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se non quelli che moriranno con me
“Faccio la prova del dolore. Come se il medico punge un arto per verificare se è insensibile, così io pungo la memoria. Prima che moriamo, può darsi che muoia il dolore. Se così fosse, questo sarebbe da raccontare, ma a chi? QUI NESSUNO, SE NON QUELLI CHE MORIRANNO CON ME, PARLA LA MIA LINGUA”
-Christa Wolf-
Sono appena nata.
Non parlo, non cammino, non mi sposto nel tempo,
non so neanche cosa sia domani.
Mi muovo nel buio della coscienza.
Sono puro sentire.
So l’essenziale per vivere e il resto non mi riguarda,
lasciato nel beneficio buio dell’imperscrutabile e dell’immotivato.
Non mi interessa capire, prevedere, programmare.
Solo vivere.
Vivere si.
Adesso.
Confusa nel tutto.
-Tratto da “Compagna Luna” , Barbara Balzerani, Feltrinelli 1998
Foto di Baruda: Genova, 17 Novembre 2007 Quella gran bella cosa che sono i CORDONI, quasi perduta nell'oblio.
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INDECOROSI
Indecorosi. Orsi in movimento per il godimento
Da quello che ho sentito è uno dei migliori striscioni, tra i tanti divertentissimi del Gay Pride di oggi,
che posso seguire solo “radiofonicamente” da una redazione tutta al femminile e pesantemente techno ;-(
PER LA LIBERTA’ SESSUALE,
PER L’AUTODETERMINAZIONE
PER LA LAICITA’

FUORI I PRETI DALLE NOSTRE MUTANDE
Foto di Valentina Perniciaro - GAY PRIDE 2007- Nude man/woman walking
Per ascoltare le corrispondenze http://www.ondarossa.info
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Do you remember Bolzaneto?
-In previsione dell’arrivo a Roma, la settimana prossima, del presidente degli usa George Bush, oltre duecento detenuti di Regina Coeli sono stati trasferiti negli istituti di tutta Italia “per consentire al carcere romano di far fronte agli eventuali fermi legati a possibili disordini e contestazioni”.
A dare la notizia e’ stato il Garante regionale dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni che, ironicamente, ha commentato: “e’ da tempo che andiamo dicendo che Regina Coeli e’ un carcere sovraffollato.
Visto quanto sta accadendo basterebbe che un capo di stato venisse a Roma una volta al mese ed ogni problema sarebbe risolto”
A quanto risulta al Garante la scorsa settimana sono gia’ stati trasferiti, in altre carceri del Lazio, un centinaio di detenuti: accanto alle normali 40 unita’ se ne sono aggiunte, infatti, una sessantina trasferite in via straordinaria.
Secondo Marroni “Questa settimana altri sessanta detenuti sono in attesa di autorizzazione dal Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, per il trasferimento negli Istituti laziali, mentre altri 63 attendono il via libera dal Dipartimento Nazionale per essere trasferiti nelle carceri di tutta Italia. In totale, saranno dunque 220 i detenuti trasferiti per consentire di liberare due piani della settima sezione di Regina Coeli, quelli dove dovrebbero essere ospitati i responsabili degli eventuali incidenti legati alla visita di Bush a Roma”.
Nella maggior parte dei casi, afferma ancora Marroni, ad essere trasferiti sono stati detenuti appellanti o giudicabili, che, dunque, dovranno tornare a Roma per i processi che li riguardano, con inevitabili costose spese di trasferimento a carico dello Stato. Quelli trasferiti fuori regione sono, al 90%, stranieri. –

Eccoci di nuovo.
La notizia sembra essere la stessa di 7 anni fa…il governo in effetti è lo stesso, anzi no. E’ decisamente peggio, completamente monocromatico.
Daranno l’onore anche a noi donzelle di fare i 3 scalini? Gli basteranno 200 brande per conterci tutti?
Riapriranno anche Villa Paradiso per l’occasione [sono le celle punitive d’isolamento di Regina Coeli, dismesse nei primi anni ’80, soprannominate così dai detenuti] ?
Consiglio di lasciare i piercing a casa, pare non abbiano perso il vizio di volerci torturare tutt@
Nel frattempo Piazza San Giovani sarà vietata al Pride sabato prossimo. Al suo posto sarà data la piccola Piazza Santa Croce in Gerusalemme, che sicuramente non conterrà tutti i partecipanti alla manifestazione.
Saranno le prove generali per Bush?
Foto di Valentina Perniciaro -Roma, Giugno 2007- Corteo contro la visita di Bush PUSHBUSHOUT
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bello come un carcere che brucia
“Non solo la pena deve essere individuale, ma individualizzante; e in due modi.
Prima di tutto la prigione deve essere concepita in modo da cancellare le conseguenze nefaste che essa provoca riunendo nello stesso luogo dei condannati molto diversi fra loro: soffocare i complotti e le rivolte che possono sorgere, impedire che si costituiscano complicità future o che nascano possibilità di ricatto…in breve che la prigione non formi, a partire dai malfattori che riunisce, una popolazione omogenea e solidale.
Infine e soprattutto, l’isolamento dei condannati garantisce che si può esercitare su di loro, col massimo d’intensità, un potere che non sarà bilanciato da nessun’altra influenza; la solitudine è la condizione prima della sottomissione totale.
L’isolamento assicura il colloquio, da solo a solo, del detenuto col potere che si esercita su di lui.”
Sorvegliare e punire – Michel Foucault-

L’interno di una cella di altri tempi, almeno così si potrebbe immaginare. Ed in questo caso è così
Il carcere minorile del San Michele, dismesso definitivamente nel 1972, è ormai ricordo di una Roma dimenticata, di tanti stornelli e racconti della malavita romana, del popolo dei vicoletti e dei rioni.
L’aria che si respirava in quel posto era gelida…senza vetri ai finestroni ai quattro lati dei ballatoi, la corrente si infilava nelle celle come una corsa di cavalli, fredda. Tutte celle singole. Un luogo che ti lascia quella sensazione di vuoto, di rabbia e costrizione…dove le scritte sul marmo inneggiano al lavoro, al peccato, al pentimento.
PER UN MONDO BELLO COME UN CARCERE CHE BRUCIA.
Foto di Valentina Perniciaro Complesso Monumentale del San Michele, ex carcere minorile
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cinquantadue
“Tu, che sei latinoamericano, non sai che gli antichi maya abbandonavano le loro città ogni cinquantadue anni? Ignori che ogni cinquantadue anni lasciavano le loro case, i loro magazzini, i loro giochi, i loro templi, e si recavano in un altro luogo a edificare una nuova città? … Il giorno che ti ho visto al Jardin des Plantes sono scaduti i cinquantadue anni per me.
Vuoi costruire con me la nuova città?”
La danza immobile _Manuel Scorza_
Foto di Valentina Perniciaro
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“Non c’era rimasto nessuno a protestare”
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c’era rimasto nessuno a protestare
Bertold Brecht
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Eccolo ancora: ADOLFO I!
Benedetto XVI: “Provo gioia per il nuovo clima politico”
ROMA – “Avvertiamo con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, più fiducioso e più costruttivo. Esso è legato al profilarsi di rapporti più sereni tra le forze politiche e le istituzioni, in virtù di una percezione più viva delle responsabilità comuni per il futuro della Nazione”
La Repubblica 29 Maggio 2008
Foto di Valentina Perniciaro NO VAT
4 DONNE SU 5 ODIANO IL PAPA
Capito si? Lui prova gioia!
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tempo di…
“Nella vita dell’uomo
per ogni cosa c’è il suo momento,
per tutto c’è un’occasione opportuna.
Tempo di nascere, tempo di morire,
tempo di piantare, tempo di sradicare,
tempo di uccidere, tempo di curare,
tempo di demolire, tempo di costruire,
tempo di piangere, tempo di ridere,
tempo di lutto, tempo di baldoria,
tempo di gettar via le pietre,
tempo di abbracciare, tempo di staccarsi,
tempo di cercare, tempo di perdere,
tempo di conservare, tempo di buttar via,
tempo di strappare, tempo di cucire,
tempo di tacere, tempo di parlare,
tempo di amare, tempo di odiare,
tempo di guerra, tempo di pace. ECCLESIASTE III, 1-8
Il panettiere addormentato di Damasco. Alle 4 di mattina, mentre si tornava a casa con la testa piena di ‘araq. Il mio panettiere, quello a due passi dal vicolo di casa mia, a pochi passi dal mio cortile e da quell’albero di arance che mi permetteva di godere il fresco anche con il sole alto.
E l’odore di quel pane sempre caldo, sempre soffice, sempre capace di insegnarti un modo nuovo di mangiare. Il pane di Damasco…il sapore di quelle cenette tra chiacchiere e sapori, tra lingue e lineamenti contrastanti.
Mi mancano le notti damascene, mi manca il canto dei minareti a spezzare la pace notturna,
mi mancano gli sguardi in cui si annega, mi manca il caos immanente delle sue strade.
Tempo di fermarsi, tempo di ricominciare.
Foto di Valentina Perniciaro : Il panettiere addormentato. Damasco, settembre 2006
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