ya Beirut!


Scrivere di te mi viene naturale e lacerante allo stesso tempo.
Di te, che ti parlo come fossi una persona, come avessi uno sguardo.
Scrivere dello stupro della terra libanese assomiglia al parlare con un amore astratto.

 

Ma quella polvere mi è entrata nei polmoni e non riesce più ad uscirne,
quell’odore disperato m’è entrato nell’anima e accresce l’odio innato.
Mi piacerebbe passeggiare tra i tuoi sguardi, mi piacerebbe assaggiare ancora
i tuoi sapori…stringendo a me quelle mani sublimi, che mi fanno sognare.

Si, mi piacerebbe passeggiare con te per le terre che m’han rapito gli occhi.
Mi piacerebbe insegnarti quei suoni come stai facendo tu con me.
Mi piacerebbe poter volare via, poter avere il nulla sotto i piedi
e non questo cemento, queste strade, queste mura.
Mi piacerebbe tornare nei posti che ho amato, mi piacerebbe scoprirne milioni.

 

“ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta”  -N.Hikmet-

Foto di Valentina Perniciaro.
Settembre 2006. Beirut, Libano.
Quartiere sciita di haret Hreik, roccaforte Hizballah
raso al suolo dai bombardamenti israeliani 

 

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