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Ridateci Cecilia: ORA!
Acciuffare una donna come Cecilia non è cosa facile.
Infatti in forze son giunti sul suo corpo per privarlo della sua dirompente e contagiosa libertà.
Gli scagnozzi di Stato, sempre pronti a difendere sventolatori di celtiche, son riusciti ad arrestarla e in questo momento si starà dirigendo, in traduzione, verso il suo processo per direttissima, di cui dopo daremo aggiornamenti.
Certa che il tuo sorriso sarà tale anche in quella cella in cui sei sola,
certa che i tuoi diretti colpiranno con forza la privazione di libertà.
1.3.1.2.
DA INFOAUT:
A 48 ore dall’arresto non abbiamo ancora ricevuto aggiornamento sulla situazione penale di Cecilia.
L’avvocato Claudio Novaro ha potuto visitarla questa mattina: Cecilia sta bene, è in cella da sola. L’udienza sarà domani mattina e per sabato sera o domenica a pranzo dovremmo avere l’esito.
Di prassi il giudice per le indagini preliminari (gip) ha 96 ore di tempo per confermare o meno l’arresto. Non sappiamo se il sipario di silenzio che circonda il suo arresto prefigura una volontà punitiva di farla sostare il più a lungo possibile nelle patrie galere in assenza di prove considerevoli (mera e vigliacca vendetta della digos torinese e dei suoi Pm!).
Quel che è certo è che Cecilia rappresenta per la Questura torinese un bottino troppo ambito, ed è scoperta la volontà di farle pagare la sua determinazione e generosità in tutti gli appuntamenti di lotta – come mostrano bene alcuni passaggi del video di RepubblicaTorino che ri-postiamo qui sotto, deve si vedono ben 4 digos e un celerino avventarsi su di lei per assicurarne l’arresto!
Intanto, per chi volesse scriverle e comunicarle la solidarietà di cui ha bisogno in questo momento, questo è l’indirizzo:
Cecilia Stella
Casa circondariale di Torino Lorusso e Cotugno
Via Adelaide Aglietta, 35
10151 Torino (TO)
Il comunicato di solidarietà delle Cagne Sciolte:
Nella giornata di ieri, ancora una volta, lo stato ha aizzato le forze dell’ordine per difendere gli squadristi fascisti.
Questa volta è toccato alle studentesse e agli studenti dell’Università di Torino difendere il territorio che vivono nel quotidiano dalla retrograda e insulsa proaganda del fuan (so’ finiti gli anni ’70!!!).
Numerose le cariche della celere sulle centinaia di studentesse e studenti che a Palazzo Nuovo protestavano contro la presenza dei fascisti. Cariche che si sono tramutate in vera e propria caccia alle persone, fin dentro le aule universitarie. Diversi i feriti, due sono in ospedale per le gravi ferite riportate.
Durante una delle cariche un compagno, Carlos, e una compagna, Cecilia, sono stat* fermati, portati in questura, tramutando poi il fermo in arresto per Cecilia.
Alcune di noi lottano a fianco di Cecilia nelle numerose battaglie per una vita degna e libera, riconoscendo in lei la determinazione e il coraggio di ognuna di noi.Massima solidarietà a Cecilia e a tutte le detenute del carcere torinese delle Vallette, che proprio ieri hanno annunciato una giornata di protesta contro il sistema carcerario.
Cecilia libera subito!
Nessuno spazio ai fascisti in divisa e non.
Tutte libere
Tutti liberi
Delle galere solo macerie!Cagne Sciolte.
NOTAV: hanno trasferito Tobia a Cuneo dopo le proteste alle Vallette
Ieri in tarda notte leggevo questa lettera scritta da Giorgio e Tobia, compagni NoTav detenuti nel carcere di Torino.
La leggevo e pensavo a quant’è bello vedere che i compagni, appena entrati in carcere, iniziano a portare avanti forme di lotta necessari per sostenere la detenzione e conquistare agibilità.
La repressione ovviamente non si è fatta attendere: TOBIA E’ STATO TRASFERITO ALL’ALBA DI OGGI A CUNEO!
A tutti i compagni/e
Vogliamo farvi sapere che ieri, mentre si svolgeva il concerto davanti al carcere, noi abbiamo dato corso a una protesta contro le pesanti condizioni di agibilità interna.
Al detenuto spettano, per disposizione ministeriale, 4 ore d’aria. In più sono concesse 2 ore di socialità, in cui i detenuti dovrebbero, appunto, socializzare tra loro.
Fino a poco tempo fa in queste ore venivano aperte le celle e si poteva passeggiare nel corridoio o, volendo, entrare in un’altra cella. Ultimamente ci fanno uscire e, dopo un quarto d’ora, ci fanno entrare nelle celle in cui vogliamo stare.
In questi giorni d’emergenza freddo è impossibile uscire all’aria anche perchè i cortili sono invasi dalla neve e non si sono attrezzati con scarpe adatte. Se non vai all’aria ti obbligano a stare chiuso in cella.
Ieri sera, nella nostra sezione le condizioni sono state inasprite. Invece di aprire tutte le celle contemporaneamente venivano aperte una alla volta, ti portavano alla cella che volevi e ti richiudevano nuovamente.
Quando ci hanno aperto noi (Tobia e Giorgio) siamo rimasti in corridoio rifiutando di farci nuovamente rinchiudere. Allora han provato a metterci contro gli altri, dicendo che fino a quando noi eravamo in corridoio non avrebbero più aperto a nessuno. Dopo esserci consultati con gli altri detenuti, abbiamo deciso di non desistere.
Dopo un po’ di minacce, hanno chiamato la squadretta, composta da mezza dozzina di agenti nerboruti, con il chiaro intento di intimidirci. Al nostro netto rifiuto di rientrare in cella, ci hanno presi di peso e sbattuti dentro, senza però usare violenza.
Dopo una decina di minuti siamo stati convocati dal Direttore che, con modi gentili e molto paternalismo si lamentava che era la terza protesta di questo tipo che avevano messo in atto.
Noi, dopo aver precisato che non volevamo favori ne privilegi personali, abbiamo presentato a nome di tutti i detenuti della sezione una serie di richieste di agibilità minima.
Il direttore ha risposto che ci avrebbe riflettuto sopra e ci avrebbe fatto sapere.
Adesso stiamo valutando il da farsi.
Come i banchieri cercano di far pagare la crisi ai lavoratori, in carcere si cerca di far pagare il sovraffollamento ai detenuti. Vengono progressivamente ridotte le dotazioni (detersivi, carta igienica, ecc.) e, con la scusa di maggiori difficoltà di gestione, gli spazi di agibilità.
La lotta non si fermerà.
i Detenuti del 26 Gennaio 2012
Giorgio e Tobia
Carcere Lorusso e Cutugno
Via Pianezza 300
10151 Torino
Torino: burlando prefetti!
Si sarà preso una bella collera, il Prefetto Padoin, quando ieri pomeriggio si è visto spuntare dinanzi una trentina di facce note del movimento torinese con tanto di striscione, enorme. E per di più in mezzo all’affollatissima e vigilatissima Fiera del Libro, e per di più proprio mentre stava presentando, in compagnia del Procuratore Capo Caselli e del Procuratore Generale Maddalena, la sua ultima fatica letteraria: «Il Prefetto, questo sconosciuto». Un gran colpo, certamente, ampiamente ripreso e rilanciato da un bel po’ di telecamere: anche perché solo il giorno prima Padoin aveva dichiarato baldanzoso che il modo più celere di liberarsi degli spazi occupati è di arrestarne tutti gli occupanti, ed ora un po’ di quegli stessi occupanti da arrestare riuscivano ad aggirar ogni controllo per fargli qualche pernacchia sul naso. Una figura barbina per lui e soprattutto per gli agenti della Polizia politica cittadina, che son pagati proprio per controllare, ascoltare e pedinare, ed evitar così che certe contestazioni – clamorose quanto scontate – accadano.
Ascolta il racconto del pomeriggio al Salone del Libro, da un servizio di Radio Onda d’Urto
Eppure solo il giorno successivo la magra figura si ripete. Ancora una volta gli amici e i compagni degli arrestati per lo sgombero de Lostile si materializzano improvvisamente esattamente dove era scontato che si dovessero materializzare: alle Porte Palatine, di fronte ai pellegrini appena usciti dal Duomo. Sfilando sotto al naso dei funzionari del Commissariato di quartiere, si arrampicano sulle mura e appendono uno striscione: «Tutti liberi!». Gli uomini della Digos sono ancora più lontani del giorno precedente, e gli agenti del Commissariato sono furibondi: lo striscione ormai è appeso, ma loro chiamano il reparto mobile, si prendono due dei presenti e pretendono di identificare gli altri. Quando il gruppone riesce ad allontanarsi sembra tutto a posto, e tutti pensano che i due che mancano saranno presto rilasciati. E invece no. Dopo un paio d’ore e vari annunci contraddittori, i due vengono portati alle Vallette. Con quali accuse? Non sappiamo bene quale Pubblico ministero possa costruire qualcosa di penalmente significativo intorno all’ostensione di un lungo lenzuolo nero con su scritto «Tutti liberi!». Ma sappiamo che sicuramente il Prefetto è in collera da ieri e che in Tribunale non in tanti sono disposti a dispiacerlo e che in più, uno sberleffo messo in piazza tanto vicino a pellegrini, vecchi porporati incartapecoriti e immagini miracolose può far temere la collera di qualcuno che sta molto, ma molto, più in alto.
Macerie, 14 maggio 2010
Solidarietà a Marco e Fabio
Un comunicato di ieri da Torino
SOLIDARIETA’ A MARCO E FABIO, REDATTORI DI RADIO BLACK OUT
Questa mattina il gazebo elettorale de La Destra a Porta Palazzo è stato ribaltato da un gruppo di giovani frequentatori del mercato e i fascisti sono stati anche oggetto di un lancio di verdure avariate.
Subito dopo, però, un gruppo interforze di vigili, poliziotti e alpini è riuscito a bloccare due dei contestatori: Fabio e Marco. Gli altri invece si sono dileguati, aiutati anche dalla gente, che li ha coperti
nella fuga.
Mentre un po’ di compagni, un’ora dopo, si stavano riunendo al Balon per protestare sono arrivate due notizie: la prima, pessima, era che i due erano stati portati alle Vallette mentre la seconda, ottima, era che degli sconosciuti poco prima erano riusciti a mandare in aria un gazebo di Fiamma Tricolore in corso Palestro, di fronte agli occhi attoniti dei Carabinieri che lo proteggevano.
Nel primo pomeriggio, un volantinaggio/corteo con una quarantina diccompagni ha fatto il giro di Porta Palazzo per informare gli abitanticdell’accaduto, e poi anche a San Salvario ci sono stati un paio di comizi di strada in solidarietà con gli arrestati e contro la presenza fascista in città.
I due saranno processati per direttissima lunedì mattina.
Intanto, potete mandare loro dei telegrammi a questo indirizzo:
Fabio Milan
C.C. Lo Russo e Cotugno
via Pianezza 300 – 10151 Torino
Marco Da Ros
C.C. Lo Russo e Cotugno
via Pianezza 300 – 10151 Torino
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