambini?

Fuoco ai CIE, fuoco alla Fortezza Europa!

LEGGI:
Siamo tutti assassini
Mare nostrum: un cimitero liquido
Il mare della morte
La strage di Catania
I corpi sugli scogli

Ritorno al caos.

8 settembre 2008 1 commento

Una terra di resistenza. Dove la si respira un po’ ovunque, anche in questo presente piatto. Come questa piccola lumachina, quella terra persevera con tenacia nella sua semplicità, nel suo materialismo, nel suo legame con il suolo, con quella montagna lì di fronte, con i colori delle stagioni. Ti fa sentire a casa, ti fa sentire accolto, una terra superstite in mezzo a quest’occidente… una scoperta inaspettata e piacevole.

Foto di Valentina Perniciaro  -Lumachina Resistente

Foto di Valentina Perniciaro -Lumachina Resistente

Sarà per quella composizione sociale fatta di contadini e classe operaia dell’indotto Fiat che tiene tutto fermo ad altri tempi, che porta a conversazioni piacevoli, realiste, perdute… sarà perchè tutto sembra essere più vivibile, naturale, più saporito e sincero. Sarà perchè ti sveglia il gallo la mattina e fai colazione con i fichi che trovi passeggiando, sarà perchè ti salutano tutti e tutti ti scrutano per capire da dove vieni, perchè sei lì, che dialetto parli. Sarà perchè il loro di dialetto è divertente e composito, ideale cantilena per serate al fresco seduti sulle scalette di una prangatello. Una terra che incanta, che ride, che si ammazza di fatica e sudore, che è orgogliosa e accogliente.

Foto di Valentina Perniciaro

Foto di Valentina Perniciaro

Sarà perchè la Majella da quelle stradine sembra chiamarti ad una conversazione saggia con una vecchia signora dai fianchi morbidi, dall’abbraccio ancora sensuale e caldo. Quella montagna riesce a catturare lo sguardo od ogni ora, con colori e ombre sempre più emozionanti. Sarà perchè se il cielo è limpido, mentre chiacchieri con mamma montagna puoi vedere le Tremiti…
Io oggi prima di cominciare a ricalibrare la mia vita di studio, lavoro, baci, microfoni voglio riguardare questi giorni. Questi giorni vissuti secondo per secondo, come una piccola cozza su uno scoglio, attaccata a tutto ciò che amo. “E aspetterò domani per avere nostalgia“, oggi la canto con il cuore che trema, perchè avrei voluto solo fermare il tempo, ieri, e non tornare mai più
Poi Roma…con il suo traffico, con i manifesti di Forza Nuova, con i coatti, col campionato che ricomincia, con i fascisti, con quello che sarà quest’autunno, con quella fottuta porta blu.
Non mi ci fate pensare. 

Foto di Valentina Perniciaro _Trabocchi e ruggine_

 

Foto di Valentina Perniciaro _ Juvanum, sito archeologico romano_

Foto di Valentina Perniciaro _ Juvanum, sito archeologico romano_

Trovate un po’ di foto su Flickr

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