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Archive for Maggio 2008

GGGGIOIA!!

31 Maggio 2008 1 commento

SILENZIO!
FATE POCO RUMORE, NOI SI RIPOSA!
FINALMENTE!

“ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli”

30 Maggio 2008 Lascia un commento

Quivi sospiri, pianti e alti guai
risonavan per l’aere sanza stelle,
per ch’io al cominciar ne lagrimai.

Diverse lingue, orribili favelle,
parole di dolore, accenti d’ira,
voci alte e fioche, e suon di man con elle

facevano un tumulto, il qual s’aggira
sempre in quell’aura sanza tempo tinta,
come la rena quando turbo spira.

E io ch’avea d’error la testa cinta,
dissi: “Maestro, che è quel ch’i’ odo?
e che gent’è che par nel duol sì vinta?”.

Ed elli a me: “Questo misero modo
tegnon l’anime triste di coloro
che visser sanza ’nfamia e sanza lodo.

Mischiate sono a quel cattivo coro
de li angeli che non furon ribelli
né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro.

Caccianli i ciel per non esser men belli,
né lo profondo inferno li riceve,
ch’alcuna gloria i rei avrebber d’elli”.

E io: “Maestro, che è tanto greve
a lor che lamentar li fa sì forte?”.
Rispuose: “Dicerolti molto breve.

Questi non hanno speranza di morte,
e la lor cieca vita è tanto bassa,
che ’nvidïosi son d’ogne altra sorte.

Fama di loro il mondo esser non lassa;
misericordia e giustizia li sdegna:
non ragioniam di lor, ma guarda e passa”.

DANTE ALIGHIERI -III CANTO INFERNO- “Gli ignavi”

Dante tornerà spesso tra le righe di questo blog perché è una passione irrinunciabile,
é la perfezione che da secoli scalda la nostra terra… quando lo leggo mi vergogno un po’ meno
di essere italiana, quando lo leggo mi sento meno sola.
Quando leggo gli Ignavi, tratti dal terzo canto dell’Inferno, sento di non aver sbagliato.

“Non c’era rimasto nessuno a protestare”

30 Maggio 2008 Lascia un commento

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c’era rimasto nessuno a protestare

Bertold Brecht

Foto di Valentina Perniciaro _Fuori i preti dalle nostre mutande_

Foto di Valentina Perniciaro _Fuori i preti dalle nostre mutande_

 

ITINER-ANTI

29 Maggio 2008 1 commento

OGGI FINALMENTE SI BRINDA!
LA COOPERATIVA ITINER-ANTI ve offre l’aperitivo!
Come sono contenta! Una leggerezza che aspettavamo da un bel po’!

in Foto: Baruda e l'assenzio!

Eccolo ancora: ADOLFO I!

29 Maggio 2008 4 commenti

Benedetto XVI: “Provo gioia per il nuovo clima politico”

ROMA – “Avvertiamo con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, più fiducioso e più costruttivo. Esso è legato al profilarsi di rapporti più sereni tra le forze politiche e le istituzioni, in virtù di una percezione più viva delle responsabilità comuni per il futuro della Nazione”

La Repubblica 29 Maggio 2008

Foto di Valentina Perniciaro  NO VAT

4 DONNE SU 5 ODIANO IL PAPA

Capito si? Lui prova gioia!

L’ordine Regna!

29 Maggio 2008 2 commenti

Doppia apertura, per due giorni di fila. Ho un sonno arretrato che mi lascia un po’ sconcertata.
Poi non è mica facile parlare due ore ai microfoni e leggere solo di Giorgio Almirante, di dichiarazioni agghiaccianti del nostro attuale sindaco…
Dell’assalitore del Pigneto che ha il Che tatuato e rilascia interviste indescrivibili, dai toni nemmeno fascisti ma insopportabili, gretti, da melma fascista di inizio ventennio. E poi la Sapienza, la direttissima di ieri che tiene un compagno ai domiciliari fino al 2 Luglio
Di parole non ne trovo..e trovarne per due ore mi ha fatto sudare non poco.
Ora mi vado a godere l’ennesimo diliuvio, insieme al mio motorino senza parabrezza
Mi raccomando, come dice Aldo Fabrizi….”agggitala quaa manina quanno saluti!”

Manifesto del Maggio Francese


PREFETTURA DI GROSSETO
UFFICIO DI P. S. IN PAGANICO
COMUNICATO

Si riproduce testo del manifesto lanciato agli sbandati a seguito del decreto del 10 Aprile.
“Alle ore 24 del 25 Maggio scade il termine stabilito per la presentazione ai posti militari e di Polizia Italiani e Tedeschi, degli sbandati ed appartenenti a bande.
Entro le ore 24 del 25 Maggio gli sbandati che si presenteranno isolatamente consegnando le armi di cui sono eventualmente in possesso non saranno sottoposti a procedimenti penali e nessuna sanzione sarà presa a loro carico secondo quanto è previsto dal decreto del 18 Aprile. I gruppi di sbandati qualunque ne sia il numero dovranno inviare presso i comandi militari di Polizia Italiani e Tedeschi un proprio incaricato per prendere accordi per la presentazione dell’intero gruppo e per la consegna delle armi. Anche gli appartenenti a questi gruppi non saranno sottoposti ad alcun processo penale e sanzioni. Gli sbandati e gli appartenenti alle bande dovranno presentarsi a tutti i posti militari e di Polizia Italiani e Germanici entro le ore 24 del 25 maggio.
Tutti coloro che non si saranno presentati saranno considerati fuori legge e passati per le armi mediante fucilazione nella schiena.
Vi preghiamo curare immediatamente affinché testo venga affisso in tutti i Comuni vostra Provincia.”
p. il Ministro Mezzasoma – Capo Gabinetto

GIORGIO ALMIRANTE
Dalla Prefettura 17 Maggio 1944 – XXII

Come un contadino di inizio secolo…

27 Maggio 2008 1 commento

E’ estremamente bello mangiare ed avere la sensazione di esser tornato dal campo, spossato, ad inizio secolo…mangiare il testarolo sembra tornare indietro nel tempo, sembra di sentire il calore di un caminetto e del passato. Ci si rilassa, lo stomaco si riempie rapidamente e con maestria.


Il Testarolo è un antico pane senza lievito (azzimo). di basso spessore (circa 2 – 3 mm) di forma circolare, con diametro di circa 40 – 45 cm. Dall’aspetto consistente ma spugnoso. Ha un colore biancastro tendente al marroncino. Nella parte a contatto con il piano di cottura assume una colorazione bruno intenso, mentre la parte superiore ha il colore della mollica del pane casalingo di cui conserva peraltro anche il profumo.
Nei forni e nei negozi di generi alimentari della Lunigiana si trova sfuso, ma si può trovare ovunque in quanto viene venduto in confezione sottovuoto per conservarne tutte le caratteristiche.
 

Si amalgama la farina di grano con acqua tiepida e sale, fino ad ottenere una pastella molto liquida. Si scaldano i testi di ghisa o di ferro sul fuoco vivo di legna o gas, una volta ben scaldati vi si stende la pastella sopra in modo da avere, dopo cottura, una forma circolare, si copre con un altro testo caldo per completare la cottura che avviene in pochi minuti.
Ancora oggi per la produzione casalinga vengono utilizzati appositi locali, chiamati “gradili” destinati sia alla produzione dei testaroli sia alla essicazione delle castagne.
Il prodotto deve la sua tradizionalità alla particolare combinazione degli ingredienti, alla metodica di lavorazione che è rimasta invariata nel tempo (unica modifica apportata solo al metodo di riscaldamento dei testi), alla particolarità degli attrezzi, testi in ghisa, utilizzati nella trasformazione.
Il “testo” è un arnese a due componenti, la teglia con bordo (sui 5 -6 cm) e la cupola; viene utilizzato anche per la cottura di altri cibi, per quanto riguarda la cottura del testarolo il contatto si ha soltanto con la facciata inferiore del pane nella teglia mentre la faccia superiore è cotta per irradiazione del calore proveniente dalla cupola coprente.
Il testarolo viene tagliato a quadratini
 e fatto rinvenire in acqua bollente “ferma”. Scolato viene candito con olio extravergine di oliva e pecorino gratugiato o con pesto di basilico, pinoli aglio e olio extravergine (pesto gentile). Il testarolo viene anche consumato appena fatto con formaggi freschi e molli o con salumi.
E’ un piatto povero che veniva consumato soprattutto dai contadini!

Foto di http://apienavoce.wordpress.com -CONTADINI RUSSI PRIMA DEL PASTO-

Deprivazione tattile

27 Maggio 2008 Lascia un commento

“Sottratto al sociale, il corpo del recluso non ha modo di ricevere e cercare stimoli sensoriali. E, fra tutte le privazioni, quella della tattilità è forse la più grave e devastante. Così devastante che un bambino ne può anche morire.

Quando sul finire dell’800 la puericultura americana introdusse il “lettino con le sbarre”, soppiantando la tradizione della culla, cominciarono a verificarsi morti inspiegabili di bambini perfettamente sani. L’evento è passato alla storia come “morte da lettino” o “sindrome mortale infantile subitanea”. L’esperienza umana insegna che il cullamento è un moto di accarezzamento dell’intero corpo in ogni sua funzione.Una condizione essenziale di benessere che viene preclusa al “bambino fra le sbarre”.

Come la deprivazione tattile può far morire, così il toccamento può far rinascere.Il con-tatto umano è infatti una possibile cura in caso di coma irreversibile o per creature con lesioni cerebrali e handicap psicomotori. E’ il caso di quel centinaio di volontari che, a turno, andavano a casa di una bambina perchè potesse avere 24 su 24 l’unica medicina in grado di farla star meglio: il contatto umano: l’incontro e il toccamento di persone di ogni sesso, età, professione, cultura, che l’aiutavano negli esercizi di riabilitazione. La stimolazione è taumaturgica. L’assenza di tatto, invece, è dolorosa.

Tolgo dalle braccia -sotto pelle- frammenti di posate di plastica: le sole che si possono usare. Punte spezzate di forchette di plastica. Bastano piccoli taglietti e questi frammenti entrano sottopelle. Da quegli stessi taglietti, spingendo, tiro fuori le punte di forchette. Non c’è sangue, non c’è una goccia di sangue! Più ne tiro fuori e più, toccando, ne sento! Con un senso di fastidio, ma pazientemente, sto lì a tirar fuori questa plastica. Mi sveglio con un senso di angoscia. Quanta materia inerte ho assorbito in tutti questi anni attraverso i pori della pelle?

Penso al ferro, al cemento, alla plastica che tocco. Ed ai segni devitalizzati che mi invadono.E poi non c’è sangue! Senza che me ne accorgessi la morte mi è entrata dentro impossessandosi del sangue. Scrivo o racconto il sogno a chi posso , per lanciare un allarme. Bisogna avvisare, far presto, prima che l’inerte ci invada totalmente!”

tratto da “IL BOSCO DI BISTORCO”. Renato Curcio, Stefano Petrelli, Nicola Valentino. Edizioni Sensibili alle Foglie

Questo blog, inevitabilmente, parlerà spesso di reclusione, di privazione, di isolamento.
Si parlerà del carcere, dei meccanismi punitivi, di tortura fisica e psicologica, di ospedali psichiatrici giudiziari, di centri di detenzione temporanea per migranti…dei reietti. Di quelli che per lo stato devono marcire da reietti
Del diritto alla libertà, di quanto si può imparare dagli occhi di chi si è visto togliere tutto.
Col vento di questa sera non posso non pensare a chi è chiuso in una cella..con questo fischiare libero del vento, con questo piacere della pelle nel farsi attraversare da tanta forza.

CONTRO OGNI CARCERE, CONTRO OGNI GALERA.
GIORNO DOPO GIORNO!

Papa Rai I -FUORI I PRETI DALLE MUTANDE!-

27 Maggio 2008 2 commenti

Oggi è la giornata dei Copia-Incolla dai giornali, ma questo non posso non metterlo sul blog..
proprio perchè rimanga ad eterna memoria.
Il nostro caro Papa Adolfo I ha deciso di leggerci la Bibbia integrale su Rai 1. 
Ma dai, è inutile che parlo..vi incollo il fantastico scoop del Corriere della Sera.
+ PRATI
– PRETI

“Il Papa leggerà la Bibbia in tv. È questa la ‘bomba’ che la Rai ha in serbo per la prossima stagione, secondo quanto anticipato dal settimanale Chi. A ottobre Benedetto XVI inaugurerà la prima lettura integrale del testo sacro della tradizione ebraico-cristiana per sette giorni e sette notti. Secondo il settimanale, la lettura avverrà durante la trasmissione Domenica In (ma fonti Rai avrebbero smentito questo particolare, spiegando che il progetto potrebbe avere diverse collocazioni in palinsesto). 
MARATONA – Il Papa darà il via alla maratona, che continuerà con il rabbino capo di Roma. Poi la linea passerà a un sacerdote ortodosso, che la cederà a un pastore protestante e così via, coinvolgendo anche semplici fedeli che potranno prenotarsi attraverso un sito internet in corso di realizzazione. Testimonial dell’iniziativa l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, insigne biblista e ministro della Cultura della Santa Sede: nelle settimane precedenti, sempre a Domenica In, illustrerà il senso della maratona.”

ECCEZIONALE!

LA VANDEA HA PRESO POSSESSO DEL PAESE!

Foto di Valentina Perniciaro FUORI I PRETI DALLE MUTANDE!

Aggressione Fascista all’università

27 Maggio 2008 1 commento

Anche oggi un bel buongiorno! Faccio il Copia-Incolla dell’unica notizia apparsa sui giornali on-line

LA REPUBBLICA: Tensione e scontri questa mattina in via Cesare De Lollis davanti all’università La Sapienza di Roma. A darne notizia sono gli appartenenti ai Collettivi di sinistra che riferiscono di veri e propri tafferugli: “Stavamo attaccando i nostri manifesti dopo che per tutta la notte Forza Nuova ha attacco i suoi davanti all’università, e all’improvviso sono arrivate tre macchine di fascisti che sono scesi con spranghe e coltelli. È scoppiata una rissa che è durata almeno 10 minuti. Un nostro compagno è stato accoltellato e altri si sono ritrovati con la testa spaccata”. Ora gli studenti dei Collettivi sono riuniti all’interno della facoltà di Lettere. 

 

 Per ascoltare la corrispondenza fatta poco fa da Radio Onda Rossa:
http://www.autistici.org/ondarossa/archivio/080527università.mp3

Manifestazione 24 novembre

Foto di Valentina Perniciaro.
Corteo di donne per le donne. 24 novembre 2007

“Il grembo da cui nacque l’orrore è ancora fecondo” B.Brecht

Aggressione al Pigneto!

24 Maggio 2008 2 commenti

 

Roma, 18:12
IMMIGRATI: ROMA, PESTAGGIO NEONAZISTA AL PIGNETO
“Un vero e proprio pestaggio nei confronti di un extracomunitario del Bangladesh si e’ svolto pochi minuti fa nel quartiere romano del Pigneto. L’uomo, che gestisce un bar, e’ stato pestato da una banda di neonazisti: una decina di giovani, con il volto coperto da foulard con il segno della svastica, sono arrivati improvvisamente correndo con in mano delle assi di legno e si sono scagliati contro l’extracomunitario colpendolo con violenza e urlando. Paura nel quartiere, dove sono molti gli extracomunitari che gestiscono attivita’ commerciali. Tutti sono scappati e molti hanno chiuso le saracinesche dei negozi. La cronista dell’Agi, testimone dell’episodio, ha tentato invano di chiamare il 113, per molti minuti, ma nessuno ha risposto. Dopo pochi minuti, la banda e’ scappata e molti abitanti del quartiere si sono riversati nelle strade e si sono affacciati dalle finestre per capire cosa fosse accaduto.”

 

25 APRILE 2008

E’ ALLARMANTE E VERGOGNOSO QUELLO CHE STA ACCADENDO A ROMA. E ACCADE SEMPRE PIU’ VICINO A NOI, IN TERRITORI CONSIDERATI SEMPRE UN CALDO RIFUGIO. DOBBIAMO CAMBIARE ATTEGGIAMENTO, DOBBIAMO RENDERCI CONTO DEI TEMPI, DEI RAPPORTI DI FORZA TOTALMENTE MUTATI, DELLA PERICOLOSITA’ ANCHE RAPIDA DI QUESTO PROCESSO.

CAROGNE FASCISTE. 

Foto di Valentina Perniciaro
25 Aprile 2008 Cieli blu, falci e martelli

Campo di grano..

24 Maggio 2008 Lascia un commento

SOTTO LE COPPE VIOLA DELLE LAMPADE
COLME DI CONDANNA VA UNA FOLLA DI SCHIAVI

DOVE ROSI PER LORO D’ODIO E D’AMORE
NOI DUE PASSIAMO CON LA FRONTE ALTA.

—-Franco Fortini—-

Ancor Fortini, si. Di parole ne usa sempre pochissime, non si sbilancia mai nella quantità di versi o di suoni usati..lui ha la capacità di penetrare nella sintesi, nella magia di saper razionalizzare in pochi foni che sembrano voler esser muti, difficili da ascoltare, ma estremamente chiari.

Mette il vuoto quell’angolo di strada. Come mette il vuoto il cronometro, il “tempo concesso”…, che delirio psicotico quello di voler regolare e concedere il tempo. Un delirio di onnipotenza che appartiene a giudici e carcerieri, a gente che non è altro che un portachiavi e si vede da lontano.
Anche oggi ho dovuto respirare molto per evitare di scoppiare.
Altro piccolo passetto fatto…

Foto di Valentina Perniciaro -campo di grano- Bassano 2008

Siamo chiamati a sorprendere la realtà

23 Maggio 2008 Lascia un commento

“Noi giochiamo con cose in continua sparizione e, una volta sparite, è impossibile farle rivivere, non si può ritoccare il soggetto […] Siamo chiamati a sorprendere la realtà con quel quaderno di schizzi che è il nostro apparecchio fotografico, a tirarla fuori e fissarla, ma non a manipolarla né durante le riprese, né tantomeno nel nostro oscuro laboratorio con qualche ricetta fatta in casa. Sono trucchi che saltano all’occhio di chi sa vedere”
Henri Cartier-Bresson, L’immaginario dal vero

Pitigliano, Marzo 2006

Foto di Valentina Perniciaro, Pitigliano, Marzo 2006

“Noi non crediamo più alle vostre parole”…

23 Maggio 2008 1 commento

“Noi non crediamo più alle vostre parole
nè a quelle che ci furono care una volta
Il nostro cuore l’ha roso la fame
Il sangue l’han bevuto le baionette.
Noi, non crediamo più ai dolori alle gioie
Ch’erano solo nostre ed erano sterili
La nostra vita è in mano dei fratelli
e la speranza in chi possiamo amare.
Noi non crediamo più agli dèi lontani
Né agli idoli e agli spettri che ci abitano
La nostra fede è la croce della terra
Dov’è crocefisso il figliuolo dell’uomo.”

-FRANCO FORTINI- “Varsavia 1939” , tratto da “FOGLIO DI VIA”

Sembra tornato il sole, ma c’è poco da fidarsi.

Poi difficile parlare di sole, quando riappare il nucleare, quando si inventano il Reato (!) di immigrazione clandestina, quando addirittura vorrebbero dare un terzo di pena in più a chi è straniero.

Non ci sono parole per descrivere quello che sta accadendo e quello che potremmo trovarci davanti, a cose fatte. E’ il momento giusto per cominciare a fare il nostro dovere, per ricominciare a discutere e studiare, per capire…è il momento giusto per far politica. Per farla veramente.

E non per accettare minestroni di sigle mai viste o fin troppo conosciute, sempre estrenee alle lotte antagoniste di questi ultimi decenni.

Foto di Valentina Perniciaro -PUGNO CHIUSO-

L’infinito inizia.

22 Maggio 2008 2 commenti

“Disegno della tua voce nella riva del sogno,
scogliere di cuscini con quest’odore di costa vicina,
quando gli animali buttati nella cala, le creature di sentina
odorano l’erba e per i ponti si arrampica
un tremito di pelle e di furioso godimento.
Allora mi capita di non conoscerti, aprire l’occhio di questa lampada
a cui sfuggi coprendoti il viso con i capelli,
ti guardo e non so più
se ancora una volta affiori dalla notte
con il disegno esatto di quest’altra notte della tua pelle,
con il ventre che palpita la sua respirazione soave
abbandonata appena nella nostra tiepida spiaggia
da un leggero colpo di risacca.
Ti riconosco, salgo per il profumo dei tuoi capelli
fino a questa voce che nuovamente mi sollecita,
contempliamo
nello stesso tempo la doppia isola sulla quale siamo
naufraghi e paesaggio, piede e arena,
anche tu mi sollevi dal nulla
con il tuo sguardo errabondo sul mio petto sul mio sesso,
la carezza che inventa nella mia cintura il suo galoppo di puledri.
Nella luce sei ombra e io sono luce, sono la luce della tua ombra
e tu gettata nelle alghe fingi l’ombra del mio corpo,
quando la sua angusta fronte ferisce le pietre e proietta
come un fragore di voragine all’altro lato, un territorio
che inutilmente investe e brama.
Ombra della mia luce, come raggiungerti,
come inguainare questo balenio nella tua notte!
Allora c’è un istante segreto
in cui gli occhi cercano negli occhi un volo di gabbiani,
qualcosa che sia orbita e richiamo,
una consacrazione e un labirinto di pipistrelli,
ciò che sorgeva nell’oscurità come un gemere a tentoni,
una pelle che si raffreddava e scendeva, un ritmo rotto,
si muta in convivenza, parola d’ordine, strappo
del vento che si infrange contro la vela bianca,
il grido della vedetta ci esalta,
corriamo insieme fino a che la cresta
dell’onda zenitale ci travolge
in una interminabile cerimonia di spume,
e ricominciano i naufragi, il lento nuoto verso le spiagge,
il sogno bocconi fra meduse morte e i cristalli di sale
dove arde il mondo.”
Julio Cortazar

Qalat al-Jabar, Syria

Foto di Valentina Perniciaro -AFFACCIATI SULL'EUFRATE-
          Qalat al-Jabar, Siria, Agosto 2003

“Eravamo quelli che potevano davvero far saltare tutto”

21 Maggio 2008 1 commento

“…Ma voi oggi, qui, siete migliaia. E non potranno più frustarvi, perchè ora voi avete in mano la frusta, non potranno più imprigionarvi, perchè voi avete preso le prigioni e ne avete divelto le porte, non potranno più uccidervi, perchè il popolo è in piedi! Non ci saranno più padroni. […] Dietro di voi si sta formando l’esercito degli umili che vogliono spezzare le catene della schiavitù. Essi hanno bisogno di un segnale. Voi dovete essere i primi. Fare ciò che tanti, altrove, per paura stentano ancora a fare. Ma siate certi che il vostro esempio sarà seguito. Voi dovete aprire la strada.”

[…] “Si tratta nè più nè meno che di fare l’Apocalisse!”

Del resto intorno a noi il mondo sembrava davvero sul punto di esplodere, le nostre parole non mancavano mai l’effetto voluto. Non eravamo che una banda di spostati, attori, folli, gente che aveva lasciato lavoro, casa famiglia per darsi alla predicazione . Scelte compiute per i motivi più diversi, dal senso di giustizia all’insofferenza per la vita a cui si era condannati, ma che portavano alla stessa conclusione, a un atto di volontà che coinvolgesse quanta più gente possibile, che dimostrasse agli uomini che il mondo non sarebbe potuto durare così all’infinito e molto presto sarebbe stato messo a rovescio. Eravamo quelli che potevano davvero far saltare tutto.”

Tratto da Q Luther Blisset

Je ne comprends qu’une chose à la politique: la rèvolte. -Flaubert-

Foto di Valentina Perniciaro  -CORDONI- Genova, 17 Novembre 2007

BASTA!

21 Maggio 2008 Lascia un commento

22 MAGGIO 1978  –   22 MAGGIO 2008

LA LEGGE 194 NON SI TOCCA!

 

“osare riconoscerli”

21 Maggio 2008 2 commenti

Forse il tempo del sangue ritornerà.
Uomini ci sono che debbono essere uccisi.
Padre che debbono essere derisi.
Luoghi da profanare, bestemmie da proferire
incendi da fissare, delitti da benedire.
Ma più c’è da tornare ad un’altra pazienza,
alla feroce scienza degli oggetti,
alla coerenza nei dilemmi
che abbiamo creduto oltrepassare.
Al partito che bisogna prendere e fare.
Cercare i nostri eguali osare riconoscerli
lasciare che ci giudichino guidarli esser guidati
con loro volere il bene fare con loro il male e il bene
la realtà servire negare mutare.
________FRANCO FORTINI______
Dheheishe, Palestina 2002
Piove ininterrottamente da giorni, pioverà per giorni…sento anche le ossa bagnate.
Finalmente un po’ di pace, finalmente un rifugio dove poter star sola,
dopo questa notte in bianco, dopo questa notte con lo stomaco scombussolato.
Mi sento “tra color che son sospesi”, in attesa. Decisamente vuota malgrado la pienezza
ricevuta in dono. Meno male che esistono ancora librerie dove compri poesie di Fortini per 2,90 €, dove la mia patata ha trovato il suo Majakovskij quotidiano alla stessa cifra.
Tutto ciò ha reso il diluvio più sopportabile.
Non per questo il tempo sarà meno lento, non per questo l’attesa più leggera.
Foto di Valentina Perniciaro   -Campo profughi di Deheishe, Palestina. Marzo 2002 -

Smog il drago e la bambola azzurra

18 Maggio 2008 1 commento

“Smog il drago amava i sogni, ma soprattutto amava le bambole di porcellana che riempivano i suoi sogni, le bambole di colori trasparenti o concreti, colori tenui e dolci o salati come il mare.

Ma Smog il drago amava soprattutto la bambola di porcellana che spesso, quasi sempre, compariva fiera e carica di stelle e soli, spargendo fiori profumati, cibo e acqua fresca. Allora dimenticava di essere nato per custodire il Tesoro, dimenticava il guadagno e la perdita, dimenticava i flutti profondi del mare, come se il vero tesoro fossero i suoi sogni.
Pensava alla bambola azzurra che appariva o che scompariva, sempre per poco. Ma era un poco che era troppo, un troppo poco, dal momento che non avrebbe più voluto risvegliarsi.
Non si accorgeva ormai della sua caverna tanto era occupato a pensare quali meravigliosi ornamenti avrebbe potuto ordire per le …Lei che, forse, non era soltanto un sogno perchè da qualche parte, era sicuro, i sogni si realizzano, per sempre… Sogni che sognano altri sogni in mondi di sogni che si ripetono senza alcuna stanchezza o trasparenza, dove la bambola azzurra passeggia in mezzo alle serre traboccanti di fiori e api che ronzano spezzando la fragranza, dove i cervi giocano con gli alberi, e dove il ciliegio cresce rosso rivolto verso il tramonto.
Pensava, Smog il drago, in quel paese di deporre le sue fiamme e di raccogliere al loro posto collane di perle di pioggia per parlare, finalmente, a lungo alla bambola azzurra. Voleva raccontarle tutti i suoi sogni di un tempo, le sue visioni di colori. Ascoltarsi parlare di sogni, i suoi sogni.

Obey ...Angela Davis

Verso sera nel ventre del vulcano il buio si faceva intollerabile, picchiava sugli occhi colla sua tintura di nero, anche l’oro cessava di brillare e al buio tutto acquistava un sapore di niente. Cercava di afferrare qualche suono lontano, magari un piccolo brandello, un mormorio, un bisbiglio, ma neppure il vento osava sostare vicino al tesoro quando il cielo spariva inghiottito da qualche lupo vorace.
Solitudine, forse, paura di non riprendere il sogno interrotto, di non incontrare più la bambola azzurra, di non sparire in un buio ancora più buio che potesse annullare quel buio. E l’azzurro era ancora un colore che Smog, il drago, poteva vedere anche di giorno, e nel buio nero, ogni tanto, si illudeva di vederne un bagliore.
Un giorno la bambola azzurra sembrò guardarlo e ora un pensiero continua a turbarlo, un pensiero che gli ha restituito la speranza … gli sembrò che fissandolo, ad un tratto, la bambola parlasse dicendogli: “Anche tu hai il colore del cielo.”

——FAVOLA DI CAPODANNO—— Giuliano Naria

Giuliano Naria, operaio genovese, era un militante delle Brigate Rosse. Accusato dell’azione che porta alla morte di Coco, passa diversi anni nelle carceri speciali (kampi) di Fossombrone, Cuneo, Asinara… Gli arresti domiciliari per gravi motivi di salute vengono concessi a Giuliano solo nell’estate del 1985. L’anno dopo viene assolto dall’accusa di avere ucciso Coco e la sua scorta. Negli anni successivi viene assolto anche dalle altre accuse, ma il suo fisico è ormai gravemente debilitato. Nel 1995 gli viene diagnosticato un tumore e muore nel 1997. Ha scontato 9 anni e 16 giorni per poi essere dichiarato innocente.

Le sue favole sono un percorso dolce e colorato di evasione. Le sue favole hanno la capacità di svicolare, di scivolare dalle mani dei carcerieri, di volare libere.

 


								

+ campi ROM – Caserme

17 Maggio 2008 3 commenti

Parole agghiaccianti, parole d’ordine su ogni giornale, su ogni televisione.

Con il solo scopo di creare il mostro, di amplificare il danno, di fare un propaganda fatta di media e di fuoco, di ronde e di assalti, di barbarie e inciviltà. Ronde? Ma che parola è? 

Ma come la si può accettare? 

Oggi non sono potuta essere a Verona e mi è dispiaciuto…perchè era importante esserci, perchè di quella città ho solo ricordi poco positivi, intrisi di quell’atteggiamento che è luogo idoneo alla barbarie intollerante e medievale.

Mi sento ogni giorno più estranea, mi vergogno, odio quello che quotidianamente vedo. Odio l’idea di non poter far nulla…qui nemmeno “il lavoro della talpa” si può fare, qui bisognerebbe solo fuggire, che è l’unica cosa che non posso fare.

                  

Foto di Valentina Perniciaro: Roma, Da una cella dell'ex carcere del San Michele.

cambierà nome pure l’universo!

16 Maggio 2008 3 commenti

“Quando saremo due saremo veglia e sonno,

affonderemo nella stessa polpa

come il dente di latte e il suo secondo,

saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,

come i cieli, del giorno e della notte,

due come sono i piedi, gli occhi, i reni,

come i tempi del battito,

i colpi del respiro.

Quando saremo due non avremo metà

saremo un due che non si può dividere con niente.

Quando saremo due, nessuno sarà uno,

uno sarà l’uguale di nessuno

e l’unità consisterà nel due.

Quando saremo due

cambierà nome pure l’universo

diventerà diverso”

____ERRI DE LUCA____

Pitigliano,, marzo 2006

Foto di valentina perniciaro
Una scala in salita, decisamente.
Ma tutta questa paura non sembra mettere. Ci hanno insegnato ad andare avanti, a salire, ad arrampicarsi, a seppellire la mostruosità con i nostri sorrisi, con il rosso vivo delle nostre bandiere.
Alla libertà, musa eterna.

Tutt@ liber@

11 Maggio 2008 Lascia un commento

“L’esilio che mi è dato, onor mi tengo

Cader co’ buoni è pur di lode degno.” __DANTE__

Casa. Rientrata ora. Stordita. Se il mondo avesse il tuo sguardo vivremmo una terra diversa.

Se il mondo conoscesse la bellezza del vento e della libertà … io sarei in grado di conoscere la strada.

Genova, 20 Gennaio 2002

Foto di Valentina Perniciaro: TUTT@ LIBER@

…mentre dura…

9 Maggio 2008 2 commenti

Amore: “Che non sia immortale dato che è fiamma,
ma che sia eterno mentre dura”
_Gioconda Belli : La donna abitata_

Colonna sonora: “J’ai perdu la Tete” C.Aznavour
Foto di Valentina Perniciaro _Alone_

 

tempo di…

9 Maggio 2008 Lascia un commento

“Nella vita dell’uomo
per ogni cosa c’è il suo momento,
per tutto c’è un’occasione opportuna.
Tempo di nascere, tempo di morire,
tempo di piantare, tempo di sradicare,
tempo di uccidere, tempo di curare,
tempo di demolire, tempo di costruire,
tempo di piangere, tempo di ridere,
tempo di lutto, tempo di baldoria,
tempo di gettar via le pietre,
tempo di abbracciare, tempo di staccarsi,
tempo di cercare, tempo di perdere,
tempo di conservare, tempo di buttar via,
tempo di strappare, tempo di cucire,
tempo di tacere, tempo di parlare,
tempo di amare, tempo di odiare,
tempo di guerra, tempo di pace.
ECCLESIASTE III, 1-8
Damasco, settembre 2006
Il panettiere addormentato di Damasco. Alle 4 di mattina, mentre si tornava a casa con la testa piena di ‘araq. Il mio panettiere, quello a due passi dal vicolo di casa mia, a pochi passi dal mio cortile e da quell’albero di arance che mi permetteva di godere il fresco anche con il sole alto.
E l’odore di quel pane sempre caldo, sempre soffice, sempre capace di insegnarti un modo nuovo di mangiare. Il pane di Damasco…il sapore di quelle cenette tra chiacchiere e sapori, tra lingue e lineamenti contrastanti.
Mi mancano le notti damascene, mi manca il canto dei minareti a spezzare la pace notturna,
mi mancano gli sguardi in cui si annega, mi manca il caos immanente delle sue strade.
Tempo di fermarsi, tempo di ricominciare.
Foto di Valentina Perniciaro : Il panettiere addormentato. Damasco, settembre 2006

cavolo se ti mao!

9 Maggio 2008 4 commenti

Nicoletta 

E‘ bastato poco..ed ora non posso che scriverti un qualcosa che assomiglia di più ad una dichiarazione d’amore che ad un post da dedicare ad un’amica. Ma, folle compagna di tante avventure deliranti, quello che abbiamo costruito in questi due anni è di pasta diversa, è attaccato col mastice e con la fiducia.

Con la complicità, con le risate che solo noi sappiamo farci, con la forza che mi hai dato quando ne avevo bisogno, con la tua costante presenza per qualunque cosa..soprattutto per sorridere, per affrontare insieme ‘sta vita ogni giorno più incasinata. Questo blog appena nato non poteva iniziare a farsi invadere da te!

Che sei peggio di me: occupi tutto.

E tra qualche minuto rioccuperai il mio tempo. Fino a quel cancello.

Foto di Valentina Perniciaro _Un lemure a Villa Sciarra_

 

Beirut in fiamme.

9 Maggio 2008 2 commenti

Beirut sotto assedio.

Non ci posso pensare e quasi non ho voglia di leggere gli aggiornamenti , di capire in quali strade e quartieri si combatte e in quali è tutto tranquillo come sempre. Beirut è questo, Beirut è la contraddizione costante, è la guerra permanente, è la bellezza mutilata.

Ed ora, come sempre, sento il richiamo, il desiderio di correre a vedere che accade, di avvicinarmi al delirio di quel paese dilaniato, meraviglioso, struggente. Con il cuore fermo tra le strade dei campi, sul lungomare colorato, vicino al porto ora chiuso a causa dei combattimenti.

Ancora piombo nella dolce Beirut, ancora sangue sotto il vento libanese.

Baruda_campo profughi

Foto: Valentina Perniciaro_Campo profughi di Rashidiyye, Libano del sud. Agosto 2003. 

9 Maggio 1976: ULRIKE MEINHOF

9 Maggio 2008 4 commenti

        Il 9 maggio 1976, Ulrike Meinhof è stata trovata appesa alle sbarre della sua cella.

Militante della R.A.F. (Rote Armee Fraktion) , organizzazione armata tedesca attiva dagli anni ’70 anche conosciuta come Banda Baader-Meinhof.

La mattina del 9 maggio 1976 nel supercarcere-fortezza di Stammheim terminava la vita di Ulrike . Gli agenti di custodia avevano trovato la detenuta impiccata nella sua cella. Un anno e mezzo più tardi, il 18 ottobre 1977, altri tre appartenenti alla Raf, Gudrun Ensslin, Andreas Baader e Jan-Carl Raspe, verranno anch’essi rinvenuti morti nelle loro celle.


“Battete in Piazza il calpestìo delle Rivolte!
In alto, catena di teste superbe!
Con la piena di un nuovo diluvio
laveremo le città dei mondi   

Il toro dei giorni è pezzato.
Il carro degli anni è lento.
Il nostro Dio è la corsa.
Il Cuore è il nostro tamburo.

Che c’è di più celeste del nostro oro?
Ci pungerà la vespa d’un proiettile?
Nostre armi sono le canzoni.
Nostro oro le voci squillanti

Prato, distenditi verde,
copri il fondo dei giorni.
Arcobaleno, dà un arco
ai cavalli veloci degli anni.

Vedete, il cielo s’annoia delle stelle!
Senza di lui intrecciamo i nostri canti.
ehi, Orsa Maggiore, esigi
che ci assumano in cielo da vivi!

Bevi le gioie! Canta!
Nelle vene la primavera e diffusa.
Cuore, batti la battaglia!
Il nostro petto è rame di timballi.”

Vladimir Majakovskij – La nostra Marcia (1917)

Su Ulrike: LEGGI QUI

30 ANNI: Peppino Impastato

9 Maggio 2008 1 commento

Peppinu Impastatu fu ammazzatu ri la mafia p’aviri dinunziatu li dilitti di contrabbannu,
 

di droga e di armi di Tanu Badalamenti, mafiusu

putenti e protettu di lu statu, patruni d’ammazzari,

mfami prigiuricatu, Don Tano ricunusciutu, ri tutti rispettatu e cchiù chi mai timutu pi lu crimini pirpitratu,

p’aviri fattu satari nall’aria Pippinu nostru,

bannera ri Democrazia Proletaria.

Fu na pugnalata nna lu pettu a li piciotti digni di rispettu, a li picciotti ca vonnu grirari la rabbia

pi un putiri travagghiari.

Pippinu, vucca di verità, vucca d’innucenza, rapprisienta a simienza ri sta terra senza spiranza.

Grirava a tutti ri pigghiari cuscienza a la radiu,

a la chiazza, nta li strati, pi li piciotti era comu un frati.

Vuleva fari la rivoluzioni pi dimustrari a la pupulazioni nca nun s’accansa nenti cu li scanti.

Quarcunu lu capiu, tanti autri no.

Nna lu silenziu fattu ri duluri chiovino garofani rossi

comu li lacrimi di chiddu chi arristamu, ncapu li resti di

Pippinu massacratu. Picchì…sti delitti?

 

In ricordo di Peppino, trucidato dalla Mafia 30 anni fa.

una mela rosicchiata è Per Sempre!

8 Maggio 2008 Lascia un commento

Finalmente anche io cambio vita. Da oggi ho chiuso tutti i miei rapporti con Bill Gates!

E godo , come godo. Vita nuova…più mele per tutti e tutte!

 

La stella della Rotonda

6 Maggio 2008 Lascia un commento

Scalo San Lorenzo.

Caldo Torrido, capannoni praticamente deserti. Scalo San Lorenzo _ rotonda

La manutenzione locomotori era assegnata a a duecento persone. Ora sono 7 i lavoratori che si aggirano per tutto il reparto. Impressionante trovare il silenzio al posto del rumore di ferro e sudore, impressionante quel vuoto in un luogo immaginato come un formicaio di fatica, sfruttamento e produzione.

Uno strano vuoto, estremamente bello nel suo decadentismo.

Nel suo rappresentare un secolo che non c’è più, volato via portandosi via buona parte del nostro patrimonio culturale, politico…sognatore.

Siamo quei pochi rimasti, a sudare in padiglioni ormai inutili.

Quasi come perenne esposizione di ciò che non esiste più, che non deve più esistere.

Foto: Valentina Perniciaro. Scalo San Lorenzo. Luglio 2007

Steely Dan: un dildo nel cuore del Rock

6 Maggio 2008 2 commenti

Storyville, Radio 3, ore 16. Da Lunedi’5 maggio

3 puntate dedicate ad una band, o meglio un supergruppo, un collettivo hippie che ha riposizionato gli stilemi del pop rock a partire dalla fine degli anni sessanta: Donald Fagen e Walter Becker, gli  Steely Dan (da Borroughs, Il Pasto Nudo): freak intellettualoidi che hanno vaticinato la morte dei generi musicali proponendo una miscela del “tutto sonoro”, con quelle fibrillazioni commerciali che li hanno proiettati, in quarant’anni, nelle top charts mondiali.

A raccontare la storia degli esordi e del temporaneo scioglimento di questo sodalizio artistico (gli Steely Dan si sono recentemente riuniti) e’ la voce della giovane giornalista Valentina Perniciaro coadiuvata dal testo-appositamente redatto per Storyville- dal critico e giornalista musicale Daniele Cianfriglia.

Storyville e’ un programma di Antonella Bottini e Francesco Mandica scrivete a Storyville@rai.it

No podcast!

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